sabato 31 maggio 2014

Leggiamo la Bibbia insieme a sant'Antonio

9. Venne dunque il Figlio per farsi una veste con la lana della pecorella, cioè dalla Vergine, chiamata pecorella per la sua innocenza. È lei la nostra Rachele, nome che significa appunto “pecora”, che il vero Giacobbe trovò presso il pozzo dell’umiltà, come è scritto nella Genesi (cf. Gn 29,10). La pecora può raffigurare anche Adamo, di cui è detto: “Andai errando come pecora smarrita” (Sal 118,176).

Leggiamo nella Storia Naturale che se si confeziona una veste con la lana di una pecora sbranata dal lupo, in quella veste si sviluppano i vermi, le tarme. Così dalla lana della nostra carne, che abbiamo preso dalla pecora, cioè dal nostro progenitore, sbranato da quel lupo che è il diavolo, scaturiscono i vermi degli istinti naturali, ed essa va in putrefazione. 


Ma Cristo, per purificarci dalla contaminazione della carne e dell’anima, assunse una lana incontaminata, come l’aveva la pecora (Adamo) prima di essere sbranata dal lupo. Del Cristo dice infatti Isaia: “Egli mangerà panna e miele” (Is 7,15). Osserva che la pecora produce due alimenti: la panna e il formaggio. La panna è dolce e morbida, il formaggio è asciutto e solido. La panna raffigura l’innocenza della natura, come fu prima del peccato; il formaggio sta a significare la colpe­volezza e le privazioni che subì dopo il peccato. “Maledet­ta – è detto – la terra, cioè la carne, per la tua opera, cioè a causa del tuo peccato; spine e cardi, cioè dolori grandi e piccoli, produrrà per te (cf. Gn 3,17-18). Cristo invece non mangiò formaggio ma panna, perché assunse la nostra natura come l’aveva Adamo prima del peccato, non come l’ebbe dopo il peccato: assunse infatti non tanto l’involucro, quanto la sostanza dell’involucro, non il peccato, ma la pena del peccato.


Cristo fu anche l’ape che si ferma sul fiore, cioè sulla beata Vergine, a Nazaret, nome che significa “fiore”. Di quest’ape è detto nell’Ecclesiastico: “L’ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto ha il primato tra i dolci sapori” (Eccli 11,3)
Infatti Cristo nella sua prima venuta ebbe il miele della misericordia; invece nella seconda colpirà con il pungiglione della giustizia. “Misericordia e giustizia ti voglio cantare, o Signore!” (Sal 100,1), esclama il profeta.

Adesso vedi chiaramente in quale modo Cristo discese con delicatezza, come la pioggia sull’erba.

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