10. Con questa seconda parte del vangelo concorda la seconda parte
dell’epistola: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro
sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere
nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi, per mezzo del
quale gridiamo: Abbà, Padre!” (Rm
8,14-15).
Lo spirito di Dio è l’umiltà, e quelli che sono guidati, cioè animati,
dall’umiltà, sono veramente “albero buono”, perché sono figli di Dio. Come la
radice sostiene e alimenta l’albero; così l’umiltà sostiene e alimenta
l’anima. Lo spirito di umiltà è dolce più del miele, e chi è alimentato dal
miele produce frutti dolci.
“Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi”, che vi costringa di
nuovo, come nel tempo della Legge, a servire Dio forzatamente, per timore del
castigo. L’albero cattivo riceve non lo spirito di adozione, con i figli, ma
quello della schiavitù, con gli schiavi, i quali non restano per sempre nella
casa (cf. Gv 8,35), ma
saranno tagliati e gettati nel fuoco inestinguibile.
Si ha l’adozione quando viene adottato qualcuno al posto di un figlio.
Perciò il figlio adottivo, accolto cioè al posto del figlio (vero) Gesù Cristo
– che sempre sia benedetto –, da un albero sterile, dopo avervi innestato il
germoglio della fede, ottenne un albero buono e fruttifero; e dei figli
dell’ira fa ogni giorno figli della grazia, perché con la contrizione del cuore
e la confessione della bocca gridino ogni giorno: “Abbà, Padre”. Abbà è
un termine siriaco ed ebraico, che in lat. significa Pater, Padre.
E questo doppio nome di paternità sta ad indicare la duplice misericordia della
benevolenza paterna. Infatti il penitente, accolto al posto del figlio, è
autorizzato a sperare sia nella remissione dei peccati che nella beatitudine
della gloria.
Ti preghiamo dunque, Abbà, Padre, di renderci alberi buoni, di farci
produrre frutti degni di penitenza, affinché radicati e fondati nella radice
dell’umiltà e liberati dal fuoco eterno, meritiamo di poter cogliere il frutto
dell’eterna vita. Accordacelo tu che sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
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