martedì 1 dicembre 2020

Un prete impossibile? IL VENERABILE FRANCESCO CHIESA


* «Hai figli?

Educali e sottomettili

fin dalla giovinezza» (Sir 7, 23).

A otto anni una sorpresa


La mamma la tenne per sé come un segreto sul quale riflettere a lungo

e soprattutto pregare. Un giorno, Francesco fece in modo di trovarsi

solo a sola in casa con mamma Teresa.

+ Mamma, posso dirti una cosa?

– Eccòme!

+ Mi dirai di no?

– Su, dimmi presto, finché siamo soli.

+ Ho pensato di farmi prete, come il nostro parroco; sei contenta?

– Contenta, contenta...; bisogna vedere.

+ Io credevo che tu fossi contenta; invece?

– Non dico di essere contraria, ma... dimmi: per quali ragioni

vorresti, un giorno, essere sacerdote? Me lo devi dire.

Piano piano il ragazzo accontentò la madre; espose le sue idee con la

semplicità e la chiarezza che contrassegneranno tutto il suo

insegnamento; qui naturalmente l'interlocutrice non pretendeva le 

risposte di un figlio filosofo o teologo..., ma ne ebbe abbastanza

per sentirsi in obbligo di farne parola col marito a quattr'occhi.

Mentre genitori e parroco, don Giovanni Mosca, discutono del caso,

noi fermiamoci un attimo sul quadro familiare: Lorenzo e Teresa

ebbero quattro figli e tre figlie. Francesco apriva la serie; poi

venne Lucia, morta suora cottolenghina a 28 anni; Stefano, morto a 15

giorni per difterite; quindi Maria, nubile che visse fino a tarda età

e che fu la teste numero uno al processo ordinario di Alba per la

beatificazione e canonizzazione del fratello; poi Angiolina, morta

suora missionaria di Maria all'età di 21 anni; e un altro fratello

Stefano, sposato, vissuto in Montà d'Alba; infine Luigi, morto pure

di difterite nello stesso anno in cui Francesco fu ordinato

sacerdote.

Al momento in cui Francesco sottoponeva ai suoi il problema di una

eventuale vocazione, erano già nate due sorelle e un fratello volato

al Cielo così presto.

Il padre godeva di buona intelligenza e di una volontà ferma, non gli

mancavano buone braccia e amore al sacrificio: che cosa non avrebbe

fatto per dare al figlio un'istruzione superiore alla sua?

Teresa sapeva fare di necessità virtù senza tanti preamboli o

piagnistei: già condivideva le fatiche dei campi e dei trasporti di

materiali col cavallo. Nella Lettera del Parroco (novembre 1932)

scriverà di lei il figlio prete:

«Non spendeva mai un soldo per sartoria. Aveva i suoi `modelli' da

uomo, da donna e da bambini, e, senza essere stata sarta, faceva le

varie vesti da sé per tutti... Molte altre donne venivano da lei a

farsi prestare i modelli di taglio e farsi imbastire gli abiti che

facevano».

La sua parte, la mamma l'avrebbe fatta tutta e volentieri; dicesse la

sua il reverendo, che ben conosceva la situazione attuale e concreta

dei Chiesa.

Il suo fu un intervento decisivo: avrebbe fatto tutte le pratiche

necessarie per far accogliere da don Ottavio Pavia nel suo piccolo

seminario anche Francesco. La spesa, ridotta al minimo, era

sopportabile, e la divina Provvidenza non sarebbe mancata.

Terminate le prime classi elementari, Francesco sarebbe partito per

Torino, a trascorrervi tre anni.

In quest'arco di tempo coincidono due date importanti della

iniziazione cristiana: la Prima Comunione e la Santa Cresima, la

prima nella festa dell'Ascensione e la seconda il 18 ottobre dello

stesso anno 1882.

L'attrattiva del sacerdozio affonda le sue radici in questi

avvenimenti? Penso di sì: la seria preparazione al primo incontro con

Gesù Eucaristico, e quella alla Cresima, sono tuttora stagioni

propizie all'ascolto della chiamata da parte del Signore a vocazioni

eccezionali come quelle allo stato sacerdotale e religioso.

Nel caso nostro appare evidente il ruolo determinante della famiglia,

a conferma dell'insegnamento del magistero, come afferma

l'Esortazione di papa Giovanni Paolo II:

«Una responsabilità particolarissima è affidata alla famiglia

cristiana, che in virtù del sacramento del Matrimonio partecipa in

modo proprio e originale alla missione educativa della Chiesa maestra

e madre. Come hanno scritto i Padri sinodali, la famiglia cristiana, 

che è veramente ‘come una Chiesa domestica’, ha sempre offerto e

continua ad offrire le condizioni favorevoli per la nascita delle

vocazioni» (Pastores dabo vobis n. 41). 

-------------

P. STEF. IGINO SILVESTRELLI Un prete impossibile?

IL VENERABILE FRANCESCO CHIESA

MEDITAZIONE- EDIZIONI CASA DI NAZARETH

Imprimatur.

--------------

https://www.google.com/search?q=P.+STEF.+IGINO+SILVESTRELLI+Un+prete+impossibile%3F+IL+VENERABILE+FRANCESCO+CHIESA+MEDITAZIONE-+EDIZIONI+CASA+DI+NAZARETH&oq=P.+STEF.+IGINO+SILVESTRELLI%C2%A0Un+prete+impossibile%3F++IL+VENERABILE%C2%A0FRANCESCO+CHIESA++MEDITAZIONE-%C2%A0EDIZIONI+CASA+DI+NAZARETH&aqs=chrome..69i57&sourceid=chrome&ie=UTF-8

AMDG et DVM

Nessun commento:

Posta un commento