sabato 10 agosto 2019

IL SEGRETO DI MARIA (6)

Maria Santissima 
Nostra Signora di Guadalupe, La Perfetta

E) PRATICHE ESTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU'
Loro importanza

60. Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo ora parlato, ce ne sono altre che
non bisogna omettere, né trascurare.

La consacrazione e la sua rinnovazione
61. La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche giorno importante, per le mani di Maria, di cui ci
facciamo schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa intenzione e di passarlo in preghiera: si
rinnoverà questa consacrazione almeno ogni anno, nello stesso giorno.

L'offerta di un tributo alla Santissima Vergine
62. La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso giorno, un piccolo tributo alla Vergine, quale
prova di servitù e di dipendenza; tale fu sempre l'omaggio degli schiavi verso i loro padroni. Ora
questo tributo consiste o in qualche mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche
pellegrinaggio, o in qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo quanto racconta suo fratello, San
Pier Damiano, si disciplinava pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno, davanti ad un altare
della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si
deve però offrirle con cuore umile e riconoscente quello che le si dà.

La celebrazione speciale della festa dell'Annunciazione
63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa dell'Annunciazione che è la
festa principale di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la dipendenza in cui si
pose il Divin Verbo, in tal giorno, per amore nostro.

La recita della "Coroncina" e del "Magnificat"
64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però obbligarvici sotto pena di
peccato, qualora vi si manchi, la Coroncina alla Santissima Vergine, composta da tre Padre Nostro e
da dodici Ave Maria; di recitare spesso il Magnificat, che è l'unico cantico che abbiamo di Maria,
per ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri; soprattutto non bisogna smettere di
recitarlo dopo la S. Comunione, quale ringraziamento, come soleva fare la Santissima Vergine
stessa, secondo il dotto Gersone.

La catenella benedetta...
65. La quinta è di portare una catenella benedetta al collo, o al braccio, o al piede, o attraverso il
corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra l'essenziale di questa
devozione: tuttavia, sarebbe male disprezzarla e condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare    
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1 - per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale siamo stati avvinti;
2 - per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si compiacque di essere
strettamente legato, per renderci veramente liberi;
3 - per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l'impulso di questa virtù, dato che questi vincoli
sono vincoli di carità: "Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore" (Os 11, 4);
4 - infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la nostra doverosa
dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.

Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono talmente queste
catenelle, che si lamentavano perché non era loro concesso di trascinarle pubblicamente ai piedi,
come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più gloriose delle collane d'oro e delle pietre
preziose di tutti gli imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne sono
le illustri insegne e livree!
E' conveniente che queste catene, se non d'argento, siano almeno di ferro, per la facilità di
procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare fino al
giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo, nel giorno del
giudizio, se al suono della tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla catena della
schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero deve stimolare molto un devoto
schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda possa tornare alla natura.



PREGHIERA A GESU'

66. <<Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia riconoscenza per la grazia
concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia
avvocata presso la tua Maestà, e mio supplemento universale nella mia grandissima miseria.
      Ahimè! mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona Madre, di certo sarei
irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è necessaria presso di te, in tutto: necessaria, per calmarti
nel tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed ogni giorno ti offendo ancora tanto; necessaria,
per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per guardarti, per
parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per piacerti; necessaria, per salvare la mia anima e quella
degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e cercare in tutto la tua
maggior gloria. 
      Perché non posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi hai
usato? Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io sarei già dannato? Perché non posso
mostrare una degna riconoscenza per un così grande beneficio? Maria è in me. Oh, quale tesoro!
Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe
mai questa, mio caro Salvatore! Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga tanta sventura,
perché preferisco morire che vivere senza essere di Maria.
      Io l'ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San Giovanni Evangelista ai piedi della
Croce, e mille e mille volte a Lei mi sono consacrato; ma se ancora non l'ho fatto come Tu desideri.
Gesù mio caro, adesso voglio farlo nel modo che a TE piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel
mio corpo qualche cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela, te ne prego, e
gettala lontano da me, poiché non appartenendo a Maria, è indegna di Te.>>

Invocazione finale allo Spirito Santo

67. <<O Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e coltiva nella mia anima
l'amabile Maria, vero Albero di Vita, perché cresca, fiorisca e rechi frutti di vita in abbondanza. O
Spirito Santo! Dammi una grande devozione ed un grande appoggio sul suo seno materno ed un
continuo ricorso alla sua misericordia, affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al
naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen. >>

