Maria Gaetana Agnesi, la più celebre matematica voleva diventare monaca
L’errata percezione che molti hanno della condizione della donna nella Chiesa cattolica è negata dall’esistenza di tante illustri pensatrici, protagoniste della storia e testimoni della fede cattolica, come Ildegarda di Bingen, Giovanna d’Arco, Caterina da Siena, Teresa d’Avila ecc. Una di queste è la protagonista dell’articolo che segue.
Maria Gaetana Agnesi, nata a Milano il 16 maggio 1718 come terza dei ventuno figli di Pietro Agnesi Mariani e Anna Fortunata Brivio, era destinata a lasciare un segno. Sin da piccola mostrò di possedere straordinaria intelligenza e particolare propensione per le lingue straniere. Il padre Pietro, professore di Matematica all’Università di Bologna, aveva deciso, come da tradizione, di far istruire il primo figlio maschio, e allo stesso modo riconobbe e incoraggiò le doti della terzogenita, provvedendo alla sua istruzione con illustri precettori. Questa saggia decisione plasmò la mente di Maria Gaetana, che divenne una delle menti più illustri del suo tempo.
Passata dagli studi di lingue ed eloquenza a quelli, ancor più difficili, di filosofia e matematica, l’Agnesi divenne una dei matematici più grandi mai vissuti sino ad allora, tanto da ricevere benedizioni da Papa Benedetto XIV (pontefice magnanimo e lungimirante stimato persino dagli Illuministi, Voltaire in particolare), doni da Maria Teresa d’Austria e un sonetto da Goldoni. La Curva Agnesi che i matematici conoscono? Nasce da lei. Già studiata da Pierre de Fermat nel 1666 e Guido Grandi nel 1703, Maria Gaetana la perfezionò nel 1748. Non le diede il proprio nome, ma la chiamò “versiera”, venendo letta dall’inglese John Colson come Adversiera e tradotta con Witch, “strega”. Così, per questa errata interpretazione, la Curva Agnesi, altresì chiamata Versiera, è conosciuta dagli anglosassoni come Witch of Agnesi, la Strega di Agnesi.
L’Agnesi seguì la carriera che le indicava il padre, e che in effetti dava e avrebbe dato frutti abbondanti, eppure, in cuor suo, faceva tutto ciò solo per obbedire al genitore. Il suo reale desiderio era farsi monaca. Acconsentì alla visione del genitore solo dopo aver ottenuto, in cambio, di non dover partecipare a tutta quella vita mondana che la reclamava (Casa Agnesi era un salotto culturale prestigiosissimo di quel tempo) e di poter andare in Chiesa tutte le volte che voleva (altra Casa che la reclamava, ma questa sì gradita al suo cuore). Nel 1750 il padre si ammalò e lei lo sostituì alla cattedra bolognese.
Nel 1752, dopo quasi tre anni, alla morte di Pietro, Benedetto XIV le offrì di ricoprire ufficialmente la cattedra, accettando la richiesta nata dall’Università stessa. L’Agnesi aveva 34 anni, ed era un’occasione unica per una carriera prestigiosa. Irripetibile, per una donna. Un’occasione così l’ebbe anche la fisica e filosofa Laura Bassi, sempre grazie a Papa Lambertini. Maria Gaetana però rifiutò: essendo morto il padre, non era più tenuta a obbedirgli. Si ritirò completamente dalla vita pubblica per dedicarsi a opere di carità come la cura dei poveri e dei malati, agli studi privati compreso quello delle Sacre Scritture, e all’istruzione di fratelli, sorelle e domestici di casa. Maria Gaetana rese Casa Agnesi un rifugio per le inferme, lei stessa divenne serva e infermiera: aprì un piccolo ospedale, andò a vivere con le malate e, per far fronte alle spese, dopo aver venduto tutti i suoi averi, si rivolse a conoscenti, autorità e Opere Pie.
Finché, grazie a una donazione del principe don Antonio Tolomeo Trivulzi, istituì a Milano il Pio Albergo Trivulzio, di cui divenne la direttrice. Ormai aveva abbandonato gli studi scientifici per dedicarsi, in questa sua seconda vita, a quelli religiosi. Pur senza titoli accademici, era una vera e propria teologa, e il cardinale Giuseppe Pozzobonelli addirittura si rivolse a lei per un consulto. Chi invece voleva da lei pareri scientifici data la sua preparazione eccelsa, incontrava un netto rifiuto: Maria Gaetana aveva le sue “serie occupazioni”. Morì il 9 gennaio 1799 in odore di santità, “giovinetta e ottuagenaria”, continuando a lavorare per povere e inferme al Trivulzio. A Montevecchia, nella Villa Agnesi Arbertoni dove visse, dal 1895 la ricorda una lapide commemorativa, che dà «lustro al nome di lei, all’Italia e gloria cristiana».
Una personalità straordinaria, un’esistenza trascorsa sul filo doppio della fede e della scienza, due vite in una, l’Agnesi matematica eccelsa e la Maria Gaetana santa donna dalle opere buone, segno dei tempi così incredibilmente attuale e così straordinariamente anticipatore, ponte tra epoche diverse, e porta aperta su una prospettiva, quella della fede cristiana, che non smette mai d’avere tanto da dirci.
Claudio Gnoffo
(il nome di Maria Gaetana Agnesi è inserito nel nostro elenco di scienziati cattolici)
(il nome di Maria Gaetana Agnesi è inserito nel nostro elenco di scienziati cattolici)
27 Aprile 2016
Nessun commento:
Posta un commento