sabato 2 aprile 2022

Considerazioni sul latino nella liturgia e nella preghiera.

 

Considerazioni sul latino nella liturgia e nella preghiera.

Diversi cattolici insistono molto sulla necessita' di pregare in latino.
Su questo campo ho alcune difficolta', chiedo pertanto a chi e' esperto di inserire materiale per approfondire l' uso del latino nella preghiera e per cercare di rispondere ad alcune questioni dove ho sempre avuto delle difficolta' specialmente in alcune discussioni.

Alcune questioni.
  • Ai tempi di Gesu' , la lingua liturgica era l' ebraico, mentre la lingua del popolo era l' aramaico.
    Gesu' parla al popolo in aramaico, prega e insegna in questa lingua. Ad esempio nei vangeli troviamo (Mt. 5: 35-43) Talita' Kum (significa: Fanciulla Alzati!). Effata' "apriti" (MC 7,34). La frase aramaica piu' lunga riportata dai vangeli e' il grido di Gesu' morente in croce: Eloi' Eloi' lema' sabactani' (Mt 27,46; Mc 15,34). Queste parole, riportate con leggere varianti da Matteo (Eli') e da Marco (Eloi'), sono le parole iniziali del Salmo 22 citate da Gesu' in aramaico e trascritte dagli evangelisti in greco. Quando Gesu' insegna a pregare il Padre Nostro, e' presumibile che insegna in aramaico.
    Se la lingua liturgica era l' ebraico, per quale motivo Gesu' ha usato la lingua volgare, la lingua del popolo (aramaico giudeo-palestinese), sia per pregare che per insegnare alle folle?
  • Il vangelo di Matteo e' stato scritto originariamente in aramaico. La stessa tradizione, attestata fin dal II secolo, afferma che Matteo scrisse il primo vangelo per i cristiani convertiti dal giudaismo, in aramaico, la lingua comune in Palestina ai tempi di Gesu', ma di esso non abbiamo traccia. A noi invece, e' giunto il testo greco di Matteo, scritto probabilmemte nel decennio che va' dal 70 all' 80 D.C.
    Se la lingua sacra di quel tempo era l' ebraico, per quale motivo Matteo utilizzo' una lingua volgare cioe' l' aramaico?
  • Ai tempi degli Apostoli, il greco era una lingua franca diffusa in tutto l' Impero (arrivata con la cultura ellenistica, era diffusa anche nei centri urbani della Palestina).
    Il greco in quel tempo era la lingua in voga che si studiava per cultura e per moda (come avviene per l' inglese di oggi).
    Gli apostoli e i loro collaboratori usarono il greco per redimere il Nuovo Testamento, inoltre il greco fu la lingua ufficiale della Chiesa occidentale ed orientale fino al IV secolo.
    Perche' gli Apostoli usarono il greco (paragonabile all' inglese di oggi) sia per redimere il Nuovo Testamento che per la Liturgia della Chiesa anziche' usare una lingua "arcaica" ( differente dalla lingua ufficiale) come per esempio poteva essere l' aramaico o l' ebraico?
  • La lingua greca nei primi secoli e' stata la lingua liturgica della Chiesa occidentale ed orientale.
    Con il progressivo estraniamento dell' Impero d' Occidente con l' Impero d' Oriente, anche la Chiesa d' Occidente cambia la lingua della Liturgia (III-IV secolo) eliminando il greco (sempre piu' estraneo al popolo) per utilizzare il latino.
    Per quale motivo la Chiesa occidentale nella liturgia aboli' il greco, che era una lingua diversa dalla lingua ufficiale del popolo, per utilizzare il latino, la lingua parlata dal popolo di quel tempo?
  • Con la caduta dell' Impero Romano d' Occidente, il latino divenne sempre più corrotto e sempre più influenzato dal linguaggio parlato (latino medioevale) ed era diverso dal latino classico. In seguito abbiamo il latino scolastico che era ormai diverso dal latino classico.
    La Chiesa con il passare dei secoli acquisi' il latino volgarizzato dal popolo (latino ecclesiastico) che e' diverso dal latino classico.
    Per quale motivo per pregare bisogna usare il latino ecclessiastico che e' una volgarizzazione del latino classico?
    Se la Chiesa nel corso dei secoli ha usato diverse lingue (greco,latino classico, latino medioevale, latino scolastico ecc.) perche' non usare il latino classico (periodo apostolico)?
  • Il famoso esorcista don Amorth, in un suo libro "Nuovi racconti di un esorcista" a pag. 134 racconta una storia che mi ha fatto molto riflettere.
    Il sacerdote racconta la storia di un giovane militare che si era rivolto a lui per problemi di salute e per problemi spirituali. L' esorcista dopo aver accertato una forte presenza malefica, gli pratico' tre esorcismi nei quali il giovane ricevette dei vantaggi ma nessuna liberazione. Al succesivo appuntamento il militare telefono' e disse al sacerdote che per motivi di servizio non poteva presentarsi, poi non si fece piu' sentire. Dopo molti mesi il militare scrisse una lettera all' esorcista dal Nord Italia, in cui si scusava del silenzio dovuto al suo improvviso trasferimento e lo ringrazio' con commozzione. Tuttavia il militare racconto' all' esorcista di aver incontrato un cristiano evangelico il quale intui' il suo stato e lo invito' a partecipare ad una preghiera nella sua comunita' evangelica pentecostale. Dopo un paio di incontri in questa comunita' nella quale gli evangelici pregarono su di lui, dopo una lunga lotta fu totalmente liberato da tutti i suoi disturbi e si senti' dinuovo se stesso, quello di prima, guarito. Il sacerdote ammette nel libro che all' inizio ci rimase un po' male, poi pero' accetto' serenamente la cosa citando Mc 9,38.

