venerdì 12 settembre 2014

La Fede della Beata Vergine MARIA. //Santa Brigida, Sermone Angelico, sabato//

Nelle tre lezioni seguenti l'angelo mostra come la beata Vergine restò immobile nella sua fede, quando gli altri dubitavano della risurrezione di Cristo, quanto fu proficua per molti la sua vita e dottrina, e come fu assunta in cielo in anima e corpo.


LEZIONE PRIMA – CAPITOLO XIX  
Sabato
Assoluzione: Ci stringa nella fede religiosa di Dio la santa Madre gloriosa. Amen.

Si legge che la regina dell'Austro venne da lontane regioni dal re Salomone, e, vistane la sapienza, si sentì mancare dall'immenso stupore; riavutasi poi, magnificò il re con i suoi discorsi e lo complimentò con grandi donativi. Ebbene, a questa regina può convenientemente paragonarsi l'eccellentissima regina Maria Vergine, il cui animo, esaminando tutto l'ordine e processo del mondo, dal principio alla fine, ed osservando con diligenza tutte le cose ch'erano in esso, non vi trovò cosa più desiderabile da possedere e udire che la sapienza che aveva udita riguardo a Dio.

La cercò, quindi, con tutto l'animo, la investigò con estrema diligenza, fino a che non trovò sapientemente la stessa sapienza, che è Cristo, Figlio di Dio, incomparabilmente più sapiente di Salomone. Vedendo poi la stessa Vergine con quanta sapienza egli redense le anime mediante la passione del suo corpo sulla croce, e aprì ad esse le porte del cielo, quelle anime che l'astuto Nemico aveva vinte, condannandole alla morte nell'inferno, allora la stessa Vergine era più prossima a venir meno di quanto lo era stata la regina dell'Austro, quand'era sembrata mancar di respiro.

Compiuta poi la passione del Figlio di Dio e suo, allora la Vergine, riprese le forze, glorificava Dio con doni a lui gratissimi, perché gli presentava, con i suoi ammaestramenti, più anime che qualunque altra persona, dopo la morte di Cristo, con tutte le sue opere. È pure provato ch'ella, con i suoi discorsi, lo rese onorevolmente commendevole, per il fatto che, mentre molti dubitavano di lui in tutto, dopo la morte della sua umanità, lei sola asserì costantemente ch'egli era il vero Figlio di Dio, eternamente immortale nella sua divinità.

Infatti, il terzo giorno, mentre i discepoli dubitavano della sua risurrezione, mentre le donne ne cercavano sollecite il corpo nel sepolcro, e mentre gli stessi apostoli si erano rinchiusi insieme in grandissima ansietà e paura, allora la Vergine Madre, benché la scrittura non ricordi che abbia detto qualcosa, si deve però credere che attestasse che il Figlio di Dio era risorto nella sua carne, per una gloria eterna, e che la morte non avrebbe potuto avere più alcun potere su di lui. Similmente, benché anche la scrittura dica che gli apostoli e la Maddalena videro per primi la risurrezione di Cristo, si deve però credere senza dubbio che la sua degnissima Madre lo sapeva certamente già prima di essi, e che prima di essi l'aveva visto risorto vivo dai morti; e per questo umilmente lo congratulò, con l'animo pieno di gioia. Quando poi il suo benedetto Figlio salì al suo regno di gloria, alla Vergine fu permesso di rimanere in questo mondo, per conforto dei buoni e correzione degli erranti. Era, infatti, maestra degli apostoli, confortatrice dei martiri, istitutrice dei confessori, specchio chiarissimo delle vergini, consolatrice delle vedove, ammonitrice salutevolissima dei coniugati e perfettissima corroboratrice di tutti nella fede cattolica.

In effetti, agli apostoli che venivano da lei rivelava e spiegava tutte le cose che non sapevano perfettamente intorno al suo Figlio. Animava anche i martiri a soffrire gioiosamente tribolazioni per il nome di Cristo, il quale per la salute loro e di tutti aveva affrontato volentieri moltissime tribolazioni, asserendo che lei stessa, prima della morte del Figlio suo aveva sofferto nel cuore tribolazioni per trentatre anni, portandosele sempre con molta pazienza. Ai confessori, poi, insegnava le verità della salvezza, ed essi dal suo insegnamento ed esempio appresero perfettamente ad ordinare con prudenza i tempi del giorno e della notte a lode e gloria di Dio, e a moderare spiritualmente e ragionevolmente il sonno, il cibo e i lavori del corpo.

