È commovente sentirle dire, parlando di se stessa:
«Sono un frutto cattivo,
un frutto marcio, gettato nel letamaio dei miei peccati. Chi vorrà di questo
frutto? Nessuno: lasciatelo sulla concimaia. Ma tu, giardiniere, guarda: in
questo frutto, il Signore ha messo un piccolo seme. Prendi questo seme, fa un
buco nella terra, getta il chicco in questo buco, coprilo con la buona terra
attendi, abbiate pazienza: da questo chicco verrà un albero, ed esso porterà
buoni frutti grazie alle tue cure. Tu servirai questo frutto alla tavola del
Signore, tutti lo vedranno, si mangerà di questo frutto e si loderà il
Signore».
Ecco un affascinante paragone, pieno della dottrina più elevata e più
pratica.
«Dopo la Comunione, diceva un giorno, un vecchio mi ha detto: Gesù
vuole venire a casa tua nel cuore della notte; per preparargli una cella,
ascolta ciò che vuole.: vuole una piccola cella molto povera, molto semplice.
Vuole un lettino, simbolo del silenzio; in questo lettino, vuole un materasso
sempre nuovo con degli atti di umiltà sempre nuovi; vuole un cuscino di carità,
una coperta di pazienza, le grandi tende bianche dell'unione, che impediscono
al vento della tentazione di raffreddare la carità. Gesù vuole anche una
lampada da notte: il bicchiere di questa lampada è la fede e la speranza,
l'olio è la preghiera continua, il sughero che galleggia, è l'amore di Dio, che
eleva l'anima al di sopra della terra, lo stoppino è la dedizione, che si
sacrifica e dimentica i suoi interessi per la felicità degli altri; infine la
luce che illumina, è l'obbedienza e la purezza di intenzione».
Protegat nos
dextera tua, Mater Dei;
et da refrigerium,
et solatium animabus nostris.
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