    Sempre in alcuni suoi libri don Amorth dichiara di conoscere efficaci esorcismi effettuati nella Chiese Ortodosse ma anche nelle Chiese evangeliche/protestanti.
    Don Amorth per gli esorcisimi dichiara di usare il rituale in latino. Bisogna dire che nell' esorcista cattolico abbiamo una persona che possiede il carattere (grazia) del Battesimo ma anche quello della Cresima e dell' Ordine Sacro. Inoltre il rituale dell' esorcismo e' un sacramentale della Chiesa (un altra grazia in piu') e la lingua usata e' il latino.
    Una persona evangelica possiede solo il carattere del Battesimo e usa la lingua nazionale. La storia citata da don Amorth riporta un efficace esorcismo ottenuto da semplici battezzati (evangelici pentecostali) che hanno pregato per una persona usando presumibilmente la lingua nazionale dato che e' risaputo che gli evangelici-pentecostali non usano il latino.

    Anche nei vangeli troviamo qualcosa di simile:
    Mc 9,38 Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi".
    Inoltre abbiamo esempi simili anche nella Storia della Chiesa. Ad esempio Santa Caterina da Siena era una semplice battezzata, non era sacerdote, eppure scacciava il diavolo dai posseduti, anzi, erano gli esorcisti stessi a chiedere il suo aiuto perché loro, pur essendo preti, non ci riuscivano.
    Siccome santa Caterina era analfabeta, e' difficile sostenere che santa Caterina uso' il latino per queste preghiere di liberazione, molto probabile invece che per queste preghiere uso' la lingua volgare del tempo. Infatti la lingua volgare era usata anche dai predicatori di piazza e la stessa cosa possiamo dire di san Francesco, infatti una sua preghiera in volgare entro' addirittura nella Liturgia della Chiesa (inno Laudes Creaturarum).
    E' logico che a parita' di condizione i sacramenti e i sacramentali rappresentano una grazia superiore a chi non li possiede, pero' da questi esempi notiamo che, nella preghiera, e' la fede che fa' la differenza.

