Visualizzazione post con etichetta Padre nostro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Padre nostro. Mostra tutti i post

mercoledì 1 maggio 2019

Bisogna saper pregare

 

Il Pater è la preghiera al Padre. L'Ave è la preghiera alla Madre. 

   La prima parte del Pater è lode di Dio, la prima parte dell'Ave è lode a Maria. 

   La seconda parte del Pater è richiesta al Padre per tutti i vostri bisogni di figli di Dio in temporanea sosta sulla Terra, ma destinati al Cielo. 
  La seconda dell'Ave è la richiesta alla Madre per i vostri bisogni di mortali e di immortali nello spirito. 

   Va invocata come il Padre, la Madre vostra. Non dovete pensare che Ella abbia assenza di Misericordia e di Potere e non possa soccorrervi nei vostri combattimenti, nelle vostre pene, nelle necessità e nelle tentazioni. 

   Bisogna saper pregare. E bisogna pregare nei momenti di pace, per invocare l'aiuto per le ore di lotta. 
   
Stolto è chi dice: "Quando sarà il momento lo farò". Sapete voi se lo potrete fare allora? Se Dio vi darà il tempo di farlo? Bisogni e sventure, e anche la morte, vengono sovente come un lampo improvviso. La morte è talora come folgore che fulmina improvvisamente. 
   La Misericordia di Dio è infinita. Ma è detto nelle parole della Legge: "Non tentare il Signore Iddio tuo1". E, in verità, voi lo tentate quando conducete una vita tutta umana, senza pensare che vi attende un al di là in cui sarete giudicati per le vostre azioni. 

   Nell'Ave Maria è detto: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". Ecco, o Maria. Leggiamo insiemequeste parole che molti, troppi dicono con la mente elevata di un sol grado dal fango della Terra e con cuore pensieroso soltanto dell'incognita dell'ultimo momento che vi fa paura perché non siete a sufficienza "figli di Dio". Se lo foste perfettamente, la morte non vi farebbe paura. 

   La morte è l'ultima prova e merita ogni vostra attenzione per divenire "morte nel Signore". Una morte nel Signore vi merita ogni perdono, vi da l'eterna vita nel Signore, e annulla, col suo potere, le conseguenze di un'esistenza anche colpevole. Fate dunque bene ad invocare sin da ora, per quell'ora, e in quell'ora, la Madre mia e vostra. Ma sappiate pregare meglio. Non per la sola paura di quell'ora, ma per tante altre ore in cui la più vera morte incombe su voi. 

   Ti ho già spiegato più volte quale sia la vera morte. È quella dello spirito, che voi uccidete tanto sovente, se non sempre per diretta volontà, certo per indifferenza verso la parte più eletta di voi stessi: l'anima.
   Nel Pater Io vi ho insegnato a dire: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male". Nell'Ave Maria vi faccio dire: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". 

   Ora: il presente che dura un attimo di eternità: la vita della carne insidiata dai morbi, dagli incidenti,dallo stesso scorrere del tempo che vi porta alla foce del vostro vivere di uomini e vi immette nell'eternità. 
   Nell'ora della morte: quella che ferma il vostro cuore e quella, sempre incombente, che paralizza il vostro spirito e lo conduce a morte. 
   Voglio che pensiate a questa vera, eterna morte quando invocate Maria Ss. Dalla prima risorgerete se siete morti in Cristo. Ma dalla seconda non risorgerete mai più. 

   Non fate che il Nemico infernale, il Serpente fascinatore, il leone ruggente2 che sempre si aggira intorno a voi per atterrarvi, possa impossessarsi di voi come di una preda sicura perché, pur essendo tuttora viventi, siete già dei morti nello spirito. 
   Maria è la Vincitrice di Satana e basta il bagliore del suo sorriso per porlo in fuga. Contro le insidie di Satana e le debolezze e gli appetiti della carne, sempre desta nelle creature, chiamate Maria. 
   Se l'invocate per il sonno che avrà immediato risveglio, o per la pace celeste o per la dannazione infernale, ambedue eterne, perché non la dovreste invocare per questo atroce sonno che da la morte, e che è quello dello spirito abbattuto, sonno che, se non è vinto, vi spegne in braccio a Satana? 

   Quando la morte si aggira intorno al vostro spirito sorgano come a difesa le invocazioni, fatte con pienezza di significato, a Maria. 

   Ogni volta che l'ora della morte spirituale incombe su voi, preghi la Madre universale per tutti i suoi poveri figli, per lo spirito di questi suoi poveri figli, per quello spirito fatto e dato alle creature da quello stesso Dio che l'ha creata e scelta a Sposa e Madre, fatto e dato per fare, di essi, dei suoi figli e sudditi del suo Regno eterno. 

   Su voi sta il Sangue più puro e più amato: quello che è venuto dal suo Cuore Immacolato e che è stato il Seme al Fiore nato dall'amore di Dio con la Vergine, dalla sua ubbidienza perfetta ai Voleri divini, il Seme a Me Verbo fattosi carne per essere Maestro e Redentore, onde poter lavarvi nel suo Sangue, interamente versato per voi, e sta il pianto di Maria, mia e vostra Madre, altro lavacro di corredenzione. 
   Per questa sua natura di Madre del Salvatore Ella ha potere di salvazioneInvocatela con fede vera ed Ella vi salverà ora e nell'ora della morte».

   1 Mt 22, 35-40
   2 Dt 6, 16


AVE MARIA PURISSIMA!