Preghiera a Maria per i suoi fedeli schiavi

68.<< Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell'Eterno Padre; io ti saluto, o Maria, Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia
cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore
mio ed anima mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però non lo
sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come eterno schiavo, senza
riserva alcuna, né per me né per gli altri.
     Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico, in questo momento, e
sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto ciò che
spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le
tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime
contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista
ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l'incendio della carità del tuo Cuore
dilati ed infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi
meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. 
      Infine, o mia carissima e diletta Madre, fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.
69.  Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche spirituali. A te si addice di
vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di trionfare
gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in
modo assoluto agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di disporre, a
tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l'eccellente
porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
    Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel mondo, e cioè: credere
puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature; morire,
continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun
interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti chiedo, è che,
tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte: "Amen: Così sia", a tutto quello che tu
facesti sulla terra durante la tua vita mortale; "Così sia", a tutto quello che adesso fai in Cielo; "Così
sia", a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in
me nel tempo e nell'eternità. Amen. >>


LA COLTURA E L'ACCRESCIMENTO DELL'ALBERO DELLA VITA
(Cioè il modo di far vivere e regnare Maria nella nostra anima)

La Santa Schiavitù d'amore è il vero "Albero della Vita"

70. Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo hai capito quanto sono venuto a dirti?
Ringrazia Dio: è un segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di
Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di
te stessa nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per trovarvi Dio solo. Se lo Spirito Santo
ha piantato nella tua anima il vero Albero della Vita, che è la devozione che ti ho esposto, devi
porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia il suo frutto a tempo opportuno.
    Questa devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel Vangelo, il quale, mentre è, a
quanto pare, il più piccolo di tutti i grani, diviene però molto grande ed erge così alto il fusto che gli
uccello del cielo, cioè i predestinati, nidificano sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie
feroci.

Il modo di coltivarlo
Eccoti, o anima predestinata, il modo di coltivarlo:

Nessun appoggio umano
71. 1) Quest'Albero, essendo piantato in un cuore assai fedele, ama restare all'aria libera, senza
alcun appoggio umano: quest'Albero, essendo divino, rifugge sempre da qualsiasi creatura che
potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il suo principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla
sua propria industria, o sui propri doni di natura, o sul credito e l'autorità degli uomini: bisogna
invece ricorrere a Maria e contare sul suo aiuto.

Continuo sguardo dell'anima
72. 2) Bisogna che l'anima, dove quest'Albero è piantato, sia occupata senza tregua, a guardarlo e
riguardarlo, come un buon giardiniere. Poiché quest'albero, essendo vivente e dovendo dare frutto
di vita, vuole essere coltivato e reso rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell'anima;
è proprio infatti di un'anima, che aspiri a diventare perfetta, di pensarvi di continuo, di farne la
principale occupazione.

Violenza a se stesso
73. 3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che potrebbero soffocare questo Albero o
impedirgli di produrre il suo frutto: bisogna, cioè, essere fedele a tagliare e troncare, con la
mortificazione e la violenza a se stesso, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature; in
altre parole, crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.

Niente amor proprio
74. 4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano. Questi bruchi sono l'amore di se stesso e delle
proprie comodità; essi mangiano le foglie verdi e distruggono le belle speranze che l'Albero dava di
produrre frutti: poiché l'amor proprio e l'amor di Maria non si accordano affatto.

Orrore del peccato
75. 5) Bisogna tenere lontano le bestie, che sono i peccati, i quali potrebbero seccare l'Albero della
Vita con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che
sono sempre pericolosissimi, qualora non se ne abbia dispiacere.

Facoltà agli esercizi
76. 6) Bisogna innaffiare continuamente quest'Albero divino con Messe, Comunioni ed altre
preghiere pubbliche o private, altrimenti esso non darebbe più frutti.

Pace nelle prove
77. 7) Non bisogna crucciarsi se quest'Albero è agitato e scosso dal vento; perché occorre che il
vento delle tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed i ghiacci lo circondino per farlo
morire; il che significa; il che significa che questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente
combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell'Albero della vita è l'amabile ed adorabile Gesù

78. Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella
tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso crescerà così in alto, che gli
uccelli del cielo vi abiteranno, e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo
frutto di onore e di grazia, cioè l'amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre l'unico frutto di
Maria.
Felice l'anima in cui è piantata Maria, l'Albero della Vita; più felice quella in cui Maria ha potuto
crescere e fiorire; felicissima quella in cui Maria produce il suo frutto: ma fra tutte felicissima
quella che gusta e conserva questo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
San Luigi M.G. de Montfort

TOTUS TUUS, MARIA!
Mater Christi, Mater Ecclesiae!

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