Dai suoi onestissimi costumi le vergini imparavano a comportarsi onestamente e conservare con fermezza il loro pudore verginale fino alla morte, a fuggire il troppo parlare e tutte le vanità, a pensare prima con ogni diligenza tutte le proprie opere, soppesandole rigorosamente con equa bilancia spirituale. Anche alle vedove, per loro conforto, la gloriosa Vergine riferiva che, sebbene per l'amore materno le sarebbe piaciuto che il suo amatissimo Figlio non avesse voluto morire nell'umanità, come non moriva nella divinità, tuttavia aveva conformata in tutto la sua volontà di madre alla volontà di Dio, preferendo sopportare umilmente tutte le tribolazioni per compiere la volontà di Dio, piuttosto che dissentire da essa per qualche cosa di suo piacere. Con tale discorso rendeva l'animo delle vedove paziente nelle tribolazioni e forte nelle tentazioni corporali.
Consigliava inoltre ai coniugati di amarsi reciprocamente, quanto al corpo e quanto all'anima, con amore vero e non finto, e di avere unica volontà per qualunque cosa di onore di Dio, riferendo loro di se stessa come lei aveva data la sua parola a Dio sinceramente, e come per amore di lui non aveva mai resistito in alcuna cosa alla divina volontà.
LEZIONE SECONDA – CAPITOLO XX  
Sabato
Assoluzione: Il Figlio di Maria, vergine pura, ci tolga di peccato ogni lordura. Amen.

Siccome dal contesto del Vangelo è insegnato che a ciascuno deve essere retribuita la stessa misura con cui ha misurato gli altri, perciò sembra impossibile che alcuno possa comprendere con la ragione umana con quali sommi onori la gloriosa Madre di Dio dovette essere venerata da tutti nella dimora celeste, lei che mentre visse in questo mondo aveva benignamente fatto a tanti il bene da essi desiderato. Perciò si ritiene giusto che, quando piacque al Figlio di chiamarla da questo mondo, furono pronti a concorrere all'aumento del suo onore tutti quelli che da lei avevano avuto la perfezione della loro volontà.

Quindi, siccome il Creatore di tutte le cose aveva compiuto il suo beneplacito nel mondo mediante lei, così piacque a lui, insieme ai suoi angeli, di glorificarla col più alto onore nel cielo. E perciò, quando l'anima della stessa Vergine fu separata dal corpo, subito lo stesso Dio la sublimò mirabilmente sopra tutti i cieli, le donò l'impero su tutto il mondo e la costituì per l'eternità regina degli angeli; i quali le divennero poi così obbedienti che preferirebbero sottostare a tutte le pene dell'inferno, piuttosto che trasgredirne in qualche cosa i comandi. Dio la fece anche così potente su tutti gli spiriti maligni che, ogni volta ch'essi combattono qualche uomo che ne invoca con amore l'aiuto, al cenno di lei fuggono subito atterriti, volendo piuttosto moltiplicate le loro pene e miserie, che sentirsi dominare in tal modo dalla potenza della Vergine. E perché essa fu trovata la più umile tra tutti gli angeli e gli uomini, perciò fu fatta la più sublime di tutte le cose create, la più bella di tutte, e la più simile di tutte a Dio.

Si deve pure notare bene che, come l'oro è ritenuto il più pregevole dei metalli, così gli angeli e le anime sono di pregio maggiore della altre creature. Quindi, come l'oro non può trasformarsi in un'opera d'arte senza l'ausilio benefico del fuoco, applicandogli invece il fuoco prende svariate forme secondo la valentia dell'orefice, allo stesso modo l'anima della beatissima Vergine non avrebbe potuto esser fatta più bella delle altre anime e degli angeli, se la sua veramente ottima volontà, paragonata all'orefice artista, non l'avesse preparata nel fuoco ardentissimo dello Spirito Santo, così efficacemente che le sue opere apparissero gratissime al Creatore di tutte le cose.