domenica 17 giugno 2018

GESU' CI SPIEGA il Pater Noster


  • O anime ancora sacrificate nel laccio del fidanzamento con Dio, quando volete parlare allo Sposo, mettetevi nella pace della vostra dimora e soprattutto nella pace della vostra dimora interiore e parlate angelo di carne fiancheggiato dall’angelo custode, al Re degli angeli. Parlate al Padre vostro nel segreto del vostro cuore e della vostra stanza interiore. Lasciate fuori tutto quanto è mondo: e la smania di essere notati e quella di edificare e gli scrupoli delle lunghe preghiere colme di parole, parole e monotone e tiepide e scialbe d’amore. Per carità! Liberatevi dalle misure nel pregare.
    In verità vi sono alcuni che sprecano più e più ore in un monologo ripetuto con le labbra sole e che è un vero soliloquio perché neppur l’angelo custode lo ascolta, tanto è rumore vano a cui egli cerca di rimediare sprofondandosi di suo in ardente orazione per il suo stolto custodito. (…)
    La preghiera è azione d’amore. E amare si può tanto orando che facendo il pane, meditando che assistendo un infermo, tanto compiendo pellegrinaggio al Tempio che accudendo alla famiglia, tanto sacrificando un agnello quanto sacrificando i nostri anche giusti desideri di raccogliersi nel Signore. Basta che uno intrida tutto se stesso e ogni sua azione nell’amore. Non abbiate paura! Il Padre vede. Il Padre comprende. Il Padre ascolta. Il Padre concede. Quante grazie non sono date anche per un solo, vero, perfetto sospiro d’amore. Quanta abbondanza per un sacrificio intimo fatto con amore. Non siate simili ai gentili. Dio non ha bisogno che gli diciate ciò che deve fare perché voi ne abbisognate. Ciò possono dirlo i pagani ai loro idoli  che non possono intendere. Non voi a Dio, al Vero Spirituale Iddio che non è solo Dio e Re, ma è Padre vostro e sa, prima ancora che voi glielo chiediate, di che avete bisogno. 172.6
  • Voi chiedete. E vi pare giusto di chiedere. Infatti per quel momento non sarebbe neanche ingiusta quella grazia. Ma la vita non termina in quel momento. E ciò che è bene oggi può essere non bene domani. Voi questo non lo sapete perché voi sapete solo il presente, ed è una grazia di Dio anche questa. Ma Dio conosce anche il futuro. E molte volte per risparmiarvi una pena maggiore vi lascia non esaudita una preghiera. 172.7



  • "Padre Nostro che sei nei Cieli ….”  In queste parole è chiuso come in un cerchio d’oro tutto quanto abbisogna all’uomo per lo spirito e per la carne e il sangue. Con questo chiedete ciò che è utile a quello e a questi. E se farete ciò che  chiedete acquisterete la     vita eterna. E una preghiera tanto perfetta che i marosi delle eresie e il corso dei secoli non  l’intaccheranno. (…) Ricordatevela bene. Meditatela continuamente. Applicatela alle vostre azioni. Non occorre altro per santificarsi. Se uno fosse solo, in un posto di pagani, senza chiese, senza libri, avrebbe tutto lo sciibile da meditare in questa preghiera e una chiesa aperta nel suo cuore per questa preghiera. Avrebbe una regola e una santificazione sicura. 202.5 
  • “Padre nostro”. Io  chiamo: “ Padre”. Padre è del Verbo, Padre è dell’Incarnato. Così voglio lo chiamate voi perché voi siete uni con Me, se voi in Me permanete. (…)
    Padre! Dite. E non stancatevi di dire questa parola. Non sapete che ogni volta che la dite il Cielo sfavilla per la gioia di Dio? Non diceste che questa e con vero amore, fareste già orazione gradita al Signore. 203.6 
  • “Sia santificato il tuo Nome”.
    Oh! Nome più di ogni altro santo e soave. Nome che il terrore del colpevole vi ha insegnato a velare sotto un altro. No, non più Adonai, non più. E’ Dio. E’ il Dio che in un eccesso di amore ha creato l’Umanità. 203.7 
  • “Venga il Regno tuo in terra come in Cielo”.
    Desideratelo con tutte le vostre forze questo avvento. Sarebbe la gioia sulla terra, se esso venisse. Il Regno di Dio nei cuori, nelle famiglie, fra i cittadini, fra le nazioni. Soffrite, faticate, sacrificatevi per questo Regno. Sia la terra uno specchio che riflette nei singoli la vita dei Cieli. 203.8
  • “E in terra come in Cielo sia fatta la tua volontà”.
    L’annullamento della volontà propria in quella di Dio si può fare solo quando si è raggiunto il possesso delle teologali virtù in forma eroica. In Cielo, dove tutto è senza difetti, si fa la volontà di Dio. Sappiate, voi figli del Cielo, fare ciò che in Cielo si fa.  203.9
  • Dacci il nostro pane quotidiano”.
    Quando sarete nel Cielo vi nutrirete soltanto di Dio. La beatitudine sarà il vostro cibo. Ma qui ancora abbisognate di pane. E siete i pargoli di Dio. (…) Perciò Io vi dico: “ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto”. Infatti a chi chiede viene dato, chi cerca finisce di trovare e a chi bussa si apre la porta. (…) Chiedete dunque  con amore umile e filiale il vostro pane al Padre. 203.10
  • “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
    Vi sono i debiti materiali e quelli spirituali. Vi sono anche debiti morali. E’ debito materiale la moneta a la merce che avuta in prestito va restituita. E’ debito morale la stima carpita e non resa e l’amore voluto e non dato. E’ debito spirituale l’ubbidienza a Dio dal quale molto si esigerebbe salvo dare ben poco, e l’amore verso di Lui. Egli ci ama e va amato, così come va amata una madre, una moglie, un figlio da cui si esigono tante cose. L’egoista vuole avere e non dà. Ma l’egoista è agli antipodi del Cielo. Abbiamo debiti con tutti. Da Dio al parente, da questo all’amico, dall’amico al prossimo, dal prossimo al servo e allo schiavo, essendo tutti esseri come noi. Guai a chi non perdona! Non sarà perdonato. Dio non può,  per giustizia, condonare il debito dell’uomo a Lui Santissimo se l’uomo non perdona al suo simile. 203.11
  • “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno”.
    Pregate con umiltà perché Dio impedisca le tentazioni. Oh! L’umiltà! Conoscersi per quello che si è! Senza avvilirsi, ma conoscersi. Dire: ”Potrei cedere anche se non mi sembra poterlo fare, perché io sono un giudice imperfetto di me stesso. Perciò, Padre mio, dammi possibilmente, libertà dalle tentazioni col tenermi vicino a Te da non permettere al Maligno di nuocermi”. Perché, ricordatelo, non è Dio che tenta al Male, ma è il Male che tenta. Pregate il Padre perché sorregga la vostra debolezza al punto che essa non  possa essere indotta in tentazione dal Maligno. 203.12
  • Sia nella gioia come nel dolore, sia nella pace come nella lotta, lo spirito nostro ha bisogno di tuffarsi tutto dentro all’oceano della meditazione, per ricostruire ciò che il mondo e le vicende abbattono e per creare nuove forze per sempre più salire. (…) E’ sempre molto  utile allo spirito, l’elevazione mentale a Dio, la meditazione, in cui, contemplando la sua divina perfezione e la nostra miseria, o quella di tante povere anime, non già per criticarle ma per compatirle e capirle, e per avere riconoscenza al Signore che ci ha sorrette per non farci peccare, o ci ha perdonate per non lasciarci cadute, noi giungiamo a pregare realmente, ossia ad amare. Perché l’orazione per essere realmente tale deve essere amore. Altrimenti è borbottio di labbra dal quale l’anima è assente. 247.4
  • La preghiera non è nell’atto ma nel sentimento. 261.5
  • La preghiera è la conversazione del cuore con Dio e dovrebbe essere lo stato abituale dell’uomo. 262.9
Ave Domina…
Nostra Domina Guadalupiana!
HORA MARIAE
Maria, Nostra Domina Guadalupiana est Imperatrix Mundi
atque, ut Mater Dei et Mater Nostra, repraesentat
Universalem Identitatem omnium filiorum qui Ipsam amant.

