venerdì 30 maggio 2014

I sentimenti più intimi del Padre stigmatizzato durante la celebrazione della Santa Messa


Alcuni brevi dialoghi scritti ci aiutano a intravedere i sentimenti più intimi del Padre stigmatizzato durante la celebrazione della Santa Messa:

   - Padre, che cos'è la vostra messa? Un completamento sacro della passione di Gesù.
   - Che cosa debbo leggere nella vostra Santa Messa? Tutto il Calvario. 
  - Padre, ditemi quanto soffrite nella Santa Messa. Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua Passione, inadeguatamente, lo soffro anch'io, per quanto a umana creatura è possibile. E ciò contro ogni mio demerito e per sola sua bontà.

   - Padre, è vero che durante la Messa soffrite il supplizio della coronazione di spine?
   -E lo metti in dubbio?  
  -Vi ho visto tremare mentre salivate i gradini dell'altare. Perché? Per quello che dovevate soffrire?
   -Non per quello che dovevo soffrire, ma per quello che dovevo offrire.

   - Perché piangete quasi sempre, Padre, quando leggete il Vangelo?
   -E ti par poco che un Dio conversi con le sue creature? E che sia da loro contraddetto? e che sia continuamente ferito dalla loro ingratitudine e incredulità?
   - Perché piangete all'offertorio?
   -Vorresti strapparmi il segreto? E sia pure. Allora è il momento che l'anima viene separata dal profano.
   - Ditemelo perché soffrite tanto nella consacrazione.
   -Perché è proprio lì che avviene una nuova e ammirabile distruzione e creazione. I segreti del Sommo Re non si svelano senza profanarli. Mi domandi perché soffro? Non lacrimucce, ma torrenti di lacrime vorrei versare! Non rifletti al tremendo mistero? Un Dio vittima dei nostri peccati!... Noi, poi, siamo i suoi macellai.
   - Padre, perché non cedete anche a noi un po' di questa vostra passione?
   -I monili dello Sposo non si regalano a nessuno"

(Renzo Allegri, A tu per tu con Padre Pio, Ed. Mondadori, pag. 270 ss.).


   Tra gli innumerevoli carismi, quello della lacrimazione è certamente quello che, a prima vista, sembra appartenere all'ordinario. In realtà, come ci insegnano anche i Maestri della mistica, esso appartiene ai doni dello Spirito. Padre Leone, condiscepolo di Padre Pio durante gli anni 1903-1908, ci da questa testimonianza relativi agli anni trascorsi insieme nello studentato: "Pregando, Padre Pio piangeva sempre, in silenzio e così abbondantemente che le sue lacrime lasciavano le tracce sulle lastre di pietra del coro. Noialtri giovani ci burlavamo di lui. Allora egli prese l'abitudine di stender per terra, davanti a sé, il suo grande fazzoletto quando s'inginocchiava per pregare. Dopo la preghiera, egli riprendeva il fazzoletto che era tutto bagnato. Si sarebbe potuto strizzarlo! " 



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