BEATA VERGINE DI MONTSERRAT
Montserrat
Nella Catalogna, a 40 km da Barcellona, a ridosso di Montserrat, il "monte segato", sorge il santuario della Beata Vergine, che risale all'XI secolo, quando l'abate Oliba eresse sul posto un monastero benedettino.
Il paesaggio naturale estremamente austero offre già di per sé un'irresistibile attrattiva alla preghiera e alla riflessione. Infatti Montserrat è una montagna, che s'innalza quasi in modo verticale dalle pianure al centro della Catalogna e presenta la sua mole inconfondibile, lunga circa 10 km e larga 5, di picchi caratteristici di una bellezza originale, in cui i pellegrini ravvisano altrettanti monaci in preghiera.
La statua della Madonna, di colore scuro, detta affettuosamente "Morenita" (Moretta), è un'artistica opera d'intaglio in legno policromo; è seduta su un trono d'argento laminato d'oro e di pietre preziose; ha sulle sue ginocchia il Bambino Gesù che benedice con la mano destra e con la sinistra sostiene il globo terrestre; porta sul capo un diadema e sulla mano destra anch'ella regge un globo, mentre con la sinistra, in un gesto pieno di tenerezza e insieme di rispetto, stringe a sé e protegge il divino Figliolo.
La tradizione vuole che essa sia stata trovata ab immemorabili da alcuni pastori in una grotta della montagna. La primitiva cappella divenne in breve tempo insufficiente a contenere i pellegrini, per cui ne venne costruita una nuova più ampia, in stile romanico, nel 1300; ma, nel secolo XVI, anch'essa fu sostituita da una chiesa di vastissime proporzioni.
Nel Medioevo, i pellegrini di S. Giacomo di Compostella raccontavano lungo il loro cammino i miracoli della Vergine del santuario di Montserrat e il re di Castiglia, Alfonso X il Saggio o l'Astronomo (1221-1284), consacrò sei delle sue Càntigas de Santa Maria a sei miracoli della "Morenica".
Nel 1400 il santuario raggiunse il massimo splendore e la sua fama si estese in tutta l'Europa, prima con le conquiste della corona catalano-aragonese, poi con la dinastia imperiale spagnola.
Dopo la scoperta dell'America, un monaco di Montserrat, Bernardo Boil, delegato del papa presso Colombo, ne fu il primo missionario nel Nuovo Mondo.
Grazie a queste ramificazioni a portata universale, la Vergine Nera di Catalogna fu invocata in più di 150 chiese e cappelle d'Italia, in numerosi altari e chiese della Boemia, dell'Austria e della Polonia, nelle prime chiese cristiane del Messico, del Cile e del Perù.
Nel corso dei secoli, il santuario ha registrato pellegrini insigni per valori e meriti religiosi, sociali, politici e letterari.
Tra i più illustri, a prescindere da Colombo, figurano i nomi dei conti di Barcellona, dei re d'Aragona e di Spagna, del re di Francia Luigi XIV, dell'imperatore Ferdinando III d'Austria;
dei papi: Benedetto XIII, Giulio II, Alessandro VI, Adriano VI e Giovanni Paolo II;
degli scrittori e poeti: Cervantes, Lope de Vega, Goethe, Schiller, Humbolt, Verdaguer, Mistral, Tickness, Wagner, Chesterton, Claudel e il dottor Fleming, che offrì al santuario una delle sue prime colture di penicillina;
dei santi: Pietro Nolasco, Raimondo di Peñafort, Giovanni de Matha, Vincenzo Ferrer, Francesco Borgia, Luigi Gonzaga, Giuseppe Calasanzio, Pietro Claver, Benedetto Labre, Antonio Maria Claret.
Ma la figura più rappresentativa di tutte è quella di S. Ignazio di Loyola che, cavaliere convertito, venne a Montserrat per deporre la sua spada ai piedi della Vergine, passarvi una veglia d'armi e cominciarvi la sua nuova vita sotto la direzione di don Chanon, confessore del santuario.
Naturalmente, nel corso della storia, si sono verificate varie battute d'arresto nell'affluenza dei pellegrini per le fluttuazioni della politica, le guerre, le invasioni, gli incendi e le distruzioni.
Nel 1811, con la "guerra del Francese", chiesa e monastero furono completamente distrutti dai soldati di Napoleone, e i monaci costretti a fuggire; durante la guerra civile spagnola (1936-1939), 23 monaci furono massacrati.
Oggi il santuario, ricostruito sontuosamente e attorniato da un vastissimo complesso di edifici in gran parte adibiti per l'alloggio dei pellegrini, è di nuovo conosciuto in tutte le parti del mondo, poiché i suoi monaci sono sparsi in monasteri, di cui 3 in Europa, 3 in America ed 1 in Estremo Oriente. Le più diverse città della terra hanno cappelle ed altari dedicati alla Vergine Bruna, come: Parigi, New York, Bombay, Gerusalemme, Vienna, L'Avana, Manila, Buenos Aires, Tokio, Roma.
Per i Catalani, Montserrat è diventato un simbolo patriottico, una casa di famiglia per tutti, un luogo d'incontro, dove ogni differenza sociale scompare ai piedi della loro Madre e Patrona.
È veramente suggestivo seguire i pellegrini che compiono la salita della montagna a piedi, la cui devozione si manifesta col canto del Rosario e nel percorso della Via Crucis, e la cui gioia esplode, dopo la concentrazione inferiore, in colazioni al sacco sotto gli alberi, in escursioni, in giochi e talvolta in danze di "sardane"', accompagnate dalle "virolai", una delle canzoni più care al cuore dei Catalani, inno del santuario, grido di giubilo e preghiera di speranza, il cui ritornello supplica: "Rosa d'aprile, Morena della sierra, Stella di Montserrat, Illumina la terra catalana, Guidaci fino al cielo".
Anniversari, giubilei, lauree, fidanzamenti, feste di famiglia vengono a celebrarsi nel santuario, come proclama un vecchio detto popolare: "Non vi può essere buona famiglia senza un viaggio a Montserrat". Inoltre, molti genitori vi portano i loro figli per l'Escolana, una vera e propria scuola musicale, un piccolo collegio monastico di fanciulli consacrati al servizio dell'altare, che ha dato nel corso dei secoli maestri di cappella, organisti, compositori e strumentisti celebri.
Il santuario è attorniato da un vastissimo complesso di edifici, fra cui anche degli eremitaggi per l'alloggio dei pellegrini. Sono meritatamente celebri anche la vasta e prestigiosa biblioteca e l'antica "schola cantorum". Secondo le ultime statistiche, ogni anno, pellegrini e turisti superano il milione.
AVE MARIA PURISSIMA!
Nessun commento:
Posta un commento