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giovedì 17 settembre 2020

APRITEMI LE PORTE



 Lourdes (Francia), 18 settembre 1988. Cenacolo coi preti e fedeli del M.S.M.

Un periodo di dieci anni.

«Oggi venite da ogni parte della Francia ai piedi della roccia, su cui Io sono apparsa come

l'Immacolata Concezione, per fare il vostro grande Cenacolo di preghiera e di fraternità e per

rinnovare insieme l'atto di consacrazione al mio Cuore Immacolato. Da qui benedico il mio

Movimento; da qui benedico ciascuno di voi; da qui benedico la Chiesa e tutta l'umanità.

Siete entrati nei miei tempi.

In questo giorno vi domando di consacrarmi tutto il tempo che ancora vi separa dalla fine di

questo vostro secolo.

È un periodo di dieci anni.

Sono dieci anni molto importanti. Sono dieci anni decisivi. Vi domando di passarli con Me,

perché entrate nel periodo finale del secondo avvento, che vi conduce al trionfo del mio Cuore

Immacolato nella gloriosa venuta di mio figlio Gesù.

In questo periodo di dieci anni si compirà la pienezza del tempo, che vi è stato da Me indicato,

a cominciare da La Salette fino alle mie ultime ed attuali apparizioni.

In questo periodo di dieci anni avrà il suo culmine la purificazione, che voi da anni state

vivendo e perciò per tutti si faranno più grandi le sofferenze.

In questo periodo di dieci anni si compirà il tempo della grande tribolazione, che vi è stata

predetta dalla divina Scrittura, prima della seconda venuta di Gesù.

In questo periodo di dieci anni si manifesterà il mistero di iniquità, preparato dalla diffusione

sempre più grande della apostasia.

In questo periodo di dieci anni si realizzeranno tutti i segreti che Io ho rivelato ad alcuni miei

figli e si compiranno tutti gli avvenimenti che vi sono stati da Me predetti.

Perciò vi domando oggi di consacrarmi tutto questo periodo di tempo, quasi fosse un più

esteso e continuo anno mariano.

Apritemi le porte dei vostri cuori e lasciatemi operare in voi.

Apritemi le porte delle vostre famiglie, delle vostre parrocchie, delle vostre case religiose e

lasciate che entri la Luce immacolata della mia presenza.

Moltiplicate i vostri Cenacoli di preghiera e vivete nella più grande fiducia e in un abbandono

filiale in Me, senza lasciarvi prendere da vana curiosità di sapere ciò che vi attende.

L'acqua della divina Misericordia vi purifichi da ogni peccato e vi renda germogli nuovi per

l'era di grazia e di santità che, nel mio Cuore Immacolato, ogni giorno Io preparo per voi.

Da questo mio tanto venerato Santuario tutti vi benedico».

AMDG ET DVM

lunedì 5 agosto 2019

AVE MARIA! AVE MARIA! AVE MARIA!

Salutazioni a Maria Santissima
1)  Vi saluto, o Maria, figlia diletta dell’Eterno Padre.
2)  Vi saluto, o Maria, Vergine Madre del Figlio di Dio.
3)  Vi saluto, o Maria, Sposa immacolata dello Spirito Santo.
4)  Vi saluto, o Maria, tempio vivo della Santissima Trinità.
5)  Vi saluto, o Maria, concepita senza alcuna macchia di peccato: tutta pura e tutta santa.
6)  Vi saluto, o Maria, Vergine purissima prima del parto, nel parto, dopo il parto.
7)  Vi saluto, o Maria, Madre addolorata, Regina dei Martiri, Cuor dei cuori che penano.
8)  Vi saluto, o Maria, Stella del nostro cammino, Fonte della Speranza, Sorgente purissima di gioia, sublime Mistero di Dio, Porta del Paradiso.
9)  Vi saluto, o Maria, consolatrice degli afflitti, Madre del bello e casto amore delle anime vergini, Porto sereno di pace.
10) Vi saluto, o Maria, Mediatrice potentissima e pia di tutte le grazie. Aurora sospirata del giorno eterno, Preludio soavissimo sulla Terra della meravigliosa armonia dei Cieli.
11) Vi saluto, o Maria, Regina degli angeli e dei santi, Regina nostra Sovrana Patrona dell’Ordine Serafico.
12) Vi saluto, o Maria, Rifugio dei peccatori, Madre mia dolcissima. Vi amo assai assai, o Mamma bella, eterna nella tua Bellezza, o Mamma mia Divina. Conservatemi puro. Portatemi a Gesù. Salve, o Maria!   

Ad ogni salutazione genufletterai, aggiungendo un’Ave Maria.
 




mercoledì 1 maggio 2019

Bisogna saper pregare

 

Il Pater è la preghiera al Padre. L'Ave è la preghiera alla Madre. 

   La prima parte del Pater è lode di Dio, la prima parte dell'Ave è lode a Maria. 

   La seconda parte del Pater è richiesta al Padre per tutti i vostri bisogni di figli di Dio in temporanea sosta sulla Terra, ma destinati al Cielo. 
  La seconda dell'Ave è la richiesta alla Madre per i vostri bisogni di mortali e di immortali nello spirito. 

