martedì 27 maggio 2014

Vergine bella, umile, casta, paziente, amorosa...


  • In Maria, paradiso vivo dove la Trinità prende le sue compiacenze, l’amore di Dio prese carne, il Verbo amato dal Padre s’incarnò per essere offerto vittima per la salute del mondo. E Sacerdotessa regale e purissima fu la Vergine ardente della carità più pura e forte che creatura nata d’uomo mai ebbe. Essa lo accettò e l’offerse per tutti gli uomini. Rm. 12.2.48
  • Da Te, o Maria, o Vergine per un capovolgimento dei fattori fu tratto l'Uomo, il Cristo, senza che fecondazione di seme umano fosse necessaria a far fertile il tuo grembo. Tu sola Generante. Da Te sola concepisti e donasti la Luce alla Luce. La Grazia, in Te già piena, in un tripudio d'ardori incontenibili, penetrò il tuo seno, e il Verbo prese Carne per abitare tra gli uomini e dare loro la Vita. Rm.13-2-48
  • Vergine bella, umile, casta, paziente, amorosa, Eva nuova, per volere di Dio Immacolata, per volere suo fedele alla Grazia, Dio decretò:  “Tu non morrai, non può morire Colei che ha dato alla terra la Vita”, ma anzi per aver dato il Frutto del tuo seno, per averlo dato onde fosse colto, preso, mangiato e spremuto, Pane, Vino, Sangue, Redentore, si apriranno i tuoi occhi e sarai come Dio avendo la conoscenza del Bene e del Male, per amare e insegnare ad amare, mirabile Maestra, il primo e per combattere con le tue armi il secondo. Rm. 13.2.48
  • Per Te l'Adamo nuovo. Per Te l'Ordine ricostruito. Per Te la grazia agli uomini. Per Te la redenzione. Per Te il Cristo e lo Spirito Santo ... in una maternità sovraeccelsa ... hai dato agli uomini lo Spirito Santo. Rm.13.2.48
  • (Maria) Vergine bella, umile, casta, paziente, amorosa, Eva nuova, per volere di Dio Immacolata, per volere suo fedele alla Grazia. Rm 13.2.48
  • Maria Madre del Cristo e Madre nostra non in senso simbolico ma reale, perché è madre colei che dà la vita, e Maria ci ha dato la Vita e conseguentemente lo Spirito Santo, ossia Colui che mantiene la Vita in voi e più ancora fa di voi dei portatori di Cristo. Rm. 13.2.48

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