Spiegazione
del secondo versetto:
<<Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo>>
Queste Divine
Parole pronunciate dalla sacra bocca della Madre del Salvatore, ci mostrano la
gioia ineffabile e incomprensibile di cui il suo Cuore, il suo spirito e la sua
anima, con tutte le sue facoltà, sono stati ricolmi e santamente inebriati nel
momento dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Lei e mentre l’ha portato nelle
sue viscere benedette, ed anche durante tutto il resto della sua vita, secondo
sant’Alberto Magno e qualche altro Dottore.
Tale gioia è stata così grande,
specialmente nel momento dell’Incamazione che, poiché la sua anima santa è
stata separata dal suo corpo nell’ultimo istante della sua vita, per la
veemenza del suo amore verso Dio e per l’abbondanza della gioia che aveva di
vedersi sul punto di andare con il Figlio suo in Cielo, Elia sarebbe altresì
morta di gioia alla vista delle bontà inenarrabili di Dio nei suoi riguardi e
nei riguardi di tutto il genere umano, se non fosse stata conservata in vita
per miracolo.
Se la storia, infatti, ci fa credere che la gioia ha fatto
morire molte persone, in vista di qualche vantaggio temporale che era loro
capitato, è a maggior ragione credibile che anche questa Divina Vergine ne
sarebbe morta, se non fosse stata sostenuta dalla virtù del divin Bambino che
Ella portava nelle sue viscere verginali, visto che Ella aveva i più grandi
motivi di gioia che mai vi siano stati e che saranno mai, ossia:
1) Ella si rallegrava in Dio, in Deo, ossia del fatto che questo Dio è infinitamente
potente, sapiente, buono, giusto e misericordioso e perché ha fatto splendere
in maniera sì ammirabile la sua potenza, la sua bontà e tutti gli altri divini
attributi nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione del mondo;
2) Ella si rallegrava in Dio suo
Salvatore, perché è venuto in questo mondo, per salvarla e riscattarla
primariamente e principalmente, preservandola dal peccato originale e
ricolmandola delle sue grazie e dei suoi favori, con tanta pienezza, da
renderla la Mediatrice e la Cooperatrice con Lui della salvezza di tutti gli
uomini;
3) Il
suo Cuore era ricolmo di gioia per il fatto che Dio l’ha guardata con gli occhi
della sua benignità, ossia ha amato e approvato l’umiltà della sua serva, nella
quale ha provato una gioia ed una contentezza singolarissime. «È qui - dice
sant’Agostino - il motivo della gioia di Maria, perché Egli ha guardato
l’umiltà della sua serva, come se Ella dicesse: “Mi rallegro della grazia che
Dio mi ha fatto, perché è da Lui che ho ricevuto il motivo di questa gioia; ed io mi
rallegro in Lui, perché amo questi doni per
suo amore”»;
4)
Ella si rallegrava delle grandi cose che l'Onnipotente Bontà ha operato in Lei, le quali sono le più grandi meraviglie
che abbia mai fatto in tutti i secoli passati e che compirà in tutti i secoli
futuri, come vedremo più avanti, nella spiegazione del quarto versetto;
5)
Ella si rallegrava non soltanto dei favori che
ha ricevuto da Dio, ma anche delle grazie e delle misericordie che Egli ha
riversato su tutti gli uomini disposti a riceverle;
6)
Ella si rallegrava non solamente della bontà di
Dio nei riguardi di coloro che non vi mettono affatto impedimento, ma anche
degli effetti della sua giustizia sui superbi, che disprezzano le sue
generosità.
* Oltre a ciò
la Beata Vergine si rallegrava di una cosa particolarissima, degna della sua
bontà incomparabile. È sant’Antonino a parlarne per primo ed
io la riporto in questo contesto, affinché ci sproni ad amare e servire Colei
che ha tanto amore per noi.
Sant’Antonino, spiegando le parole: «Et exultavit spiritus meus», dice che
bisogna intenderle come quelle che Gesù ha pronunciato sulla Croce: «Pater in manus tuas commendo spiritum meum: Padre,
nelle tue mani consegno il mio spirito»,
ossia vi raccomando tutti coloro che sono uniti a me per la fede e la carità.
Colui che aderisce a Dio non è che un solo spirito con Lui: «Qui autem adhceret Domino, unus spiritus» [Cor. 6,17].
Similmente
la Madre del Salvatore - è sempre sant’Antonino che parla -, essendo tutta
rapita e come estasiata e trasportata in Dio, allorquando pronuncia queste
parole: «Exultavit spiritus meus»,
vede in spirito la moltitudine quasi innumerevole di coloro che avranno una
devozione ed un affetto particolare per Lei e che saranno del numero dei
predestinati, da cui Ella riceve una gioia inconcepibile.
Stando così le
cose, chi non si volgerà ad amare questa Madre tutta buona e tutta amabile, che
ha tanto amore per coloro che l’amano, che li guarda ed ama come suo spirito,
sua anima e suo Cuore? Ascoltiamo ciò che il beato Lansperge dice a ciascuno di
noi, per spronarci a ciò [11] :
«Vi esorto, mio caro figlio, ad amare la nostra Santissima Signora e la nostra Divina Padrona.
