martedì 17 settembre 2019

Un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della santa Croce...

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LE SACRE STIMMATE

Lezione I
Il servitore e ministro veramente fedele di Cristo, Francesco, due anni prima di rendere lo spirito al cielo incomincio`
un digiuno di quaranta giorni in onore dell’arcangelo Michele, nel segreto di un luogo eccelso.
Inondato dall’alto dalla dolcezza celeste della contemplazione, con maggior abbondanza del solito e acceso da una piu`
ardente fiamma di celesti desideri, incomincio` a sentire con
maggior profusione i doni delle divine elargizioni. [LM 13,1]
L’ardore serafico del desiderio, dunque, lo sopraelevava in
Dio e un tenero sentimento di compassione lo trasformava in
colui al quale piacque, per eccesso di carita`, di essere crocifisso. Un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della santa Croce, mentre pregava sul fianco del monte, vide come la figura di un Serafino, con sei ali tanto luminose quanto
infocate, discendere dalle sublimita` dei cieli: esso, con rapidissimo volo, giunse, tenendosi librato nell’aria, vicino all’uomo
di Dio, e allora apparve non soltanto alato, ma anche crocifisso. Aveva le mani e i piedi stesi e confitti sulla croce e le ali
disposte, da una parte e dall’altra, in cosı` meravigliosa maniera che due ne drizzava sopra il capo, due le stendeva per volare e con le due rimanenti avvolgeva e velava tutto il corpo.
[LM 13,3]

Lezione II
Cio` vedendo, stupı` fortemente e sentı` riversarsi nell’anima
gaudio e dolore: provava in se´ un eccesso di letizia all’aspetto
gentile di Cristo, che gli si mostrava in forma cosı` meravigliosa
e pur cosı` familiare, ma la cruda visione dell’affissione alla croce trapassava la sua anima con la spada dolorosa della
compassione.
Ammaestrato interiormente da colui che gli si mostrava
anche esteriormente, comprese che, certo, l’infermita` della
passione non si addice in alcuna maniera alla natura immortale e spirituale del Serafino; ma che, tuttavia, tale visione era
stata offerta ai suoi sguardi per questo scopo: fargli conoscere
anticipatamente che lui, l’amico di Cristo, stava per essere trasformato tutto nel ritratto visibile di Cristo Gesu` crocifisso,
non mediante il martirio della carne, ma mediante l’incendio
dello spirito.
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cf. Mt 17,1
La visione, che scomparve dopo un colloquio arcano e familiare, lo infiammo` di ardore serafico nell’interno dell’anima
e impresse all’esterno, come un sigillo, sulla sua carne l’immagine perfettamente somigliante del Crocifisso: come se la potenza divina prima l’avesse fatto liquefare e poi vi avesse stampato il suo sigillo. [LM 13,3]

Lezione III
Subito nelle sue mani e nei piedi incominciarono ad apparire i segni dei chiodi: le loro capocchie si vedevano nella parte interna delle mani e nella parte superiore dei piedi e le punte emergevano dalla parte opposta.
E le capocchie dei chiodi, nelle mani e nei piedi, erano
rotonde e nere, mentre le punte erano allungate, piegate all’indietro e ribattute, e uscivano dalla carne stessa, sporgendo
sopra il resto della carne. [LM 13,3]
La ribattitura dei chiodi, sotto i piedi, era cosı` prominente
e sporgeva tanto all’infuori che non permetteva di appoggiare
liberamente la pianta del piede al suolo.
Inoltre si poteva facilmente far passare un dito dentro l’incurvatura arcuata delle punte stesse, come ho sentito dire io
stesso da coloro che avevano osservato con i propri occhi.
Il fianco destro, poi, era come trafitto da una lancia ed era
ricoperto da una cicatrice rossa, che spesso emetteva sacro
sangue e cospargeva abbondantemente la tonaca e le mutande. Tanto che quando poi i suoi compagni, a tempo opportuno, le lavavano, potevano constatare senza alcun dubbio che il
servitore di Cristo portava impressa visibilmente l’immagine
rassomigliante del Crocifisso anche nel costato, cosı` come nelle mani e nei piedi. [LM 13,3]

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Lezione IV
Vedeva, l’uomo pieno di Dio, che le stimmate impresse cosı`
palesemente nella carne non potevano restare nascoste ai
compagni piu` intimi; temeva, nondimeno, di mettere in pubblico il sacramento del Signore ed era combattuto da un grande dubbio: se dire quanto aveva visto oppure tacere. Spinto
finalmente dallo stimolo della coscienza, riferı` ad alcuni tra i
frati a lui piu` familiari, con molto timore, lo svolgimento della
visione che abbiamo raccontato. Colui che gli era apparso,
aggiunse, gli aveva detto alcune cose che egli non avrebbe
mai svelato a nessuno, finche´ era in vita. [LM 13,4]

 cf. Gn 41,38
cf. Tb 12,7

Dopo che il verace amore di Cristo ebbe trasformato l’amante nell’immagine perfetta dell’Amato, si compı` il numero
dei quaranta giorni, che egli aveva stabilito di trascorrere su
quel monte di solitudine, e sopravvenne anche la solennita`
dell’arcangelo Michele. L’uomo angelico, Francesco, scese
dal monte: e portava con se´ l’effigie del Crocifisso, non raffigurata su tavole di pietra o di legno dalla mano di un artefice,
ma disegnata nelle membra della carne dal dito del Dio vivo.
[LM 13,5]
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Lezione V
L’uomo santo e umile si sforzava con ogni diligenza di nascondere quei sacri contrassegni; piacque tuttavia al Signore, a
propria gloria, mostrare per mezzo di essi alcune evidenti meraviglie, affinche´ la potenza occulta di essi si rivelasse palesemente per chiari segni ed egli risplendesse come astro fulgentissimo fra le dense tenebre e la caligine del mondo. [LM 13,5]
Ad esempio, nel territorio intorno al predetto monte della
Verna, prima che il santo vi avesse soggiornato, di solito una
violenta tempesta, provocata da una nube fosca che si alzava
dalla montagna stessa, distruggeva i frutti della terra. Ma dopo quella beata apparizione, non senza ammirazione e gioia
degli abitanti, la grandine consueta scomparve: anche l’aspetto stesso del cielo, divenuto sereno in maniera inusitata, dichiarava cosı` l’eccellenza di quella visione celeste e la potenza
delle stimmate, che proprio la` erano state impresse. [LM 13,7]

AMDG et DVM

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