   Va invocata come il Padre, la Madre vostra. Non dovete pensare che Ella abbia assenza di Misericordia e di Potere e non possa soccorrervi nei vostri combattimenti, nelle vostre pene, nelle necessità e nelle tentazioni. 

   Bisogna saper pregare. E bisogna pregare nei momenti di pace, per invocare l'aiuto per le ore di lotta. 
   
Stolto è chi dice: "Quando sarà il momento lo farò". Sapete voi se lo potrete fare allora? Se Dio vi darà il tempo di farlo? Bisogni e sventure, e anche la morte, vengono sovente come un lampo improvviso. La morte è talora come folgore che fulmina improvvisamente. 
   La Misericordia di Dio è infinita. Ma è detto nelle parole della Legge: "Non tentare il Signore Iddio tuo1". E, in verità, voi lo tentate quando conducete una vita tutta umana, senza pensare che vi attende un al di là in cui sarete giudicati per le vostre azioni. 

   Nell'Ave Maria è detto: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". Ecco, o Maria. Leggiamo insiemequeste parole che molti, troppi dicono con la mente elevata di un sol grado dal fango della Terra e con cuore pensieroso soltanto dell'incognita dell'ultimo momento che vi fa paura perché non siete a sufficienza "figli di Dio". Se lo foste perfettamente, la morte non vi farebbe paura. 

   La morte è l'ultima prova e merita ogni vostra attenzione per divenire "morte nel Signore". Una morte nel Signore vi merita ogni perdono, vi da l'eterna vita nel Signore, e annulla, col suo potere, le conseguenze di un'esistenza anche colpevole. Fate dunque bene ad invocare sin da ora, per quell'ora, e in quell'ora, la Madre mia e vostra. Ma sappiate pregare meglio. Non per la sola paura di quell'ora, ma per tante altre ore in cui la più vera morte incombe su voi. 

   Ti ho già spiegato più volte quale sia la vera morte. È quella dello spirito, che voi uccidete tanto sovente, se non sempre per diretta volontà, certo per indifferenza verso la parte più eletta di voi stessi: l'anima.
   Nel Pater Io vi ho insegnato a dire: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male". Nell'Ave Maria vi faccio dire: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". 

   Ora: il presente che dura un attimo di eternità: la vita della carne insidiata dai morbi, dagli incidenti,dallo stesso scorrere del tempo che vi porta alla foce del vostro vivere di uomini e vi immette nell'eternità. 
   Nell'ora della morte: quella che ferma il vostro cuore e quella, sempre incombente, che paralizza il vostro spirito e lo conduce a morte. 
   Voglio che pensiate a questa vera, eterna morte quando invocate Maria Ss. Dalla prima risorgerete se siete morti in Cristo. Ma dalla seconda non risorgerete mai più. 

   Non fate che il Nemico infernale, il Serpente fascinatore, il leone ruggente2 che sempre si aggira intorno a voi per atterrarvi, possa impossessarsi di voi come di una preda sicura perché, pur essendo tuttora viventi, siete già dei morti nello spirito. 
   Maria è la Vincitrice di Satana e basta il bagliore del suo sorriso per porlo in fuga. Contro le insidie di Satana e le debolezze e gli appetiti della carne, sempre desta nelle creature, chiamate Maria. 
   Se l'invocate per il sonno che avrà immediato risveglio, o per la pace celeste o per la dannazione infernale, ambedue eterne, perché non la dovreste invocare per questo atroce sonno che da la morte, e che è quello dello spirito abbattuto, sonno che, se non è vinto, vi spegne in braccio a Satana? 

   Quando la morte si aggira intorno al vostro spirito sorgano come a difesa le invocazioni, fatte con pienezza di significato, a Maria. 

   Ogni volta che l'ora della morte spirituale incombe su voi, preghi la Madre universale per tutti i suoi poveri figli, per lo spirito di questi suoi poveri figli, per quello spirito fatto e dato alle creature da quello stesso Dio che l'ha creata e scelta a Sposa e Madre, fatto e dato per fare, di essi, dei suoi figli e sudditi del suo Regno eterno. 

   Su voi sta il Sangue più puro e più amato: quello che è venuto dal suo Cuore Immacolato e che è stato il Seme al Fiore nato dall'amore di Dio con la Vergine, dalla sua ubbidienza perfetta ai Voleri divini, il Seme a Me Verbo fattosi carne per essere Maestro e Redentore, onde poter lavarvi nel suo Sangue, interamente versato per voi, e sta il pianto di Maria, mia e vostra Madre, altro lavacro di corredenzione. 
   Per questa sua natura di Madre del Salvatore Ella ha potere di salvazioneInvocatela con fede vera ed Ella vi salverà ora e nell'ora della morte».

   1 Mt 22, 35-40
   2 Dt 6, 16


AVE MARIA PURISSIMA!

lunedì 30 luglio 2018

L’essere con Dio era la vita per Maria.

