Le apparizioni di Maria Rosa Mistica: Il primo periodo delle apparizioni (1944-1949)
Il 14 aprile 1944, all’età di 33 anni Pierina Gilli entra in Convento come postulante delle Ancelle della Carità e viene mandata come infermiera all’Ospedale dei Bambini in Brescia.
Il primo dicembre dello stesso anno Pierina è colpita da meningite. è’ l’inizio delle tribolazioni gravissime in connessione con la prima fase delle apparizioni dalla fine del 1944 alla fine del 1947.
Trasportata all’infermeria del Ronco cadde in uno stato d’incoscienza durante il quale ricevette gli ultimi sacramenti. Se ne aspettava la morte, quando nella notte del 17 dicembre 1944 le apparve S. Maria Crocifissa Di Rosa, la Fondatrice delle Ancelle della Carità, che le spalmò sulla testa e sul dorso uno speciale unguento e la guarì, pur richiedendo una lunga convalescenza.
I particolari di questa apparizione vengono descritti in seguito in questo libro. Rimandata a casa per la gracilità della salute, offrì questo sacrificio per la salvezza delle anime consacrate dell’Istituto.
Tuttavia nel luglio successivo (1945) sentendosi bene riprese il servizio a Desenzano del Garda.
Ma il male ritornò il 17 dicembre 1945: sospetta meningite, otite, coliche renali. Fu trasportata all’Ospedale di Montichiari perché fosse più vicina a casa nell’eventualità della morte.
Le cose volsero per il meglio e l’anno successivo alla fine di aprile 1946 ritornò come infermiera all’Ospedale di Montichiari. Ma il benessere durò poco: a metà novembre 1946 Pierina fu colpita da fortissimi dolori e vomito, sintomi di una occlusione intestinale, per la quale era imminente l’intervento chirurgico.
Fu nella notte tra il 23 e il 24 novembre che apparve a Pierina di nuovo S. Maria Crocifissa Di Rosa, ma questa volta con la Madonna che portava tre spade confitte nel petto. I particolari sono narrati più avanti nella seconda parte del libro.
L’anno successivo Pierina fu assalita da coliche renali fortissime, cistite assai dolorosa fino a giungere a un collasso cardiaco. Il 12 marzo 1947 aveva perso conoscenza ed era in fin di vita. Con le suore la assistevano la mamma e le sorelle in attesa di vederla spirare. Invece la videro improvvisamente alzarsi a sedere sul letto, tendere le braccia verso una direzione e parlare con una persona invisibile, dopo di che ricadde sul letto e aperse gli occhi come si svegliasse dal sonno. Era effettivamente guarita tanto che tre giorni dopo riprese servizio. Quello che era avvenuto è narrato da Pierina stessa. Le era apparsa S. Maria Crocifissa con queste parole:
“Il Signore voleva portarti in Paradiso, invece ti lascia ancora sulla terra. Fino a dicembre offrirai le tue sofferenze per la conversione di una nostra Religiosa… Accetti questo?”.
Pierina rispose: “Si, generosamente”.
Continuò: “Davanti agli uomini non hai più niente, ma tu avrai sempre le medesime sofferenze”.
Pierina domandò: “Sempre la nuda croce?”.
Rispose: “Si, il Signore in cambio di questo ti da la conversione dei peccatori!” E Pierina: “Quale grazia! Sono tutti salvi! Grazie, grazie!”.
Da questo momento cominciano per Pierina le sofferenze più profonde, e non soltanto fisiche. Sentendosi impegnata per la conversione di quella religiosa, commette l’imprudenza di chiedere al Signore di farle sentire tutto quello che passava in quell’anima da convertire. Ed ecco che si sente cambiata: per due mesi prova suo malgrado una strana indifferenza verso le cose sacre e un’avversione inspiegabile verso la Madre Superiora, il Confessore e le altre suore. Passati questi due mesi ai primi di maggio incominciano le persecuzioni diaboliche che Pierina descrive minutamente giorno per giorno nel suo diario. Evidentemente i demoni vogliono spaventarla e scoraggiarla, perché lasci perdere quelle anime. Pierina infatti d’accordo col Confessore e la Superiora e confortata dalle apparizioni di Santa Crocifissa, dorme in terra su una coperta e digiuna tre giorni a pane ed acqua. Le appare ripetutamente un demonio dall’aspetto mostruoso. Altri demoni l’assalgono e la picchiano in tutto il corpo. Le suore di guardia costatano il divincolarsi e le piaghe sul corpo di Pierina, senza tuttavia vedere i demoni. Furono loro le prime a percepire rumori spaventosi che rivelavano la presenza dei demoni. Più volte il demonio si è presentato sotto l’aspetto di una suora per persuadere Pierina a sospendere le sue penitenze. Inoltre Pierina è tormentata da ascaridi nell’intestino, che le provocano conati di vomito e soffocamento.
