Festa della Visitazione
Oggi la Chiesa celebra la festa
della Visitazione di Maria SS. a santa Elisabetta.. Francesco di Sales, pur
facendo rinnovare i voti delle sue Suore nella festa della Presentazione, volle
che la Congregazione fosse intitolata a questo Mistero. Perché? Il primo motivo
è che, da principio, egli intendeva fondare una Congregazione di Suore attive,
dedite alla visita e alla cura dei bisognosi; quindi diede loro per Protettrice
la Madonna nella sua visita a S. Elisabetta dove Ella esercitò in particolare
l'umiltà e la carità. Inoltre S. Francesco di Sales, anche quando la
Congregazione fu di clausura, con il conservarle questo titolo, volle
significare che le Suore della Visitazione dovevano imitare la Madonna nel
condurre una vita ordinaria, cioè senza asprezze di penitenze esteriori, ma
impreziosita da tutte le virtù interiori.
In quei tre mesi, infatti, la
Madonna condusse una vita esternamente ordinaria, ma non in modo ordinario.
Faceva ciò che fanno le buone donne quando vanno ad assistere le vicine in
simili circostanze: tutti i servizi di casa. S. Francesco di Sales volle dunque
dire alle sue Suore: " Fate anche voi come faceva la Madonna; fate tutte
le cose con perfezione esteriore ed interiore, perché questo vale più che far
miracoli, più che le austerità corporali! ".
Anche voi dovete santificarvi per
questa via: far tutte le cose bene ed unicamente per amor di Dio. Se uno stesse
tre mesi in Comunità facendo così, si farebbe da tutti amare e avanzerebbe
nella perfezione assai più che facendo cose straordinarie. È tanto difficile
che noi facciamo bene tutte le cose, con retta intenzione!... No, non è il far
molto che importa, ma il far tutto bene. Penso che, quando sarete in Missione
dovrete aver pena di non aver fatto bene tutte le cose.
Secondo il Ven. Da Ponte (991)
questo Mistero ci dà ancora due importanti insegnamenti. Il primo è che Maria
SS. è il canale di tutte le grazie. Iddio avrebbe potuto santificare
direttamente Giovanni Battista; no, volle farlo per mezzo di Maria. Fu infatti
al suono della voce di Lei, che salutava S. Elisabetta, che Giovanni restò
santificato. Vedete la potenza di Maria SS.!
Quando dunque avete qualche
tentazione, ricorrete alla Madonna e ditele: "O Maria, voi avete fatto un
lungo viaggio per recarvi a purificare Giovanni Battista dal peccato originale,
veni te pure da me, in mio aiuto!". Ricorriamo a Lei con fiducia, tanto
più che queste sono proprio le grazie ch'Ella desidera maggiormente di fare.
Il secondo ammaestramento è sul
come noi, ad imitazione di Maria SS., dobbiamo combattere le tentazioni di
vanagloria. Proclamata da Elisabetta " la benedetta fra le donne ",
Ella non negò i doni ricevuti, le grandi cose che Iddio aveva operato in Lei,
ma di tutto diede onore e gloria a Dio.
Ciò Ella fece col canto del
Magnificat, sul quale voglio pure fermare brevemente la vostra attenzione.
Tutti i giorni lo si recita, sovente lo si canta, ma forse non lo si considera
abbastanza.
Il P. Didon scrive: " Il Magnificat sorpassa ogni umana
capacità...; è il più splendido grido di letizia che sia uscito da cuore umano.
Maria SS. non pensa che alla propria bassezza e non si esalta che in Dio.
Predice la sua gloria, ma in ciò non vede che il trionfo di Dio " (992).
Adolfo Cellini (Scuola Cattolica, 1 nov. 1916) scrive: " Il concetto principale
dell'Inno consiste nella sovranità assoluta di Dio e nella nullità ed
essenziale dipendenza di ogni essere creato da Lui ". Ciò è il fondamento
di tutta la morale del Vangelo: Dio è tutto, l'uomo niente; ma questo niente
può divenire qualcosa inabissandosi nella sua nullità, bramoso unicamente e
sommamente di glorificare Dio in tutto e sempre.
Il Magnificat consta di dieci
versetti. Cornelio A Lapide (993) divide l'Inno in tre parti.
La prima va dal
v. 46 al 49: in essi Maria esalta i benefici conferiti da Dio a Lei sola,
specialmente la Divina Maternità: L'anima mia magnifica il Signore...
Perché?... Perché ha rivolto il suo sguardo sulla sua ancella... Il Signore
guardò alla bassezza, alla nullità della sua serva, la esaltò, fece cose meravigliose
in lei, sì che tutte le generazioni, piene di ammirazione, la grideranno beata!
La seconda parte va dal v. 50 al
53. In essi Maria esalta i benefici elargiti da Dio agli uomini lungo tutti i
secoli: Et misericordia eius a progenie in progenies...; prima al popolo
eletto, poi ai gentili e a tutti quelli che temono il Signore. Il Signore fece
opere potenti col suo braccio. E quali opere? Quella di umiliare i superbi e di
esaltare gli umili; quella di saziare tutti coloro che sono affamati di
giustizia e di verità. Esurientes implevit bonis. Qui c'è il passato per il
presente e per il futuro; è una forma ebraica. Vuol dire: il Signore è sempre
pronto a ricolmare di beni quelli che lo desiderano.
La terza parte consta degli
ultimi due versetti (54lss). In essi Maria torna al beneficio sovrano della
Redenzione incominciata in se stessa con il concepimento di Gesù, ed estesa a
tutte le generazioni future, conforme a ciò che il Signore aveva promesso ad
Abramo: che in lui tutte le generazioni sarebbero state benedette, perché dalla
sua progenie sarebbe nato il Redentore.
Procuriamo di meditare sovente
questa magnifica preghiera, che serve ad eccitare in noi la divozione alla
Madonna; recitare o cantare il Magnificat con lo spirito e con l'entusiasmo con
cui Ella lo disse, rivestendoci dei suoi stessi sentimenti. Sono parole della
S. Scrittura; queste poi sono del Signore, ispirate direttamente alla Madonna.
Ogni parola si può dire un sacramentale: luce, verità e vita!
Beato Giuseppe Allamano: La Vita Spirituale
AVE MARIA PURISSIMA!
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