Fiore della creazione più bello di tutti i fiori dell'Universo


  • "Il Signore è con te”. Il Signore è sempre con chi ha l’anima in grazia.(...)
    Maria era con Dio e Dio era con Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia inconcepibile a possedere questa creatura.(...)
    L’essere con Dio era la vita per Maria. 5.9.43

  • "Benedetta tu fra tutte le donne”. Questa benedizione (...) a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la Redenzione, risuona continuamente in Cielo, pronunciata con infinito amore dalla nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della Misericordia divina. 6.9.43

  • Benedetta la Pura destinata al Signore.
    Benedetta la Desiderata della Trinità che anticipava col desiderio l’attimo di fondersi a Lei con amplesso di trino amore.
    Benedetta la Vincitrice che schiaccia il Tentatore sotto il candore della sua natura immacolata.
    Benedetta la Vergine che non conosce che il bacio del Signore.
    Benedetta la Madre divenuta tale per obbedienza santa alla volontà dell’Altissimo.
    Benedetta la martire che accetta il martirio per pietà di tutti voi.
    Benedetta la Redentrice della donna e dei figli della donna, che annulla Eva e s'innesta al suo posto per portare il frutto della vita là dove il Nemico ha messo seme di morte.
    Benedetta, benedetta, tre volte benedetta per il tuo “si” o Madre mia che hai permesso a Dio di mantenere la promessa fatta ad Abramo, ai patriarchi, ai profeti, che hai dato sollievo all’Amore, oppresso dal dovere essere punitore e non salvatore, che hai sollevata la terra dalla condanna portata a lei da Eva.
    Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa, per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale. Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il Regno del tuo Gesù.
    Generatrice di grazia e di salvezza, generatrice della divina Misericordia, generatrice della Chiesa universale, che tu sia benedetta in eterno per quanto hai compiuto, come benedetta in eterno eri per quello che avresti compiuto.
    Sacerdotessa santa, santa, santa, che hai celebrato il primo sacrificio e preparato con parte di te stessa l’Ostia da immolare sull’altare del mondo.
    Santa, santa, santa Madre mia, che non mi hai fatto rimpiangere il Cielo e il seno del Padre, perché in te ho trovato un altro paradiso non dissimile a quello in cui la Triade opera le sue opere divine; Maria che sei stata il conforto del tuo Figlio sulla terra e il gaudio del Figlio in Cielo, che sei la gloria del Padre e l’Amore dello Spirito.6.9.43

  • La perfezione di Maria è tale che essa testimonia non solo della sapienza e della potenza, ma dell’amore con cui Dio ha creato il mondo. Maria testimonia il super-amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perché Maria mi ha concepito e dato al mondo.6.9.43

  • La Vergine, creata senza macchia per essere matrice alla carne di un Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la Perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della Terra, fiore della Creazione più bello di tutti i fiori dell’Universo, astro vivo, davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43

  • La Vergine, creata senza macchia per essere matrice della Carne di Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della terra, fiore della creazione più bello di tutti i fiori dell'Universo, astro vivo davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43


martedì 5 dicembre 2017

CANTEMUS DOMINO et MARIAE

Fiore del Carmelo
vite feconda, splendore del cielo
Vergine pura singolare
Madre fiorente d'intatto onore
sempre clemente dona un favore
Stella del mare
SALVE REGINA






AVE MARIA  GRATIA PLENA







LAUDA SION SALVATOREM


MISSA DE ANGELIS

KYRIE ELEISON


GLORIA




CREDO IN UNUM DEUM





SANCTUS  SANCTUS  SANCTUS



AGNUS  DEI



MISSA DE ANGELIS


SALVE  SANCTE  PATER





AMDG et BVM

lunedì 17 luglio 2017

Ave Maria!

“AVE MARIA!
Sis semper mecum

Et protege et sanctifica omnia quae faciam. Amen”

aut


“AVE MARIA!
Sis mecum semper
et omnia quae
faciam protege
et sanctifica Amen"

sabato 6 agosto 2016

UN'AVE: << Hinc transire cave - nisi prius dixeris Ave >>


L'Ave Maria è un tenero e gradito saluto alla Madre di Gesù e nostra.
È un attimo di respiro, di sollievo, di affetto.
Lei ci guarda, noi appoggiamo il cuore al suo cuore.

"L'artistica e devota tela della Madonna Addolorata, ch'era posta in cima alla scala del convento, con l'invito di non passare davanti a lei senza averla prima salutata: << Hinc transire cave - nisi prius dixeris Ave >> sa degli affettuosi saluti ricevuti da fra Pio.

UN'AVE

 Devoto, quando passi
qui sosta pochi istanti.
A te lo sguardo volgo,
attendo il bel saluto
di un’Ave dal tuo cuore.

 Son Mamma di Gesù
e sono vostra Mamma.
O figli miei diletti,
io porto nel mio cuore
le vostre pene e gioie.

 Con l’Ave voi mi dite
che questo ben credete
e confidate in me;
che v'appoggiate al petto
di chi chiamate Madre.