E, sebbene l'oro sia ridotto in opera artistica, non vi risalta però l'arte dell'orefice finché il capolavoro è tenuto chiuso in una casa oscura, ma quando viene alla luce del sole allora risalta meglio in esso la bellezza dell'arte, allo stesso modo anche le pregevolissime opere di questa gloriosa Vergine, che ne adornavano in modo bellissimo la preziosissima anima, non si potevano perfettamente ammirare finché la stessa anima era tenuta chiusa nel nascondiglio del suo corpo mortale, fino a quando la stessa anima pervenne nello splendore del vero sole, ch'è la stessa Deità. Allora finalmente tutta la corte celeste esaltava con somme lodi la stessa Vergine, perché la sua volontà ne aveva adornata talmente l'anima che, con la sua bellezza, superava la bellezza di tutte le creature, per cui appariva similissima allo stesso Creatore.

A questa gloriosa anima era stata preparata dall'eternità una sede piena di gloria, la più vicina alla stessa Trinità. Perché, come Dio Padre era nel Figlio e il Figlio nel Padre, e lo Spirito Santo nel Padre e nel Figlio, quando il Figlio, dopo aver preso carne umana nel seno di sua madre, vi riposava con la divinità e l'umanità, restando assolutamente indivisa l'unità della Trinità, ed inviolata l'integrità verginale della madre, così anche lo stesso Dio preordinò all'anima della benedetta Vergine una mansione vicina al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, perché fosse partecipe di tutti i beni che possono essere donati da Dio.

Inoltre, nessuna profondità di cuore può comprendere quanta festa fece Dio in cielo alla sua corte, quando la sua amantissima madre emigrò da questo mondo di miserie; come apparirà veramente a tutti coloro che desiderano con amore la patria celeste, quando avranno contemplato Dio stesso, faccia a faccia. Anche gli angeli, congratulandosi con l'anima della Vergine, glorificavano Dio, perché per la morte corporale dello stesso Cristo la loro schiera si riempiva, e per la venuta della madre sua in cielo si colmava la loro gioia.

Anche Adamo ed Eva, con i patriarchi, i profeti e tutta la moltitudine liberata dal carcere del Limbo, e gli altri pervenuti alla gloria dopo la morte di Cristo, godevano in cielo, dando lode e onore a Dio, che aveva decorata di tanto prestigio colei che aveva generato tanto santamente e gloriosamente il loro Redentore e Signore. Gli apostoli pure, e tutti gli amici di Dio, che erano presenti alla degnissima sepoltura della stessa Vergine, quando il suo amantissimo Figlio ne portava con sé in cielo la gloriosa anima, la veneravano con umile ossequio, esaltando il suo venerabile corpo con tutta la lode e gloria che potevano. E veramente deve credersi, tolta qualsiasi ambiguità, che, come quel corpo della beatissima Vergine era deposto morto nella sepoltura dagli amici di Dio, così fu rispettosamente assunto vivo con l'anima alla vita perpetua.
LEZIONE TERZA – CAPITOLO XXI    
Sabato
Assoluzione: Alla sublime gloria dell'empireo ci conduca la regina degli angeli. Amen.

Perché la stessa verità, che è il Figlio di Dio e della Vergine, consigliò a tutti di rendere bene anche per male, di quanti beni deve credersi che Dio stesso rimuneri quelli che fanno opere buone? E, siccome promise nel suo Vangelo di compensare al cento per uno ogni opera buona, chi potrà immaginare di quanti doni di sublimi premi arricchisse la sua venerandissima madre, che non aveva mai commesso neppure il più piccolo peccato, e le cui opere a Dio gratissime erano innumerevoli? Perché, come la volontà dell'anima della stessa Vergine era stata iniziatrice di tutte le opere buone, così il suo onestissimo corpo ne era stato strumento adattissimo, e sempre docilissimo a compierle.

Quindi, come veramente crediamo che per la giustizia di Dio tutti i corpi umani devono risorgere nell'ultimo giorno, per ricevere con le loro anime la ricompensa secondo richiedono le loro opere (per il fatto che, come l'anima di ciascuno, mediante l'impiego della volontà era stata l'iniziatrice di tutte le opere, così anche il corpo unito all'anima le aveva materialmente compiute), così dunque deve credersi senza dubbio che, come il corpo del Figlio di Dio, che non peccò, risorse da morte e fu nello stesso tempo glorificato con la divinità, così anche il corpo della sua degnissima madre, che mai commise peccato, alcuni giorni dopo la sua sepoltura, per virtù e potenza di Dio, fu assunto in cielo insieme alla sua santissima anima, e glorificato insieme ad essa con ogni onore.

