venerdì 30 maggio 2014

Il pifferaio 2

Grimm: Il pifferaio di Hamelin (o: «I bambini di Hamelin»)

Realtà o leggenda? (questa storia trascritta dai fratelli Grimm e raccolta nelle «Saghe Germaniche» si ritiene sia ispirata a un tragico evento realmente accaduto.)
(testo tradotto da me; vedi note a pié di pagina)
il pifferaio attira i topi

"Saghe Germaniche" (n.245)

libro animato
Nell'anno 1284 uno strano uomo fu visto ad Hamelin. Indossava un soprabito e uno scialle bicolore. Dichiarò di essere un cacciatore di topi e promise di liberare la città da tutti i topi e i ratti che l'avevano infestata, in cambio di una certa somma di denaro. La popolazione del villaggio raggiunse un accordo con lui, e promise che sarebbe stato ricompensato come pattuito. 
Quindi lo sterminatore di topi tirò fuori dal taschino un certo flauto e cominciò a suonare. Nello stesso istante, tutti i ratti e i topi fuoriuscirono dalle case e si radunarono intorno a lui. Quando sembrava proprio che egli li avesse radunati veramente tutti, si incamminò fuori città, e i topi e i ratti lo seguirono a ruota al suono del flauto. Così, egli li attirò verso il fiume Weser. Si allacciò il mantello colorato, ed entrò nell'acqua. Così, gli animali che lo seguivano furono sommersi dall'acqua e affogarono. Ma quando la cittadinanza si vide finalmente liberata dalla pestilenza, cominciarono a rimpiangere la promessa fatta, e gli negarono il compenso portando mille scuse, finché il pifferaio divenne furioso e se ne andò via in collera.
La mattina del 26 giugno, il giorno di Giovanni e Paolo, verso le sette di mattina (ma secondo altri era di pomeriggio), il pifferaio riapparse, ma stavolta, vestito da cacciatore, con un volto terribile e con uno strano cappello rosso in testa. Suonava il suo flauto in ogni angolo di strada. Questa volta non furono ratti, né topi, a seguirlo, ma bambini, maschi e femmine, dai quattro anni in su, in vasti gruppi. Tra di loro c'era anche la figlia adolescente del sindaco. Una processione di ragazzi e ragazzini lo seguirono, ed egli li portò lontano, verso una montagna, dove ben presto scomparvero. Una bambinaia aveva visto tutto; aveva un bimbo in braccio e seguì la folla da lontano, ma al ritorno riferì tutto. I genitori confluirono a fiotti alle porte della città gonfi di preoccupazione, in cerca dei loro figli; le madri si disperavano per la loro perdita. Per terra e per mare erano stati già inviati messaggeri in cerca dei bambini fino alle cittadine vicine, nella speranza che fossero stati visti, ma inutilmente. 
Alla fine si calcolò che 130 bambini erano scomparsi. C'è anche chi testimoniò che due di loro erano corsi dietro alla folla, ma che, essendo troppo lenti per raggiungerli, erano tornati indietro: uno era cieco, l'altro, muto: quello cieco non poté individuare il luogo, ma poté soltanto testimoniare che il gruppo aveva seguito la musica. Il bambino muto, al contrario, vide bene quale era la direzione, ma essendo muto, non fu in grado di spiegarlo. In più, un altro ragazzo corse fuori casa in maniche di camicia, quindi dovette rientrare in casa per prendere la giacca, e questa fu la sua salvezza. Quando poi tentò di raggiungere il gruppo, vide che gli altri erano arrivati già ai piedi della montagna, dopodiché li vide scomparire nel nulla.
Verso la metà del diciottesimo secolo la strada che i bambini avevano percorso era ancora chiamata «Bungelose» (via silenziosa, senza musica o rumore), perché a nessuno era consentito di fare musica o danzare. Quando una sposa era condotta in chiesa con l'accompagnamento musicale, i musicisti dovevano interrompere l'esecuzione quando si arrivava a dover transitare quella via. La collina vicino Hamelin, dove i bambino scomparvero, si chiama «Poppenberg». Due monumenti in pietra a forma di croce furono eretti in memoria della disgrazia. Qualcuno ipotizza che i bambini siano stati condotti in una cava e che siano transitati dall'altra parte, in Transilvania, nella città di Siebenbuergen.
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I cittadini di Hamelin fecero archiviare la storia nei registri comunali, e da quel momento contarono ogni giorno e ogni anno dal giorno della sparizione dei loro figli. Tuttavia, qualcuno sostenne che il giorno in cui accadde era il 22 giugno, e non il 26, come risulta dai registri. Presso il municipio si leggono queste parole:
Nell'anno di nostro Signore 1284 ad Hamelin, 130 bambini scomparvero per mano di un pifferaio, nel luogo chiamato Calvario.
Nel 1572 il sindaco aveva fatto incidere la storia sulle finestre di una chiesa, con le relative didascalie, ma le parole sono quasi del tutto illeggibili oggi. Una moneta è stata inoltre coniata in commemorazione dell'evento.
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Il testo originale che ho tradotto è tratto dal blog Fairy Tale Channel.org. Chiunque desideri divulgarlo sulle proprie pagine web, può prelevarlo liberamente, purché ne citi cortesemente la fonte, e non indichi questa traduzione come opera sua, in segno di rispetto per il mio lavoro. Grazie.
Vale76

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