 Aspetto e cerco tutti.
L'onnipotente Dio
insieme al Cuor del Figlio
v'ha dato qual rifugio
il cuore della Madre.

 O Immacolata Vergine
e Madre Addolorata,
sei tutta santa e bella.
Sei la speranza nostra.
Salute a te, Maria. 

AVE MARIA PURISSIMA!

A. DA RIPABOTTONI: "P. Pio da Pietrelcina - Il cireneo di tutti" - Ed. 1978, p. 24:

domenica 26 giugno 2016

Quando dico: Ave Maria!



Quando dico: Ave Maria! 
i cieli ridono, 
gli Angeli godono, 
il mondo esulta, 
trema l'inferno, 
e fuggono i demoni.

Era una sentenza familiare del Serafico Padre San Francesco

lunedì 2 maggio 2016

LA FONTE

IL SALUTO 
PIU' LUMINOSO E BENEFICO


  • "Ave Maria”. E’ un saluto che monda le labbra e il cuore perché non si possono dire queste parole, con riflessione e sentimento, senza sentirsi divenire più buoni! E’ come avvicinarsi a una sorgente di luce angelica e a un’oasi fatta di gigli in fiore.
    Ave, la parola dell’angelo che c’è concesso di dire per salutare Quella che salutano con amore le Tre Eterne Persone, l’invocazione che salva (…) se detta come moto dello spirito che s’inchina davanti alla regalità di Maria, e si tende verso il suo Cuore di Madre.Se voi sapeste dire con vero spirito queste parole, anche solo queste due parole, sareste più buoni, più puri, più caritatevoli, perché gli occhi del vostro spirito sarebbero allora fissi in Maria e la santità di Lei vi entrerebbe nel cuore attraverso questa contemplazione. Ella è la fonte delle grazie e della misericordia. 3.9.43

  • L’amicizia con Maria è causa di perfezione, perché infonde e trasfonde le virtù dell’Amica eletta, che Dio non ha sdegnato e che v'ha concesso come coronamento dell’opera di Redenzione del Figlio suo. 3.9.43

  • "Piena di grazia La grazia era in Lei. La grazia ossia Dio, e la grazia ossia il dono di Dio da Lei saputo far fruttare al mille per cento. 4.9.43

  • Più Dio innalzava Maria verso il suo trono e più aumentavano in Lei riconoscenza, amore e umiltà. Più Dio le faceva capire come su di Lei fosse stesa la mano divina a protezione contro ogni insidia del male e più in Lei aumentava la vigilanza contro il male. (...) Maria pur riconoscendo l'opera di Dio in Lei, agì come se fosse la più derelitta delle creature. (...) La sua anima rimaneva sempre vigilante. 4.9.43
DEO GRATIAS!
et MARIAE!

lunedì 2 marzo 2015

Domina nostra, mediatrix nostra, advocata nostra tuo Filio nos reconcilia, tuo Filio nos commenda, tuo Filio nos repraesenta.


AD MARIAE NOMINIS LAUDEM

SUFFRAGIUM

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix, nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus nostris, sed a periculis, damnis, tribulationibus, sollicitudinibusque cunctis a peste, et subutanea ac improvisa morte libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta.
Domina nostra, mediatrix nostra, advocata nostra tuo Filio nos reconcilia, tuo Filio nos commenda, tuo Filio nos repraesenta.

ORATIO
Beatae, et gloriosae semperque Virginis Mariae, quaesumus Domine, intercessio gloriosa nos protegat, et ad vitam perducat aeternam. Amen.

PSALMUS 1

Magna es Domina, et laudabilis nimis: in civitate Dei nostri, et universa Ecclesia electorum eius.
Misericordia tua et gratia tua ubique praedicatur: Deus operibus manuum tuarum benedixit.
Miserere nostri Domina, et sana infirmitatem nostram: tolle dolorem nostrum et angustiam cordis nostri.
Mitte angelum bonum in occursum: per quem ab hostibus defendamur.
Miserere nostri in die angustiae nostrae: et in veritate tua irradia nos.
Miserere nostri Domina, miserere nostri: quoniam Tu es spes et lux omnium sperantium in Te.
Memento nostri, perditorum salvatrix: exaudi planctus et suspiria nostra.
Memento nostri Domina, et ora pro nobis: in laetitiam bonam verte moestitiam nostram.
Miserere servorum tuorum, Domina: et ne sinas eos angustari in tentationibus suis.
Miserere nostri, Regina gloriae et honoris: et de omni periculo custodi vitam nostram.
Miserere nostri, Mater Salvatoris: praesta consolationem in tribulatione nostra.
Medere contritis corde o domina salutis: et refove eos unguento pietatis.
Gloria Patri, et Filio:  et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio et nunc et semper: et in saecula saeculorum. Amen.

