S. Chiara - S. Matilde - S. Gertrude
«Orazione di S. Chiara »
«Preghiera alla ferita della mano
destra: Sia lode e gloria a te, Signor
mio Gesù Cristo, per la ferita della tua mano destra. Per questa ferita
perdona tutti i peccati che ho commessi verso di te in pensieri parole ed
opere, con la mia negligenza nel tuo servizio; con la mia condiscendenza ai
perversi diletti della carne. Per la tua santa passione concedimi di venerare
con degno ricordo la tua morte e le tue santissime ferite, di mortificare il
mio corpo e di mostrarti un'eterna riconoscenza. Tu che vivi e regni nei secoli
dei secoli. Così sia. Pater, Ave Maria».
«Alla ferita del costato: Sia lode e gloria a te benignissimo Signor mio Gesù Cristo,
per la ferita del tuo costato. Per questa sacra ferita e per l'immensa
misericordia che per essa hai mostrato a Longino e poi a noi tutti, ti prego o
buon Gesù, che dopo avermi purificato dalla colpa originale nel battesimo, mi
liberi ora per la virtù del tuo preziosissimo sangue, da tutti i mali passati
e futuri. Per la tua dolorosissima morte concedimi una fede retta, una ferma
speranza, una carità perfetta, acciocché io t'ami con tutto il cuore e con
tutta l'anima: confermami nel bene e fa’ che io perseveri nel tuo servizio costantemente
per piacere sempre a te. Così sia.
Pater, Ave".
S.
Matilde usava baciare la Croce
rivolgendosi alle Cinque Ferite con queste preghiere:
Alle
ferite dei piedi: «Ecco, o mio Signore,
io appunto tutti i miei desideri in te e voglio armonizzarli con i tuoi,
affinché d'ora innanzi pienamente purificati e santificati, non abbiano ad immischiarsi
nelle cose di questa terra ».
Alla
ferita della mano destra il Signore la esorta: «In questa ferita nascondi tutti i tuoi interessi
spirituali, affinchè io abbia a riparare tutte le tue deficienze ».
Alla
ferita della mano sinistra: «In questa ferita
deponi tutte le tue pene ed avversità, affinché unite ai miei dolori ti
diventino dolci e salgano con soave fragranza al trono di Dio. Esse saranno
come una veste che impregnata di sostanze odorose, ne esala il profumo, come
il boccone di pane che inzuppato nel miele ne trae la stessa dolcezza ».
Infine
alla ferita del cuore: «In questa ferita del
cuore che è così grande da contenere il cielo e la terra con tutto ciò che essi
racchiudono, deponi il tuo amore accanto al mio, acciocché diventi più perfetto
e divenga tutt'uno con esso, come il ferro incandescente con il fuoco ».
Di se stessa poi S. Gertrude, dopo aver narrato il favore della stimmatizzazione,
afferma di aver ricevuto «un altro dono »
dal Signore, cioè la promessa che
«ogniqualvolta avessi voluto venerare i segni del suo amore recitando cinque
versetti del salmo 102: Benedic anima mea Domino, avrei sempre ricevuto un qualche speciale favore ».
L'esercizio tanto efficace, che la Santa
praticava ogni giorno, era così concepito:
Al primo versetto: Benedic anima mea Domino et omnia quae intra me sunt nomini sancto eius,
deponeva nelle Ferite dei piedi ogni ruggine di peccato ed ogni bassezza di
piacere mondano.
Al secondo versetto: Benedic
et noli oblivisci omnes retributiones eius, lavava ogni macchia di diletto carnale
nell'acqua e sangue sgorgati dalle Ferite del Costato.
Al terzo: Qui propitiatur omnibus iniquitatibus tuis qui sanat omnes infirmitates tuas,
correva alla Ferita della mano sinistra, per trovarvi riposo e pace.
Al quarto: Qui
redimit de interitu vitam tuam qui coronat te in misericordia et miserationibus, si accostava alla Ferita della mano destra per
appropriarsi tutto quanto le mancava nella perfezione della virtù.
Così purificata ed arricchita
di ogni merito, nel quinto versetto: Qui, replet in bonis desiderium tuum renovabitur ut aquilae iuventus tua, si
slanciava all'amplesso dello Sposo celeste.
AMDG et DVM
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