mercoledì 13 giugno 2018

ELOHIM - Padre nostro


La preghiera del ‘Padre nostro’.
"Udite. Quando pregate dite così: 'Padre nostro che sei nei Cieli sia santificato il Nome tuo, venga il Regno tuo in terra come lo è in Cielo, e in terra come in Cielo sia fatta la Volontà tua. Dàcci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno'."

Gesù si è alzato per dire la preghiera e tutti lo hanno imitato, attenti, commossi.

"Non occorre altro, amici miei. In queste parole è chiuso come in un cerchio d'oro tutto quanto abbisogna all'uomo per lo spirito e per la carne e per il sangue. Con questo chiedete ciò che è utile a quello e a questi. E se farete ciò che chiedete, acquisterete la vita eterna. 

E' una preghiera tanto perfetta che i marosi delle eresie e il corso dei secoli non l'intaccheranno. Il cristianesimo sarà spezzettato dal morso di Satana e molte parti della mia carne mistica verranno staccate, separate, facenti cellule a sé, nel vano desiderio di crearsi a corpo perfetto come sarà il Corpo mistico del Cristo, ossia quello dato da tutti i fedeli uniti nella Chiesa apostolica che sarà, finché sarà la terra, l'unica vera Chiesa. 

Ma queste particelle separate, prive perciò dei doni che Io lascerò alla Chiesa Madre per nutrire i miei figli, si chiameranno però sempre cristiane, avendo culto al Cristo, e sempre si ricorderanno, nel loro errore, di essere venute dal Cristo. Ebbene, esse pure pregheranno con questa universale preghiera. 

Ricordatevela bene. Meditatela continuamente. Applicatela alle vostre azioni. Non occorre altro per santificarsi. Se uno fosse solo, in un posto di pagani, senza chiese, senza libri, avrebbe già tutto lo scibile da meditare in questa preghiera e una chiesa aperta nel suo cuore per questa preghiera. Avrebbe una regola e una santificazione sicura.

Maria Valtorta - Evangelo (203)

sabato 16 settembre 2017

Dio è Amore. AmateLo. Amate Dozulé.

Padre Pio parla di Dozulé
23 Luglio 1990

”J.N.S.R.”: Padre Pio... che ne pensi di Dozulé?

Padre Pio: O figlia mia, questo dono di Dio é incomparabile per la vostra epoca che soffre della mancanza d’Amore, PIAGA che si estende su tutta la terra, dove Dio é assente, perché gli uomini l’hanno rifiutato. Figlia mia, BISOGNA credere in questo Amore perfetto che RINNOVERÀ’ la faccia della terra.
Dio Padre vi annuncia la prossima Venuta di Suo Figlio a Dozulé.
Dio è Amore. AmateLo. Amate Dozulé. All’invito del Padre di ogni bontà, Gesù é venuto a visitare la terra che vi ospita:
La Francia, che é grande agli occhi di Dio.

Il Signore ha parlato per bocca della Sua serva MADDALENA. Figlia mia, ella fu scelta fin dall’ORIGINE dei tempi per annunciare 1’ultimo messaggio di Cristo sulla Terra che é diventata fredda, insensibile, morta come un cadavere senza vita.

Dio ha inviato su questa terra il Suo Unico Figlio. Dio Padre 1’ha benedetta e consacrata, perché abbiate un luogo per vedere la grandezza di Dio in Suo Figlio GESÙ’ il Cristo. GESÙ’ é il Messia. Egli ritorna per insegnarvi ad amare come Lui stesso ama tutti noi. Dio vi ha radunati sulla santa Montagna perché riceviate i doni di Dio: il Suo amore, la Sua Vita in abbondanza e il Suo Perdono.
Non dimenticate che Dio vi ama, in ogni momento, qualsiasi cosa fate; ma bisogna ritornare al più PRESTO a Lui per chiederGli il Suo Perdono e la Sua Grazia di benedizione.

Non dubitate più
Dio é disceso per TUTTI, per unirvi nel Suo Santo Cuore. Maddalena L’ha VISTO, L’ha TOCCATO, ha toccato le piaghe del Suo Santo Cuore. Ciò non vi rammenta forse GESÙ che appare agli Apostoli, dopo la Sua Resurrezione? Non dubitate più come TOMMASO. Come si può dubitare che Gesù, a Dozulé, stia rinnovando la stessa scena?
“O mio Signore e mio Dio!”: È il Perdono che comincia con il togliervi il dubbio. Figlia mia, non sei tu che hai scelto Dozulé, é Dio che te ne ha fatto DONO e tu, con amore e perseveranza, lo porterai fino al termine della tua corsa, perché Dio ama la fedeltà degli apostoli e l’amore dei cuori puri.
Non ti dimenticare di ritornare a Dozulé, tante volte quanto Dio lo comanda, conducendo i tuoi fratelli; non sentirai né il peso degli anni, né la fatica, poiché Gesù é con ciascuno di voi che accogliete Dozulé nel cuore.

I poveri del banchetto
Il Signore ti invita, come i poveri del banchetto regale di GESÙ: non vi era presente nessuno dei Grandi, solo ciechi, zoppi, storpi: c’erano tutti gli emarginati. Così vuole GESÙ.
Così Dio vi sceglie alla Sua tavola, assieme a tutti gli infelici e i rifiutati. Infatti Dio, che accoglie i poveri, é un Dio di Misericordia e con questo popolo di storpi Egli farà GRANDI cose: redimerà i Grandi che vivono di orgoglio e di menzogne.
NON ABBIATE PAURA: Dio vi proteggerà ora e sempre, perché per Dio il più piccolo della terra é il più grande nel Suo regno.
FELICE colui che é odiato a causa del santo Nome di Dio.
Cristo vi raduna a Dozulé. PARLA sempre di questo mistero d’Amore, perché la terra di Dozulé vi attirerà tutti come una calamita in quanto Dio VI È PRESENTE IN CARNE ED OSSA. Come ti ho già detto: Dio vive già a Dozulé CON voi tutti.