PSALMUS 2

Ad te, Domina, clamabo et exaudies me: in voce laudis tuae laetificabis me.
Ad te clamavi, cum anxiaretur cor meum: et exaudisti de monte sancto tuo.
Amplectamur Mariae vestigia, peccatores: et beatis pedibus eius provolvamur.
Accedite ad eam cum devotione et reverentia: et delectetur cor vestrum in salutatione eius.
Accedite ad eam in tribulationibus vestris: et stabiliet vos serenitas vultus illius.
A rugientibus praeparatis ad escam: de manibus quaerentium nos liberati sumus gratia illius.
Attendite, popule Dei, praecepta Dei: et Reginae coeli nolite oblivisci.
Aperite cor ad investigandam eam: labia ad glorificandam illam.
Accendatur affectus cordis in illam: et inimicos nostros induet confusione.
Abstulit a corde moestitiam et dolorem: et suavitate sua cor nostrum dulcoravit.
Adorate illam in decore illius: glorificate opificem pulcritudinis eius.  
Adiutorio suo sancto evasimus pericula mortis: et saeva peste liberati sumus.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.

PSALMUS 3

Refugium tu es, Domina, in tribulatione nostra: et virtus potentior conterens inimicum.
Religiosi omnes adorate et honorate illam: quia ipsa est adiutrix e spiritualis advocata.
Recurramus ad illam in tribulatione nostra: et eripiet nos de periculis nostris.
Recordare Domina, ut loquaris pro nobis bonum: et indignationem Filii tui avertas a nobis.
Respice miseriam Mater gloriosa: Virgo angustiam et tribulationem ne tardes removere.
Recordare, Domina, pauperum et miserorum: et sustenta eos ope refugii tui sancti.
Recordare nostri, Domina, et non apprehendant nos mala: succurre nobis in fine, ut inveniamus vitam aeternam.
Resperge cor nostrum dulcedine tua: fac nos oblivisci angustias huius vitae.
Respice, Domina, humilitatem servorum tuorum: et ne sinas eos periculis subiacere.
Reple nos servos tuos virtutibus sanctis: et ira Dei non appropinquet nobis.
Respice, Domina, humilitatem cordis nostri: et libera nos de afflictione pestis.
Reminiscere miserationum tuarum, Domina: et revela peregrinationem incolatus nostri.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.

PSALMUS 4

In te, Domina, confido: propter multitudinem misericordiae nominis tui.
Iudica me, Domina, quoniam ab innocentia mea digressus sum: sed quia in te speravi, non infirmabor.
In manus tuas commendo corpus et animam meam: totam vitam meam et diem ultimum meum.
Influe nobis radios tuae pietatis: et clarifica nos fulgoribus misericordiae tuae.
Innova signa et immuta mirabilia: ut sentiamus adiutorium brachii tui.
Intercede pro nobis salutifera Mater Dei: quae angelorum et hominum salutem peperisti.
Infunde gratiam de thesaurus tuis: et unguentis placa dolorem nostrum.
Ingrediatur oratio nostra in cospectu tuo: et voces gementium ne despexeris.
In manu tua, Domina, salus et vita consistunt: laetitia sempiterna et aeternitas gloriosa.
Inveniant, quaeso, gratiam apud Deum: qui Te in suis necessitatibus invocabunt.
In periculis et rebus dubiis et in necessitati bus cunctis invenientes: adiutorium dabis.
Ipsa enim mederis contritis corde: et refove unguento pietatis.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.

PSALMUS 5

Ad Mariam, cum tribularer, clamavi: et clementia sua exaudivit me.
Ad te, Domina, levavi animam meam in iudicio Dei mei: et precibus tuis non erubescam.
Ave gratia plena, Deus tecum: per quam salus mundi restauratur.
Ascendisti alternantibus hymnis angelorum: choris archangelorum constipata, rosis et liliis coronata.
Ablue, Domina, omnia peccata nostra: sana omnes iniquitates nostras.
Aufer a nobis tribulationem nostram: et dulcifica omnem dolorem nostrum.
Avertatur a nobis ira Dei per te: placa eum meritis et precibus tuis.
Aperiantur nobis per te portae iustitiae: ut enarremus omnia mirabilia tua.
Ad Dominum accede rogatura pro nobis: ut per te liberemur de angustiis nostris.
Adiutorium sit in virtute nominis tui: per Te omnia opera nostra dirigantur.
Ab omni perturbatione libera servos tuos: et fac eos vivere sub pace et protectione tua.
Adorent Te familiae gentium: glorificent Te omnes ordines angelorum.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.

Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison.
Pater noster, etc.
Et ne nos inducas in tentationem.
Sed libera nos a malo.
Salvos fac servos et ancillas tuas.
Deus meus sperantes in te.
Mitte nobis auxilium de sancto.
Et de Sion tuere nos.
Ora pro nobis sancta Dei Genitrix.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi..
Domine exaudi orationem meam,
Et clamor meus ad te veniat.

