ROSA QUARANTASETTESIMA
Recitare il Rosario con fede, umiltà...
[136] O anime fedeli, membri del Corpo di Cristo, popolo di Dio,
separatevi dai malvagi, sottraetevi da coloro che rischiano di dannarsi
a causa della loro empietà, mancanza di devozione e accidia; non
perdete tempo a decidervi di recitare il Rosario con fede, con umiltà,
fiducia e perseveranza. Chi pensa seriamente al comando di Gesù di
pregare sempre, e considera l'esempio ch'Egli stesso ce ne diede e il
bisogno estremo che abbiamo della preghiera a motivo delle nostre
tenebre, ignoranze e debolezze, a causa dei nostri nemici spirituali,
costui, certo, non si accontenterà di recitare il Rosario una volta
all'anno, come esige la confraternita del Rosario perpetuo, o una volta
alla settimana come prescrive quella del Rosario ordinario, ma lo
reciterà ogni giorno, puntualmente, come prescrive la confraternita del
Rosario quotidiano, la quale ricorda l'esigenza di provvedere alla
propria salvezza.
[137] E' necessario pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18,1): sono
parole eterne di Gesù che bisogna credere e mettere in pratica se non
si vuol essere dannati. Spiegatele come volete, purché non
interpretiate alla moda, con l'intenzione di viverle solo "alla moda". La
vera spiegazione, del resto, è quella data da Nostro Signore stesso con
i suoi luminosi esempi: "Vi ho dato l'esempio affinché anche voi
facciate come ho fatto io a voi" (Gv 13,15). "Si recò sul monte a
pregare e trascorse tutta la notte in orazione" (Lc 6,12). Come se il
giorno non gli bastasse, egli impiegava anche la notte a pregare.
Gesù soleva ripetere agli apostoli anche queste altre: "Vegliate e
pregate" (Mt 26,41). L'animo è debole, la tentazione è sempre
insidiosa e continua; senza la preghiera costante la caduta è
inevitabile. Gli apostoli pensarono che l'invito del Salvatore fosse
soltanto un consiglio, interpretarono erroneamente la sua parola e
caddero nella tentazione e perfino nel peccato, pur essendo della
compagnia di Cristo Gesù.
[138] Caro confratello, se tu credi bene vivere secondo l'andazzo dei
tempi - "alla moda", come ho detto poco prima - cioè indulgere di
quando in quando a qualche peccato mortale, pronto poi a
confessartene quanto prima, oppure evitare solo le colpe più
grossolane e scandalose, preoccupato di salvare le apparenze
dell'onestà, non è, certo, necessario far tante preghiere o dire tanti
Rosari: ti basterebbe una preghierina affrettata al mattino e alla sera,
qualche Rosario imposto per penitenza, alcune dozzine di Ave Maria
biascicate sbadatamente quando ti prendesse l'estro. Ce n'hai
d'avanzo per vivere da cristiano formalista; facendo di meno ti
avvieresti al libertinaggio, facendo di più cadresti nella singolarità, nel
bigottismo,
[139] Se tu, invece, da vero buon cristiano, sinceramente risoluto a
salvare l'anima e a camminare sulle orme dei Santi, vuoi evitare il
peccato, rompere ogni laccio del demonio e spegnere il fuoco delle
passioni, allora prega, prega sempre come insegnò e ordinò Nostro
Signore. Ti occorre, dunque, per lo meno recitare ogni giorno il Rosario
o altra preghiera equivalente. Ho detto: "per lo meno", poiché col
Rosario quotidiano otterrai quanto è necessario per tenerti lontano dal
peccato mortale, per vincere ogni tentazione in mezzo alle iniquità del
mondo che travolgono spesso anche i più forti, in mezzo alle fitte
tenebre che possono oscurare anche i più illuminati e in mezzo agli
spiriti maligni più che mai sperimentati, i quali, sapendo; d'aver poco
tempo per indurre al male, usano ogni astuzia e, purtroppo, ottengono
successo. Non ti sembra già una grazia insigne quella che ti offre il
Rosario se riesci a sfuggire da tutte le insidie e a salvarti?
[140] Se non vuoi credere a quanto ti dico io, credi almeno alla tua
personale esperienza! Io ti domando: quando tu facevi quel poco di
preghiera e nel modo che usa il cristiano mediocre, forse che eri
capace di evitare certe gravi colpe che allora alla tua tiepidezza
parevano leggere? Apri, dunque, gli occhi e se vuoi vivere e morire da
santo, senza peccati almeno mortali, prega sempre: recita ogni giorno
il Rosario come già facevano i confratelli agli inizi della Confraternita
(vedi più sotto la prova di quanto dico). Quando la Madonna lo
consegnò a san Domenico, gli ordinò di recitarlo e farlo recitare ogni
giorno; perciò il Santo non riceveva nella Confraternita alcuno che non
fosse deciso alla recita quotidiana.
Attualmente nella Confraternita del Rosario ordinario si domanda solo
la recita settimanale, ma ciò è da attribuire al rallentare del fervore ed
al raffreddamento della carità. Non si può pretendere di più da chi
prega quasi controvoglia: ma all'inizio non era così (Mi 19,8).
