S. Pier Damiani narra di un'apparizione avuta da un sacerdote nella chiesa di S. Cecilia in Roma, nella quale vide che mentre in mezzo al tempio, sopra un trono magnifico stava la SS. Vergine circondata da S. Cecilia, da S. Agnese, da S. Agata e da uno stuolo di angeli e di beati, si presentò in mezzo a quel celeste consesso una povera vecchia ricoperta di sordide vesti, e con sulle spalle un ricchissimo mantello, la quale appressandosi al divin trono, e inginocchiandosi e piangendo, scongiurò la Madre di misericordia ad aver pietà dell'anima di Giovanni Patrizi suo benefattore morto di recente, e che stava soffrendo in Purgatorio crudeli tormenti.
E poichè la SS. Vergine non sembrava commuoversi a tali parole, la vecchierella ripetè per una seconda e poi per una terza volta la sua domanda, ma sempre invano.
Allora invocando maggiormente pietà, con dirotto pianto espose alla Vergine come essendo ella in vita una povera mendicante, che nel cuor dell'inverno, coperta da miserabili cenci, domandava l'elemosina sulla porta della basilica a lei consacrata in Roma, un giorno di grande intemperie essendo entrato in chiesa Giovanni Patrizi, ed avendogli essa in nome della Vergine chiesto la carità, egli toltosi dalle spalle il ricco mantello da cui era ricoperto, volle donarglielo.
Supplicava quindi che tanta carità, fatta in nome di lei, meritasse all'infelice Patrizio la sua compassione. A tali parole la Regina delle Vergini, rivolgendo alla supplice uno sguardo d'amore, rispose: - L'anima per la quale tu preghi sarebbe condannata per molto tempo a dure pene per le sue numerose colpe, ma poichè in vita praticò in modo speciale la virtù della carità verso i poveri e la devozione verso di me, voglio usarle misericordia. - E ordinato che le fesse condotto dinanzi Giovanni, eccolo comparire fra una schiera di demoni che lo tenevano incatenato, e, pallido e sfigurato come uomo straziato da acuti dolori, fermarsi davanti al trono della celeste Regina, la quale impose ai demoni di lasciare all'istante il loro prigioniero, affinchè andasse a congiungersi al coro dei beati che la circondavano. Ubbidirono essi, e la visione disparve, insegnando così a quel buon sacerdote il gran merito dell'elemosina e la sua efficacia nel preservare e liberare le anime dal Purgatorio (S. Pier Damiani, opusc. XXXIX, capo 4).
E qui vorremmo fare una riflessione e una proposta che potrebbe essere abbracciata da tante anime generose e pie, le quali sempre pronte a venire in soccorso di tutte le opere buone, non negano mai l'obolo della carità, e vorremmo dir loro: Volete voi ricavare doppio profitto spirituale nell'elargire le vostre elemosine a tanti nobili e svariati scopi? Ebbene, nell'erogare il vostro denaro a pro di questa o quell'opera, formate sempre l'intenzione di suffragare le anime del Purgatorio. Gioverete così alla Chiesa militante e alla purgante, e oltre al conforto e al merito del bene che fate, guadagnerete protettrici nel cielo.
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