OREMUS


    Defende, quaesumus Domine, Beata Maria semper Virgine intercedente, istam ab omni adversitate familiam, et toto tibi corde prostratam ab omni infirmitate et peste, et ab omnibus tuere clementer periculis. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

AMDG et BVM

AVE MARIA!

lunedì 1 settembre 2014

COMMENTO ALL'AVE MARIA - S. Tommaso d'Aquino


COMMENTO ALL'AVE MARIA

Ave Maria, piena di grazia

    Nella preghiera dell'Ave si distinguono tre parti: 
la prima venne pronunziata dall'angelo, cioè: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta tra le donne» (Lc 1, 28). 
L'altra da Elisabetta, madre di Giovanni Battista, quando disse: «Benedetto il frutto del seno tuo» (Lc 1, 42). La terza fu aggiunta dalla Chiesa: il vocativo «Maria» (215). Difatti l'angelo non disse: «Ave, Maria», bensì: «Ave, piena di grazia»; ma vedremo come il nome «Maria», nei suoi vari significati, si addica al saluto dell'angelo.
    In antico era considerato un grande onore il fatto che gli angeli si mostrassero agli occhi umani, e sommo titolo di lode l'essersi potuti prostrare dinanzi a quei messaggeri di Dio. Tant'è vero che a lode di Abramo vien detto che egli ospitò gli angeli nella propria tenda, rendendo loro la debita venerazione (216).
    Ma del tutto insolito risulta che sia stato un angelo a inchinarsi davanti a creatura umana, fino al momento in cui Gabriele salutò la beata Vergine, devotamente: «Ave» (217).

     La ragione per cui mai prima d'allora un angelo si era abbassato di fronte a persona umana è questa: che egli la sopravanza per tre motivi: quanto a dignità, a familiarità con Dio e al pieno splendore della grazia divina [che rifulge nelle sostanze angeliche].

    L'angelo è infatti di natura spirituale, come attesta il salmo 103: «Tu hai creato i tuoi messaggeri come spirito» (Sal 103, 4), mentre l'uomo è corruttibile per natura. Disse in tal senso Abramo: «Io, che sono polvere e cenere, parlerò al mio Signore?» (Gn 18, 27). Non era quindi opportuno che una creatura spirituale e incorruttibile si umiliasse dinanzi ad altra creatura, caduca, qual'è l'uomo.

    L'angelo è familiare con Dio; un suo assistente: «Mille migliaia [d'angeli] lo servivano, e miriadi di miriadi stavano in piedi di fronte a lui» (Dn 7, 10). Al contrario, l'uomo è come uno straniero, dopo essersi allontanato dal trono dell'Altissimo con la colpa d'origine. Ognuno di noi può ripetere: «Ecco, me ne son fuggito lontano» (Sal 54, 8). Perciò è assai più naturale che sia l'uomo a mostrarsi deferente nei confronti dell'angelo, intimo familiare del celeste sovrano.

    E infine, gli angeli partecipano largamente del lume divino. [Bildad lo Shukhita] si domandava: «E’ possibile far un censimento delle sue milizie? e c'è qualcuno tra loro che non è investito dal divino fulgore?» (218). Per questa ragione, l'angelo si manifesta sempre come un essere luminoso; gli uomini, invece, anche quando siano in qualche modo toccati da quel lume di grazia, restano in una sorta di semioscurità. Non era conveniente che l'angelo prestasse un atto d'ossequio o riverenza all'uomo finché non si fosse trovato nelle umane generazioni qualcuno che lo superasse - per spiritualità, familiarità con Dio e nel pieno splendore della grazia. Così fu l'angelo che rese omaggio a Maria, salutandola: «Piena di grazia».
    La beata Vergine, dunque, superò gli angeli per tre motivi, a cominciare dalla pienezza di grazia che, in lei, è superiore che non in qualunque spirito beato; e per sottolineare ciò, Gabriele le rese omaggio chiamandola: «Piena di grazia», quasi volesse dire: «Ti ossequio poiché mi vinci per sovrabbondanza di grazia».

    I. La beata Vergine è detta «piena di grazia» innanzi tutto riguardo alla propria anima, satura di grazia divina. Tale dono viene concesso per due finalità: onde farci ben operare ed evitare il male. Maria ebbe il duplice ausilio in misura perfetta. Ella evitò il peccato meglio che qualunque altro santo, seconda soltanto rispetto al Cristo.
    Esiste il peccato, che è di due specie. Da quello originale Maria venne mondata fin dal grembo materno; e fu esente da qualsiasi peccato personale, anche il più lieve. Si legge nel Cantico dei Cantici: «Tu sei tutta bella, amica mia, e in te non è possibile trovare alcuna macchia!» (Ct 4, 7). E sant'Agostino, nel trattato su La natura e la grazia, aggiunge: «Esclusa la santa Vergine Maria, se la totalità dei santi e delle sante fosse stata interrogata durante la loro vita terrena, se si stimassero immuni da colpa, avrebbero esclamato concordi: 'Quando dicessimo di non avere in noi l'esperienza del peccato, inganneremmo noi stessi: non ci sarebbe la verità nelle nostre parole!' (I Gv I, 8). Tutti. Eccetto questa santa Vergine che, come dico, non dev'esser neppure nominata in tale questione, per l'onore dovuto a Dio. Sappiamo infatti che le venne concessa tanta grazia da poter vincere la minima tentazione, quanto ne richiedeva il suo merito di concepire e dare alla luce colui che di certo non conobbe ombra di peccato».
    Cristo, d'altronde, superò la beata Vergine: egli fu concepito senza la colpa d'origine mentre la Vergine santa, pur nascendo senza peccato, ne fu sfiorata appena, all'atto del concepimento [nel grembo di sua madre, Anna] (219).
    Ella esercitò inoltre tutte le virtù, invece i santi rifulsero solo in tal une di esse: chi fu particolarmente umile, chi casto, chi misericordioso; singolarmente considerati, essi ci son d'esempio per qualche virtù specifica (come san Nicola che vien citato a modello di misericordia, ecc.). La vergine Maria è esemplare in ogni singola virtù: difatti trovi in lei esempio d'umiltà, quando dice: «Eccomi, sono l'ancella del Signore... Egli ha guardato alla pochezza della sua serva» (Lc 1, 38; 48). Fu modello di castità («Non ho [né intendo avere] esperienze matrimoniali») (220); e così di seguito, per le rimanenti virtù. Sicché la beata Vergine fu piena di grazia sia in ordine al bene da compiere, sia quanto al male da evitare.

