venerdì 18 gennaio 2013

Beata Maria Baouardy




È commovente sentirle dire, parlando di se stessa: 

«Sono un frutto cattivo, un frutto marcio, gettato nel letamaio dei miei peccati. Chi vorrà di questo frutto? Nes­suno: lasciatelo sulla concimaia. Ma tu, giardiniere, guarda: in questo frutto, il Si­gnore ha messo un piccolo seme. Prendi questo seme, fa un buco nella terra, getta il chicco in questo buco, coprilo con la buona terra attendi, abbiate pazienza: da questo chicco verrà un albero, ed esso porterà buoni frutti grazie alle tue cure. Tu servirai questo frutto alla tavola del Signore, tutti lo vedranno, si mangerà di que­sto frutto e si loderà il Signore».

Ecco un affascinante paragone, pieno della dottrina più elevata e più pratica. 
«Dopo la Comunione, diceva un giorno, un vecchio mi ha detto: Gesù vuole veni­re a casa tua nel cuore della notte; per preparargli una cella, ascolta ciò che vuo­le.: vuole una piccola cella molto povera, molto semplice. Vuole un lettino, simbo­lo del silenzio; in questo lettino, vuole un materasso sempre nuovo con degli atti di umiltà sempre nuovi; vuole un cuscino di carità, una coperta di pazienza, le gran­di tende bianche dell'unione, che impediscono al vento della tentazione di raffred­dare la carità. Gesù vuole anche una lampada da notte: il bicchiere di questa lam­pada è la fede e la speranza, l'olio è la preghiera continua, il sughero che galleggia, è l'amore di Dio, che eleva l'anima al di sopra della terra, lo stoppino è la dedizione, che si sacrifica e dimentica i suoi interessi per la felicità degli altri; infine la luce che illumina, è l'obbedienza e la purezza di intenzione».

Protegat nos dextera tua, Mater Dei; 
et da refrigerium, 
et solatium animabus nostris.

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