sabato 28 marzo 2020

UN TENTATIVO DI FARLO RE

7. Vorrei che, quando pensate a Maria, meditaste questa sua agonia durata trentatré anni e culminata ai piedi della Croce. Ella l'ha sofferta per voi.

7.1 Entusiasmi pericolosi per Gesù: un tentativo di farlo re.
Nel capitolo precedente abbiamo dunque fatto un grande balzo nel tempo – dal fidanzamento di lei Maria quindicenne con Giuseppe al Tempio, alla nascita di Gesù, lei circa diciassettenne, fino al distacco di Maria quarantasettenne da Gesù per l’inizio della sua missione pubblica. Ma Maria, che ha già tanto sofferto, dovrà soffrire ancora molto di più.

Ora siamo infatti già nel pieno del terzo anno della missione. E’ passata la Pentecoste, che ricorre cinquanta giorni dopo la Pasqua e dunque – alla latitudine in cui si trova Israele – siamo già in estate.
Assistiamo a questo punto, nell’Opera valtortiana, ad un altro momento di incontro ed intimità fra Gesù e sua Mamma.

Mancano ancora circa nove mesi alla Passione finale dell’anno successivo e Gesù è in viaggio con il gruppo apostolico, diretto verso Cafarnao, la sua ‘base’ sul lago di Tiberiade.
La predicazione del Regno dà soddisfazioni ma anche tante amarezze quando viene respinta.
Con il gruppo vi sono questa volta anche delle discepole e fra di esse vi è Maria.

Gli apostoli erano soliti dormire o in case ospitali - che li accoglievano lungo i percorsi della loro predicazione, quando avevano la fortuna di trovarne - o all’aperto, stesi sull’erba, avvolti nei loro larghi mantelli.
In questa circostanza trovano cammin facendo una grotta, circondata da un bel prato.
Il clima è mite, le donne potranno dormire al riparo nella grotta e gli uomini…all’aperto.
All’alba Gesù si sveglia, scavalca ed evita i corpi degli apostoli ancora addormentati e si allontana nella radura in cerca d’acqua…:1

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….
Gesù cerca dell'acqua. Ma non ne trova. Si rassegna a tornare verso gli apostoli, ma gli uccelli gli insegnano dove trovarla. A frotte scendono verso dei larghissimi fiori a calice, i quali sono altrettante piccole coppe contenenti acqua, oppure si posano su foglie larghe, pelose, che ad ogni pelo hanno rattenuto una stilla di guazza, e là si dissetano o fanno le loro abluzioni.
Gesù li imita. Raccoglie nel cavo delle mani l'acqua dei calici e se ne rinfresca il volto, coglie le larghe foglie pelose e con esse si leva la polvere dai piedi scalzi, si netta i sandali, se li allaccia, con altre si lava le mani finché le vede monde e sorride mormorando: «Le divine perfezioni del Creatore!».
Ora è rinfrescato, ordinato, perché con la mano umida si è ravviato anche i capelli e la barba e, mentre il primo raggio di sole fa del prato una stuoia diamantata, va a destare gli apostoli e le donne.
Le une e gli altri stentano a destarsi, stanchi come sono. Ma Maria è desta, tenuta immobile soltanto dal bambino che le dorme avviticchiato al petto, con la testolina sotto il mento di Maria. E la Madre, vedendo apparire sulla soglia dell'antro il suo Gesù, gli sorride coi suoi dolci occhi celesti, colorandosi di rosa per la gioia di vederlo. E si libera del bambino, che frigna un poco nel sentirsi mosso, e si rizza e va da Gesù col suo tacito passo lievemente ondeggiante di colomba pudica.
«Dio ti benedica, Figlio mio, in questo giorno».
«Dio sia con te, Mamma. Ti è stata rigida la notte?».
«Affatto. Anzi, ben felice. Mi pareva di aver Te piccino fra le braccia... E ho sognato che come un fiume d'oro ti uscisse dalla bocca, suonando un suono di una dolcezza che non si dice, e una voce dicesse, ... oh! che voce!, "Questa è la Parola che arricchisce il mondo e dà beatitudine a chi l'ascolta e l'obbedisce. Senza limite nella potenza, nel tempo e nello spazio, Essa salverà".
Oh! Figlio mio! E sei Tu, la mia Creatura, questa Parola! Come farò a viver tanto e a fare tanto da poter ringraziare l'Eterno di avermi fatta Madre tua?».
«Non ti metter pensiero di ciò, Mamma. Ogni battito del tuo cuore appaga Dio. Tu sei la vivente lode a Dio, e sempre lo sarai, Mamma. Tu lo ringrazi da quando sei ... ».
«Non mi pare di farlo a sufficienza, Gesù. E così grande! Così grande ciò che Dio mi ha fatto! Che faccio io, infine, di più di quello che facciano tutte quelle buone che sono come Me tue discepole? Diglielo Tu, Figlio mio, al Padre nostro che mi dia modo di ringraziarlo come il dono merita».
«Madre mia! E credi che il Padre abbia bisogno che Io chieda questo per te? Egli ti ha già preparato il sacrificio che tu dovrai consumare per questa lode perfetta. E perfetta sarai quando lo avrai compiuto ...».
«Gesù mio!... Comprendo ciò che vuoi dire... Ma sarò capace di pensare in quell'ora?... La tua povera Mamma ... ».

