* «Hai figli?
Educali e sottomettili
fin dalla giovinezza» (Sir 7, 23).
A otto anni una sorpresa
La mamma la tenne per sé come un segreto sul quale riflettere a lungo
e soprattutto pregare. Un giorno, Francesco fece in modo di trovarsi
solo a sola in casa con mamma Teresa.
+ Mamma, posso dirti una cosa?
– Eccòme!
+ Mi dirai di no?
– Su, dimmi presto, finché siamo soli.
+ Ho pensato di farmi prete, come il nostro parroco; sei contenta?
– Contenta, contenta...; bisogna vedere.
+ Io credevo che tu fossi contenta; invece?
– Non dico di essere contraria, ma... dimmi: per quali ragioni
vorresti, un giorno, essere sacerdote? Me lo devi dire.
Piano piano il ragazzo accontentò la madre; espose le sue idee con la
semplicità e la chiarezza che contrassegneranno tutto il suo
insegnamento; qui naturalmente l'interlocutrice non pretendeva le
risposte di un figlio filosofo o teologo..., ma ne ebbe abbastanza
per sentirsi in obbligo di farne parola col marito a quattr'occhi.
Mentre genitori e parroco, don Giovanni Mosca, discutono del caso,
noi fermiamoci un attimo sul quadro familiare: Lorenzo e Teresa
ebbero quattro figli e tre figlie. Francesco apriva la serie; poi
venne Lucia, morta suora cottolenghina a 28 anni; Stefano, morto a 15
giorni per difterite; quindi Maria, nubile che visse fino a tarda età
e che fu la teste numero uno al processo ordinario di Alba per la
beatificazione e canonizzazione del fratello; poi Angiolina, morta
suora missionaria di Maria all'età di 21 anni; e un altro fratello
Stefano, sposato, vissuto in Montà d'Alba; infine Luigi, morto pure
di difterite nello stesso anno in cui Francesco fu ordinato
sacerdote.
Al momento in cui Francesco sottoponeva ai suoi il problema di una
eventuale vocazione, erano già nate due sorelle e un fratello volato
al Cielo così presto.
Il padre godeva di buona intelligenza e di una volontà ferma, non gli
mancavano buone braccia e amore al sacrificio: che cosa non avrebbe
fatto per dare al figlio un'istruzione superiore alla sua?
Teresa sapeva fare di necessità virtù senza tanti preamboli o
piagnistei: già condivideva le fatiche dei campi e dei trasporti di
materiali col cavallo. Nella Lettera del Parroco (novembre 1932)
scriverà di lei il figlio prete:
«Non spendeva mai un soldo per sartoria. Aveva i suoi `modelli' da
uomo, da donna e da bambini, e, senza essere stata sarta, faceva le
varie vesti da sé per tutti... Molte altre donne venivano da lei a
farsi prestare i modelli di taglio e farsi imbastire gli abiti che
facevano».
La sua parte, la mamma l'avrebbe fatta tutta e volentieri; dicesse la
sua il reverendo, che ben conosceva la situazione attuale e concreta
dei Chiesa.
Il suo fu un intervento decisivo: avrebbe fatto tutte le pratiche
necessarie per far accogliere da don Ottavio Pavia nel suo piccolo
seminario anche Francesco. La spesa, ridotta al minimo, era
sopportabile, e la divina Provvidenza non sarebbe mancata.
Terminate le prime classi elementari, Francesco sarebbe partito per
Torino, a trascorrervi tre anni.
In quest'arco di tempo coincidono due date importanti della
iniziazione cristiana: la Prima Comunione e la Santa Cresima, la
prima nella festa dell'Ascensione e la seconda il 18 ottobre dello
stesso anno 1882.
L'attrattiva del sacerdozio affonda le sue radici in questi
avvenimenti? Penso di sì: la seria preparazione al primo incontro con
Gesù Eucaristico, e quella alla Cresima, sono tuttora stagioni
propizie all'ascolto della chiamata da parte del Signore a vocazioni
eccezionali come quelle allo stato sacerdotale e religioso.
Nel caso nostro appare evidente il ruolo determinante della famiglia,
a conferma dell'insegnamento del magistero, come afferma
l'Esortazione di papa Giovanni Paolo II:
«Una responsabilità particolarissima è affidata alla famiglia
cristiana, che in virtù del sacramento del Matrimonio partecipa in
modo proprio e originale alla missione educativa della Chiesa maestra
e madre. Come hanno scritto i Padri sinodali, la famiglia cristiana,
che è veramente ‘come una Chiesa domestica’, ha sempre offerto e
continua ad offrire le condizioni favorevoli per la nascita delle
vocazioni» (Pastores dabo vobis n. 41).
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P. STEF. IGINO SILVESTRELLI Un prete impossibile?
IL VENERABILE FRANCESCO CHIESA
MEDITAZIONE- EDIZIONI CASA DI NAZARETH
Imprimatur.
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AMDG et DVM