mercoledì 4 novembre 2020

Quanto è importante la meditazione per arrivare al SILENZIO DEL CUORE!


 

MEDITAZIONE PER IL GIOVEDI’

1. Il Purgatorio è l'anticamera ardente del Cielo.- San Paolo scrive ai Corinti (III, 13) che il fuoco metterà a prova il patrimonio da ciascun eletto accumulatosi sulla terra, bru­cieranno la paglia, la legna, la stoppia; cioè quanto si raccolse di inutile, di vano, di impu­ro, patirà danno (Ibid., 15), ma pure l'anima sarà salva, in grazia del fuoco. Da questo parole, non solo Origene e Lattanzio, ma anche sant'Ambrogio ne conchiudeva tutti debbono passare per quelle fiamme. San Paolino da Nóla mette in bocca agli eletti quel testo, per giungere al premio celeste siam passati per l'acqua del batte­simo e pel fuoco del Purgatorio. San Gregorio Nazianzeno dice dei giusti che come nella Chiesa militante, in generale, non si entra che col battesimo d'acqua, così nella Chiesa trionfante non si giunge se non pel battesimo di fuoco. Dunque, su circa novantamila per­sone che muoiono ogni dì, quante Anime ca­dono in quell'abisso ad ogni ora? Quante che ci sono da anni? Tutte, col lebbroso del Vangelo, ti dicono, se vuoi, - puoi mondarmi; e tu non risponderai loro, sì lo voglio, sii mondata? Non disperare però di te stessa, che non é impossibile, coll'aiuto di Dio e di Maria, evitare il Purgatorio, o tutto od in parte; ma è d'uopo volerlo con quella volontà energica e ferma con cui tutto si può, con cui tutto si vince: lo hai tu così fermo volere?

2. Maria Vergine esente dal Purgatorio. - Potremmo noi credere che la santissima Vergine, l'Immacolata Maria, anche sol di volo sia passata per le fiamme del Purgatorio, per giungere al trono di gloria? Ah! se Ella fu pu­rificata dal fuoco, fu solo da quello dell'amore di Dio che dolcemente La consumò d'un mar­tirio di amore. Se Maria fe' eccezione alla regola generale, non avvenne mai ad altri Santi la medesima cosa, e non la posso sperare anch'io?

Considerando la giustizia e la severità di Dio, che chiamerà conto fin dell'ultimo quadrante; pensando alla nostra debolezza per cui cadiamo e ricadiamo troppo sovente ne' consueti difetti e peccati; esaminando che il medesimo giusto, sonnecchia troppo sovente nella pratica della virtù, e la poca nostra premura in questo mondo di accumularci meriti e di guadagnare indul­genze a totale remissione delle colpe commesse e della pena dovuta, non è a stupire che si possa dire: tutti passano per quel fuoco. Diceva Davide, niuno tra i viventi, al tuo cospetto sarà riputato giusto; perché, e chi nol sa? Nessuno è mondo dalle terrene sozzure. Ma Iddio è infinito in misericordia, e non il nostro patire, e volendo premiare l'ardore dei Santi, non potrà o non vorrà concedere ­di tratto il Cielo alle anime più elette, senza che passino pel fuoco purificante? E Maria non vorrà ottenere a' suoi divoti quella gra­zia che ebbe per sè? Ed infatti di quanti Santi piamente si crede non abbiano toccato le fiamme purganti! Il Bellarmino, esortato in morte a sperare tanta grazia, è vero che rispon­deva con un sospiro: ci riesce appena qualche giusto, ma non teneva impossibile. Santa Teresa nelle sue rivelazioni dice aver vedute appena tre Anime non toccar quelle fiamme, fra cui san Pier d'Alcantara, ma pure alcune ne scamparono. E che voleva significare quell'elevarsi al cielo quale candida colomba, come in morte di santa Scolastica vide il suo fratello san Benedetto? Che vuol dire quel globo splendente che s'eleva e s'immerge in un, mar immenso di fuoco e di luce, come si legge di san Giovanni della Croce? Che vuol dire, esser veduto amano degli Angeli portato al cielo sotto ricco padiglione, come si legge del beato Sebastiano Vàlfrè? E chi in morte comparve raggiante di splendida aureola; e chi disse chia­ro, come san Gaetano Thiene: ecco Maria, ecco gli Angeli, che vengono a ricevermi fra essi: questi e consimili segni non rivelano l'istan­taneo passaggio dalla terra al Cielo? Dunque se e difficile non è però impossibile l'evitare il Purgatorio. Oh, quale conforto! Oh, quale speranza mi si schiude in cuore!

