domenica 30 giugno 2019

MAGNIFICAT (4)







Spiegazione del secondo versetto:


<<Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo>>
Queste Divine Parole pronunciate dalla sacra bocca della Madre del Salvatore, ci mostrano la gioia ineffabile e incomprensibile di cui il suo Cuore, il suo spirito e la sua anima, con tutte le sue facoltà, sono stati ricol­mi e santamente inebriati nel momento dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Lei e mentre l’ha portato nelle sue viscere benedette, ed anche durante tutto il resto della sua vita, secondo sant’Alberto Magno e qualche altro Dottore. 

Tale gioia è stata così grande, specialmente nel momento dell’Incamazione che, poiché la sua anima santa è stata separata dal suo corpo nell’ultimo istante della sua vita, per la veemenza del suo amore verso Dio e per l’abbondanza della gioia che aveva di vedersi sul punto di andare con il Fi­glio suo in Cielo, Elia sarebbe altresì morta di gioia alla vista delle bontà inenarrabili di Dio nei suoi riguardi e nei riguardi di tutto il genere umano, se non fosse stata conservata in vita per miracolo. 

Se la storia, infatti, ci fa cre­dere che la gioia ha fatto morire molte persone, in vista di qualche vantaggio temporale che era loro capitato, è a maggior ragione credibile che anche questa Divina Vergine ne sarebbe morta, se non fosse stata sostenuta dalla virtù del divin Bambino che Ella portava nelle sue viscere verginali, visto che Ella aveva i più grandi motivi di gioia che mai vi siano stati e che saran­no mai, ossia:

1) Ella si rallegrava in Dio, in Deo, ossia del fatto che questo Dio è in­finitamente potente, sapiente, buono, giusto e misericordioso e perché ha fatto splendere in maniera sì ammirabile la sua potenza, la sua bontà e tutti gli altri divini attributi nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione del mondo;

2) Ella si rallegrava in Dio suo Salvatore, perché è venuto in questo mondo, per salvarla e riscattarla primariamente e principalmente, preservan­dola dal peccato originale e ricolmandola delle sue grazie e dei suoi favori, con tanta pienezza, da renderla la Mediatrice e la Cooperatrice con Lui della salvezza di tutti gli uomini;

3) Il suo Cuore era ricolmo di gioia per il fatto che Dio l’ha guardata con gli occhi della sua benignità, ossia ha amato e approvato l’umiltà della sua serva, nella quale ha provato una gioia ed una contentezza singolarissi­me. «È qui - dice sant’Agostino - il motivo della gioia di Maria, perché Egli ha guardato l’umiltà della sua serva, come se Ella dicesse: “Mi rallegro della grazia che Dio mi ha fatto, perché è da Lui che ho ricevuto il motivo di questa gioia; ed io mi rallegro in Lui, perché amo questi doni per
suo amore”»;

4)    Ella si rallegrava delle grandi cose che l'Onnipotente Bontà ha opera­to in Lei, le quali sono le più grandi meraviglie che abbia mai fatto in tutti i secoli passati e che compirà in tutti i secoli futuri, come vedremo più avanti, nella spiegazione del quarto versetto;

5)     Ella si rallegrava non soltanto dei favori che ha ricevuto da Dio, ma anche delle grazie e delle misericordie che Egli ha riversato su tutti gli uo­mini disposti a riceverle;

6)    Ella si rallegrava non solamente della bontà di Dio nei riguardi di co­loro che non vi mettono affatto impedimento, ma anche degli effetti della sua giustizia sui superbi, che disprezzano le sue generosità.

* Oltre a ciò la Beata Vergine si rallegrava di una cosa particolarissima, degna della sua bontà incomparabile. È sant’Antonino a parlarne per primo ed io la riporto in questo contesto, affinché ci sproni ad amare e servire Co­lei che ha tanto amore per noi. 
Sant’Antonino, spiegando le parole: «Et exultavit spiritus meus», dice che bisogna intenderle come quelle che Gesù ha pronunciato sulla Croce: «Pater in manus tuas commendo spiritum meum: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito», ossia vi raccomando tutti co­loro che sono uniti a me per la fede e la carità. Colui che aderisce a Dio non è che un solo spirito con Lui: «Qui autem adhceret Domino, unus spiritus» [Cor. 6,17]
Similmente la Madre del Salvatore - è sempre sant’Antonino che parla -, essendo tutta rapita e come estasiata e trasportata in Dio, allorquando pro­nuncia queste parole: «Exultavit spiritus meus», vede in spirito la moltitudi­ne quasi innumerevole di coloro che avranno una devozione ed un affetto particolare per Lei e che saranno del numero dei predestinati, da cui Ella ri­ceve una gioia inconcepibile.