Queste persecuzioni durano un mese e raggiungono il culmine la notte del primo giugno con la visione dell’inferno, nel quale Pierina distingue in tre reparti diversi tre categorie di religiosi, anime consacrate e sacerdoti, corrispondenti alle tre spade della visione e alle tre intenzioni per le quali deve pregare e soffrire.
Ma dopo la visione dell’inferno in quella stessa notte del primo giugno 1947 alle ore tre e quindici Pierina fu visitata dalla seconda apparizione della Madonna con tre spade infisse nel petto.
L’apparizione, che sarà descritta con le parole di Pierina nella seconda parte di questo libro, aveva lo scopo di confermare il significato delle sue sofferenze e di proporre all’Istituto delle Ancelle una devozione specifica in questo senso riparatore.
Nei giorni seguenti Pierina continuò a sentire dolori lancinanti alla testa, allo stomaco, al fegato, con sintomi di flebite alla gamba sinistra, che spesso la costringevano a letto.
Dall’11 giugno al 12 luglio quasi quotidianamente aveva la visita di S. Maria Crocifissa, che la consigliava e confortava.
Riportiamo alcune frasi che spiegano il carattere delle sofferenze della veggente.
Pierina: “Perché mi avete detto che sarei guarita, mentre sono ancora ammalata?”
La Santa mi rispose: “Non si può forse soffrire senza essere ammalati?”. Soffrivo immensamente, perciò mi lamentai di nuovo:
“Perché mi dite che guarisco e poi soffro ancora come prima e più di prima?”. Mi rispose: “Nostro Signore tratta così le anime per abituarle a staccarsi da sé stesse. Ama Gesù e non lamentarti”.
Pierina soffriva dunque per i sintomi dolorosi di malattie che non aveva. Queste visite di S. Maria Crocifissa ebbero anche lo scopo di preannunciare e preparare spiritualmente la grande apparizione che doveva avvenire il 12 luglio, ma per punizione causata da una non sufficiente preparazione spirituale, avvenne il 13 luglio.
L’apparizione del 13 luglio 1947 è descritta con le parole di Pierina, e riportata nella seconda parte di questo libro.
Questa è la prima apparizione veramente programmatica, della quale le precedenti sono una preparazione. La Madonna che appare con tre rose, bianca, rossa e giallaoro sul petto al posto delle tre spade, esprime i suoi desideri: porta una nuova devozione per gli Istituti religiosi, cominciando da quello delle Ancelle della Carità. La devozione consiste in preghiere (rosa bianca), sacrifici (rosa rossa), penitenze (rosa giallooro), rispettivamente per la conversione di tre categorie di anime consacrate infedeli alla propria vocazione. Inoltre il giorno 13 di ogni mese doveva essere santificato e preceduto da 12 giorni di preghiere speciali e festeggiato in modo particolare negli Istituti religiosi.
Notiamo che la devozione proposta dovette sembrare indiscreta ai superiori religiosi, ponendo il dito su una piaga che era meglio restasse in sordina. Ciò doveva inclinarli a contestare l’attendibilità del messaggio di Pierina. Ma le grandi defezioni moltiplicatesi negli anni successivi danno ragione di questa proposta d’intercessione e di riparazione spinta fino all’eroismo del sacrificio.
Comunque per il momento Pierina non ebbe dal Confessore, Don Luigi Bonomini, il permesso di rivelare il contenuto dell’apparizione.
Il 6 settembre la Madonna bianco vestita con le tre rose apparve a Pierina nella Cappella della Casa Provincializia delle Ancelle a Mompiano. Si trattava di un messaggio privato:“Da questo momento avrai tante umiliazioni, anche dall’Istituto, sarai incompresa”; insieme con l’ordine di recarsi a Brescia nella Cappella della Casa Madre. Qui la Madonna apparve ancora con l’incarico di informare la Madre Generale, con l’affermazione che il miracolo richiesto dai Superiori “non avverrà” e con un messaggio per il Vescovo: radunare le rappresentanti di tutte le religiose della Diocesi, due per ogni Istituto: “A loro, che non mi vedranno, manifesterò quanto desidero”.