Figlia mia, questo Mistero d’Amore é VERO, come é vero colui che ora ti detta queste cose con il permesso di Dio, Infatti io sono Padre Pio di San Giovanni Rotondo che, molto presto, vi radunerà tutti per la sua santa Beatificazione. Infatti Dio sceglie dove vuole e quando vuole. Soprattutto non Gli disobbedite, sarebbe terribile.

Dozulé vedrà infatti GRANDI cose, quelle annunciate dal mio dilettissimo fratello san Giovanni; e Dio non mente mai.
VA’, PORTA questo messaggio ovunque ti troverai; tutti ci crederanno perché il tuo padre spirituale é con te; io ti guido, figlia molto amata da Cristo GESÙ’ che vi ama tutti.
Dio sia benedetto nei suoi Santi e nei Suoi Angeli. San Giovanni ti ha veduta e in te porti anche il mio bacio. VÀ, NON AVER PAURA, io ti aiuterò sempre.
Sono il “vostro padre” che vive in Dio, nelle braccia di Maria, nostra cara Madre: Ella vi guida.
Obbedite al Suo Santo Figlio GESÙ, Gioia degli Angeli e dei Santi e delle Anime di Dio.
+ + +

NB: Questo messaggio è stato dettato i1 23 luglio 
festa di santa Brigida che poi parla:

Santa Brigida: Cuore adorabile di Nostro Signore Gesù Cristo, Cuore pieno d’Amore e di compassione che ho contemplato tutta la vita, assicurandomi la Sua dolce unione con la mia povera anima che Lo cercava giorno e notte.
Mio Dio, abbi pietà di quelli che lottano nella disperazione della solitudine e dell’abbandono; dona loro il coraggio di continuare a vivere per Te su questa terra, per poi ritrovarti nella felicità eterna in cui noi viviamo assieme agli Angeli e a tutto il popolo dei Santi.
O MIO DIO, che felicità appartenere al Tuo Santo Cuore, interamente in Te, avvolti in questo amore come un bimbo immerso nel seno della madre, formando un tutt’UNO con il Tuo amore.
O MIO DIO, come é dolce gioire in questa felicità senza fine!
Dio vi ama e vi attende

Care anime, sorelle della terra, siate CERTE che Dio vi ama e vi attende. Fratelli Miei, siate CERTI che il Padre dei cieli vi assiste e soffre vedendo tanti figli nella disperazione.
Mio Dio e Padre mio, quanto hai sofferto per GESÙ sulla Croce!
Oggi soffri sempre più per TANTI figli in pericolo di MORTE per le loro anime.
Noi preghiamo con voi tutti, per supplicare il Padre di perdonarli... MA é troppo triste, quando le nostre voci si perdono senza eco.
Pregate TUTTI, ininterrottamente, con noi, perché TUTTI facciano ritorno a1 Padre. Dio VI ama. Che gioia grande sapersi TUTTI amati!
Voi che amate Dio, possedete il senso del VERO. Siete i figli privilegiati del tempo in cui apparirà la Grazia Divina davanti a voi. Come i pastori e i Magi, adorerete Colui che é “IO SONO”, Colui che si é fatto Carne nel seno della dolce Vergine MARIA, e vuole venire ad abitare CON voi, FRA voi.
I più piccoli
Non siate INCREDULI: qui, in Cielo si fa testa pensando che il RE dei RE viene ad unirsi ai Suoi figli della terra. O mio Dio! Se conosceste tutta la gioia del nostro Dio, non sareste lì a chiedervi se il mondo vi darà la felicità; perché non esiste felicita più grande, sia in cielo come sulla terra, che di contemplare, per sempre, il Santo Volto del Nostro diletto Signore.
E voi, voi figli della terra, avrete questo privilegio, questa gioia, questa felicità di vivere CON Lui, di guardarlo vivere CON voi, di sentirLo parlarvi d’Amore, o figli beati di questo secolo pieno di grazie!
Sapete quanto i Santi pregano perché COMPRENDIATE che la Grazia divina verrà a VIVERE con voi, che i vostri cuori palpiteranno con quello del Signore, e le vostre mani Lo toccheranno? Voi abbraccerete i Suoi piedi che hanno camminato sulla terra e la benediranno calpestandola di nuovo.
Dio Si serve SEMPRE dei più piccoli per annunciare GRANDI cose; NON TEMERE, io ti dico la Verità.
Lo sguardo del Signore contempla la terra QUALE sarà, e il Suo dolce sguardo é come una carezza su OGNUNO di voi.
Quando Dio VERRÀ, i cieli canteranno e la terra tremerà di felicità.
Non temete perché tutto si farà nell’armonia.
Amatevi gli uni gli altri e datevi la mano formando una grande CATENA d’Amore. Combattete le paure e le incertezze. Siate luce e gioia per tutti gli infelici della terra, soprattutto verso coloro che lottano disperatamente per vivere ogni giorno nella dignità di figli di Dio. Sono NUMEROSI e vengono da ogni parte. NON CHIUDETE loro le porte, ma accoglieteli e Dio, che li ama, vi ricompenserà.
Dio é TRA loro, GESÙ é CON voi.
La ricompensa é qui, nei vostri cuori, quando vi sentirete felici del lavoro compiuto con amore; perché GESÙ é la ricompensa.
Dio vi custodisce; ma siate VlGILI e FORTI nella tempesta. CANTATE, quando avrete paura:
“GESÙ è il mio Salvatore.
MARIA è la stella che mi guida”.
Io vi aspetto nel Sacro Cuore di GESÙ
per vivere in Esso un Amore eterno.
La vostra sorella Brigida, amata da Dio.
+ + +
Gesù parla per tutti noi
24 Luglio 1990 (Santa Cristina)