Se desiderate,
infatti, preservarvi da un’infinità di pericoli e di tentazioni di cui questa vita
è piena, se desiderate trovare consolazione e non essere oppresso dalia
tristezza nelle vostre avversità, se desiderate essere unito inseparabilmente
al nostro Salvatore, abbiate una venerazione ed un affetto singolare verso la
purissima, amabilissima, dolcissima, fedelissima, graziosissima e potentissima
Madre.
Se voi l’amate davvero, infatti, e se v’impegnate ad imitarla con attenzione,
sperimenterete che Ella sarà anche per voi una Madre piena di dolcezza e di
tenerezza, che Ella è così piena di bontà e di misericordia che non disprezza
nessuno e che non abbandona nessuno di coloro che la invoca, non avendo più
gran desiderio che di elargire a tutti i peccatori i tesori delle grazie che il
Figlio suo le ha posto tra le mani.
Chiunque ama questa Vergine immacolata è
casto; chiunque l’onora è devoto; chiunque la imita è santo. Nessuno l’ama
senza avvertire gli effetti del suo amore reciproco; neppure uno di coloro che
hanno una qualche devozione verso di Lei può perire; neppure uno di coloro che
s’impegnano ad imitarla può mancare di acquistare la salvezza eterna.
Quanti
ha ricevuto nel seno della sua misericordia, da miserabili peccatori che
erano, nella disperazione e abbandonati ad ogni sorta di vizi, e che avevano
già - se così si può dire -, un piede nell'inferno, e che Ella non ha tuttavia
rigettato, quando fecero ricorso alla sua pietà, ma che Ella ha strappato
dalla gola del dragone infernale, riconciliandoli con il Figlio suo e
riportandoli sulla via del Paradiso?
È, infatti, una grazia, un privilegio e
un potere che suo Figlio le ha dato, di poter condurre a penitenza coloro che
l’amano, alla grazia quelli che le sono devoti, e alla gloria del Cielo coloro
che si sfoizano di imitarla».
* Se desiderate sapere ora ciò
che bisogna fare per amare e lodare il Figlio e la Madre, e per rendere grazie
a Dio con Lei per tutte le gioie che le ha dato, ascoltate ciò che Ella stessa
disse un giorno a santa Brigida12:
«Io sono - Ella
le disse -, la Regina del12 Cielo. Voi avete premura di sapere in che
modo mi dovete lodare. Sappiate per certo che tutte le lodi che si rendono a
mio Figlio sono le mie lodi e chiunque disonora Lui, disonora me, perché io
l’ho amato sì teneramente ed Egli mi ha amato sì ardentemente che Lui ed io non
eravamo che un solo Cuore. Egli, poi, ha tanto onorato me, che non ero che un
miserabile vaso di terra, da esaltarmi al di sopra di tutti gli angeli.
Ecco,
dunque, come dovete lodarmi, benedicendo mio Figlio.
"Benedetto
siate, Voi, o mio Dio, Creatore di tutte le cose, che vi siete degnato di
discendere nelle sacre viscere della Vergine Maria!
Benedetto siate, Voi, o mio
Dio, che vi siete degnato di prendere carne immacolata e senza peccato dalla
Vergine Maria e che siete rimasto in Lei per nove mesi, senza causarle alcun
incomodo.
Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che siete venuto in Maria attraverso
la vostra ammirabile Incarnazione, ed essendone uscito attraverso la vostra
Nascita ineffabile, l’avete ricolmata interiormente ed esternamente di una
gioia incomprensibile. Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che, dopo la vostra
Ascensione, avete ricolmato spesso questa divina Maria, vostra Madre, delle
vostre celesti consolazioni e l’avete spesso visitata e Voi stesso consolata!
Benedetto siate, Voi, o mio Dio, che avete trasportato in Cielo il corpo e l’anima di questa gloriosa Vergine, e l’avete
posta al di sopra di tutti gli angeli, in
un trono davvero sublime, vicino alla vostra Divinità! Fatemi misericordia
attraverso le sue preghiere e per amor suo"».
Ecco ancora
una della gioie della Regina del Cielo, indicate in queste parole: «Exultavit spiritus meus», che sorpassa
infinitamente tutte le altre.
Molti Santi Padri ed importanti Dottori scrivono
che questa Vergine Madre, essendo come estasiata e trasportata in Dio nel
momento dell’Incarnazione del Figlio suo in Lei, fu ricolma delle gioie
inconcepibili che i Beati possiedono in Cielo e fu rapita fino al terzo Cielo,
laddove ebbe la felicità di vedere Dio faccia a faccia e chiarissimamente.
La
prova che questi Santi Padri portano si basa su una massima indubitabile tra di
loro che, cioè, tutti i privilegi di cui il Figlio di Dio ha onorato gli altri
santi, li abbia comunicati anche alla sua Divina Madre.