    2. Di più, ricevette la pienezza della grazia anche allo scopo di far ridondare l'eccesso [della medesima], dall'anima, nel proprio corpo.
    È già mirabile cosa che i santi abbiano quel tanto di grazia sufficiente a santificarli nell'anima; ma lo spirito della Vergine ne fu così ricolmo da traboccare nel suo fisico, da cui doveva prender inizio il concepimento del Figlio di Dio. Dice al riguardo Ugo da san Vittore: «Dato che l'amore dello Spirito Santo ardeva nell'animo suo in misura singolare, produsse meraviglie nella sua carne, facendo germinare da lei l'Uomo-Dio». È un appropriato commento a quanto aveva scritto san Luca: «Il bambino che da te nascerà sarà santo, e verrà chiamato 'figlio dell'Altissimo'» (Lc l, 35).

    3. Maria fu piena di grazia anche in ordine alla compartecipazione del dono a tutti gli uomini. Se è un fatto ammirabile che un santo abbia posseduto la grazia in misura tale da procurar la salvezza di molti altri, il possederne in quantità sufficiente da provvedere alla salvezza spirituale del mondo intero, questo equivarrebbe ad aver la grazia in grado massimo: ed è quel che si verifica in Cristo e nella Vergine beata.
    In qualunque frangente ti trovassi, tu potrai scamparne grazie alla gloriosa Vergine. Per simboleggiarne la potenza, può applicarsi a lei ciò che si può leggere nel Cantico. «Innumerevoli corazze - ossia ripari contro ogni pericolo - la circondano» (Ct 4, 4). E puoi averla al tuo fianco, ad aiutarti nel compimento di ogni opera virtuosa; in questo secondo senso è applicabile alla santa Vergine un'altra citazione biblica: «In me si trova ogni speranza [necessaria] alla vita e alla virtù» (Sir 24, 25).

    Dunque, Maria è piena di grazia, da eccedere per abbondanza gli angeli stessi. Perciò è chiamata convenientemente «Maria», che significa: «Colei che ha in sé la luce». La sua anima, infatti, per riportare alcune parole del profeta, «risplende nelle tenebre» (Is 58, 11): luce che si irradia sopra l'intera umanità. Ecco perché Maria vien rassomigliata al sole e alla luna.

    Ella supera gli angeli anche quanto a familiarità con Dio. Volle metterlo in risalto l'angelo: «Il Signore è con te»; quasi dica: «Ti rendo ossequio giacché tu sei più intima con Dio, di quanto non lo sia io stesso. Il Signore infatti è 'con te': Dio Padre e il suo Verbo!» Nessun angelo né alcun' altra creatura potrà ripetere altrettanto. «Colui che nascerà da te, sarà detto 'Figlio di Dio'» (Lc 1, 35). Nel tuo grembo, il Figlio unigenito del Padre. Perciò, Maria, «esulta e giubila... che abiterà in te, possente, il Santo d'Israele» (Is 12, 6).
    Il Signore sta con la beata Vergine anche in altro senso, rispetto al suo stare assieme agli angeli. [Diverso il rapporto:] Dio, che si rende figlio di Maria, resta Signore delle schiere angeliche.

    Lo Spirito Santo dimora in lei come in un tempio, sicché essa riceve giustamente l'appellativo di «tempio del Signore, sacrario dello Spirito Santo». Maria concepì [il Cristo] in virtù dello Spirito Santo, che scese su di lei con la potenza dell'Altissimo (cf. Lc 1, 35). Un'intimità col creatore più profonda di qualunque altra, cui possa aspirare una creatura: sono in lei Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, l'indivisa Trinità; per questo si canta della Vergine: «O nobile triclinio della Trinità» (221); e l'espressione: «Il Signore è con te» è la più nobile che si possa proferire. Giustamente l'angelo s'inchina davanti a Maria: è la madre del suo Signore, e dunque Signora lei medesima. Le si addice [anche] perciò il nome «Maria» che, in siriaco, viene interpretato «signora».