Anime che Mi amate, con VOI desidero fare grandi cose. AmateMi nella gioia, amateMi nella speranza, amateMi nell’umiltà della Mia Santa Madre, poiché Dio INNALZA gli umili e RIMANDA i ricchi a mani vuote.
VOGLIO essere amato perché IO SONO 1’Amore e 1’Amore é deriso e rifiutato in questi tempi di desolazione.
VOGLIO che accettiate il Mio richiamo d’Amore con cuore APERTO, non come si ascolta un maestro severo, ma come si ascoltano le Parole che vi apriranno il cammino della Gioia.
Miei piccoli, Io vi amo, ma di questo Amore voi non conoscete la grandezza. Fate con Me un tratto di strada, ascoltate la Mia Parola che é Vita: VOGLIO attirarvi a Me, cullarvi sul Mio Santo Cuore, donarvi la Mia Vita.
Volete venire a Me?
Inizierete, allora, questo tratto di strada che vi invito a fare, con la Mia Presenza IN voi. Se trovate il Mio cammino arduo ed estenuante, siete sempre LIBERI di lasciarMi ripartire alla ricerca dei figli che VOGLIONO seguirMi, ma, prima di abbandonarMi, guardate bene nel vostro cuore se, dopo averMi incontrato, potete allora continuare, da soli, questo cammino che non vi condurrà a NULLA e da nessuna parte.
IO non vi obbligo MAI e non costringo ALCUNO con la forza. Io cerco, chiamo, SALVO con il Mio Amore. VOLETE VENIRE A ME? Allora guardate: quando dite “Sì!”, é già fatto: voi siete CON ME, perché so che il vostro Si è Sì. Allora seguite i Miei passi e ricordate i Miei insegnamenti.
“Io sono mite ed umile di cuore”: non vi potete sbagliare, perché non chiedo cose impossibili.

Vi domando semplicemente di GUARDARMI. Si, figli Miei, Io allora sono IN voi e voi Mi guardate CON la vostra anima. Non sentite in voi la Mia Presenza? La vostra vita é divenuta come un piccolo terreno acquistato con tutto ciò che si possedeva, e servirà a costruire la vostra casa per mettere al riparo la vostra famiglia; questo “terreno” sono IO che dimoro in fondo al vostro cuore. Amate questo bene prezioso dal quale si innalzerà una nuova costruzione, un rifugio per i vostri cari, e per tutti coloro che entreranno in questa Casa che sarà GIOIA poiché diverrà ACCOGLIENZA per tutti.
Figlia mia, cosi é Dio: lasciateGli un posto nei vostri cuori, un pezzettino di “terreno”, affinché Dio costruisca la vostra dimora che sarà anche la Sua.
Siccome Dio sarà 1’Ospite d’onore, é Dio Stesso che inaugurerà per primo questa nuova casa; e quando GESÙ vi entrerà, porterà con SE tutte le benedizioni del Padre, il Padre Creatore, per i1 Quale noi siamo 1’opera PIÙ BELLA della Sua Creazione.

"Padre nostro che sei nei Cieli"
Uomini della terra, vi rendete conto, almeno un po’, di quanto Dio vi ami per farvi eredi di tutti i Suoi beni? Vi rendete conto, figli, di quanto Dio speri in voi, affinché un giorno possiate dire con GESÙ il PADRE NOSTRO, dal più profondo del cuore!
Sapete quanto GESÙ vi ha donato con la Sua preghiera d’Amore, il Padre nostro? No! non lo sapete ancora, nonostante 1’abbiate ripetuto tante volte, ma in fretta, e così poco rivolti verso il Padre vostro dei Cieli...
Con questa preghiera Dio ha voluto donarvi TUTTO, poiché non vi é NULLA che resista al Suo Cuore di Padre se pregate CON SINCERITÀ’ la preghiera insegnatavi da Gesù.
VOLETE che la Volontà di Dio si faccia sulla terra come in cielo e con la vostra partecipazione? Allora, finalmente, il Suo Regno potrà venire SULLA terra.
CHIEDETE il pane quotidiano per 1’orfano, il reietto, il reprobo, per colui che non trova accoglienza da nessuna parte?
POTETE perdonare fino ad annullarvi e divenire, anche voi, il Perdono vivente di Dio?
Ogni giorno la tentazione vi vince per mille piccoli “nulla” mai offerti, perché credete che non siano importanti agli occhi di Dio. ASCOLTATE la Mia Voce, VOI:
figli Miei, che giacete su letti di ospedali;
figli Miei che vivete come bestie nelle strade, rifiutati, affamati;
figli Miei, che vivete ai margini del mondo, che non avete né gioia, né accoglienza, né calore umano dai vostri fratelli per consolarvi.
Dio VI guarda e VI libererà presto da ogni male perché avete vissuto come GESÙ’: respinti, perseguitati, senza rifugio.

I vostri fratelli nella sofferenza
VOI figli che Mi ascoltate.
APRITE le porte dei vostri cuori
e quelle delle vostre case della terra.
spalancatele ai vostri fratelli nella SOFFERENZA.
ALLORA le Dimore del Cielo si spalancheranno per voi tutti, poiché non esiste amore più grande che donare la propria vita per coloro che si ama, INIZIANDO dalla CONDIVISIONE di tutti i beni che Dio vi dona qui in terra, poiché TUTTO viene da Dio, vostro Padre.
Miei piccoli, amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato,
come Io vi amo, come sempre vi amerò.
Il Cuore di Dio é il rifugio di TUTTI gli infelici.
Accogliete il più piccolo dei Miei fratelli
e sarò Io ad accogliere voi.
GESÙ, il Divin Cuore della famiglia umana.
+ + +

giovedì 25 luglio 2013

Domenica 28 Luglio 2013, XVII Domenica delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C


"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta

Domenica 28 Luglio 2013, XVII Domenica delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,1-13.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani,
perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti;
e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli;
vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».
Traduzione liturgica della Bibbia



Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 3 Capitolo 203 pagina 309.

Gesù esce con i suoi da una casa prossima alle mura e credo sempre nel rione di Bezeta, perché per uscire dalle mura si deve ancora passare davanti alla casa di Giuseppe, che è presso la porta che ho sentito definire “di Erode”. La città è semideserta nella sera placida e lunare. Comprendo che è stata consumata la Pasqua in una delle case di Lazzaro, che però non è per nulla la casa del Cenacolo. Questa è proprio agli antipodi di quella. Una a nord, l’altra a sud di Gerusalemme.
Sulla porta di casa Gesù si accomiata, col suo garbo gentile, da Giovanni di Endor, che Egli lascia a custodia delle donne e che ringrazia per questa custodia. Bacia Marjziam, che è venuto anche lui sulla porta, e poi si avvia fuori della porta detta di Erode.