3. Se oggi tu morissi, scamperesti forse dal Purgatorio? - Anima mia, medita come Iddio nessuna predestina nè all'inferno, nè al Pur­gatorio; abbondano i mezzi di grazia ad evitare la colpa ed a purificarne noi viventi. A rigore di termini potrebbe non solo il giusto, ma anche il peccatore, m un momento, in punto di morte, pagar ogni suo debito con Dio, mediante i Sa­cramenti, con atti di contrizione e di carità perfetta, e coll'acquisto delle sante Indulgenze. Ciò tutto è vero; ma tu, che mediti, se morissi oggi, potresti sperare dal tuo giudice l'elogio fatto alla Maddalena: « I tuoi peccati son per­donati, perchè molto m'hai amato!? » Ti pare di meritare quanto Gesù disse al buon ladrone sinceramente pentito: « Oggi sarai meco in Pa­radiso? » Sapendo che due soli titoli valgono a scampo dal luogo d'espiazione, cioè, o innocenza perfetta, o perfetta penitenza, ti pare forse di possederne almeno uno? Vivi tu da santo, sic­chè ti possa arridere speranza di una morte da santo? Adoperi tu i mezzi che ti sono larganiente forniti per saldare in terra ogni debito? Frequenti gli atti di contrizione e di carità, per imparare a farne almeno uno perfetto in punto di morte? Anima mia, se oggi trapas­sassi di vita, passeresti si o no nel Purgatorio? Forse sarebbe grazia somma il non essere con­dannata all'inferno, tanti sono i rendiconti che ti pesano sulla coscienza, tanta è la freddezza del cuore, tanta è la penitenza che ti rimane a fare, tanta è la negligenza nel guadagnare indulgenze.... eppure se tu vorresti, potresti scampare intieramente da quel fuoco. Altri, vo­lendo, seppero od evitarlo totalmente o dimi­nuirlo di gran lunga.... Iddio vi ti condannerà mal suo grado, costretto dalle tue, colpe, dalla tua inerzia, dalla tua noncuranza.... E pur sapendolo, nulla risolverai per evitarlo? E nulla farai per tante Anime che incautamente cad­dero nel Purgatorio?

PREGHIERA.

O Vergine santissima del Carmelo, Re­gina del Purgatorio, mentre prego e li­mando pietà per tutte le Anime purgan­ti, penso per me e desidero evitar quelle fiamme. Ne conosco tutta la difficoltà, ca­pisco che la mia vita trascorsa merita un lungo ed un terribile Purgatorio! pure, mi affido alla vostra potenza ed alla vostra bontà, o Maria. Deh! impetratemi il per­dono de' miei peccati, ardore nel bene ope­rare, capacità di eccitarmi in morte ad un atto di cavità perfetta; scampatemi Voi dal Purgatorio ed io ve ne ringrazierò per tutta l'eternità in Cielo. Così sia.



MEDITAZIONE PER IL VENERDÌ.

