sabato 6 settembre 2014

SPES NOSTRA, SALVE


Esempio 

Nella quarta parte del Tesoro del rosario (al miracolo 85), si 
narra che un cavaliere molto devoto alla divina Madre aveva 
preparato nel suo palazzo un oratorio dove, davanti a una 
bella immagine di Maria, si tratteneva spesso a pregare non 
solo di giorno, ma anche di notte, interrompendo il riposo per 
andare ad onorare la sua amata regina. 

La moglie, donna per 
altro molto pia, essendosi accorta che il marito quando nella 
casa il silenzio era più profondo si alzava dal letto e ritornava 
nella stanza dopo molto tempo, cominciò ad essere gelosa e 
ad avere dei sospetti. 

Perciò un giorno per liberarsi da questo 
assillo che la tormentava si azzardò a domandare al marito se 
amasse un'altra donna. Sorridendo il cavaliere le rispose: 
«Sappi che io amo la signora più amabile del mondo. A lei 
ho donato tutto il mio cuore e potrei morire piuttosto che 
cessare di amarla. Se tu la conoscessi, mi diresti tu stessa di 
amarla più di quanto io ora la ami ». Egli intendeva parlare 
della santa Vergine che amava con tanta tenerezza. 

Ma la 
moglie, più che mai insospettita, per meglio accertarsi della 
verità, gli chiese se ogni notte si alzava dal letto e usciva dalla 
camera per incontrare quella signora. Il cavaliere, che non si 
rendeva conto del grande turbamento della moglie, rispose di 
sì. La donna, sempre più convinta della verità dei suoi 
sospetti infondati, accecata dalla passione, una notte in cui il 
marito secondo il suo solito uscì dalla camera, disperata 
prese un coltello, si tagliò la gola e poco dopo morì. Terminate 
le sue devozioni, il cavaliere ritorna nella stanza, va per 
rimettersi a letto, ma lo trova tutto bagnato. Chiama la moglie 
che non risponde, la scuote, ma la donna rimane insensibile. 
Alla fine prende il lume, vede il letto pieno di sangue e la 
moglie con la gola ferita, morta. Allora capì che la donna si 
era uccisa per gelosia. Chiuse a chiave la stanza e ritornato 
nella cappella si prostrò davanti all'immagine della santa 
Vergine. « Madre mia, cominciò a dire piangendo 
dirottamente, vedi in quale afflizione mi trovo. Se non mi 
consoli tu, a chi devo ricorrere? Pensa che per venire ad 
onorare te, ho avuto la disgrazia di vedere mia moglie morta e 
dannata. Madre mia, tu puoi porre rimedio a questa sventura; 
fallo, te ne prego! ». 

Chi prega questa Madre di misericordia 
con fiducia, ottiene da lei quello che vuole. Appena il cavaliere 
ha finito la sua preghiera, ecco che una serva viene a dirgli di 
tornare nella sua stanza perché la moglie lo chiama. La sua 
gioia è tale che egli non riesce a crederci e dice alla ragazza di 
andare a vedere se veramente la moglie vuole vederlo. La 
servetta ritorna: « Sì, andate presto, perché la padrona vi sta 
aspettando ». Va, apre la porta e vede la moglie viva che si 
butta ai suoi piedi piangendo e lo prega di perdonarlo: « Ah, 
sposo mio, la Madre di Dio per le tue preghiere mi ha liberata 
dall'inferno ». Così tutti e due piangendo di gioia andarono a 
ringraziare la santa Vergine nell'oratorio. 

La mattina seguente 
il marito invitò a un banchetto tutti i parenti ai quali fece 
narrare il fatto dalla moglie stessa, che mostrava il segno 
lasciato dalla ferita e ognuno sentì crescere in sé l'amore per 
la divina Madre. 

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