Pierina non è creduta e viene trattata con severità.
Il 22 ottobre si verifica un segno miracoloso, forse non un miracolo come esigevano i Superiori, comunque l’effetto di questo venne subito vanificato.
Ecco ciò che avvenne.
Nella Cappella dell’ospedale di Montichiari verso le ore 19 in attesa del miracolo la Superiora, avvertita da Pierina, aveva chiamato i sacerdoti della Parrocchia; insieme vi erano i medici, gli infermieri e le suore con qualche ammalato. Nella Cappella a sinistra si trovava una statua di gesso in una nicchia: rappresentava S. Maria Crocifissa Di Rosa con in mano un Crocifisso. Durante la recita del Rosario, Pierina vide improvvisamente un raggio luminoso partire dal tabernacolo verso la statua. Allora si portò davanti alla statua e si mise in ginocchio. La statua divenne un’apparizione vivente ed anche il Crocifisso si mostrava palpitante, anzi più grande di come era nelle mani della statua. La Santa Fondatrice disse:
“Guarda quanto Sangue perduto inutilmente!” e la invitò a recitare:
“Gesù mio, misericordia, perdonate i nostri peccati”.
Intanto dal costato di Gesù usciva Sangue vivo. Pierina allora, istruita dalla Santa, si alzò, prese dall’altare il purificatoio che abitualmente si trova vicino al tabernacolo, salì su una sedia per essere più vicina al Crocifisso e distendendo il purificatoio raccolse alcune gocce di quel Sangue. Poi riportò il purificatoio sull’altare e vedendo che l’apparizione era scomparsa, lasciando la solita immagine dietro il cristallo della nicchia, s’inginocchiò davanti all’altare recitando il “Miserere” mentre i presenti, che in silenzio avevano assistito ai gesti, si affollavano per vedere le macchie di sangue sul purificatoio.
A questo punto la Madonna con le tre rose apparve di nuovo a Pierina: i presenti compresero e rimasero in attesa.
Ecco le parole della Madonna:
“Per l’ultima volta vengo a chiedere la devozione già raccomandata altre volte. il mio Divin Figlio ha voluto lasciare le tracce del suo preziosissimo Sangue per testimoniare quanto grande è il Suo amore per gli uomini, dai quali è ricambiato con gravi offese. Prendi il purificatoio e mostralo ai presenti”.
Pierina prese il purificatoio e lo distese davanti a tutti, poi disse:
“Ecco le gocce del Sangue del Signore!” e lo ripose sull’altare.
La Madonna continuo’:
“Sia coperto con velo bianco e poi sia esposto per tre giorni in mezzo alla Cappella assieme alla statua di S. Maria Crocifissa Di Rosa, che sarà miracolosa per la devozione dei fedeli. Sia riferito a Mons. Vescovo il fatto testé avvenuto e si dica a lui che si verificheranno conversioni e risveglio di fede.
Io mi sono interposta come Mediatrice tra gli uomini e in particolare per le Anime Religiose e il mio Divin Figlio, stanco delle offese continuamente ricevute, voleva esercitare la sua giustizia”. Poi continuò:
“Desidero vivamente che l’Istituto delle Suore Ancelle della Carità sia il primo ad onorarmi col titolo di Rosa Mistica”.
Quale protettrice di tutti gli Istituti religiosi assicuro la mia protezione per un vivo risveglio nella Fede e perché le anime elette ritornino al primitivo spirito dei loro Fondatori”.
Dopo una pausa di silenzio aperse un po’ le braccia e con esse il manto in segno di protezione, lasciando vedere le tre rose sul petto. Piegandosi verso Pierina le disse come saluto e ricordo:
“Vivi di amore!”. Poi lentamente scomparve.
Subito dopo, portata nella piccola sacrestia, Pierina fu “assalita” come lei stessa scrive:
“I Reverendi Sacerdoti mi tempestarono di domande e in più si aggiunse che anche i Signori Medici mi volevano visitare e scrutare da ogni parte”.
Fu portata in sala operatoria:
“Passai qualche ora come zimbello nelle mani dei Signori Dottori, perché non erano convinti di ciò che era avvenuto. Perciò erano un po’ agitati e i ferri che adoperavano per controllare mi facevano male, ma ebbi sempre forza e coraggio di lasciar fare, affinché si convincessero della verità”.