1. Una calda e vera devozione a Maria, primo mezzo per far il Purgatorio in vita. - Tutte le pratiche di religione si dànno a vicenda la mano, per quanto riguarda l'eterna nostra salvezza. Gli amanti del Cuor di Gesù, in quel Cuore, asilo dei bisognosi, conforto degli afflitti, e direi parafulmine delle divine vendette, rinvengono un mezzo potente per scampare dal Purgatorio. I devoti di san Giuseppe nella speranza di venire assistiti, nel loro trapasso, dalla Sacra Famiglia, colle dolcezze delle agonie toccate al gran Patriarca, confidano che san Giuseppe loro schiuderà ben tosto le porte del Paradiso; nè io punto ve' metter in dubbio la loro confidenza. Gesù ci applica i frutti del pre­ziosissimo suo Sangue o direttamente per se, o per la mediazione di Maria e dei Santi. Ma al leggere nelle storie quanti divoti di Maria eb­bero il Paradiso per le mani di Lei; nel vedere le dolci morti ottenute da una santa Teresa, da san Filippo Neri, da santo Stanislao Kostka, da san Luigi Gonzaga, da san Gaetano Thiene, da sant'Andrea Avellino, e da cento altri divotissimi di Lei, non dubito di asserire: siate veri e fervorosi divoti di Maria e voi eviterete il Purgatorio. Non è dessa tutto impegno per ciò? Tutte le grazie che Le piovono di mano, non sono tutte dirette ad ottenerci il Paradiso? Non ti diede Ella a pegno l'Abitino del Carmine, mostrando quanto Ella desideri liberare presto i suoi devoti dalle pene del Purgatorio? Non è Dessa la madre della santa speranza? Non invita chi La prega e L'ama non solo a cessare, ma a fuggire puranche ogni nèo di peccato? Non è dessa l'ispiratrice della santità, essendo la copia più perfetta della santità di Gesù? Non conforta le anime generose ad emu­lare le cime della perfezione? E mentre invita, sprona, aiuta alla santità, non allontana con ciò le anime dal Purgatorio, e non fa sì che non vi cadano? Anima mia, L'ami tu Maria? La preghi, L'ascolti, La imiti tu? Sei tu ascritta alla confraternita del Carmine e ne adempi gli obblighi? Nel fuoco del Purgatorio quanti gemono per aver trascurato sì dolce, sì facile mezzo di salvarsi dal loro martirio!

2. La vera divozione a Maria ispira lo spirito della penitenza; secondo mezzo a far il purgatorio in vita. - Non solo le anime innocenti poterono evitare il Purgatorio, ma anche ai peccatori convertiti arrise la medesima sorte: e come? colla penitenza. Maddalena nella caverna di Marsiglia, Pelagia nei deserti della Palestina, Taide in angusta celletta, Marghe­rita da Cortona in un romitaggio, Camillo negli ospedali e all'origliere del moribondo, Agostino nel sacro ministero, tutti coi patimenti studia­rono compensare la penitenza, che la fede loro rivelava dover fare in Purgatorio: e si, ci riuscirono. La penitenza è la scala d'oro del cielo, dice sant'Agostino: la penitenza, sog­giunse san Gregorio, ci mette le ali è ci rende leggieri a volare al Paradiso: la penitenza, dice il Concilio di Trento, è la tavola di scampo nel naufragio del peccato; la penitenza è il fuoco che toglie la ruggine, è il lavacro che rimbian­chisce la stola macchiata, è il denaro che sconta il debito contratto col celeste Padrone. Vuoi tu evitare il Purgatorio? E’ d'uopo, ti dice santa Caterina da Genova, morire vivo al mondo, cioè morire al peccato che regna nel mondo, fuggendolo, detestandolo se commesso, troncando i vizii che sono la parte di questo mondo; morire a noi stessi, all'amor proprio, alla superbia, mortificando le nostre passioni, mortificando la carne nostra, assoggettandola a patimenti per amor di Gesù, staccandoci dalle vanità, dalle lusinghe, dalle attrattive del mondo. Tutto ciò importa morire ogni giorno, cioè privarci dei godimenti, aggiungere ai dolori, alle spine, alle croci involontarie, vo­lontarii patimenti, che vuol dire far una vita di penitenza. Osò dire così san Gregorio: Fac­ciamo a Dio un sacrifizio di noi in vita: e dopo morte non avremo bisogno di sacrifizii. - Or bene, la divozione a Maria non ispira l'amor della croce, il desiderio d'imitarla nello spirito di sacrifizio, la rassegnazione, il tacere, il sof­frire, il pregare come Lei al Calvario? Oh se tu fossi vero divoto di Maria, ameresti, colla pazienza nelle contrarietà giornaliere, liberarti dal fuoco del Purgatorio! Invece.... non amare Maria, godi pure il mondo, gli agii, le morbi­dezze, evita pure la penitenza.... la farai in Pur­gatorio.