Stando così le cose, chi non si volgerà ad amare questa Madre tutta buona e tutta amabile, che ha tanto amore per coloro che l’amano, che li guarda ed ama come suo spirito, sua anima e suo Cuore? Ascoltiamo ciò che il beato Lansperge dice a ciascuno di noi, per spronarci a ciò [11] : 

«Vi esorto, mio caro figlio, ad amare la nostra Santissima Signora e la nostra Divina Pa­drona. 
Se desiderate, infatti, preservarvi da un’infinità di pericoli e di tenta­zioni di cui questa vita è piena, se desiderate trovare consolazione e non es­sere oppresso dalia tristezza nelle vostre avversità, se desiderate essere unito inseparabilmente al nostro Salvatore, abbiate una venerazione ed un affetto singolare verso la purissima, amabilissima, dolcissima, fedelissima, grazio­sissima e potentissima Madre. 
Se voi l’amate davvero, infatti, e se v’impegnate ad imitarla con attenzione, sperimenterete che Ella sarà anche per voi una Madre piena di dolcezza e di tenerezza, che Ella è così piena di bontà e di misericordia che non disprezza nessuno e che non abbandona nessuno di coloro che la invoca, non avendo più gran desiderio che di elargire a tutti i peccatori i tesori delle grazie che il Figlio suo le ha posto tra le mani. 
Chiunque ama questa Vergine immacolata è casto; chiunque l’onora è devo­to; chiunque la imita è santo. Nessuno l’ama senza avvertire gli effetti del suo amore reciproco; neppure uno di coloro che hanno una qualche devozio­ne verso di Lei può perire; neppure uno di coloro che s’impegnano ad imi­tarla può mancare di acquistare la salvezza eterna. 
Quanti ha ricevuto nel se­no della sua misericordia, da miserabili peccatori che erano, nella dispera­zione e abbandonati ad ogni sorta di vizi, e che avevano già - se così si può dire -, un piede nell'inferno, e che Ella non ha tuttavia rigettato, quando fe­cero ricorso alla sua pietà, ma che Ella ha strappato dalla gola del dragone infernale, riconciliandoli con il Figlio suo e riportandoli sulla via del Paradi­so? 
È, infatti, una grazia, un privilegio e un potere che suo Figlio le ha dato, di poter condurre a penitenza coloro che l’amano, alla grazia quelli che le sono devoti, e alla gloria del Cielo coloro che si sfoizano di imitarla».

* Se desiderate sapere ora ciò che bisogna fare per amare e lodare il Figlio e la Madre, e per rendere grazie a Dio con Lei per tutte le gioie che le ha dato, ascoltate ciò che Ella stessa disse un giorno a santa Brigida12:

«Io sono  - Ella le disse -, la Regina del12 Cielo. Voi avete premura di sa­pere in che modo mi dovete lodare. Sappiate per certo che tutte le lodi che si rendono a mio Figlio sono le mie lodi e chiunque disonora Lui, disonora me, perché io l’ho amato sì teneramente ed Egli mi ha amato sì ardentemente che Lui ed io non eravamo che un solo Cuore. Egli, poi, ha tanto onorato me, che non ero che un miserabile vaso di terra, da esaltarmi al di sopra di tutti gli angeli. 
Ecco, dunque, come dovete lodarmi, benedicendo mio Figlio.

"Benedetto siate, Voi, o mio Dio, Creatore di tutte le cose, che vi siete degnato di discendere nelle sacre viscere della Vergine Maria! 
Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che vi siete degnato di prendere carne immacolata e senza peccato dalla Vergine Maria e che siete rimasto in Lei per nove mesi, senza causarle alcun incomodo. 
Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che siete venuto in Maria attraverso la vostra ammirabile Incarnazione, ed essendone uscito attraverso la vostra Nascita ineffabile, l’avete ricolmata interiormente ed esternamente di una gioia incomprensibile.                    Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che, dopo la vostra Ascensione, avete ricolmato spesso questa divina Maria, vostra Madre, delle vostre celesti consolazioni e l’avete spesso visita­ta e Voi stesso consolata! 
Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che avete traspor­tato in Cielo il corpo e l’anima di questa gloriosa Vergine, e l’avete posta al  di sopra di tutti gli angeli, in un trono davvero sublime, vicino alla vostra Divinità! Fatemi misericordia attraverso le sue preghiere e per amor suo"».

Ecco ancora una della gioie della Regina del Cielo, indicate in queste parole: «Exultavit spiritus meus», che sorpassa infinitamente tutte le altre. 
Molti Santi Padri ed importanti Dottori scrivono che questa Vergine Madre, essendo come estasiata e trasportata in Dio nel momento dell’Incarnazione del Figlio suo in Lei, fu ricolma delle gioie inconcepibili che i Beati possie­dono in Cielo e fu rapita fino al terzo Cielo, laddove ebbe la felicità di vede­re Dio faccia a faccia e chiarissimamente. 
La prova che questi Santi Padri portano si basa su una massima indubitabile tra di loro che, cioè, tutti i privi­legi di cui il Figlio di Dio ha onorato gli altri santi, li abbia comunicati anche alla sua Divina Madre. 
Ora, sant’Agostino, san Giovanni Crisostomo, sant’Ambrogio, sant’Anseimo, san Tommaso e molti altri non fanno affatto difficoltà nel dire che san Paolo, quando era ancora quaggiù vide l’essenza di Dio, quando fu rapito al terzo Cielo. 
Chi può dubitare, dopo ciò, che la Madre di Dio, che ha sempre vissuto in una perfettissima innocenza, che l’ha amato Ella sola più di tutti i santi insieme, non abbia gioito di questo stesso favore, non una volta sola, ma molte, specialmente nel momento feli­ce della concezione del Figlio suo? È l’opinione di san Bernardo, di sant’Alberto Magno, di sant’Antonino e di molti altri.

