sabato 19 settembre 2020

TEOFANE IL RECLUSO


 

DIARIO DELLA PREGHIERA


Il testo "Varie ispirazioni durante la preghiera" fa parte delle "Lettere" in quanto è uno scritto inviato a un figlio spirituale per dargli un esempio di come dovrebbe scrivere il suo diario della vita spirituale. 

L'autore è Teofane stesso anche se usa la figura retorica di "un uomo". Sotto forma di annotazioni di diario della preghiera, Teofane imitando lo stile delle Centurie dei Padri della Filocalia offre il riassunto della sua antropologia e teologia delle "cose da credere" e da meditare. 

In 162 piccoli paragrafi, ripercorre le tematiche principali della vita spirituale: esortazione al combattimento spirituale, alla purificazione, al ricordo costante di Dio, indicazioni per il discernimento degli spiriti, eccetera. 
Le immagini sono particolarmente significative: il cuore come una spugna, le passioni come l'umidità sulla legna che le impedisce di accendersi all'amore di Dio. 
Vi ho Scritto parecchie volte di annotare su un quaderno speciale i pensieri che vi vengono durante la preghiera o anche al di fuori di essa; tali pensieri sono brevi, vengono ma non se ne allontanano presto, occupano la mente e il cuore e con la loro immagine fanno bene all'anima. 
Per Stimolarvi a questa diligente occupazione e per darvi un esempio, vi invio un quaderno nel quale, a suo tempo, un uomo scriveva simili pensieri. Guardate come si fa e fate altrettanto!

Prima Parte

Seconda Parte

Terza Parte

Quarta Parte


TEOFANE IL RECLUSO

Nato nel villaggio di Cernavsk, Oblast' di Orël, nella famiglia di un sacerdote locale, fu educato nei seminari di Livny, Orël e Kiev, dove ebbe occasione di visitare numerose volte il Pecerska Lavra. Nel 1841, mentre era ancora studente, prese gli ordini monacali e cambiò il proprio nome in quello di Teofane. Successivamente diventò ieromonaco e iniziò la propria carriera di insegnante, inizialmente nella scuola teologica di Kiev, quindi nel seminario di Velikij Novgorod ed infine nella prestigiosa Accademia Teologica di San Pietroburgo. Dopo essersi recato a Gerusalemme e a Costantinopoli, dove svolse il compito di ambasciatore della Chiesa ortodossa russa, nel 1859 fu nominato vescovo di Tambov e, successivamente, di Vladimir, carica che ricoprì fino al 1866, anno in cui decise di dedicarsi interamente alla stesura di opere letterarie in una cella del monastero di Vjša. Nel 1872 decise inoltre di isolarsi dal mondo, rimanendo permanentemente nella propria cella, senza seguire neppure le funzioni liturgiche con gli altri monaci. Morì nel 1894 dopo una breve malattia.

È conosciuto specialmente come autore di opere letterarie riguardanti la vita spirituale, specialmente aventi ad oggetto il come educare la gioventù alla fede. Ebbe anche un ruolo di primo piano nella traduzione della Philokalia dallo Slavo ecclesiastico al Russo. Quest'ultima è un'importante opera concernente la spiritualità ortodossa, ed è composta da testi scelti di padri della Chiesa russa che scrissero nel XVII e nel XVIII secolo. Un tema persistente è l'evoluzione della vita interiore posta in essere attraverso continue preghiere, la cosiddetta "preghiera incessante" descritta da San Paolo nella sua Prima lettera ai Tessalonicesi.

Nascita 1815 - Morte 1894 - Venerato da Chiesa ortodossa russa - Canonizzazione 1988 - Ricorrenza 10 gennaio

AMDG et DVM

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