IL LIBERALISMO TI RENDE INCAPACE DI VIVERE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XIII n° 2 - Febbraio 2020
Che cos'è poi questa conclamata svolta della Chiesa di cui tanto si parla?
Che cos'è poi questa modernizzazione della Chiesa, se non Liberalismo?
E che cos'è il Liberalismo se non il non dare tutto a Dio, e alla fine il non riconoscere che Dio è tutto?
E questo Liberalismo che cos'è se non lo spirito dell'Anticristo che non riconosce Dio, il Tutto, venuto nella carne, impedendo che la realtà sia trasformata dalla presenza di Cristo qui ed ora?
Per i Cattolici liberali, da una parte sta Cristo come riferimento puramente ideale e dall'altra parte sta la realtà, da affrontare in modo semplicemente umano: Cristo è non-incidente.
I Cattolici liberali ribaltano anche l'Incarnazione: essendo venuto Dio nel mondo per gli uomini e per la loro salvezza, la Chiesa, dicono, ha capito ora che deve mettere al centro l'uomo con le sue aspirazioni, i suoi bisogni, i suoi ideali. Tragicamente dimenticano però che solo affermando il tutto di Dio l'uomo si salverà.
“La gloria di Dio è l'uomo vivente, ma la vita vera è la visione di Dio” (Ireneo): si è censurato questo “ma”, anzi si è letteralmente eliminata la seconda parte di questa affermazione, ne è rimasto solo che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e si è trasformato il cristianesimo in banale antropocentrismo; l'uomo al centro, servito da Dio, tentando in questo di rincorrere disperatamente i vari “socialismi” e “individualismi”.
Non si tratta tanto di difendere Dio e i suoi diritti, ma innanzitutto di ricordare che solo affermando Dio si serve veramente l'uomo.
L'ha detto chiaramente Nostro Signore Gesù Cristo “Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”, dove il punto forte è tutto nel rinnegare se stessi. Altro che centralità dell'uomo!
Certo che è per l'uomo, per la sua salvezza! Ma per salvarsi l'uomo non dev'essere al centro, deve “rinnegarsi” in Dio.
Ma come si fa a rinnegare se stessi se non seguendo un “Altro” da sé?
Ma come si fa a seguire l'Altro che è Dio se non seguendo Gesù Cristo, Dio fatto uomo, presenza non riducibile a se stessi?
Ma come si fa a seguire Gesù Cristo se non si riconosce l'Incarnazione del Verbo fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che il Corpo di Gesù permane nel mondo e si chiama Chiesa. Chiesa visibile, societas, popolo gerarchicamente ordinato, realtà storica incontrabile. Se non ci fosse questa estrema conseguenza dell'Incarnazione, Cristo scomparirebbe nello psicologico e nel sentimentale: avviene così per tanti e tanti cattolici che di fatto non seguono Gesù, ma quello che pensano di Gesù; di fatto seguendo se stessi, anzi di fatto seguendo ciò che il Potere fa pensare loro di Gesù.
L'Anticristo, dice S. Giovanni, non riconoscerà Dio venuto nella carne; al dunque non riconoscerà la Chiesa qual è, realtà storica ed eterna, umana e divina. Ma questo non è forse realizzato storicamente dal Cattolicesimo liberale, che spiritualizza la Chiesa a tal punto da contrapporla con la sua realizzazione storica nei secoli?
Un cattolico liberale quando pensa di dare tutto a Cristo, questo tutto ahimè consiste in una convinzione solo spirituale-intellettuale, che non sposta le cose della vita, perché Cristo non ha carne per loro. Non ha carne, perché la Chiesa è spiritualizzata fino ad essere una realtà indefinibile.
Invece la carne di Cristo si chiama Chiesa: se uno se ne accorgesse, dovrebbe dare la vita per la Chiesa, fino alle estreme implicazioni concrete, cioè dare tutto perché la Chiesa esista.
Loro no, i Cattolici liberali sono tutto spirituali e non vogliono implicazioni concrete: Gesù al dunque per loro esiste senza Chiesa, così da essere liberi da ogni dovere e obbligo.
Per loro solo la propria indipendenza ha carne.
Ma il Signore ha detto “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso...”.
Sarà su questo campo l'ultima battaglia: il Liberalismo, che è lo spirito dell'Anticristo, entra dappertutto, è nella nostra testa e nel nostro cuore come un parassita; falsa tutto e sfigura orrendamente anche le scelte partite giuste.
Se non sei disposto a dare la vita per la Chiesa, cioè per Cristo, anche la scelta della Tradizione in te abortirà.
Non per un amore alle nostre idee, ma semplicemente per amore alla Chiesa abbiamo fatto, in questi anni, i passi che abbiamo fatto.
Abbiamo salvaguardato la Messa della Tradizione semplicemente perché la Chiesa esista; abbiamo fatto apostolato per questo. E anche in questo non abbiamo privilegiato nostre idee, ma siamo rimasti, ad esempio, all'ultima legge liturgica sicura prima della confusione, quella del 1962; all'ultima legge sicura dell'unica Chiesa; e se la Chiesa è la stessa, prima e dopo la rivoluzione, rifiutando la rivoluzione non abbiamo rifiutato la Chiesa.
Siamo rimasti all'insegnamento costante dei Papi, all'insegnamento costante della Chiesa, e non alle varie ermeneutiche totalmente nuove.
Siamo rimasti al nostro posto per questo.
Per questo abbiamo rinunciato alle nostre piccole meschine libertà umane, perché sia affermata l'unica libertà adeguata, che è aderire a Cristo.
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