Quand’ero ragazzino, mamma mia
me diceva: “Ricordati fijolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità ‘n’ Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe’ maggìa”.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l’anima da sola pija er volo!
Tre sono i grandi poeti romaneschi, Belli, Pascarella e Carlo Alberto
Salustri in arte Trilussa. Anagramma del suo cognome, pubblica la
sua prima opera giovanissimo nel 1889 “le stelle di Roma”. Aveva
collaborato in precedenza con il giornale “Rugantino”. Avrà altre
collaborazioni a vari giornali, quali “Don Chisciotte”, il “Capitan
Fracassa” e il “Il Messaggero”. Attraversa con la sua vita 50 anni di
storia Italiana e romana, arrivando al termine della sua ad essere
nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Luigi
Einaudi il 1° dicembre 1950, morirà il 21 dicembre 1950.
Giovanni Paolo I nell’udienza del mercoledì 13 settembre 1978, cita una
poesia di Trilussa, per parlare della Fede Cristiana dal punto di vista
teologico.
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