3. La vera
divozioue a Maria ci rende caldi nelle opere buone; terzo mezzo a far il Pur­gatorio in vita. - Sieno pur gravi i nostri peccati e gravissima la pena loro corrispondente, ma se noi moltiplichiamo le opere sante, gli atti di virtù, i meriti da contrapporre sul­l'altra parte della bilancia sicchè preponderi il bene, che ci rimarrà ancora da scontare in Purgatorio? Operare, sta scritto nell'Ecclesiastico (XIV, I7), prima della morte fatti giusto e santo. Beato l'uomo, dice Davide, i di cui peccati furono co­perti (Ps. XXXI, 1), ma come nasconderli allo sguardo infinitamente perspicace d Dio? In qual luogo Egli non li troverebbe? Nascondili sotto un mucchio di opere sante, e saranno un manto di protezione nel dì del giudizio, saranno una nube benefica tra noi e la collera divina, saranno un soave profumo che calmerà Iddio a nostro vantaggio. Ti dirà Gesù, (MATT., XXV, 21); o mio, servo, tu fosti fedele nelle piccole cose, nei piccoli atti di virtù, di carità, di pazienza, di ras­segnazione, di giaculatorie, di sacrifizii, di in­dulgenze, di amor di Dio, di comunioni, di desiderii di purificarti, di sante intenzioni, di caldi sospiri.... oh, buon per te! io ti, approvo, io ti perdono, io ti amo, entra nel gaudio del tuo Signore. Oh dolce parola di Gesù! Non ti piacerebbe sentirtela ripetere nel momento del giudizio? Ma non si richieggono perciò nè mi­racoli, nè estasi, nè rivelazioni; bensì una santa fame di operar il bene, una volontà costante di non lasciar sfuggire occasioni di meriti, un non dire mai basta nel praticare virtù, un ane­lare incessante di piacere a Dio, di crescere nel suo amore, compiendo ogni nostro dovere di religione e di stato con esattezza e per amor di Dio. Tacere e operare. (Eccl., IX, 10). Così fecero i Santi, ed al punto della morte già era fatto il Purgatorio. E tu, anima mia, trovi ciò troppo, gravoso? Ah, se le Anime del Purgatorio, con preghiere, con limosine, coll'assistenza agli in­fermi, col sollievo ai bisognosi, col conforto agli afflitti, con una vita di edificazione, colla frequenza ai Sacramenti, con una vita fervo­rosa, potessero ora evitare quelle fiamme; che non farebbero? Anima mia, ti lamenterai an­che tu un giorno, se non ci rifletti: deh! non tardare....

PREGHIERA.

O cara Madre del Carmelo, Maria, quanto spero da Voi per far in vita il mio Purga­torio! Mi ricordo d'essere vostro figlio, godo propagare la vostra divozione, sempre vi ho amata, ma voglio amarvi ognor più; deh! fate ch'io ami e pratichi la penitenza, otte­netemi l'amor di Dio, la purità d'intenzio­ne, un santo ardore di moltiplicare le opere di virtù, acciò pagato il mio debito con Dio in vita, possa venire liberato in morte dalle pene del Purgatorio. Così sia.

AMDG et DVM

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