La figura di Ratzinger difficilmente può essere messa dentro degli schemi, in quanto si tratta di un uomo tanto libero quanto sicuro del suo pensiero teologico. Uno dei teologi più importanti di questa epoca, capace di introdurre nel magistero papale la sua intera visione teologica fatta di anni di studi, ricerche, approfondimenti, conditi da una fede viva e pulsante verso il Signore.
Il valore degli insegnamenti di Ratzinger da scoprire e custodire
Gli insegnamenti di Ratzinger presentano una ricchezza che per molti anni dovrà ancora essere approfondita, studiata, e su cui bisognerà interrogarsi e lasciarsi interrogare. Il suo pensiero infatti è stato capace di toccare diversi ambiti dogmatici, di fede ma soprattutto della vita dei fedeli.
“C’è stata una “sistematizzazione magisteriale” delle questioni teologiche urgenti di quel periodo, tramite encicliche, discorsi e altri testi del pontificato. Benedetto XVI è stato in grado di dare un filo rosso di lettura al cattolicesimo del suo periodo”, ha spiegato don Regoli.
Don Roberto Regoli: “ha presentato la fede in maniera coerente”
“Ha avuto la capacità di presentarlo in una maniera coerente rispetto a tutte le tematiche in gioco, cioè c’era una chiave di interpretazione del cattolicesimo e della modernità insieme, non risposte separate, ma una chiave interpretativa del tutto. È stato un pensiero coerente e coeso che gli ha permesso di affrontare le situazioni molto delicate”
Tuttavia, bisogna purtroppo sottolineare che il suo Pontificato è stato anche raccontato in maniera tristemente semplicistica. Ciò ha fatto sì che, oltre ad inserire il pensiero di Benedetto XVI in categorie materiali e politiche che lo riguardavano ben poco, si è finito per banalizzarne tristemente i contenuti più profondi.
La banalizzazione dell’informazione nei confronti di Benedetto XVI
In Occidente infatti, spiega don Roberto, l’informazione è portata a classificare tutto secondo le categorie mondane e politiche. Lasciando da parte, purtroppo, la dimensione spirituale e religiosa che era la sostanza di ciò a cui puntava Ratzinger. Creando, così, notevoli pregiudizi nei suoi confronti in seno all’opinione pubblica.
Basti pensare al tema del relativismo, che Ratzinger ha profondamente affrontato all’interno del suo pontificato. Imbattendosi però in interlocutori molto differenti tra loro, con i quali è riuscito ad avviare un dialogo sincero, aperto e serrato. In questo modo ha avviato un percorso in cui le varie componenti della società potessero tornare a camminare insieme. In un mondo dove, purtroppo, il pensiero, la riflessione, l’interiorità e la fede sono sempre più distanti dal sentire comune.
L’incontro con le altri fedi, ma solo dal punto di vista culturale
Un approccio “ratzingeriano” che è emerso anche dal suo modo di affrontare il tema del dialogo interreligioso. Per Benedetto XVI, infatti, non era certamente possibile parlare di dialogo teologico, ma c’era bisogno di affrontare il tema dal punto di vista culturale. Se infatti le visioni di Dio sono molto lontane tra loro, il Papa tedesco invitava ad incontrarsi in maniera chiara e sincera sul piano dei valori etici e morali.
Tutti aspetti che lo hanno portato ad essere inserito a pieno titolo nel novero dei grandi padri della Chiesa moderna. Nonostante tutti gli scandali e le difficoltà che ha dovuto affrontare. Come quelli finanziari o legati alla pedofilia.
La questione finanziaria su cui Benedetto XVI diede una svolta
Sul primo punto, Benedetto XVI, avendo ereditato una situazione già complessa, prese alcuni importanti provvedimenti. In primo piano, cambiò gli uomini che gestivano le questioni finanziarie in Vaticano e inserì persone di sua piena fiducia. Nel 2009 rinnovò il Consiglio di sovrintendenza dello IOR ed emanò una legge per lo Stato della Città del Vaticano in cui si dava vita alla prevenzione e al contrasto della corruzione.
Da lì venne costituita l’AIF, l’Autorità di informazione finanziaria, creata con lo scopo di far entrare lo IOR nella White List di Moneyval. Una lista che fornisce indicazioni su quali siano gli Stati affidabili dal punto di vista della legalità finanziaria.
La piaga della pedofilia: Ratzinger ci mise la faccia
Dal punto di vista della pedofilia, c’è poi stata una svolta fondamentale nella storia della Chiesa, che è riuscita, dopo decenni di grandi difficoltà, a farsi carico a volto aperto di questa dura piaga. La decisione di Ratzinger è stata quella di accentrare molte competenze internazionali a Roma, per fare sì che si potessero affrontare quelle precise situazioni periferiche in cui c’era forte difficoltà di gestione.
Insomma, Papa Benedetto XVI non ragionava secondo il pensiero politico ma secondo la fede in Cristo, tuttavia si impegnò fortemente dal punto di vista del governo della Chiesa. Facendosi carico di molte responsabilità, anche non imputabili a lui, su cui mise comunque la faccia. Secondo alcuni ha rappresentato “l’attuazione degli insegnamenti di B. Giovanni Paolo II”.
La lotta di Benedetto XVI per riportare l’uomo al Signore
In tutto ciò, la "rinuncia" al Pontificato e la 'creazione' dell’istituto del Papato emerito ha mostrato tutta la sua statura, anche innovatrice e creativa, come risposta alla crisi della fede verso il recupero di quei valori “non negoziabili” da lui indicati come veri e propri problemi dell’Occidente in preda alla dittatura del relativismo.
Insomma, nella lotta all’interno di una società dove la rilevanza sociale e culturale della religione sembra essere sempre più debole, il Pontificato di Ratzinger non è stato segnato da grandi riforme o passaggi eclatanti.
Al contrario, ha guardato alla fede più pura, intima e profonda, e alla vita quotidiana dei fedeli dando importanti linee guida attraverso il suo magistero. Per ricondurre gli uomini verso ciò che più conta per la vita di ciascuno, ovvero l’amicizia con il figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo.
Giovanni Bernardi
AMDG et DVM
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