domenica 16 aprile 2017

Famoso sermone di san Vincenzo Ferreri su la santa Messa (1)


La Vergine Maria, Madre della Grazia, sapendo che chi desidera salvarsi é necessario che si guidi e si governi secondo la volontà del suo divin Figlio, a tal fine ci dà un prezioso e grande consiglio: che sempre ci guidiamo e governiamo con la volontà di suo Figlio, e dichiara il tema:  Fate quello che Egli vi dirà (Gv. 2,5). 

Ecco il tema del sermone. E così entro nell’assunto.

      Esattamente, tra tutte le cose che Gesù comandò a noi cristiani per conseguire e raggiungere la gloria, c’è questa: che ripresentiamo la sua santa e benedetta vita nella Messa. Perché quando il giorno del Giovedì santo della Cena istituì questo santo sacramento della Messa, ordinò: Fate questo in mio ricordo (Lc. 22,19 e 1Cor. 11,23). Non disse solo in memoria e commemorazione della Passione, ma in mio ricordo; ossia, di tutta la vita di Cristo, che deve ripresentarsi dal giorno della nascita fino al giorno dell’Ascensione.
      Alcuni potrebbero dire: “Questo comando fu dato solo ai chierici”. 
Ma io vi dico che quest’ordine è sia per i chierici che per i fedeli laici.  Per i chierici perchè commemorino la vita di Cristo celebrando; per i fedeli perchè commemorino la vita di Cristo udendo e ascoltando. Esattamente quel che il tema dice: Fate quello che Egli vi dirà (Gv. 2,5). E’ questo, cioè,  commemorare la vita di Cristo, i chierici celebrando e i laici udendo e ascoltando devotamente.

      E già entriamo nell’assunto.
      Abbiate presente quanto vi indico: sin dal giorno in cui Gesù scese dal Cielo per incarnarsi, fino al giorno in cui salì al Cielo, tutta la sua vita è ripresentata nella Messa solenne principalmente per mezzo di trenta azioni, anche se ben sappiamo che ci sono molte altre opere che non conosciamo. Perciò l’evangelista Giovanni nell’ultimo capitolo dice: Ci sono molte altre cose che Gesù ha fatto. Se si scrivessero una per una, penso che neppure tutto il mondo basterebbe a contenere i libri che si scriverebbero(Gv. 21,25). Furono tante le opere di Nostro Signore Gesù Cristo che se si specificassero tutte e ognuna in modo dettagliato, non ne potremmo raccontare né cento né mille, neppure diecimila, perché bocca d’uomo non potrebbe dire quanti sono i misteri.
Ora questi sono riassunti e condensati come gli atomi stanno nel sole, e pertanto non possono conoscersi e scoprirsi.
       Però il chierico è in cammino verso Colui che è il mistero. Perciò adesso vi dico quali sono i principali misteri. Già altre volte ho predicato su quest’argomento, però mai ho detto tutti i misteri. Alcune volte ho predicato suddividendo la vita di Cristo ripresentata nella Messa in dieci opere, altre volte in quindici, altre in venti. Ora la vita di Cristo l’ho suddivisa in trenta opere. Pertanto ascoltate devotamente.

"fioritela di gigli...."  U. Foscolo
1.- E la prima opera che realizzò Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Salvatore, in questo mondo fu l’Incarnazione, quando discese dal Cielo ed entrò nel seno verginale di Maria Vergine, rivestendosi dell’umanità. Pertanto vi dico che si rivestì di umanità, perché la divinità è segretamente nascosta sotto l’umanità. E dovete sapere che l’Incarnazione si realizza da parte di tutta la Trinità perché le opere della Trinità sono indivisibili, però tuttavia solo il Figlio è rivestito di umanità.
Questo si dimostra per mezzo di una comparazione di tre che indossano a uno una unica tunica. E’ certo che tutti lo rivestono, però soltanto uno permane rivestito e non gli altri. Così, il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo rivestirono dell’umanità il Figlio, però solo il Figlio rimase vestito di umanità e incarnato.
      E quanto vi dico viene ripresentato nella Messa solenne e non nell’altra. Perché quando il sacerdote [san Vincenzo, in verità, usa sempre la parola presbitero] entra nella sacrestia, ivi i tre lo rivestono, cioè: il diacono, il suddiacono e il medesimo sacerdote che si riveste, aiutato dagli altri, però  lui solo  rimane vestito.  Così il Nostro Salvatore Gesù Cristo, grande e sommo Sacerdote, fu rivestito in quella gloriosa sacrestia [nel manoscritto al margine: reliquie, gemme, ed altri ornamenti preziosi si conservano per davvero in quella gloriosa sacrestia], cioè, la Beata Vergine, piena di virtù, di grazia e di perfezioni, lo conserva tutto come un tesoro per la nostra salvezza, ossia: il Salvatore del mondo, Gesù, Dio e uomo e gli ornamenti sono l’umanità.
      E se volete una più alta contemplazione: così come il sacerdote è rivestito nella sacrestia e nessuno del popolo l’ha visto vestirsi, così ugualmente quando Gesù Cristo, Sommo Sacerdote, si rivestì di umanità nella sacrestia, ch’è la Beata Vergine, per dire la Messa nell’altare della croce, nessuno del popolo giudeo lo seppe, né lo vide quando si incarnò, perché questo avvenne molto segretamente.
      E se ancora volete più profondamente contemplare: così come il sacerdote si riveste nella sacrestia con sette vestiti, cioè: la cotta, se è semplice sacerdote, o se vescovo il rocchetto, o se religioso lo scapolare che supplisce la cotta; perché il presbitero non deve rivestirsi direttamente sul suo proprio vestito [su propia ropa]. Il secondo vestito è l’amitto [nel manoscritto: lo amit]. Il terzo è l’alba [o càmice, -nel manoscritto: la camisa]. Il quarto è il cingolo. Il quinto è la stola. Il sesto è il manipolo. Il settimo è la càsula [nel manoscritto: la casulla]. Così il sommo sacerdote Gesù fu rivestito nel ventre della Vergine Maria, che si dice sacrestia, con sette vestiti che sono i sette doni dello Spirito Santo. Di questi vestiti parla Isaia 11, 1-2, quando dice: Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore: spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Ecco come i sette doni dello Spirito Santo di cui fu rivestito sono ripresentati dai sette vestiti con cui il sacerdote si riveste in sacrestia.
      E in queste altre parole di Isaia (Is. 4,1) parlando di questi vestiti, o doni dello Spirito Santo, li chiama donne quando dice: Sette donne afferreranno un uomo solo in quel giorno, cioè nell’incarnazione. Sette donne, è come dire che i sette doni dello Spirito Santo, ricevono un solo uomo, ossia Gesù Cristo. E questo lo ripresentano i sette indumenti del sacerdote. E perciò il sacerdote prima di tutto deve indossare la cotta [el sobrepelliz] che è il primo di questi sette vestiti. Fin qui la prima opera di Gesù Cristo ripresentata nella Messa solenne. Pertanto molto bene si dice: Fate questo in mia memoria (Lc. 22, 19 ; 1 Cor. 11,23).
AMDG et BVM

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