“Dove andiamo, Signore?”.
“Venite con Me. Vi porto a coronare con una perla rara e desiderata la Pasqua. Per questo ho voluto stare con voi soli. I miei apostoli! Grazie, amici, del vostro grande amore per Me. Se poteste vedere come esso mi consola, voi restereste stupiti. Vedete, Io procedo fra continui attriti e delusioni. Delusioni per voi. Per Me, persuadetevene, non ho nessuna delusione, non essendomi concesso il dono di ignorare… Anche per questo vi consiglio a lasciarvi guidare da Me. Se Io permetto questo o quello, non ostacolatelo. Se Io non intervengo a porre fine ad una cosa, non pensatevi di farlo voi. Ogni cosa a suo tempo. Abbiate fiducia in Me, su tutto”.
Sono all’angolo nord-est della cerchia delle mura; lo girano e costeggiano il monte Moria fino al punto in cui, per un ponticello, possono valicare il Cedron.
“Andiamo al Getsemani?”, chiede Giacomo d’Alfeo.
“No. Più su. Sul monte degli Ulivi”.
“Oh! sarà bello!”, dice Giovanni.
“Sarebbe piaciuto anche al bambino”, mormora Pietro.
“Oh! ci verrà molte altre volte! Era stanco. Ed è bambino. Io voglio darvi una grande cosa, perché ormai è giusto che voi l’ab-biate”.
203.2
2Salgono fra gli ulivi, lasciando alla loro destra il Getsemani e elevandosi ancora, su per il monte, sino a raggiungerne la cresta su cui gli ulivi fanno un pettine frusciante.
Gesù si ferma e dice: “Sostiamo… Miei cari, cari tanto, discepoli miei e miei continuatori in futuro, venite a Me vicino.

Un giorno, e non uno solo, voi mi avete detto: “Insegnaci a pregare come Tu preghi. Insegnaci come Giovanni lo insegnò ai suoi, acciò noi discepoli si possa pregare con le stesse parole del Maestro”. Ed Io vi ho sempre risposto: “Vi farò questo quando vedrò in voi un minimo di preparazione sufficiente, acciò la preghiera non sia formula vana di parole umane, ma vera conversazione col Padre”. A questo siamo giunti. Voi siete possessori di quanto basta per poter conoscere le parole degne di essere dette a Dio. E ve le voglio insegnare questa sera, nella pace e nell’amore che è fra noi, nella pace e nell’amore di Dio e con Dio, perché noi abbiamo ubbidito al precetto pasquale, da veri israeliti, e al comando divino sulla carità verso Dio e verso 
203.3
il prossimo. 3Uno fra voi ha molto sofferto in questi giorni. Sofferto per un atto immeritato, e sofferto per lo sforzo fatto su se stesso per contenere lo sdegno che quell’atto aveva eccitato. Sì, Simone di Giona, vieni qui. Non c’è stato un fremito del tuo cuore onesto che mi sia stato ignoto, e non c’è stata pena che Io non abbia condivisa con te. Io e i tuoi compagni…”.
“Ma Tu, Signore, sei stato ben più offeso di me! E questa era per me una sofferenza più… più grande, no, più sensibile… neppure… più… più… Ecco: che Giuda abbia avuto schifo di partecipare alla mia festa mi ha fatto male come uomo. Ma di vedere che Tu eri addolorato e offeso mi ha fatto male in un altro modo e ne ho sofferto il doppio… Io… non mi voglio vantare e fare bello usando le tue parole… Ma devo dire, e se faccio superbia dimmelo Tu, devo dire che ho sofferto con la mia anima… e fa più male”.
“Non è superbia, Simone. Hai sofferto spiritualmente perché Simone di Giona, pescatore di Galilea, si sta mutando in Pietro di Gesù, Maestro dello spirito, per cui anche i suoi discepoli divengono attivi e sapienti nello spirito. È per questo tuo progredire nella vita dello spirito, è per questo vostro progredire che Io vi voglio questa sera insegnare l’orazione. Quanto siete mutati dalla sosta solitaria in poi!”.