Il Vescovo, Mons. Giacinto Tredici, fu informato la sera stessa dal Confessore, che era uno dei presenti. Il purificatoio fu esposto e venerato da pie persone per tre giorni come aveva ordinato la Madonna; ma qualche tempo dopo fu portato in Curia per essere sottoposto ad analisi; non se ne seppe più nulla.
Notiamo che le parole della Madonna:
“Per l’ultima volta vengo…” si riferiscono alla richiesta della nuova devozione fatta all’Istituto delle Ancelle.
D’ora innanzi non verrà più nelle case delle Ancelle; le altre apparizioni avverranno nella Chiesa parrocchiale (il Duomo) ed avranno come destinatari non solo gli Istituti religiosi, ma tutto il popolo cristiano.
Si leggano i particolari delle quattro apparizioni in Duomo come li descrive Pierina, nella seconda parte di questo libro.
La prima delle apparizioni in Duomo avvenne il 16 novembre 1947, dopo la S. Messa del mattino ed ebbe carattere strettamente personale. Aveva lo scopo di preparare le successive.
La seconda, per cui furono avvisate la Superiore dell’Ospedale ed altre suore che si recarono appositamente in Duomo con Pierina, presenti due sacerdoti, avvenne nel pomeriggio del 22 novembre.
La Madonna rivelò un segreto personale che riguardava solo l’avvenire di Pierina, un messaggio per il Papa ed inoltre un “Segreto” da sigillare e tenere nascosto fino a nuovo avviso.
La Madonna parlò della profanazione del luogo dove Ella nel 1944 presso Bonate (Bergamo) era apparsa ad Adelaide Roncalli, una bambina di sette anni.
Già nell’apparizione precedente aveva deplorato la mancanza di fede e l’abbandono in cui era lasciato il posto, frequentato da gente di malaffare. Ora ordinava che per tre giorni si facesse un pellegrinaggio riparatore da Ponte San Pietro al luogo delle apparizioni. Importante l’appuntamento per l’8 dicembre, quando la Madonna sarebbe tornata a mezzogiorno per l’ “Ora di Grazia”.
La notizia di questa futura apparizione si diffuse, provocando grande attesa nel popolo e maggior preoccupazione nelle Autorità Diocesane.
Il 7 dicembre, ancora in Duomo, la Madonna apparve prima del previsto, presenti solo Pierina, la Superiore dell’Ospedale e il Confessore. Con la Madonna vi erano Francesco e Giacinta, i due bambini che avevano visto la Madonna a Fatima. In quest’apparizione la Madonna afferma il nesso tra Fatima, Bonate e Montichiari. La Madonna a Fatima chiede la consacrazione dell’umanità, a Bonate la consacrazione delle famiglie, a Montichiari la fedeltà delle anime consacrate alla propria vocazione.
L’8 dicembre, mentre il Duomo andava riempiendosi di una folla impressionante, le autorità della Curia volevano proibire a Pierina di recarsi all’appuntamento, ma infine cedettero.
Nuova in quest’apparizione fu la visione del S. Cuore di Maria e l’istituzione dell’ “Ora di Grazia” a mezzogiorno dell’8 dicembre, con l’ordine di far pervenire al Papa il desiderio della Madonna che questa devozione fosse estesa a tutto il mondo.
La reazione del popolo fu positiva. Avvennero anche alcune guarigioni miracolose. Ma per Pierina incominciò un periodo burrascoso, proprio come per una barca sballottata dai flutti in cerca di un punto di approdo.
Le autorità della Curia impedirono che Pierina avesse contatti con la popolazione. Fu subito portata lontano, a Brescia, dove rimase nascosta quel giorno. Ricondotta alla sera all’Ospedale di Montichiari vi rimase senza che lo si venisse a sapere, e il 23 o 24 dicembre per interessamento del Confessore Don Luigi Bonomini, fu mandata a Brescia presso l’Istituto femminile delle Ancelle in Contrada S. Croce, dove rimase tre mesi sempre con l’abito di probanda o postulante.
Ai primi di gennaio 1948 fu chiamata e interrogata dalla Commissione composta da Don Agostino Gazzoli, il Cancelliere, che sarà sempre contrario all’autenticità delle apparizioni, Mons. Zani, Mons. Bosio poi Vescovo di Chieti, e Mons. Bosetti, poi Vescovo di Fidenza.
