lunedì 11 aprile 2022

Epistola del Lunedì Santo

 


Epistola del Lunedì Santo

 Isaia 50:5-10



Commento di Mons Antonio Martini, Vescovo di Firenze

50,5:Mi ha aperta l'orecchia, ec. Nè solamente il Padre mi diè la scienza della parola, di cui conveniva, ch'io fossi provveduto pel mio ministero, ma rivelò ancora a me tutte le dure cose, che io nello stesso ministero dovea soffrire; e io non dissi parola in contrario, nè mi tirai indietro, come fece un giorno Mosè, il quale temendo la crudeltà di Faraone, la caparbietà del popolo e la difficoltà dell'impresa, a cui veniva destinato, fece ogni sforzo per isgravarsene; ma io non così, dice Cristo; perocchè fin dal primo entrare nel mondo io mi offersi per fare la volontà del Signore, e aver questa volontà come legge inviolabile in mezzo al mio cuore. Vedi quello che si è detto Hebr. X. 7. Psalm. XXXIX. 9.

50,6:Ho dato il corpo mio a que', che mi percuotevano, ec. L'Ebreo può tradursi ancora: Ho dato il mio dorso, e così tradussero i LXX, e così lessero s. Cipriano, s. Ambrogio ed altri. Volontariamente, liberamente offersi le spalle a' flagelli, e presentai con ugual libertà le guance a coloro, che strappavano la mia barba, e non ascosi la faccia per non vedere gli scherni, che di me facevano gli empi; nè l'ascosi per non ricever gli sputi de' miei derisori. Ecco il Messia carico di dolori e di obbrobri, come nel Vangelo si legge: anzi con qualche particolarità, che nel Vangelo non leggesi, avendo gli Evangelisti omesso il crudele e ingiuriosissimo strappamento della barba. Chi mai queste e cento e mille altre cose diede a vedere al Profeta, e le fece a lui scrivere più secoli innanzi?

50,7:Il Signore Dio è mio aiuto ec. In mezzo a tali dolori ed obbrobri e strazi crudeli, il Signore fu sempre meco, fu sempre alla mia destra, affinchè io non fossi commosso, nè vacillasse un sol momento la mia costanza; quindi non ebbi io confusion di quel che io pativa, perchè per amore del Padre mio e per sua gloria e per bene degli uomini io pativa: per questo in faccia a' miei calunniatori, a' persecutori, a' carnefici la immutabil costanza, che compariva nel mio volto, fu come la fermezza e saldezza di durissima pietra, la quale al ferro ed ai martelli resiste senza spezzarsi. Certamente nissuna prova più grande e più visibile potè dar Cristo della verità e divinità della sua missione, che la invincibile pazienza, che ei dimostrò nella sua passione; pazienza, ch' ei meritò ai testimoni della stessa verità, a' suoi Martiri, renduti da lui più forti di tutti i tormenti e di tutti i carnefici. Vedi tra gl'infiniti esempi quello che di s. Celerino racconta s. Cipriano lib. 4. epist. 5.

50,8-9:Mi sta dappresso colui, che mi giustifica, ec. Poteva alcuno rispondere a Cristo: Bene sta, tu hai sofferto con ammirabile e divina costanza, ma tu se' stato trattato qual malfattore, e condannato e crocifisso tra due ladroni, e la tua croce potrà essere scandalo per gli Ebrei, stoltezza per i Gentili. Ma (dice Cristo), e il giudizio di Dio, che giustificherà la mia causa, che mi farà risorger da morte e salire al cielo, che manderà lo Spirito santo sopra i fedeli col dono de' miracoli, col dono delle lingue, e di profezia ec., questo giudizio di Dio, e queste solenni e pubbliche dimostrazioni, colle quali egli giustificherà la mia innocenza e la mia giustizia, potrann'elleno essere annichilate da' contraddittori? I miei patimenti adunque e la mia stessa croce saranno non argomento di disonore, ma principio di gloria somma per me, come sono salute e vita per tutti quelli che in me crederanno. Quanto poi e ai Giudei, e a' Gentili, che rifiuteranno di credere in un Dio crocifisso, che son eglino tutti costoro, se non misere e vili creature, le quali saran ben presto rose e consumate da' vermi, come dalla tignuola consumasi una veste? E il giudizio di costoro dovrà mettersi in bilancia col giudizio di Dio, il quale mi glorifica, e in premio delle stesse mie umiliazioni mi esalta?

50,10:Chi è tra voi, che tema il Signore, ec. È una bella repentina apostrofe di Cristo a' suoi Apostoli e a tutti i fedeli chiamati a partecipare a' suoi patimenti. Voi, che temete Dio e ascoltate la voce del suo Cristo, se camminerete tralle tenebre delle afflizioni, de' dolori, delle ignominie, privi di ogni umana consolazione, la vostra speranza riponete nel nome del Signore, e vostro sostegno sia il vostro Dio.

https://sacrabibbia.altervista.org/index.php/bibbia/lettura/r/it/martini/isaia/29/50


AMDG et DVM

Nessun commento:

Posta un commento