venerdì 4 luglio 2014

La tenerezza paterna e anche materna di Padre PIO per la figlia spirituale prediletta.

ppio.jpg (6219 bytes)


CLEONICE MORCALDI

   Padre Domenico Mondrone, su Civiltà Cattolica annota "Chi vi ha assistito anche una sola volta, non ha più dimenticato la messa di Padre Pio, tanto viva era l'impressione di vedere annullare ogni distanza di tempo e di spazio tra l'altare e il Calvario" (Renzo Allegri, A tu per tu con Padre Pio, Ed. Mondadori, pag. 269). Che cosa avvenisse realmente nell'animo, nel cuore di Padre Pio, durante quel rito che lo mette in diretto contatto con Cristo crocifisso, di cui Egli porta sul suo corpo i segni della passione, resta un mistero. Ma un mistero rischiarato ancora una volta da questi famosi "biglietti scritti a mano" da Cleonice Morcaldi, con la risposta scritta di Padre Pio. Alcuni di questi brevi dialoghi scritti ci aiutano a intravedere i sentimenti più intimi del Padre stigmatizzato durante la celebrazione della Santa Messa:
   Tra gli innumerevoli carismi, quello della lacrimazione è certamente quello che, a prima vista, sembra appartenere all'ordinario. In realtà, come ci insegnano anche i Maestri della mistica, esso appartiene ai doni dello Spirito. Padre Leone, condiscepolo di Padre Pio durante gli anni 1903-1908, ci da questa testimonianza relativi agli anni trascorsi insieme nello studentato:"Pregando, Padre Pio piangeva sempre, in silenzio e così abbondantemente che le sue lacrime lasciavano le tracce sulle lastre di pietra del coro. Noialtri giovani ci burlavamo di lui. Allora egli prese l'abitudine di stender per terra, davanti a sé, il suo grande fazzoletto quando s'inginocchiava per pregare. Dopo la preghiera, egli riprendeva il fazzoletto che era tutto bagnato. Si sarebbe potuto strizzarlo! " (Maria Winowska, Il Vero Volto di Padre Pio, Ed. Paoline, pag. 134-135).
   In realtà oltre ad essere un carisma dello Spirito, quello delle lacrime è anche la naturale conseguenza della straordinaria dimensione di fede di Padre Pio. Egli piange perché tocca con mano la miseria umana, ma soprattutto perché avverte, nella sua esperienza mistica, la sublimità, la grandezza, i palpiti del cuore di un Dio misericordioso e infinitamente buono ed amoroso. Non si può negare che, se da una parte egli vive una vita immersa nel mare infinito dell'abbraccio di Dio, dall'altra le pene fisiche, morali, e spirituali, gli pesano, come macigni, per tutta la sua esistenza. Sono lacrime che rendono manifesta la sua straordinaria sensibilità umana, il suo cuore innocente di fronte alla croce, alla malattia, alle incomprensioni. Perché anche Padre Pio, nonostante la sua invitta fortezza, spesso patisce indicibilmente fino a piangere. C'è un episodio degli anni 1930-33, che dimostra come, nonostante l'apparente imperturbabilità di fronte al male ricevuto, soffra profondamente nel suo cuore. Questo fatto è connesso con l'arrivo nel convento di S.Giovanni Rotondo di una serie di divieti impartiti dal Sant'Ufficio. Si nega il carattere soprannaturale delle stigmate e si chiede il suo trasferimento in un altro convento, ordinando l'interruzione di ogni corrispondenza del Padre con i figli spirituali. In più è fatto divieto a Padre Pio di celebrare la Messa in pubblico. D'ora in poi deve celebrare nella cappella interna del convento, senza alcuna partecipazione di popolo. Il testo di queste disposizioni severe emanate dal Santo Ufficio arriva in convento con gli Analecta Capuccinorum, la rivista ufficiale dell'ordine, che ne ripropone la stesura in latino". (cfr. Yves Chiron, Padre Pio, una strada di misericordia, Ed. Paoline, pag. 176 ss.) Ma ascoltiamo la testimonianza di Emmanuele Brunatto, affezionato figlio spirituale di Padre Pio che, in questo periodo, vive nel convento di S. Giovanni Rotondo: "Il padre guardiano stava leggendo il decreto ai confratelli, che ne erano sbalorditi, quando sentì il passo di Padre Pio. Si preoccupò di spostare l'opuscolo, mettendolo su uno spigolo del tavolo, ma Padre Pio, subito dopo essere entrato, lo prese in mano e lo aprì proprio alla pagina che lo riguardava. Lesse il testo in silenzio, senza che un muscolo del suo viso tradisse la più piccola emozione. Dopo di che, fece finta di niente e portò la conversazione su un argomento completamente diverso. Quando arrivò il momento della siesta. si ritirò. Io gli andai dietro. Arrivato alla cella, andò a chiudere le imposte della finestra e si fermò qualche istante come per contemplare da lontano la pianura assolata di Foggia. Poi all'improvviso, si voltò scoppiando a piangere. Mi gettai ai suoi piedi e gli abbracciai le ginocchia: "Padre mio, lei sa quanto l'amiamo! Il nostro amore deve esserle di conforto". La risposta fu dura, quasi un rimprovero: "Ma non capisci, figlio mio, che non piango per me? Avrò meno lavoro e più meriti. Piango per tutte quelle anime che vengono private della mia testimonianza proprio da quelle persone che dovrebbero difenderla" (E. Brunatto, Padre Pio, A.I.D., Genève 1963, pp. 7-8. In Yves Chiron, Padre Pio, una strada di misericordia, Ed. Paoline, pag. 177 ).

Le tappe della Vita di Padre Pio da Pietrelcina 



AMDG et BVM
AVE MARIA PURISSIMA!

Nessun commento:

Posta un commento