lunedì 15 giugno 2015

“Questo sì che è un bravo prete!”

“Questo sì che è un bravo prete!”

Cristo Sommo ed eterno sacerdote

FdS - NEWSLETTER 2015-12

Nel cattolicesimo il sacerdote è una figura molto importante, anche se spesso la sua vera importanza è misconosciuta o fraintesa. Infatti al di là dell’umana simpatia che una persona può suscitare o meno in noi, anche nelle nostre parrocchie i giudizi sulla persona del parroco sono a volte molto contraddittori e spesso celano una inconsapevole ignoranza riguardo alla sua vera missione.

Questo sì che è un bravo prete!”. D’accordo, ma in base a cosa esprimiamo questo giudizio? Domanda sicuramente insidiosa, alla quale però non ci si può sottrarre, pena il pericolo di finire tra le fauci di cattivi pastori, di santoni o di eretici di qualsiasi possibile sorta.

Iniziamo però la trattazione premettendo che la Chiesa non è nata dal basso, per usare un termine tanto di moda, ma è stata costituita partendo dal vertice, che è Cristo stesso. Nostro Signore Gesù Cristo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e fattosi uomo ha scelto degli apostoli costituendoli suoi “ministri”. Se la Chiesa è sorta per iniziativa di Cristo, che ne è il capo, è dunque a Lui che dobbiamo guardare per capire perché Gesù si è scelto degli apostoli e per vedere quali sono i “compiti” che loro affidò. A loro sono infatti stati conferiti vari poteri, ad esempio quello di andare a battezzare le genti o quello di rimettere i peccati in Suo nome. In particolare però ordinò loro di celebrare in perpetuo il suo Santo Sacrificio e per questo il Giovedì Santo, durante l’ultima cena (preludio e anticipazione del suo cruento sacrifico sul Calvario), li costituì veri sacerdoti.

Ma perché? Perché Gesù, venuto sulla terra per redimerci dal peccato e donarci la salvezza eterna per mezzo del suo sacrificio salvifico, testimoniato dalla sua vittoriosa Risurrezione dalla morte, voleva, per mezzo loro, portare la salvezza (liberazione dal peccato e dalla morte) al maggior numero possibile di uomini. Come? Conferendo agli apostoli la potestà di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, di ricondurre alla fonte dell’Amore chi fosse nuovamente caduto nel peccato (confessione) e di rendere tutti sempre più forti e santi nella fede per mezzo della vita di grazia donata in modo particolare coi sacramenti.

In poche parole gli apostoli ed i loro successori hanno il compito di invitare al banchetto nuziale il maggior numero di persone possibile. E naturalmente hanno il compito di indicare agli invitati quale sia l’abito idoneo da indossare al banchetto per non essere cacciati, come nella parabola, dal Padre dello sposo. (Matteo: 22, 1-14)

Sembra banale ed evidente quanto detto: 100 anni fa queste cose le sapevano tutti a partire dalla prima comunione! Ora invece si apprende che la missione principale del sacerdote non è quella di donare Dio e la sua grazia alle anime redente dal Sangue di Cristo, ma quella di fornire a quanti li incontrano un di più di umanità (Convegno nazionale di Firenze del prossimo novembre). 

Si può a lungo discutere su cosa sia questo di più di umanità, ciò che fa rabbrividire è il sapere che i nostri sacerdoti non avrebbero quale compito prioritario quello di donarci e farci partecipi della divinità di Cristo! Questo è il punto sostanziale. Senza la grazia soprannaturale il nostro essere può essere più o meno umano, ma sempre e solo umano resta e come tale incapace di accedere da solo alla beatitudine celeste del Paradiso. 

Uomini, scelti da Dio per essere suoi sacerdoti, ma che non ci trasmettono l’invito concreto ed efficace alla vita eterna, sono per noi inutili. Saremo esigenti ma le lauree in psicologia, in sociologia, gli studi sulle dinamiche di gruppo e le tante nuove discipline nelle quali vengono formati i sacerdoti non ci soddisfano: pretendiamo di più, molto di più. Vogliamo sacerdoti che nei sacramenti ci donino la grazia di Dio! Sacerdoti che ci insegnino la grandezza del dono della grazia. È quanto a gran voce invochiamo quando diciamo:
Signore donaci sacerdoti! Signore donaci tanti sacerdoti! Signore donaci tanti santi sacerdoti!

