Esempio
Nella quarta parte del Tesoro del rosario (al miracolo 85), si
narra che un cavaliere molto devoto alla divina Madre aveva
preparato nel suo palazzo un oratorio dove, davanti a una
bella immagine di Maria, si tratteneva spesso a pregare non
solo di giorno, ma anche di notte, interrompendo il riposo per
andare ad onorare la sua amata regina.
La moglie, donna per
altro molto pia, essendosi accorta che il marito quando nella
casa il silenzio era più profondo si alzava dal letto e ritornava
nella stanza dopo molto tempo, cominciò ad essere gelosa e
ad avere dei sospetti.
Perciò un giorno per liberarsi da questo
assillo che la tormentava si azzardò a domandare al marito se
amasse un'altra donna. Sorridendo il cavaliere le rispose:
«Sappi che io amo la signora più amabile del mondo. A lei
«Sappi che io amo la signora più amabile del mondo. A lei
ho donato tutto il mio cuore e potrei morire piuttosto che
cessare di amarla. Se tu la conoscessi, mi diresti tu stessa di
amarla più di quanto io ora la ami ». Egli intendeva parlare
della santa Vergine che amava con tanta tenerezza.
Ma la
moglie, più che mai insospettita, per meglio accertarsi della
verità, gli chiese se ogni notte si alzava dal letto e usciva dalla
camera per incontrare quella signora. Il cavaliere, che non si
rendeva conto del grande turbamento della moglie, rispose di
sì. La donna, sempre più convinta della verità dei suoi
sospetti infondati, accecata dalla passione, una notte in cui il
marito secondo il suo solito uscì dalla camera, disperata
prese un coltello, si tagliò la gola e poco dopo morì. Terminate
le sue devozioni, il cavaliere ritorna nella stanza, va per
rimettersi a letto, ma lo trova tutto bagnato. Chiama la moglie
che non risponde, la scuote, ma la donna rimane insensibile.
Alla fine prende il lume, vede il letto pieno di sangue e la
moglie con la gola ferita, morta. Allora capì che la donna si
era uccisa per gelosia. Chiuse a chiave la stanza e ritornato
nella cappella si prostrò davanti all'immagine della santa
Vergine. « Madre mia, cominciò a dire piangendo
dirottamente, vedi in quale afflizione mi trovo. Se non mi
consoli tu, a chi devo ricorrere? Pensa che per venire ad
onorare te, ho avuto la disgrazia di vedere mia moglie morta e
dannata. Madre mia, tu puoi porre rimedio a questa sventura;
fallo, te ne prego! ».
Chi prega questa Madre di misericordia
con fiducia, ottiene da lei quello che vuole. Appena il cavaliere
ha finito la sua preghiera, ecco che una serva viene a dirgli di
tornare nella sua stanza perché la moglie lo chiama. La sua
gioia è tale che egli non riesce a crederci e dice alla ragazza di
andare a vedere se veramente la moglie vuole vederlo. La
servetta ritorna: « Sì, andate presto, perché la padrona vi sta
aspettando ». Va, apre la porta e vede la moglie viva che si
butta ai suoi piedi piangendo e lo prega di perdonarlo: « Ah,
sposo mio, la Madre di Dio per le tue preghiere mi ha liberata
dall'inferno ». Così tutti e due piangendo di gioia andarono a
ringraziare la santa Vergine nell'oratorio.
La mattina seguente
il marito invitò a un banchetto tutti i parenti ai quali fece
narrare il fatto dalla moglie stessa, che mostrava il segno
lasciato dalla ferita e ognuno sentì crescere in sé l'amore per
la divina Madre.
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