“Tutti, Signore?”, chiede Bartolomeo un poco incredulo.
“Comprendo ciò che vuoi dire… Ma Io parlo a voi undici. Non ad altri…”.
“Ma che ha Giuda di Simone, Maestro? Noi non lo comprendiamo più… Pareva tanto cambiato, e ora, da quando abbiamo lasciato il lago…”, dice desolato Andrea.
“Taci, fratello. La chiave del mistero ce l’ho io! Ci si è attaccato un pezzettino di Belzebù. È andato a cercarlo nella caverna di Endor per stupire e… e è stato servito! Il Maestro lo ha detto quel giorno… A Gamala i diavoli sono entrati nei porci. A Endor i diavoli, usciti da quel disgraziato di Giovanni, sono entrati in lui… Si capisce che… si capisce… Lasciamelo dire, Maestro! Tanto è qui, in gola, e se non lo dico non esce, e mi ci avveleno…”.
“Simone, sii buono!”.
“Sì, Maestro… e ti assicuro che non farò sgarbi a lui. Ma dico e penso che essendo Giuda un vizioso — tutti lo abbiamo capito — è un poco affine al porco… e si capisce che i demoni scelgono volentieri i porci per i loro… cambi di dimora. Ecco, l’ho detto”.
“Tu dici che è così?”, chiede Giacomo di Zebedeo.
“E che vuoi che altro sia? Non c’è stata nessuna ragione per diventare così intrattabile. Peggio che all’Acqua Speciosa! E là potevo pensare che era il luogo e la stagione che lo innervosivano. Ma ora…”.
203.4
4“C’è un’altra ragione, Simone…”.
“Dilla, Maestro. Sono contento di ricredermi sul compa-gno”.
“Giuda è geloso. È inquieto per gelosia”.
“Geloso? Di chi? Non ha moglie e, anche l’avesse e fosse con le donne, io credo che nessuno di noi userebbe spregio al condiscepolo…”.
“È geloso di Me. Considera: Giuda si è alterato dopo Endor e dopo Esdrelon. Ossia quando ha visto che Io mi sono occupato di Giovanni e di Jabé. Ma ora che Giovanni, soprattutto Giovanni, verrà allontanato passando da Me a Isacco, vedrai che torna allegro e buono”.
“E… bene! Non mi vorrai però dire che non è preso da un demonietto. E soprattutto… No, lo dico! E soprattutto non mi vorrai dire che si è migliorato in questi mesi. Ero geloso anche io l’anno scorso… Non avrei voluto nessuno più di noi sei, i primi sei, lo ricordi? Ora, ora… lasciami invocare Dio una volta tanto a testimonio del mio pensiero. Ora dico che sono felice più aumentano i discepoli intorno a Te. Oh! vorrei avere tutti gli uomini e portarli a Te e tutti i mezzi per poter sovvenire chi ne ha bisogno, perché la miseria non sia a nessuno di ostacolo per venire a Te. Dio vede se dico il vero. Ma perché sono così ora? Perché mi sono lasciato cambiare da Te. Lui… non è cambiato. Anzi… Va’ là, Maestro… Un demonietto lo ha preso…”.
“Non lo dire. Non lo pensare. Prega perché guarisca. La gelosia è una malattia…”.
“Che al tuo fianco guarisce se uno lo vuole. Ah! lo sopporterò, per Te… Ma che fatica!…”.
“Ti ho dato il premio per essa: il bambino. E ora ti insegno a pregare…”.
“Oh! sì, fratello. Parliamo di questo… e il mio omonimo sia ricordato solo come uno che ha bisogno di questo. Mi pare che ha già il suo castigo. Non è con noi in quest’ora!”, dice Giuda Taddeo.
203.5
5“Udite. Quando pregate dite così: “Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Nome tuo, venga il Regno tuo in Terra come lo è in Cielo, e in Terra come in Cielo sia fatta la Volontà tua. Dàcci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno””.
Gesù si è alzato per dire la preghiera e tutti lo hanno imitato, attenti, commossi.
“Non occorre altro, amici miei. In queste parole è chiuso come in un cerchio d’oro tutto quanto abbisogna all’uomo per lo spirito e per la carne e il sangue. Con questo chiedete ciò che è utile a quello e a questi. E se farete ciò che chiedete, acquisterete la vita eterna. È una preghiera tanto perfetta che i marosi delle eresie e il corso dei secoli non l’intaccheranno. Il cristianesimo sarà spezzettato dal morso di Satana e molte parti della mia carne mistica verranno staccate, separate, facenti cellule a sé, nel vano desiderio di crearsi a corpo perfetto come sarà il Corpo mistico del Cristo, ossia quello dato da tutti i fedeli uniti nella Chiesa apostolica che sarà, finché sarà la Terra, l’unica vera Chiesa. Ma queste particelle separate, prive perciò dei doni che Io lascerò alla Chiesa Madre per nutrire i miei figli, si chiameranno però sempre cristiane, avendo culto al Cristo, e sempre si ricorderanno, nel loro errore, di essere venute dal Cristo. Ebbene, esse pure pregheranno con questa universale preghiera. Ricordatevela bene. Meditatela continuamente. Applicatela alle vostre azioni. Non occorre altro per santificarsi. Se uno fosse solo, in un posto di pagani, senza chiese, senza libri, avrebbe già tutto lo scibile da meditare in questa preghiera e una chiesa aperta nel suo cuore per questa preghiera. Avrebbe una regola e una santificazione sicura.
203.6
6“Padre nostro”.
Io lo chiamo: “Padre”. Padre è del Verbo, Padre è dell’Incarnato. Così voglio lo chiamiate voi, perché voi siete uni con Me se voi in Me permanete. Un tempo era che l’uomo doveva gettarsi volto a terra per sospirare, fra i tremori dello spavento: “Dio!”. Chi non crede in Me e nella mia parola ancora è in questo tremore paralizzante… Osservate nel Tempio. Non Dio, ma anche il ricordo di Dio è celato dietro triplice velo agli occhi dei fedeli. Separazioni di distanze, separazioni di velami, tutto è stato preso e applicato per dire a chi prega: “Tu sei fango. Egli è Luce. Tu sei abbietto. Egli è Santo. Tu sei schiavo. Egli è Re”. Ma ora!… Alzatevi! Accostatevi! Io sono il Sacerdote eterno. Io posso prendervi per mano e dire: “Venite”. Io posso afferrare le tende del velario e aprirle, spalancando l’inaccessibile luogo chiuso fino ad ora. Chiuso? Perché? Chiuso per la Colpa, sì. Ma ancor più serrato dall’avvilito pensiero degli uomini. Perché chiuso, se Dio è Amore, se Dio è Padre? Io posso, Io devo, Io voglio portarvi non nella polvere, ma nell’azzurro; non lontani, ma vicini; non in veste di schiavi, ma di figli sul cuore di Dio.
“Padre! Padre!”, dite. E non stancatevi di dire questa parola. Non sapete che ogni volta che la dite il Cielo sfavilla per la gioia di Dio? Non diceste che questa, e con vero amore, fareste già orazione gradita al Signore. “Padre! Padre mio!”, dicono i piccoli al padre loro. È la parola che dicono per prima: “Madre, padre”. Voi siete i pargoli di Dio. Io vi ho generati dal vecchio uomo che eravate e che Io ho distrutto col mio amore per far nascere l’uomo nuovo, il cristiano. Chiamate dunque con la parola che per prima conoscono i pargoli, il Padre Ss. che è nei Cieli.
203.7
7Sia santificato il tuo Nome”.
Oh! Nome più di ogni altro santo e soave, Nome che il terrore del colpevole vi ha insegnato a velare sotto un altro. No, non più Adonai, non più. È Dio. È il Dio che in un eccesso di amore ha creato l’Umanità. L’Umanità, d’ora in poi, con le labbra mondate dal lavacro che Io preparo, lo chiami col suo Nome, riservandosi di comprendere con pienezza di sapienza il vero significato di questo Incomprensibile quando, fusa con Esso, l’Umanità, nei suoi figli migliori, sarà assurta al Regno che Io sono venuto a stabilire.
203.8
8“Venga il Regno tuo in Terra come in Cielo”.
Desideratelo con tutte le vostre forze questo avvento. Sarebbe la gioia sulla Terra se esso venisse. Il Regno di Dio nei cuori, nelle famiglie, fra i cittadini, fra le nazioni. Soffrite, faticate, sacrificatevi per questo Regno. Sia la Terra uno specchio che riflette nei singoli la vita dei Cieli. Verrà. Un giorno tutto questo verrà. Secoli e secoli di lacrime e sangue, di errori, di persecuzioni, di caligine rotta da sprazzi di luce irraggianti dal Faro mistico della mia Chiesa — che, se barca è, e non verrà sommersa, è anche scogliera incrollabile ad ogni maroso, e alta terrà la Luce, la mia Luce, la Luce di Dio — precederanno il momento in cui la Terra possederà il Regno di Dio. E sarà allora come il fiammeggiare intenso di un astro che, raggiunto il perfetto del suo esistere, si disgrega, fiore smisurato dei giardini eterei, per esalare in un rutilante palpito la sua esistenza e il suo amore ai piedi del suo Creatore. Ma venire verrà. E poi sarà il Regno perfetto, beato, eterno del Cielo.
9“E in Terra come in Cielo sia fatta la tua Volontà”.
203.9
L’annullamento della volontà propria in quella di un altro si può fare solamente quando si è raggiunto il perfetto amore verso quella creatura. L’annullamento della volontà propria in quella di Dio si può fare solo quando si è raggiunto il possesso delle teologali virtù in forma eroica. In Cielo, dove tutto è senza difetti, si fa la volontà di Dio. Sappiate, voi, figli del Cielo, fare ciò che in Cielo si fa.
203.10
10“Dacci il nostro pane quotidiano”.
Quando sarete nel Cielo vi nutrirete soltanto di Dio. La beatitudine sarà il vostro cibo. Ma qui ancora abbisognate di pane. E siete i pargoli di Dio. Giusto dunque dire: “Padre, dac-ci il -pane”.
Avete timore di non essere ascoltati? Oh, no! Considerate. Se uno di voi ha un amico e, accorgendosi di essere privo di pane per sfamare un altro amico o un parente, giunto da lui sulla fine della seconda vigilia, va ad esso dicendo: “Amico, prestami tre pani perché m’è venuto un ospite e non ho che dargli da mangiare”, può mai sentirsi rispondere dal di dentro della casa: “Non mi dare noia perché ho già chiuso l’uscio e assicurati i battenti e i miei figli dormono già al mio fianco. Non posso alzarmi e darti quanto vuoi”? No. Se egli si è rivolto ad un vero amico e se insiste, avrà ciò che chiede. L’avrebbe anche se colui a cui si è rivolto fosse un amico poco buono. Lo avrebbe per la sua insistenza, perché il richiesto di tal favore, pur di non essere più importunato, si affretterà a dargliene quanti ne vuole. Ma voi, pregando il Padre, non vi rivolgete ad un amico della Terra, ma vi rivolgete all’Amico perfetto che è il Padre del Cielo. Perciò Io vi dico: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto”. Infatti a chi chiede viene dato, chi cerca finisce col trovare, e a chi bussa si apre la porta.
Chi fra i figli degli uomini si vede porre in mano un sasso se chiede al proprio padre un pane? E chi si vede dare un serpente al posto di un pesce arrostito? Delinquente sarebbe quel padre se così facesse alla propria prole. Già l’ho detto e lo ripeto per persuadervi a sensi di bontà e di fiducia. Come dunque uno di sana mente non darebbe uno scorpione al posto di un uovo, con quale maggiore bontà non vi darà Dio ciò che chiedete! Poiché Egli è buono, mentre voi, più o meno, malvagi siete. Chiedete dunque con amore umile e figliale il vostro pane al Padre.
203.11
11“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Vi sono i debiti materiali e quelli spirituali. Vi sono anche i debiti morali. È debito materiale la moneta o la merce che avuta in prestito va restituita. È debito morale la stima carpita e non resa e l’amore voluto e non dato. È debito spirituale l’ubbidienza a Dio dal quale molto si esigerebbe salvo dare ben poco, e l’amore verso di Lui. Egli ci ama e va amato, così come va amata una madre, una moglie, un figlio da cui si esigono tante cose. L’egoista vuole avere e non dà. Ma l’egoista è agli antipodi del Cielo. Abbiamo debiti con tutti. Da Dio al parente, da questo all’amico, dall’amico al prossimo, dal prossimo al servo e allo schiavo, essendo tutti esseri come noi. Guai a chi non perdona! Non sarà perdonato. Dio non può, per giustizia, condonare il debito dell’uomo a Lui Ss. se l’uomo non perdona al suo simile.