«La beata Sposa dell'Amore eterno! Mamma, questo sei. E l'Amore penserà in te».

«Tu lo dici, Figlio, e io mi riposo sulla tua parola. Ma Tu prega per me, in quell'ora che nessuno di questi capisce... e che è già imminente... Non è vero? Non è forse vero?».

Dire l'espressione del volto di Maria mentre ha questo dialogo è impossibile. Non c'è scrittore che possa tradurla in parola senza sciuparla con sdolcinature o tinte indecise. Solo chi ha cuore, e cuore buono, pur essendo cuore virile, può dare mentalmente al volto di Maria l'espressione reale che ha in questo momento.

Gesù la guarda... Altra espressione intraducibile in povera parola. 
E le risponde: «E tu prega per Me nell'ora della morte... Sì. Nessuno di questi capisce... Non è colpa loro. E’ Satana che crea i fumi perché non vedano, e siano come ebbri e non intendano, e perciò impreparati... e più facili ad essere piegati...
Ma Io e te li salveremo nonostante l'insidia di Satana.
Sin da ora te li affido, Madre mia. Ricordati queste mie parole: te li affido.
Ti do la mia eredità.
Non ho nulla sulla terra fuorché una Madre, e questa l'offro a DioOstia con l'Ostiae la mia Chiesa, e questa l'affido a te.
Siile Nutrice. Poco fa pensavo in quanti, nei secoli, sarà rivivente l'uomo di Keriot con tutte le sue tare. E pensavo che uno che non fosse Gesù lo respingerebbe, questo essere tarato. Ma Io non lo respingerò. Sono Gesù.
Tu, nel tempo che resterai sulla terra, seconda a Pietro come gerarchia ecclesiastica, egli capo e tu fedeleprima a tutti come Madre della Chiesa avendo partorito Me, Capo di questo Corpo mistico, tu non respingere i molti Giuda, ma soccorri e insegna a Pietro, ai fratelli, a Giovanni, Giacomo, Simone, Filippo, Bartolomeo, Andrea, Toma e Matteo a non respingere e a soccorrere.
Difendimi nei miei seguaci, e difendimi contro coloro che vorranno disperdere e smembrare la nascente Chiesa.
E nei secoli, o Madre, sempre tu sii Colei che intercede e protegge, difende, aiuta la mia Chiesa, i miei sacerdoti, i miei fedeli, dal Male e dal Castigo, da loro stessi...
Quanti Giuda, o Madre, nei secoli! E quanti simili a deficienti che non sanno capire, o a ciechi e sordi che non sanno vedere e udire, o a storpi e paralitici che non sanno venire...
Madre, tutti sotto il tuo manto! 
Tu sola puoi e potrai mutare i decreti di castigo dell'Eterno per uno o per molti. Perché nulla la Triade potrà mai negare al suo Fiore».