Fu anche visitata da medici specialisti. A quanto pare nella Commissione alcuni erano favorevoli, per cui non si arrivò a nessuna conclusione. Fu esortata a vivere ritirata, ancora con l’abito di probanda.
All’inizio di Giugno 1948 fu allontanata da Montichiari, ospite di una buona signorina, Martina Bonomi, che la ospitò nella sua casa di Castelpocognano (Arezzo). Dovette però non solo deporre l’abito di postulante, ma anche la propria identità, presentandosi col nome di Rosetta Chiarini. Nessuno doveva sospettare dove fosse Pierina Gilli.
Nel diario, Pierina, esprime tutta la sua amarezza:
“..per far scomparire ogni traccia della mia esistenza, affinché le persone non sapendo più nulla di me, non avrebbero più disturbato nessuno”.
Rimase in quell’esilio fino alla fine di novembre, soffrendo spesso di coliche renali, curata con calmanti, ma senza che intervenisse il medico perché non si scoprisse la sua vera identità.
Ebbe molto a soffrire nonostante qualche apparizione di S. Maria Crocifissa e la bontà e gentilezza della Bonomi.
Alcuni fenomeni mistici accrebbero le sue sofferenze fisiche, facendole percepire nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo. Richiamata a Brescia per nuove interrogazioni, che avvennero alla fine di febbraio 1949, fu obbligata a rimanere a casa presso la madre e i familiari, i quali erano coinvolti nelle umiliazioni che Pierina dovette subire da parte di gente che la derideva come fosse un’illusa, una pazza, un’isterica. Allo scopo di essere interrogata fu poi tenuta segregata per quaranta giorni in un luogo a tutti sconosciuto a disposizione della Commissione esaminatrice, formata da tre persone, due medici e Mons. Gazzoli.
Esasperata dalle insistenze con cui volevano la sua ritrattazione, disse che era pronta a dare la vita, ad accettare qualunque castigo per sostenere la verità delle visite della Madonna. Alla fine, alla presenza del Vescovo, le fu proposto di giurare sul Vangelo. Giurò e firmò le carte che avevano preparato. Probabilmente il vescovo, Mons. Giacinto Tredici, non era del parere negativo della Commissione.
Scrisse Pierina nel diario:
“Mons. Vescovo mi volle da sola nel suo studio, ove ebbe parole di conforto, invitandomi a diventare buona e a farmi santa. Mi chiese che intenzioni avevo. Gli risposi. Ho poca salute e non so dove debbo andare. Mi consigliò di non rimanere a casa per la gente, ma che sarebbe stato meglio ritirarsi presso qualche casa di Suore”.
Scrisse ancora nel diario:
“Allora si cercò, si bussò a parecchi Conventi. Venni rifiutata da ogni casa, da ogni porta…; il mio nome era un terrore… Nessuno mi voleva”.
Allora un gruppo di pie persone con la Signorina Bonomi e la Signorina Maria Bergamaschi si offrì per pagare la retta giornaliera presso un Collegio, dove Pierina rimase nascosta in una stanzetta. Solo la Superiora andava a visitarla.
Le signorine benefattrici erano in amicizia col Padre Giustino Carpin, Superiore dei Padri Francescani Conventuali, dai quali dipendeva il Convento delle Suore Francescane del Giglio di Brescia. Informato della situazione di Pierina, il Padre Carpin, d’accordo con la Superiora, Suor Agnese Lanfaloni, decise di accoglierla provvisoriamente in Convento; era il 20 maggio 1949.
Dopo una ventina di giorni venne a trovare Pierina il Provinciale dei Conventuali, Padre Andrea Eccher, il quale le chiese se stava volentieri in quella casa di Suore. Alla sua risposta affermativa, il Provinciale col Padre Giustino dissero: “Resta pure con noi”.
Leggiamo nel diario:
“Quanta gioia ho provato! Finalmente avevo trovato una casa!”.
La barca di Pierina dopo tante traversie era approdata in un porto sicuro.
Vicende dal 1947 al 1966
Perdurando lo stato precario di salute di Pierina, un gruppo di pie persone si interessò della sua sistemazione ed alla fine fu provvisoriamente ospitata presso il Convento delle Suore Francescane del Giglio di Brescia: era il 20 Maggio 1949. Questa provvisorietà durò diciannove anni, durante i quali Pierina approfondì la propria spiritualità mariana con particolare attenzione alla devozione del santuario di Lourdes e agli ammalati e alle intuizioni avute nel 1947 con il riferimento a Maria, Rosa mistica.