203.12
12“Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno”.
L’uomo che non ha sentito il bisogno di spartire con noi la cena di Pasqua mi ha chiesto, or è men di un anno: “Come? Tu hai chiesto di non essere tentato e di essere aiutato, nella tentazione, contro la stessa?”. Eravamo noi due soli… e ho risposto. Eravamo poi in quattro, in una solitaria plaga, ed ho risposto ancora. Ma non è ancora servito, perché in uno spirito tetragono occorre fare breccia demolendo la mala fortezza della sua caparbietà. E perciò lo dirò ancora una, dieci, cento volte, fino a che tutto sarà compiuto.
Ma voi, non corazzati di infelici dottrine e di ancora più infelici passioni, vogliate pregare così. Pregate con umiltà perché Dio impedisca le tentazioni. Oh! l’umiltà! Conoscersi per quello che si è! Senza avvilirsi, ma conoscersi. Dire: “Potrei cedere anche se non mi sembra poterlo fare, perché io sono un giudice imperfetto di me stesso. Perciò, Padre mio, dàmmi, possibilmente, libertà dalle tentazioni col tenermi tanto vicino a Te da non permettere al Maligno di nuocermi”. Perché, ricordatelo, non è Dio che tenta al Male, ma è il Male che tenta. Pregate il Padre perché sorregga la vostra debolezza al punto che essa non possa essere indotta in tentazione dal Maligno.

203.13
13Ho detto, miei diletti. Questa è la mia seconda Pasqua fra voi. Lo scorso anno spezzammo soltanto il pane e l’agnello. Quest’anno vi dono la preghiera. Altri doni avrò per le altre mie Pasque fra voi, acciò, quando Io sarò andato dove il Padre vuole, voi abbiate un ricordo di Me, Agnello, in ogni festa del-l’agnello mosaico. Alzatevi e andiamo. Rientreremo in città all’aurora. Anzi, domani tu, Simone, e tu, fratello mio (indica Giuda), andrete a prendere le donne e il bambino. Tu, Simone di Giona, e voi altri, starete con Me finché costoro tornano. Poi andremo insieme a Betania”.
E scendono fino al Getsemani nella cui casa entrano per il riposo.


Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/


lunedì 1 aprile 2013

"Padre Nostro che sei nei Cieli



"Padre Nostro che sei nei Cieli ….”  In queste parole è chiuso come in un cerchio d’oro tutto quanto abbisogna all’uomo per lo spirito e per la carne e il sangue. 


Con questo chiedete ciò che è utile a quello e a questi. E se farete ciò che  chiedete acquisterete la     vita eterna. 


E' una preghiera tanto perfetta che i marosi delle eresie e il corso dei secoli non  l’intaccheranno.

 
(…) Ricordatevela bene. Meditatela continuamente. Applicatela alle vostre azioni. Non occorre altro per santificarsi. 


Se uno fosse solo, in un posto di pagani, senza chiese, senza libri, avrebbe tutto lo scibile da meditare in questa preghiera e una chiesa aperta nel suo cuore per questa preghiera. Avrebbe una regola e una santificazione sicura. 202.5 




Memento Domine 
verbi tui servo tuo
in quo mihi spem dedisti