«Così farò, Figlio. Per quanto sta in me, va' in pace alla tua mèta. La tua Mamma è qui per difendere Te nella tua Chiesa, sempre».

«Dio ti benedica, Mamma. Vieni! Ti coglierò dei calici di fiori pieni di rugiada profumata e te ne rinfrescherai il volto come ho fatto Io. Ce li ha preparati il Padre nostro Ss., e gli uccelli me li hanno indicati. Guarda come tutto serve nella ordinata Creazione di Dio! Questo pianoro sopraelevato e prossimo al lago, così fertile per le nebbie che salgono dal mar galileo e per le alte piante che attirano le rugiade, permettendo questo rigoglio di erbe e fiori, anche fra l'arsione dell'estate. Questo piovere abbondante di rugiade per empire questi calici perché i suoi figli diletti possano lavarsi il volto... Ecco quanto il Padre ha predisposto per chi lo ama. Tieni. Acqua di Dio, in calici di Dio, per rinfrescare l'Eva del nuovo Paradiso».

E Gesù coglie questi larghissimi fiori, non so come si chiamano, e versa nelle mani di Maria l'acqua raccolta nel fondo...
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Gesù incontrava difficoltà nella missione ma a volte anche entusiasmi pericolosi.
E’ di questo periodo – nell’opera valtortiana – un episodio visto dalla mistica in una splendida visione ma che l’evangelista Giovanni racchiude in due righe: un tentativo di alcuni uomini potenti che – attirato Gesù in una riunione segreta in una casa di campagna – cercano di convincerlo a farsi ‘ungere’ ed eleggere Re.2

Gesù aveva fatto i due miracoli della moltiplicazione dei pani per parecchie migliaia di persone e quegli uomini – alcuni in buona fede altri meno ma che ragionavano tutti ‘umanamente’ – avevano concluso che chi era capace di fare miracoli così strepitosi doveva essere per forza il Messia e doveva anche essere capace di liberare Israele da Roma dando inizio al Regno di Israele in terra.
Gesù parteciperà da solo  - cioè senza la presenza degli apostoli – a quella riunione e terrà uno stupendo discorso, spiegando ai presenti – fra i quali vi erano anche delle spie infiltrate dal Tempio nella speranza che Gesù accettando la proposta si compromettesse di fronte a Roma - che il Regno del Messia non è un regno di questo mondo come Israele lo aveva sempre inteso, ma un Regno spirituale che – in quanto spirituale – durerà in eterno.
Gesù – che legge nei cuori – svelerà ai presenti le interne non giuste passioni di gloria terrena che li muovono, compreso il tentativo di alcuni di compromettere lui e gli altri facendo la spia al Tempio e a Roma.

Scoppierà fra di essi una lite furibonda mentre Gesù – vedendo tanta cecità di fronte alla sua predicazione spirituale - fuggirà deluso e soprattutto addolorato.
Egli si ritirerà su un promontorio isolato seguito a distanza dal suo Giovanni che non si era fidato di lasciarlo andare da solo e, per prudenza, lo aveva pedinato e spiato in segreto rimanendo nascosto all’esterno della casa.

Giovanni lo raggiungerà e lo troverà piangente ed allora Gesù gli narrerà quanto gli era successo dicendogli di tenere il segreto su quell’episodio, salvo raccontarlo quando vi sarebbe stato chi avrebbe voluto considerare Gesù alla stregua di un ‘capopopolo’.

Gesù dirà infatti a Giovanni:3
«Non lo dirai altro che quando gli uomini vorranno mostrarmi come un comune capopopolo. Un giorno questo verrà. Tu ci sarai. E dirai: ‘Egli non fu re di questa terra perché non volle. Perché il suo Regno non era di questo mondo. Egli era il Figlio di Dio, il Verbo incarnato, e non poteva accettare ciò che è terreno. Volle venire nel mondo e vestire una carne per redimere le carni e le anime e il mondo, ma non soggiacque alle pompe del mondo e ai fomiti del peccato, e nulla di carnale e mondano fu in Lui. La Luce non si fasciò di Tenebre, l’Infinito non accolse cose finite, ma delle creature, limitate per la carne e il peccato, fece delle creature che più gli fossero uguali, portando i credenti in Lui alla regalità vera e instaurando il suo Regno nei cuori, avanti di instaurarlo nei Cieli, dove sarà completo ed eterno con tutti i salvati”.

