Gli Atti di san Cipriano.
Cipriano era mago, ci dicono gli Atti. Entrato in relazione con il demonio, gli aveva chiesto di sedurre una giovane figliuola, Giustina, perché consentisse a sposare uno dei suoi clienti. Satana non vi riuscì e, avendone Cipriano chiesto il perché, confessò che la giovane lo aveva messo in fuga con un segno di croce. Tale confessione convertì Cipriano, che, nella sua Confessione ebbe cura di far vedere come Satana, tanto temuto, ha di fatto molto poco potere sopra un'anima che confida nella croce del Salvatore.
Se certi storici non accettano né gli Atti, né la Confessione di Cipriano, noi possiamo tuttavia raccogliere l'insegnamento che dai due documenti ci è dato a riguardo del demonio. Forse la lezione è oggi più che mai opportuna, perché molti si sforzano di far dimenticare il demonio, mentre vi è tutto un ritorno di fattucchieria, magia e satanismo e si nega l'inferno, come cosa contraria all'infinita bontà di Dio.
Satana.
Negare il demonio non è possibile, perché le sante Scritture dimostrano dappertutto la sua esistenza e la sua azione e per combatterlo bene, smascherarlo e vincerlo è necessario conoscerlo: ciò è vittoria di Dio e nello stesso tempo anche nostra vittoria.
Sua forza e sua debolezza.
Nella Sacra Scrittura vediamo che Satana, forte, potente, temibile per sua natura, è costantemente vinto dai deboli e disarmati, posto che essi confidino in Dio. Si vede inoltre chiaramente che Dio si compiace di abbattere il suo orgoglio con gli strumenti più deboli, per umiliarlo di più.
La lotta è voluta da Dio, che desidera questa gloria, la quale ha per lui un sapore particolarmente gradito. Disprezzando totalmente questo mostro, lo Spirito Santo ne svela la natura pericolosa, assicurandoci che sulla terra nessuna forza gli può essere paragonata, ma tale potenza ha dei limiti e l'anima nostra è un santuario che la volontà può custodire e nulla può penetrare con la violenza.
Il padre della menzogna non può agire sulla parte superiore dell'anima nostra direttamente: ha bisogno del chiasso per potervi operare. Le tentazioni che egli produce toccano soltanto la parte sensibile del nostro essere, che egli cerca vigliaccamente di sfruttare, per turbare intelligenza e volontà.
Le nostre armi.
È di importanza capitale che la rottura tra noi e Satana sia decisa e che l'anima gli sia irriducibile nemica. Non c'è qui possibilità di conciliazioni: o vincere o diventar vittima del nemico, che Dio chiama omicida.
Vigilanza e preghiera sono le armi preventive, che non permettono alla tentazione di raggiungerci. Se essa, con l'aiuto del nostro torpore si insinua, quando l'avvertiamo è già quasi padrona del campo.
La vigilanza è per l'anima una sentinella, che l'avverte del pericolo e la preghiera ci tiene vicini a Dio, che è un muro di difesa inespugnabile. Nulla al mondo ha la forza di strapparci a Dio: questa verità, certa e consolante, non si ripete mai abbastanza. La forza del nemico sta solo nella nostra complicità e se prontamente ci copriamo con lo scudo della fede, siamo sempre invulnerabili
(M.me C. Bruyère: La vie spirituelle et l'Oraison, c. XIII).
Molto interessante/Tesi di laurea:
AMDG et DVM
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