Colloquio V. - Che gli stolti di Dio sono migliori dei sapienti del mondo.
Ugolino Cardinal d'Ostia per insinuazione
d'alcuni Frati, che desideravano un tenor di
vita più larga, pregò il' beato Padre, che si accomodasse ai consigli d' alcuni Padri più dotti e prudenti del suo Ordine nel mitigare i precetti della Règola, oppure che dagli antichi Istituti d'Agostino, di Benedetto , o di Basilio ne
scegliesse una da osservarsi per sempre dai suoi Frati.
Il zelatore dello stato evangelico non gli rispose
parola alcuna, ma convocati i Frati a Capitolo,
alla presenza dello stesso Cardinale con gran
fervore di spirito disse:
« Fratelli miei, fratelli miei, il Signore mi ha chiamato per la strada
della semplicità e dell'umiltà, e questa prodigiosamente mi ha mostrata per me, e per coloro che
vogliono aderire a me ed imitarmi.
Non voglio
adunque, che mi nominiate da osservare la Regoìa del beato Benedetto, di Basilio o d'altro qualùnque, fuori di quella che la divina misericordia
mi ha donata e mostrata.
Lo stesso Signore mi
ha detto, che egli vuole ch'io sia il suo stolterello in questo mondo, e che non vuole condur
me ed i miei alla celeste patria per altra via che
per questa, la quale sebbene sembri agli uomini
follia ', appresso Dio però è reputata una grande
sapiènza.
Temo, che la sapienza e scienza vostra
in avvenire non si cangi per voi in ignoranza e confusione ».
Le quali parole incussero al Cardinale e ai Frali sì gran timore y che prostesi
a'' piedi di lui implorarono umilmente perdono
della lor petizione.
AMDG et DVM
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