La Beatissima Vergine Maria Mediatrice della Grazia |
E' un quadro, come la "Medaglia miracolosa" di S. Caterina Labouré, che
rappresenta una sintesi della fede: alla maniera del Simbolo degli Apostoli.
La Vergine è raffigurata con le braccia protese.
Ha una corona sopra la quale si intravede una colomba
in una irradiazione di luce che inonda la parte alta del quadro,
rappresentando la Potenza increata.
Porta un lungo manto azzurro che dalle spalle scende ai piedi...
L'abito, bianco come quello di una monaca il giorno della professione,
è stretto alla vita da un sottile filo dorato
per poi cadere fino ai piedi, in tante pieghe.
Alla zona di luce succede una zona d'ombra
che rappresenta il mondo sublunare.
La Vergine unisce i due campi, quello della Pienezza increata e
quello dell'universo.
Come la Vergine di rue du Bac.
I due piedi poggiano su una sfera;
un serpente si dimena, si attorciglia, morde il calcagno.
Ma uno stelo sorge dai piedi della Vergine
e, come un albero di Iesse,
e, come un albero di Iesse,
sale fino al suo Cuore.
Il Cuore è un'Ostia.
Attorno all'emisfero terrestre,
un arcobaleno sta a significare la vecchia e nuova Alleanza, l'eterna Alleanza.
Osservando il quadro da una certa distanza,
la figura verginale e materna ha la forma di una croce.
Riflettendo si scopre il valore sacro di un tale dipinto:
attraverso i segni si va oltre e si capta la Bellezza.
Marta Robin lo trovò molto bello.
Deo gratias et Mariae Immaculatae
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