E come in questo mondo è impossibile a mente umana comprendere la bellezza e gloria della corona conveniente alla glorificazione e venerazione di Cristo, Figlio di Dio, per la sua passione, così nessuna mente può immaginare il decoro di quella corona con la quale è venerata la beata Vergine Maria, per la sua divina obbedienza in corpo ed anima. E in quel modo che tutte le virtù dell'anima della Vergine rendevano commendevole Dio, suo Creatore, il cui sacratissimo corpo era poi decorato dei premi di tutte le virtù, così le operazioni del corpo della Vergine esaltavano la stessa degnissima Vergine Madre di Dio, non avendo mai omesso, lei, di praticare nel mondo alcuna virtù, per la quale sapeva che doveva esserle reso premio in cielo, al corpo e all'anima. Quindi si deve veramente notare che, come la sola anima di Cristo, oltre quella di sua madre, fu degna di premio supremo per le sue somme virtù e meriti, in quanto non vi fu difetto alcuno nelle sue opere, così anche oltre il corpo di Cristo, solo quello della madre sua fu degnissimo di ricevere con la sua anima il premio, moltissimo tempo prima di quello degli altri corpi, perché sempre aveva compiuta con la stessa anima le sue opere sommamente buone e mai aveva consentito ad alcun peccato.

Oh, con quanta potenza Dio mostrò la sua giustizia, quando espulse Adamo dal Paradiso terrestre, per aver mangiato, contro il divieto divino, dell'albero della scienza nel Paradiso! Oh, con quanta umiltà Dio manifestò la sua misericordia in questo mondo, nella Vergine Maria, che giustamente può chiamarsi albero della vita. Considerate, dunque, quanto presto la sua giustizia scacciò nella miseria quelli che, disobbedendo, mangiavano il frutto dell'albero della scienza! E considerate pure quanto dolcemente invita ed attira con la misericordia quelli che, obbedendo a Dio, desiderano cibarsi del frutto dell'albero della vita!

Considerate anche, o carissimi, che, quando il corpo di questa onestissima Vergine, paragonato all'albero della vita, cresceva in questo mondo, tutti i cori degli angeli desideravano il suo frutto e godevano della futura nascita di esso non meno di quanto si rallegravano della grazia loro fatta, per la quale prevedevano di vivere immortali nella gioia del cielo, e anche più perché si manifestava con questo l'amore di Dio per l'umanità, risultandone accresciuta la loro compagnia. E perciò l'angelo Gabriele si affrettò ad andare dalla stessa Vergine, e con parole piene di rispetto la salutò amorevolmente. E quindi, perché la stessa Vergine, maestra di umiltà e di ogni virtù, rispondeva umilissimamente all'annunzio dell'angelo, perciò egli se ne rallegrò, sapendo che da ciò doveva aver compimento il desiderio della volontà sua e degli altri angeli.

Però, sapendo che il corpo della Vergine fu veramente assunto in cielo insieme con l'anima, perciò agli uomini mortali, che hanno offeso Dio è salutarmente provveduto che, mediante una vera penitenza dei loro peccati, si affrettino a salire a lei, essendo afflitti ogni giorno, in questa valle di miserie, da diverse tribolazioni, e sapendo di dover ineluttabilmente chiudere questa misera vita con la morte del corpo. E se gli uomini desiderano rifocillarsi a quest'albero della vita che è Cristo, si diano da fare prima, con ogni impegno, a piegarne i ramoscelli, cioè a salutare amorevolmente la sua stessa madre, come fece l'angelo annunziatore, rafforzando le loro volontà nella fuga di qualsiasi peccato e ordinando saviamente tutte le loro opere ad onore di Dio.

Perché allora la stessa Vergine si chinerà facilmente ad essi, offrendo loro il soccorso del suo aiuto per prendere il frutto dell'albero della vita, che è il venerabile corpo di Cristo, consacrato tra voi da mani d'uomo, e che è vita ed alimento a voi peccatori nel mondo e agli angeli in cielo. E perché Cristo, a completamento della sua gradevolissima compagnia, desidera ardentemente le anime che redense col suo sangue, perciò procurate anche voi, o dilettissimi, di soddisfare questo suo desiderio, ricevendolo con tutta devozione e amore. Il che si degni di concedervi, per le degnissime preghiere della Vergine nostra Maria, lo stesso Gesù Cristo, suo Figlio, che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna per gl'infiniti secoli dei secoli. Amen.


3. Ipsam cole, ut de mole 
Criminum te liberet, 
Hanc appella, ne procella 
Vitiorum superet.

Nessun commento:

Posta un commento