...Questo quadro della Vergine - come la "Medaglia miracolosa" di Catherina Labouré - rappresenta una sintesi della Fede: alla maniera del Simbolo degli Apostoli.
La Vergine è raffigurata con le braccia protese.
Ha una corona sulla quale si intravede una colomba in una irradiazione di luce che inonda la parte alta del quadro, rappresentando la Potenza increata.
Porta un lungo manto azzurro che dalle spalle scende ai piedi lasciando indovinare un corpo senza proporzioni: la testa è contenuta dieci volte nel corpo.
L'abito, bianco come quello di una monaca il giorno della professione, è stretto alla vita da un sottile filo dorato per poi cadere fino ai piedi, in tante pieghe.
Alla zona di luce succede una zona d'ombra che rappresenta il mondo sublunare.
La Vergine unisce i due campi, quello della Pienezza increata e quello dell'Universo. Come la Vergine di rue du Bac.
I due piedi poggiano su una sfera; un serpente si dimena, si attorciglia, morde il calcagno. Ma uno stelo sorge dai piedi della Vergine e, come un albero di Iesse, sale fino al suo Cuore.
Il Cuore è un'Ostia.
Attorno all'emisfero terrestre, un arcobaleno sta a significare la vecchia e la nuova Alleanza, l'eterna Alleanza,
Osservando il quadro, da una certa distanza, la figura verginale e materna ha la forma di una croce.
Dobbiamo chiudere gli occhi e riflettere, se si vuol dare un valore sacro a questo semplicissimo dipinto, assai amato da Marthe Robin, che aveva il metodo di andare oltre: arrivare cioè al senso attraverso i segni. In verità il quadro è bello, probabilmente molto bello.
Nessun commento:
Posta un commento