[141] Altre tre cose da notare:
1) se vuoi entrare nella Confraternita del Rosario quotidiano e
partecipare alle preghiere ed ai meriti degli associati non basta essere
già iscritti nell'altra Confraternita, detta ordinaria, o fare unicamente
la promessa di recitare il Rosario ogni giorno, ma devi dare il tuo nome
a chi ha la facoltà di accettare l'iscrizione in quella Confraternita (e
sarà bene che ti confessi e comunichi in tale circostanza), perché il
Rosario ordinario non contiene quello quotidiano, come, viceversa, il
quotidiano contiene quello ordinario;
2) rigorosamente parlando non v'è alcuna mancanza, neppure veniale,
se si omette la recita del Rosario quotidiano, settimanale o annuale;
3) quando una malattia, una legittima obbedienza o necessità o
dimenticanza involontaria causano l'omissione del Rosario, allora non
solo ne hai egualmente il merito ma pure partecipi al merito dei Rosari
che recitano gli altri confratelli; non è, quindi, assolutamente
necessario che l'indomani tu dica due Rosari per supplire a quello non
recitato senza tua colpa. Se la malattia ti permette di recitare anche
solo una parte del Rosario, tu lo devi fare.
Signore Gesù, beati i confratelli del Rosario quotidiano che ogni giorno
ti sono accanto, nella casetta di Nazareth o sul Calvario presso la tua
croce o vicini al tuo trono in cielo, intenti a contemplare i tuoi misteri
gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Quanto sono felici qui in terra per le
grazie particolari che prodighi loro e quanto saranno felici in cielo dove
ti loderanno più particolarmente nei secoli eterni (1Re, 10,8; Sal 84,5).
[142] Bisogna recitare il Rosario con fede, ricordando le parole di
Gesù: "Tutto quello che domandate, abbiate fede di averlo ottenuto e
vi sarà accordato" (Mc 11,24). Egli ti dirà: "Va, e sia fatto secondo la
tua fede" (Mt 8,13). " Se qualcuno di voi manca di sapienza la domandi
a Dio... La domandi però con fede, senza esitare" (Gc 1,6), recitando il
Rosario, e gli sarà concessa.
[143] Occorre, inoltre, pregare con umiltà come il pubblicano. Egli
stava genuflesso, a terra e non con un ginocchio levato, non sul banco
come fanno più o meno gli orgogliosi. Se ne stava in fondo al tempio,
non nel santuario come il fariseo; teneva gli occhi verso terra, non
osando neppure guardare verso il cielo; non teneva la testa alta né
osservava qua e là come il fariseo. Si batteva il petto, confessandosi
peccatore e chiedendo perdono: O Dio, abbi pietà di me peccatore (Mc
18,13); e non come il fariseo che vantava le sue buone opere e
disprezzava gli altri.
Guardati, dunque, dall'imitare l'insolente preghiera del fariseo che lo
rese ancor più indurito e maledetto; imita invece l'umile contegno del
pubblicano che gli ottenne il perdono dei peccati.
Ancora: rifuggi da quanto sa di straordinario e non desiderare né
chiedere di avere singolari rivelazioni o grazie eccezionali che Dio
talvolta comunica ad alcuni Santi, fedeli al Rosari
Nei periodi di aridità, di disgusto o di afflizione interiore non omettere
mai una sia pure minima parte del Rosario: daresti prova di orgoglio e
di infedeltà. Invece, da bravo campione di Gesù e di Maria, recita il
Pater e l'Ave anche se ti senti povero di cuore e di mente, cioè anche
se non vedi né gusti nulla di confortevole, sforzandoti di riflettere
come puoi sui misteri. Non desiderare il pane quotidiano
accompagnato dal dolce o dal confetto come pretende il bambino; ad
imitazione più perfetta di Gesù agonizzante, proprio quando avverti le
maggiori difficoltà nel recitare il Rosario, prolungane la recita; si dovrà
dire di te ciò che è detto di Gesù: "In preda all'agonia, pregava più
intensamente" (Lc 22,43).
[144 ] Da ultimo: prega con ogni fiducia, fondata sulla bontà e la
liberalità infinita, di Dio e sulle promesse di Gesù. Dio è, la sorgente di
acqua viva che si riversa incessantemente nel cuore di chi prega; Gesù
è il depositario della grazia e della verità divina. Ora il desiderio più
ardente del Padre nei nostri riguardi è di comunicarci queste acque
salutari di grazia e misericordia; ci dice Egli infatti: "Ascoltatemi, voi
che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore, venite
all'acqua" (Is 51,1) nella preghiera. E se non lo preghiamo,
dolcemente Egli si lamenta di essere lasciato da parte: "Essi hanno
abbandonato me, sorgente di acqua viva" (Ger 2,13).
Chiedere grazie a Nostro Signore è fargli piacere, più gradito a Lui del
piacere che prova la mamma quando il bambino si nutre del suo latte.
La preghiera è il canale della grazia di Dio: attingiamola, quindi, da
Gesù che ne è il fiduciario. Se a Lui non si ricorre con la preghiera,
come è doveroso per tutti i figli di Dio, Egli se ne lamenta
amorevolmente: "Finora non avete chiesto nulla: chiedete e vi sarà
dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto" (Mt 7,7). E per
ispirarci la massima fiducia nella preghiera si è impegnato Egli stesso
assicurandoci che il Padre ci largirà quanto chiederemo nel suo Nome.
AMDG et DVM
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