Questa sensibilità la porterà a individuare nel sito di Fontanelle un luogo adatto per svilupparvi iniziative di accoglienza e di preghiera per gli ammalati, da dedicare a Maria, Rosa mistica. Il 17 Aprile 1966, prima Domenica dopo Pasqua, detta in albis, Pierina ha l’intuizione di invitare tutti gli ammalati a recarsi alla fonte del sito per chiedere alla Rosa mistica misericordia e consolazione.
Il 13 Maggio 1966 Pierina pensò che la sorgente potesse essere chiamata “Fonte di Grazia” e che venisse edificata una vasca per accogliervi i malati.
Nella festa del Corpus Domini, il 9 Giugno 1966, tra i campi di grano maturi, Pierina intuì la profonda connessione fra la spiritualità mariana e l’Eucaristia: il Pane Eucaristico era alimento per tante comunioni riparatrici.
Nella successiva festa della Trasfigurazione, 6 Agosto 1966, Pierina ebbe l’intuizione che il giorno del 13 ottobre si celebrasse la giornata mondiale della Comunione Riparatrice.
Ultimi anni
Pierina visse nell’umiltà della vita quotidiana, e pur obbedendo sempre alle disposizioni ecclesiastiche, rimase un punto di riferimento per i pellegrini sempre più numerosi che venivano a Montichiari attratti dalla devozione alla Madonna. Lei accoglieva paziente nella sua piccola casetta vicino al nuovo Ospedale della città pronta a intercedere in favore delle persone che chiedevano preghiere. A molti diede consolazione, consigli e preparò molti cuori alla conversione.
Pierina assistette in particolar modo gli ammalati, e questo per molti anni, fino al 1990, quando, aggravandosi la sua infermità, fu costretta in carrozzella.
Il 12 gennaio 1991, Pierina morì dopo una lunga purificazione del corpo e dello spirito. Alla presenza di una grande folla di fedeli, accorsa per l’ultimo saluto si celebrò il suo funerale. Fu accompagnata fuori dalla chiesa, verso il Cimitero dove ancora è sepolta, con le dolci parole: «O Maria, nostra speranza, ci assisti e pensi a noi…». Le stesse parole che la piccola aiuto-infermiera aveva osato intonare l’8 Dicembre 1947 alle ore 12, illuminata da Maria Rosa Mistica, nel grande Duomo di Montichiari.
Pierina assistette in particolar modo gli ammalati, e questo per molti anni, fino al 1990, quando, aggravandosi la sua infermità, fu costretta in carrozzella.
Il 12 gennaio 1991, Pierina morì dopo una lunga purificazione del corpo e dello spirito. Alla presenza di una grande folla di fedeli, accorsa per l’ultimo saluto si celebrò il suo funerale. Fu accompagnata fuori dalla chiesa, verso il Cimitero dove ancora è sepolta, con le dolci parole: «O Maria, nostra speranza, ci assisti e pensi a noi…». Le stesse parole che la piccola aiuto-infermiera aveva osato intonare l’8 Dicembre 1947 alle ore 12, illuminata da Maria Rosa Mistica, nel grande Duomo di Montichiari.
Fonte: Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa. Le apparizioni della Madonna a Fontanelle Montichiari. (Enrico Rodolfo Galbiati)
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Fontanelle di Montichiari (Brescia) 1911 –1991.
La medaglia di Rosa Mistica
Fontanelle di Montichiari (Brescia), Pierina Gilli, 1911 –1991
Mentre la Chiesa è colpita da dolorosi travagli interni ed esterni e il mondo sembra travolto da grosse ondate di materialismo laicista e marxista e dal rifiuto progressivo e ostinato di Dio, Maria, Rosa Mistica, scende visibilmente a Montichiari, ridente e industrializzata località lombarda dell’Italia del Nord, lontana una decina di kilometri da Brescia (Italia), posando i suoi piedi al centro del maestoso Duomo (22 novembre 1947) e poi sui gradini della piccola, rustica scala di pietra, che porta alla sorgente delle Fontanelle, tra il verde aperto della campagna (17 aprile 1966).