    Infine, la beata Vergine supera gli angeli nella purezza, dal momento che fu pura non soltanto in se stessa, ma dispensatrice di purezza per tanti altri. Fu purissima sia quanto alla minima colpa - giacché non contrasse il peccato d'origine, né commise alcun peccato, mortale o veniale -, sia quanto alla pena (222).
    A causa del peccato [d'origine] erano stati comminati tre generi di castigo
La donna avrebbe concepito d'allora in poi con pregiudizio della verginità, portato avanti nel disagio la gravidanza, e partorito tra le doglie.
    Ma la beata Vergine fu esente da tutto ciò: concepì senza danno della propria integrità, tutta consolata portò in grembo il Figlio e tra gaudi inenarrabili diede alla luce colui che è il Salvatore. Le si possono adattare le parole d'Isaia: «Si coprirà di fiori..., fiorirà simile al narciso; esulterà piena di contentezza e cantando laudi» (Is 35, 2).

    Altra pena, data all'uomo: avrebbe dovuto guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Ne fu esclusa la Vergine beata, secondo la sentenza dell'Apostolo: «Le vergini si danno pensiero [unicamente] delle cose che riguardano il Signore» (1 Cor 7, 34).

    La terza è comune agli uomini e alle donne, il cui corpo deve tornare [a risolversi] in polvere. La beata Vergine ne fu risparmiata, essendo stata assunta in cielo, anima e corpo, quasi aderendo all'invito: «Lèvati, Signore, verso la tua dimora: tu, e l'arca tua santa» (Sal 131, 8).

    Insomma, ella fu libera da ogni genere di maledizioni; «benedetta tra le donne », lei che - tolta di mezzo la maledizione - ci donò la benedizione [nel Cristo] e aprì l'accesso al paradiso. Le si addice così il nome di «Maria» nel significato di «stella del mare». Come infatti, grazie alla stella [polare], i naviganti si orientano ritrovando la rotta verso il porto, similmente i cristiani son guidati da Maria alla patria celeste.


Benedetto il frutto del tuo seno (Lc I, 42)

    Talvolta il peccatore cerca nei beni un godimento che non gli riesce d'ottenere, mentre il medesimo viene concesso al giusto. E detto nel libro dei Proverbi: «Le sostanze dell'empio sono serbate per l'uomo retto» (Prv 13, 22). Eva, ad esempio, mangiò del frutto [proibito] senza tuttavia trovarci quanto aveva sperato. La beata Vergine invece trovò nel frutto del proprio grembo ciò che Eva aveva cercato invano.

    I. Il diavolo le aveva ingannevolmente promesso che [lei e Adamo] si sarebbero tramutati in dèi, capaci di 'conoscere il bene e il male': «Sarete - promise quel bugiardo - simili alla deità» (Gn 3, 5). Naturalmente mentiva, poiché è menzognero, ispiratore d'ogni falsità.
    L'aver mangiato del frutto vietato non rese Eva simile a Dio, bensì dissimile, giacché peccando s'allontanò dall'unico che poteva salvarla. Venne cacciata dal paradiso.
    Il contrario accadde alla beata Vergine ed a ciascun cristiano: in forza della nostra unione al Cristo (223) siamo congiunti e resi simili a Dio: « Quando in noi sarà attuale [lo splendore della vita divina], saremo simili a lui, e lo vedremo quale egli è» (I Gv 3, 2).

    2. Ancora. La donna aveva sperato di appagare il proprio desiderio mangiando di quel frutto che le sembrava così appetibile. Ma non ne trasse piacere, perché all'istante si ritrovò spogliata [di tanti doni] e in preda all'angoscia. Nel frutto della Vergine [madre] troviamo invece soavità e salute. L'ha detto la Verità incarnata: «Chi mangia la mia carne, partecipa della vita eterna» (Gv 6, 55).
     3. Il frutto bramato da Eva, infine, era bello all'apparenza, ma assai più bello è il frutto della Vergine Maria, tanto che gli angeli bramano di poterlo contemplare. Di lui canta il salmista: «Tu splendi per bellezza tra i figli dell'uomo; soffuse di grazia sono le tue labbra» (224), ed è un effetto della gloria del Padre.

     Eva, al pari d'ogni altro peccatore, non poté conseguire ciò che sperava dal peccato. E allora, quel che desideriamo cerchiamolo nel Figlio della Vergine. È un frutto benedetto da Dio, che lo arricchì d'ogni grazia, tanto da farla traboccare sino a noi appena gli porgiamo il nostro ossequio. «Egli ci ha benedetti in Cristo, dall'alto dei cieli, con ogni genere di benedizioni spirituali» (Ef I, 3). E benedetto dagli angeli: «Lode, gloria; sapienza, rendimento di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio, nei secoli dei secoli!» (Ap 7, 12). Benedetto dagli uomini, che ripetono: «Ogni lingua riconosca che Cristo Gesù è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 11), e: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Gv 12,13; cf. Sal 117, 26).

     Benedetta di sicuro la Vergine santa, ma ancor più benedetto il frutto del suo grembo.