Questo tu dirai, Giovanni, a chi mi vorrà tutto uomo, a chi mi vorrà tutto spirito, a chi negherà che io abbia subito tentazione….e dolore. Dirai agli uomini che il Redentore ha pianto…e che essi, gli uomini, sono stati redenti anche dal mio pianto…».
Sono parole bellissime che rieccheggiano le celebri note ‘musicali’ del Prologo del Vangelo che  l’apostolo Giovanni scriverà in tarda età.
Spinto ad una riflessione da queste ultime parole di Gesù a Giovanni – devo però aprire a questo punto una piccola parentesi.
Dal Vangelo di Giovanni emergono situazioni dalle quali si manifesta grandiosa la spiritualità e la divinità di Gesù, insieme agli alti contenuti dottrinari che l‘evangelista fa risaltare negli episodi che racconta.4

Gli episodi dei tre Vangeli ‘sinottici’ di Matteo, Marco e Luca, riflettono invece di più l’umanità di Gesù  - non il Dio-Uomo di Giovanni quanto invece l’Uomo-Dio - ma non perché in questi episodi si manifestasse un altro Gesù  quanto perché i tre evangelisti ne hanno colto principalmente gli aspetti in un certo senso più umani.
In realtà Gesù fu Uomo e Dio contemporaneamente, dove il Verbo che era in Lui decideva di manifestarsi esteriormente di più o di meno a seconda del momento e delle esigenze della missione, e dove peraltro il coglierne un aspetto più che un altro dipendeva in sostanza anche dalla ‘sensibilità’ dell’evangelista.
In ogni caso solo Matteo e Giovanni – in quanto apostoli - furono ‘testimoni diretti’.
Marco e Luca dovettero invece basarsi su racconti altrui, se non addirittura sulla  stessa struttura narrativa del testo precedente di Matteo, per cui tutti e tre hanno finito per essere definiti ‘sinottici’.
Ora voi noterete che il Gesù che emerge da questo mio libro di commento è un Gesù ‘poco Dio’ e ‘molto uomo’, non perché la mia indubbia ‘umanità’ e la mia mancanza di ‘sensibilità’, nel caso specifico, mi impediscano di cogliere – nel complesso del racconto valtortiano – il Gesù-Dio, quanto perché questo è il Gesù sofferente dei colloqui intimi con la sua Mamma, il Gesù che soffre moralmente  e umanamente – cioè come figlio e come uomo – la sua Passione fra l’incomprensione del ‘mondo’ e degli stessi apostoli.

Durante i discorsi degli ultimi giorni a Gerusalemme – quelli della ‘settimana santa’ del Vangelo di Giovanni – risentiremo il ‘Dio’ nella sua potenza, per rivederlo invece ‘Uomo’ nella sua Passione.
Lo ritroveremo Dio-Uomo anche nel colloquio che avrà con la Madre nel momento del suo ‘addio’, immediatamente prima dell’inizio dell’Ultima Cena, nonché in quello in cui – con il suo Corpo glorificato - si materializzerà splendente e maestoso davanti alla Madre chiusa in preghiera nella sua stanza all’alba della Domenica di Resurrezione.
Lo ritroveremo invece Dio potente, con linguaggio potente, nelle visioni valtortiane della sua Resurrezione ed in quelle successive, per ‘esplodere’ infine nella visione della sua Ascensione al Cielo.5

Ma
per ritornare all’episodio della fuga dal convito ed al colloquio fra Gesù ed il suo apostolo preferito, Giovanni terrà il segreto, ma la notizia di quella riunione trapelerà  comunque, finendo per giungere alle orecchie di molti e perfino di Giuseppe e Simone, cugini di Gesù.
Essi lo verranno a sapere da alcuni personaggi che vi avevano partecipato e che, irati a causa di quel rifiuto da parte di Gesù, avevano cercato di indurre con le cattive maniere loro, in quanto parenti stretti, a convincere a loro volta Gesù.


AMDG et DVM

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