    Infatti nei vangeli leggiamo:
    Mt 17,20 In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.
    Nel vangelo Gesu' non dice che se preghiamo in aramaico, greco o latino, otteniamo qualsiasi cosa, bensi' e' la fede che ci permette di ottenere le grazie.
    Gv 14,13 Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
    Dunque la domanda e' questa:
    Se nella preghiera e' la fede di colui che prega a fare la differenza, indipendentemente dalla lingua usata, dunque a cosa serve sforzarsi di pregare in latino se cio' e' ininfluente per ottenere le grazie?
  • Con quale criterio una lingua viene definita sacra? Se bisogna considerare come sacra la lingua usata dal fondatore, allora i cristiani dovrebbero considerare come sacra solo l' aramaico. Se per lingua sacra bisogna considerare la lingua originale usata per scrivere le Sacre Scritture allora i cristiani dovrebbero considerare principalmente come sacra la lingua ebraica e quella greca. Se bisogna ritenere sacra quella lingua che la Chiesa definisce come "ufficiale" in un determinato periodo storico, allora siccome la Chiesa ha cambiato diverse lingue ufficiali nel corso della storia, questo significa che la lingua sacra e' variabile nel corso dei secoli e dipende dalle circostanze. Se invece per sacra dobbiamo ritenere tutte quelle lingue che la Chiesa ha usato nel corso della storia allora dobbiamo considerare come sacra contemporaneamente l' ebraico,l' aramaico, il greco, il latino classico, il latino medioevale, il latino ecclessiastico, l' italiano, l' inglese ecc. ecc.

 

  • Con quale criterio una lingua viene definita sacra?
  • La Chiesa nel corso dei secoli ha sempre acquisito la lingua del popolo. Prima l' aramaico (gli Apostoli nella Chiesa di Gerusalemme parlavano l' aramaico la lingua del popolo), poi il greco (lingua franca dell' Impero), poi il latino classico (lingua del popolo dell' Impero occidentale), poi il latino medioevale e infine il latino ecclessiastico acquisito anch' esso dal popolo. Quindi nel corso dei secoli la Chiesa ha sempre seguito per quanto possibile la lingua del popolo.
    Per quale motivo oggi dovrebbe essere il popolo a sforzarsi a seguire una lingua per la strangrande maggioranza dei fedeli, difficile da comprendere?
  • Il latino non è più parlato dunque non e' possibile conoscere la vera pronuncia della lingua dei nostri padri.
    wikipedia : la Chiesa cattolica ha acquisito il latino parlato dal popolo, e non ha inventato una nuova pronuncia: non a caso infatti la pronuncia ecclesiastica è più vicina all'italiano moderno, poiché le modifiche nella fonetica latina, sebbene non riflettute nella scrittura, si sono conservate nella lingua oralmente fino ai primi scritti in italiano
    Qual e' il senso e l' utilita' di usare una lingua che di fatto e' diversa dalla lingua parlata dai cristiani del periodo apostolico e dai padri della Chiesa?
  • Una Conferenza Liturgica organizzata dall'arcidiocesi di St. Louis, nel Missouri, e' stata conclusa da S. Em. il card. Francis Arinze, con un discorso: La lingua nella liturgia di Rito Romano: latino e lingua volgare
    Pur essendo solo un discorso e non un documento del Magistero, l' ho trovato molto interessante. Pero' alcuni punti mi hanno lasciato perplesso. Ad esempio:
    Non è straordinario che persone, specialmente chierici, se ben formati, possano incontrarsi a riunioni internazionali ed essere capaci di comunicare fra loro almeno in latino?
    Sinceramente a me non e' mai capitato di vedere presbiteri,vescovi o cardinali, anche di nazioni lontane, parlare tra di loro in latino per comprendersi. Quale sarebbe il senso? Ammesso che qualche chierico riesca a comunicare con un altra persona in latino, quale sarebbe l' utilita' spirituale?
    Per comunicare tra chierici di diversa provenienza, non e' molto piu' semplice usare una lingua internazionale come l' inglese?