La medaglia di Rosa Mistica
L’apparizione del 19 maggio 1970 ebbe un suo particolare significato. Maria SS. apparve, come sempre, nel suo candido manto, il Cuore ornato con tre rose (bianca, rossa e giallo-oro). Al braccio destro un grande rosario che terminava con una medaglia invece della croce. Quindi, stendendo ambedue le braccia, la SS. Vergine mostrò una medaglia rotonda e dorata sulle due palme delle mani. Su quella della mano destra Pierina vide incisa la figura di Maria in piedi, in cima alla scala con le mani giunte e con il capo, come sempre, chinato in avanti sulla sinistra, circondato di rose. Molte rose erano pure ai suoi piedi, sparse per la scala. Sull’orlo della medaglia della mano destra vi era scritto: “Rosa”; su quello della sinistra “Mistica”. Quindi a tergo di una delle medaglie Pierina osservò distintamente una bella chiesa a cupola con tre grandi porte. Sopra vi era la scritta:
”Maria Madre della Chiesa”
A questo punto la Madre celeste prese a parlare e disse:
“Desidero sia fatta coniare una medaglia come questa e con le due iscrizioni. il Signore mi ha inviata in questo luogo da Lui prescelto per portare il dono del suo amore, il dono della fonte delle grazie e quello della medaglia del mio amore materno. Oggi sono qui per far conoscere questa medaglia, dono dell’amore universale e che sarà portata dai figli sul loro cuore ovunque andranno. Prometto a questi miei figli la mia protezione e la mia grazia materna. Questa è l’ora in cui si cerca di annientare il più possibile la venerazione che mi si deve. La medaglia del mio amore materno farà si che i figli miei mi abbiano sempre con sé. Io sono la Madre del Signore, la Madre della umanità. Vi sarà il trionfo dell’amore universale! La benedizione del Signore, assieme al mio amore, accompagneranno sempre tutti i figli che ricorreranno a me
”Maria Madre della Chiesa”
A questo punto la Madre celeste prese a parlare e disse:
“Desidero sia fatta coniare una medaglia come questa e con le due iscrizioni. il Signore mi ha inviata in questo luogo da Lui prescelto per portare il dono del suo amore, il dono della fonte delle grazie e quello della medaglia del mio amore materno. Oggi sono qui per far conoscere questa medaglia, dono dell’amore universale e che sarà portata dai figli sul loro cuore ovunque andranno. Prometto a questi miei figli la mia protezione e la mia grazia materna. Questa è l’ora in cui si cerca di annientare il più possibile la venerazione che mi si deve. La medaglia del mio amore materno farà si che i figli miei mi abbiano sempre con sé. Io sono la Madre del Signore, la Madre della umanità. Vi sarà il trionfo dell’amore universale! La benedizione del Signore, assieme al mio amore, accompagneranno sempre tutti i figli che ricorreranno a me
P. Taddaus e Signora Horst: le medaglie di Maria Rosa Mistica hanno operato molti miracoli. Maria dice: “La mia medaglia è anche per l’acqua, per benedirla; poi bevetela a digiuno e io un po’ alla volta vi farò guarire” e molti sono gia guariti per aver bevuto quell’acqua.
Una donna aveva un cancro alla gola, da tre giorni non poteva più mangiare o bere, il collo le si era gonfiato. Era una situazione tremenda perché ha una famiglia numerosa. Durante la venerazione della Madonna Pellegrina venne a pregare un gruppo carismatico. Maria Rosa Mistica ispirò una ragazzina che partecipava di prendere un bicchiere d’acqua e di immergervi la sua Medaglia che era attaccata al rosario. Essa immerse la Medaglia e disse alla donna: “Bevi quest’acqua in onore di Maria Rosa Mistica”. Quand’ella ebbe bevuto, ogni gonfiore era scomparso. Onore e grazie a Maria Rosa Mistica!
Una donna aveva un cancro alla gola, da tre giorni non poteva più mangiare o bere, il collo le si era gonfiato. Era una situazione tremenda perché ha una famiglia numerosa. Durante la venerazione della Madonna Pellegrina venne a pregare un gruppo carismatico. Maria Rosa Mistica ispirò una ragazzina che partecipava di prendere un bicchiere d’acqua e di immergervi la sua Medaglia che era attaccata al rosario. Essa immerse la Medaglia e disse alla donna: “Bevi quest’acqua in onore di Maria Rosa Mistica”. Quand’ella ebbe bevuto, ogni gonfiore era scomparso. Onore e grazie a Maria Rosa Mistica!