Oratio Sanctissimi Domini Nostri Pii PP. XII per la santificazione dei sacerdoti da recitarsi da parte del clero:
Domine Iesu, Pontifex aeterne, Pastor bone, fons vitae, qui nos, nullis nostris suffragantibus meritis, ex peculiari Sacratissimi Cordis tui munere in sacerdotum tuorum ordinem aggregasti, ad illa implenda vota, quae gratia tua mentibus nostris aspirat, auxiliantis misericordiae tuae nobis larga dona concede. Tu qui pro nobis sanctificasti teipsum, ut simus et ipsi sancti in veritate (cfr. Io. 17, 19), fac, ut a via, quae tu es, numquam digredientes, in doctrina tua sollertes, in exsequendis legis tuae praeceptis fideles, suavissimi Cordis tui imaginem in nostros mores referamus, et in te et per te in omnibus rebus Patri placeamus caelesti.
Resplendeat in nobis cum prudentia omnis forma iustitiae, et castae temperantiae moderationi fortitudinis robur adiungatur. Pectori nostro sincera fides insideat, immortalium bonorum spes solacii rorem infundat; ibique caelestis ignis fiammescat, quem Cor tuum fornax ardens caritatis accendat. Fac ut in verbis tuis, in quibus aeterna sapientia refulget, iugis meditatio nostra versetur, et unde ipsi pascimur, oves gregis tui, curam nostram, pascamus. Qui Evangelio tuo adversantur, unitatis nostrae vereantur compaginem, neque ullo modo in nobis quidquam deprehendant, quod Ecclesiae tuae, Matri nostrae, experti rugae et maculae, imputent. Fac denique ut non nostras utilitates, sed tuam gloriam sectantes, usque ad extremum halitum in officio nostro, rectae voluntatis conscientia pura, perstemus; et cum corpus nostrum morietur, te, quem in terris habemus ductorem et comitem, in Sanctorum splendoribus aeternum praemium sortiamur. Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti per omnia saecula. + Amen.
Die 14 Maii 1956. Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne tribuere dignatus est partialem mille dierum Indulgentiam, a sacerdotibus saltem corde contrito acquirendam, quoties supra relatas preces devote recitaverint. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. N. Card. Canali, Paenitentiarius Maior. S. Luzio, Regens
Preghiera di Sua Santità Pio XII per la santificazione dei Sacerdoti
da recitarsi da parte dei fedeli:
O Gesù, Pontefice eterno, Pastor buono, Fonte di vita, che per singolare munificenza del tuo dolcissimo Cuore ci hai dato i nostri Sacerdoti a fine di compiere in noi quei disegni di santificazione che la tua grazia ispira ai nostri cuori, noi ti preghiamo: vieni in loro aiuto con la tua misericordia soccorritrice.
Sia in essi, o Gesù, viva nelle opere la Fede, incrollabile nelle prove la Speranza, ardente nei propositi la Carità. La tua parola, raggio dell'eterna Sapienza, divenga, per la continua meditazione, l'alimento perenne della loro vita interiore; gli esempi della tua vita e della tua Passione si rinnovino nella loro condotta e nelle loro sofferenze a erudizione nostra, a luce e conforto nei nostri dolori.
Fa', o Signore, che i nostri Sacerdoti, distaccati da ogni mondano interesse e unicamente solleciti della tua gloria, persistano fedeli al dovere con pura coscienza fino all'estremo anelito. E quando con la morte del corpo rimetteranno nelle tue mani la ben compiuta consegna, abbiano in Te, Signore Gesù, che fosti in terra loro Maestro, l'eterno premio della corona di giustizia nello splendore dei Santi. + Così sia.
Die 17 Iulii 1956. Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne tribuere dignatus est partialem mille dierum Indulgentiam, a christifidelibus saltem corde contrito acquirendam, quoties supra relatam orationem devote recitaverint. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. N. Card. Canali, Paenitentiarius Maior. S. Luzio, Regens.


 Presentazione e notiziario precedente di: FdS ==> Fede di Sempre.

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