«O Beata Maria - esclama il santo Abate Ruperto -, un diluvio di gioia, una fornace d’amore ed un torrente di delizie celesti è venuto ad abbattersi su di Voi e vi ha tutta assorbita ed inebriata, facendovi provare ciò che mai occhio umano ha visto né orecchio ha inteso né cuore umano compreso»[13].


Impariamo da ciò che i figli del secolo si trovano in un pericoloso errore e si sbagliano di grosso immaginando che non vi siano affatto gioie e con­tentezze in questo mondo, ma che non vi siano che tristezza, amarezza ed afflizione per coloro che servono Dio. Oh! Quale sbaglio insopportabile! Oh! Quale menzogna detestabile, che non può procedere che da colui che è il padre di tutti gli errori e di tutte le falsità.

 Non abbiamo forse la voce della Verità eterna che grida: «Tribolazione e angoscia a coloro che fanno il ma­le; ma gloria, onore e pace a tutti coloro che fanno il bene»[14]; e che il cuore dell’uomo è simile a un mare che è sempre agitato, turbato e sconvolto; e che il timore di Dio cambia i cuori di coloro che l’amano in un Paradiso di gioia, di allegrezza, di pace, di contentezza e di delizie inspiegabili: «Timor Domini delectabìt cor, et dabit laetitiam et gaudium»[15]; e che i veri servi di Dio possiedono una felicità più solida, più vera e più grande, persino in mezzo alle grandi tribolazioni, di tutti i piaceri di coloro che seguono il partito di Satana? Non intendete, forse san Paolo che assicura di essere ricolmo di consolazione e che naviga nella gioia in mezzo a tutte le sue tribolazioni?[16]

Volete conoscere queste verità per esperienza? «Gustate ed videte quonìam suavis est Dominus: Gustate e vedete quanto è buono il Signore»[17], pieno di bontà, di amore e di dolcezza per i suoi veri amici. 
Ma se desiderate fare questa esperienza, è necessario rinunciare ai falsi piaceri e alle ingannevoli delizie di questo mondo, per lo meno ai piaceri illeciti che dispiacciono a Dio e che sono incompatibili con la salvezza eterna; poiché lo Spirito Santo affer­ma che non possiamo bere alla coppa del Signore e alla coppa dei demoni e che è impossibile mangiare alla tavola di Dio e alla tavola dei diavoli: «Non potestis calicem Domini bibere et calicem daemoniorum, non potestis mense Domini participes esse, et mense daemoniorum»18. 
Se, dunque, desiderate mangiare alla tavola dei Re del Cielo e bere alla sua coppa, rinunciate del tutto alla tavola dell’infemo e alla coppa dei diavoli, e allora sperimenterete quanto siano vere le Divine Parole: «Inebriabuntur ab ubertate domus tuae, et torren­te voluptatis tuae potabìs eos: gli uomini [...] si saziano [Signore] all’abbondanza della ma casa e li disseti al torrente delle tue delizie»19.



O Vergine Santa, imprimete nei nostri cuori una partecipazione al di­sprezzo, all’avversione e al distacco che il vostro Cuore verginale ha sempre portato verso i falsi piaceri della terra ed otteneteci dal Figlio vo­stro la grazia di porre tutta la nostra contentezza, la nostra gioia, le nostre delizie nell’amarlo e glorificarlo, e nel servirvi ed onorarvi con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze.





[7] Sup. Magnificat.
[8] Part. 4, tit. 15, cap. 2, § 29.
[9] Lc. 23,46.
[10]  Cor 6,17.
[11]   Lansperge, Epist. 23.
[12]Revel., lib. 1, cap. 9.
[13]   Ruperto,in Cant.,1.
[14]  «Tribulatio et angustia in omnem anìmam hominis operantis malum. [...] Gloria autem, et honor, et pax omni operanti bonum»(Rm 2,9-10).
[15]  Sir 1,12.
[16] «Repletus sum consolatione, superabundo gaudio in omni tribulatione nostra» (2 Cor 7,4).
[17] Sal 33,9.
(18) 1 Cor 10,20-21.
[19]Sal 35,9.


MARIA MATER GRATIAE MATER MISERICORDIAE
TU ME AB HOSTE PROTEGE
ET MORTIS HORA SUSCIPE

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