Sintesi delle devozioni richieste da Rosa Mistica nei suoi messaggi
1. Ogni 13 del mese sia dedicato a speciali atti di devozione a Maria, con una preparazione di preghiera nei 12 giorni precedenti.
2. Il 13 luglio di ogni anno sia festeggiato in onore di Maria “Rosa Mistica”.
3. Il 13 ottobre di ogni anno sia santificato con la Santa Comunione Riparatrice. Il messaggio parla di “Unione Mondiale della santa Comunione Riparatrice”. Sotto questa denominazione si possono costituire Gruppi di Preghiera o Congregazioni.
4. Ogni anno l’8 dicembre, festa della Immacolata Concezione, a mezzogiorno si pratichi l’Ora di Grazia, attendendo le grazie particolari di conversione e di santificazione promesse per quell’Ora. La si pratichi nella propria Chiesa adorando il SS. Sacramento, se è possibile, altrimenti anche privatamente o in gruppi di preghiera.
5. Recarsi alla Fonte benedetta in processione, con preghiere penitenziali. Vi si portino gli ammalati e vi si rechino come pellegrini i bisognosi di aiuti spirituali per sé e per i propri cari.
6. Rimangano fondamentali e caratteristiche della Devozione a Maria Rosa Mistica le tre parole significate dalle tre rose: Preghiera, Sacrificio, Penitenza, cioè pregare con perseveranza e non sottrarsi alle sofferenze, e questo in favore delle anime consacrate.
In particolare: per la conversione delle anime consacrate infedeli alla propria vocazione; per la santificazione delle anime consacrate;
per l’aumento del numero delle vocazioni religiose e sacerdotali. Questo scopo della devozione era stato proposto da Maria prima per gli Istituti Religiosi, ma rimane una proposta aperta a tutti.
7. Pure caratteristica in tutti questi messaggi è lo scopo di devozione riparatrice delle offese contro il sacramento dell’Eucaristia, contro il nome di Dio e di Gesù, contro i privilegi di Maria, contro la Chiesa e il Papa, contro l’innocenza dei piccoli e delle anime semplici, contro la sacralità della vita umana e la santità della famiglia.
Naturalmente presupposto di queste pratiche devozionali è l’osservanza dei Comandamenti, la pratica delle virtù cristiane e in primo luogo della carità verso il prossimo.
2. Il 13 luglio di ogni anno sia festeggiato in onore di Maria “Rosa Mistica”.
3. Il 13 ottobre di ogni anno sia santificato con la Santa Comunione Riparatrice. Il messaggio parla di “Unione Mondiale della santa Comunione Riparatrice”. Sotto questa denominazione si possono costituire Gruppi di Preghiera o Congregazioni.
4. Ogni anno l’8 dicembre, festa della Immacolata Concezione, a mezzogiorno si pratichi l’Ora di Grazia, attendendo le grazie particolari di conversione e di santificazione promesse per quell’Ora. La si pratichi nella propria Chiesa adorando il SS. Sacramento, se è possibile, altrimenti anche privatamente o in gruppi di preghiera.
5. Recarsi alla Fonte benedetta in processione, con preghiere penitenziali. Vi si portino gli ammalati e vi si rechino come pellegrini i bisognosi di aiuti spirituali per sé e per i propri cari.
6. Rimangano fondamentali e caratteristiche della Devozione a Maria Rosa Mistica le tre parole significate dalle tre rose: Preghiera, Sacrificio, Penitenza, cioè pregare con perseveranza e non sottrarsi alle sofferenze, e questo in favore delle anime consacrate.
In particolare: per la conversione delle anime consacrate infedeli alla propria vocazione; per la santificazione delle anime consacrate;
per l’aumento del numero delle vocazioni religiose e sacerdotali. Questo scopo della devozione era stato proposto da Maria prima per gli Istituti Religiosi, ma rimane una proposta aperta a tutti.
7. Pure caratteristica in tutti questi messaggi è lo scopo di devozione riparatrice delle offese contro il sacramento dell’Eucaristia, contro il nome di Dio e di Gesù, contro i privilegi di Maria, contro la Chiesa e il Papa, contro l’innocenza dei piccoli e delle anime semplici, contro la sacralità della vita umana e la santità della famiglia.
Naturalmente presupposto di queste pratiche devozionali è l’osservanza dei Comandamenti, la pratica delle virtù cristiane e in primo luogo della carità verso il prossimo.
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AMDG et DVM
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