Ora, sant’Agostino, san
Giovanni Crisostomo, sant’Ambrogio, sant’Anseimo, san Tommaso e molti altri non
fanno affatto difficoltà nel dire che san Paolo, quando era ancora quaggiù vide
l’essenza di Dio, quando fu rapito al terzo Cielo.
Chi può dubitare, dopo ciò,
che la Madre di Dio, che ha sempre vissuto in una perfettissima innocenza, che
l’ha amato Ella sola più di tutti i santi insieme, non abbia gioito di questo
stesso favore, non una volta sola, ma molte, specialmente nel momento felice
della concezione del Figlio suo? È l’opinione di san Bernardo, di sant’Alberto
Magno, di sant’Antonino e di molti altri.
«O Beata Maria
- esclama il santo Abate Ruperto -, un diluvio di gioia, una fornace d’amore ed
un torrente di delizie celesti è venuto ad abbattersi su di Voi e vi ha tutta
assorbita ed inebriata, facendovi provare ciò che mai occhio umano ha visto né
orecchio ha inteso né cuore umano compreso»[13].
Impariamo da
ciò che i figli del secolo si trovano in un pericoloso errore e si sbagliano di
grosso immaginando che non vi siano affatto gioie e contentezze in questo
mondo, ma che non vi siano che tristezza, amarezza ed afflizione per coloro che
servono Dio. Oh! Quale sbaglio insopportabile! Oh! Quale menzogna detestabile,
che non può procedere che da colui che è il padre di tutti gli errori e di
tutte le falsità.
Non abbiamo forse la voce della Verità eterna che grida: «Tribolazione e angoscia a coloro che fanno il male; ma
gloria, onore e pace a tutti coloro che fanno il bene»[14];
e che il cuore dell’uomo è simile a un mare che è sempre agitato, turbato e
sconvolto; e che il timore di Dio cambia i cuori di coloro che l’amano in un
Paradiso di gioia, di allegrezza, di pace, di contentezza e di delizie
inspiegabili: «Timor Domini delectabìt cor, et
dabit laetitiam et gaudium»[15]; e
che i veri servi di Dio possiedono una felicità più solida, più vera e più
grande, persino in mezzo alle grandi tribolazioni, di tutti i piaceri di coloro
che seguono il partito di Satana? Non intendete, forse san Paolo che assicura di essere
ricolmo di consolazione e che naviga nella gioia in mezzo a tutte le sue
tribolazioni?[16]
Volete conoscere queste verità per
esperienza? «Gustate ed videte quonìam suavis
est Dominus: Gustate e vedete quanto è buono il Signore»[17],
pieno di bontà, di amore e di dolcezza per i suoi veri amici.
Ma se desiderate
fare questa esperienza, è necessario rinunciare ai falsi piaceri e alle
ingannevoli delizie di questo mondo, per lo meno ai piaceri illeciti che
dispiacciono a Dio e che sono incompatibili con la salvezza eterna; poiché lo
Spirito Santo afferma che non possiamo bere alla coppa del Signore e alla
coppa dei demoni e che è impossibile mangiare alla tavola di Dio e alla tavola
dei diavoli: «Non potestis calicem Domini bibere
et calicem daemoniorum, non potestis mense Domini participes esse, et mense
daemoniorum»18.
Se, dunque, desiderate mangiare alla
tavola dei Re del Cielo e bere alla sua coppa, rinunciate del tutto alla tavola
dell’infemo e alla coppa dei diavoli, e allora sperimenterete quanto siano vere
le Divine Parole: «Inebriabuntur ab ubertate
domus tuae, et torrente voluptatis tuae potabìs eos: gli uomini
[...] si saziano [Signore] all’abbondanza della ma casa e li disseti al
torrente delle tue delizie»19.
O Vergine Santa, imprimete nei nostri cuori una partecipazione al disprezzo,
all’avversione e al distacco che il vostro Cuore verginale ha sempre portato
verso i falsi piaceri della terra ed otteneteci dal Figlio vostro la grazia di
porre tutta la nostra contentezza, la nostra gioia, le nostre delizie
nell’amarlo e glorificarlo, e nel servirvi ed onorarvi con tutto il nostro
cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze.
[7] Sup.
Magnificat.
[8] Part. 4, tit. 15, cap. 2, § 29.
[9] Lc. 23,46.
[10] Cor
6,17.
[11] Lansperge,
Epist. 23.
[12]Revel., lib. 1, cap. 9.
[13] Ruperto,in Cant.,1.
[14] «Tribulatio
et angustia in omnem anìmam hominis operantis malum. [...] Gloria autem, et honor, et pax omni
operanti bonum»(Rm 2,9-10).
[15] Sir
1,12.
[16] «Repletus sum consolatione, superabundo gaudio in omni tribulatione nostra» (2 Cor 7,4).
[17] Sal
33,9.
MARIA MATER GRATIAE MATER MISERICORDIAE
TU ME AB HOSTE PROTEGE
ET MORTIS HORA SUSCIPE
TU ME AB HOSTE PROTEGE
ET MORTIS HORA SUSCIPE