mercoledì 3 agosto 2011

Tentazione o colpa consumata?






(Per fame e per sonno s'era addormentato. Pur volendo vegliare e far penitenza per fortificarsi e ottenere tanto da Dio, non ci riuscì e piangeva. Ma Gesù lo conforta aiutandolo a riflettere e capire che anche quella piccola miseria della carne non era inutile, ma sarebbe servita a tenerlo nell'umiltà e a usare sempre compassione con i suoi simili) 

[...] Molti non sanno distinguere fra tentazione e colpa consumata.
La prima è una prova che dà merito e non leva grazia, la seconda è caduta che leva merito e grazia.


Altri non sanno distinguere fra eventi naturali e colpe, e si fanno scrupolo di aver peccato mentre, [...], non hanno che ubbidito a leggi naturali buone. Distinguo, dicendo "buone", le leggi naturali dagli istinti sfrenati.


 Perché non tutto ciò che ora si dice "legge di natura" è tale ed è buona. Buone erano tutte le leggi connesse alla natura umana, che Dio aveva date ai progenitori: il bisogno del cibo, del riposo, della bevanda. 


Poi, col peccato, sono subentrati e si sono mescolati alle leggi naturali, inquinando con la smoderatezza ciò che era buono, gli istinti animali, le sregolatezze, le sensualità d'ogni specie. E Satana ha tenuto vivo il fuoco, il fomite dei vizi col suo tentare. 


Ora tu vedi che, se non è peccato cedere al bisogno di riposo e di cibo, è invece peccato la gozzoviglia, l'ebrietà, l'ozio prolungato. Anche il bisogno di coniugarsi e procreare non è peccato, anzi Dio ha dato l'ordine di farlo per popolare la Terra di uomini. Ma non è più buono l'atto del congiungimento per sola soddisfazione del senso. Sei persuaso anche di questo?





"Sì, Maestro. Ma allora dimmi una cosa. Coloro che non vogliono procreare, peccano ad un ordine di Dio? Tu dicesti una volta che lo stato di vergine è buono".


"E' il più perfetto. Come è il più perfetto quello di chi, non pago di far buon uso delle ricchezze, se ne spoglia del tutto. Sono le perfezioni alle quali può giungere una creatura. E gran premio avranno. 


Tre sono le cose più perfette: la povertà volontaria, la castità perpetua, l'ubbidienza assoluta in tutto ciò che non è peccato. Queste tre cose rendono l'uomo simile agli angeli. 


E una è perfettissima: dare la propria vita per amore di Dio e dei fratelli. Questa cosa rende la creatura simile a Me, perché la porta all'assoluto amore. E chi ama perfettamente è simile a Dio, è assorbito e fuso con Dio.

Sta' dunque in pace, mio diletto. Non c'è colpa in te. Io te lo dico.  [...]
Guarda. Io ti dico ciò che devi dire per essere in pace, qualunque cosa ti avvenga. Di' con Me: <<Io con l'aiuto di Dio, propongo, per quanto mi sarà possibile, di non più cedere alle pesantezze della carne>>. E sta' fermo in questo volere.

Se poi un giorno, pur non volendolo, la carne stanca e afflitta vincerà la tua volontà, ebbene, allora come ora dirai: <<Riconosco di essere un povero uomo come tutti i miei fratelli, e ciò mi serva per tener mozzo il mio orgoglio>>. 


Oh! Giovanni, Giovanni! Non è il tuo sonno innocente quel che può darmi dolore!" [....]. 
M.Val 539.


AMDG et BVM

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