    È un fenomeno importante il fatto che molte religioni del mondo, o le loro ramificazioni principali, abbiano una lingua che è a esse cara.
    Ma se cosi' fosse perche' Gesu' e gli Apostoli hanno trascurato l' ebraico per usare il volgare sia per comunicare tra di loro che nella predicazione e nella preghiera? Gesu' e gli apostoli avevano una lingua a loro cara?
  • In genere alcuni mettono in evidenza alcune terminologie, chiamando le lingue nazionali come "volgari" distinguendole dal latino.
    Per quale motivo una lingua come l' italiano deve essere denominata "volgare" rispetto al latino, quando invece il latino che usa la Chiesa non e' altro che il latino volgarizzato dal popolo e acquisito dalla Chiesa (latino ecclessiastico)? Quale criterio si usa per definire una lingua come "volgare"?
  • Il latino possiede indubbiamente un certo fascino. Ad esempio, una motto latino oppure il titolo in latino di una Enciclica, possiede un suo fascino.
    Cosi' come un Habemus Papam in latino non sarebbe la stessa cosa se fosse in italiano. Ci sono canti nati in latino, intraducibili, e che sono stupendi.
    Una Liturgia interamente in latino, la trovo indubbiamente adatta in un luogo particolare di pellegrinaggio come per esempio la Basilica di san Pietro, dove un pellegrino si aspetta e cerca una Liturgia diversa dal "solito".
    Inoltre riesco a comprendere anche i desideri dei gruppi tridentini che celebrano interamente in latino, perche' in questo caso, se un gruppo di fedeli richiede esplicitamente una messa in latino, copto, aramaico, inglese ecc. allora e' evidente che questi gruppi comprendono bene la lingua o il rito richiesto, dunque si trovano a loro agio.
    Quello che non riesco a comprendere e' il motivo per il quale diversi gruppi vorrebbero che in tutta la Chiesa venga usato il latino.
    Per quale motivo alcuni insistono sul fatto che la Liturgia e la preghiera dovrebbe essere in latino? Quale sarebbe l' utilita' spirituale?


Ho cercato spesso delle risposte a queste domande e ho provato anche a darne una.
Nei vangeli leggiamo che il latino, il greco, e l' ebraico erano lingue conosciute ai tempi di Gesu'. Infatti leggiamo:


Gv 19,20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.

Quindi il popolo conosceva e parlava le tre lingue scritte sul cartello della croce. Da questo punto di vista si potrebbe dire che per questo motivo il latino e' una delle lingue sacre, perche' e' una lingua che appartiene comunque ai vangeli e alla storia della salvezza.
Inoltre , noi sappiamo che dal punto di vista psicologico esistono le "ancore" (promemoria psicologici) cioe' esistono elementi che se richiamati, riportano con facilita' l' evento o il ricordo ad esso collegato. Ad esempio, a tutti sara' capitato di ricordare con piu' facilita' un evento del passato attraverso una musica o un immagine a cui e' legato un certo ricordo. Questi elementi come la musica, fotografia, parole ecc. sono definiti appunto "ancore" perche' a queste possono legarsi fortemente una emozione o un ricordo e possono quindi con piu' facilita' richiamarli alla mente ogniqualvolta vengono richiamati loro stessi.

Il latino potrebbe rientrare in questa teoria, perche' essendo una lingua presente nella Bibbia e nel periodo apostolico, potrebbe, dal punto di vista spirituale, richiamare alla mente con piu' facilita' determinati eventi della nostra salvezza.

Questa e' una delle spiegazioni che ho provato a darmi, davanti ad alcune obiezioni o domande provenienti da cristiani non cattolici oppure da parte di non credenti.
Tuttavia questa mia spiegazione non mi ha convinto per un motivo.
Il latino che usiamo oggi (latino ecclessiastico) ha poco a che fare con il latino classico del periodo storico dei vangeli. Si tratta di lingue e pronuncie diverse.

Per questa ragione la teoria del "ricordo" non mi ha convinto. Inoltre se cosi' fosse, cioe' se la lingua dovesse facilitare davvero un ricordo biblico, allora sarebbe piu' opportuno usare l' aramaico.
Si tratta di un argomento e di una questione a cui personalmente faccio fatica a trovare una risposta.

confronta: https://forum.termometropolitico.it/461625-diciamo-messa-latino-bellissimo-articolo-don-francesco-ricossa.html


 

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