mercoledì 10 luglio 2019

MAGNIFICAT (7)




Spiegazione del quarto versetto:

"Fecit mihi magna qui potens est, 

et sanctum Nomen eius"
La Beata Vergine avendo detto, nel versetto precedente, che tutte le ge­nerazioni la diranno beata, ne dichiara le cause nel seguente, le quali sono le cose grandi ohe Dio ha operato in Lei.
Quali sono queste grandi cose? 

Ascoltiamo sant’Agostino (S. Agostino, In Magnif). 
«È una gran cosa - egli dice - che una Vergine sia Madre senza padre. È una gran cosa che Ella abbia portato nelle sue viscere il Verbo di Dio Padre, rivestito della sua carne. È una gran cosa che Colei che non si attribuisce se non la qualità di serva, divenga la Madre del suo Creatore».

«È una cosa grande - dice sant’Antonino (S. ANTONINO, Summa theol.,par. 4, tit. 15, cap 22.) - l’aver creato il Cielo e la terra dal nulla. 
È una cosa grande aver liberato il popolo d’Israele attraverso tanti prodigi. 
È una cosa grande aver fatto discendere la manna dal Cielo per nutrirlo nel deserto per quarant’anni. 
È una cosa grande averli messi in pos­sesso della Terra promessa, dopo aver sterminato tutti i re e tutti i popoli che la occupavano. 
Tutti i miracoli che il nostro Salvatore ha compiuto in Giu­dea, donando la vista ai ciechi, scacciando i demoni dai corpi dei posseduti, guarendo i malati, risuscitando i morti, sono cose grandi e meravigliose, tut­tavia il mistero dell'Incarnazione, che la potenza infinita di Dio ha operato nella sacra Vergine, sorpassa incomparabilmente tutte queste cose. 
È questo che le fa dire: Fecit mihi magna qui potens est».

«Ecco le grandi cose - dice san Tommaso di Villanova (S. TOMMASO DA VlLLANOVA, Concioin Annunt. B. V.) - che Dio ha compiuto nella Santissima Vergine. L’ha elevata ad un sì alto livello di grandezza che tutti gli occhi umani e angelici non possono raggiungere, poi­ché da piccola figlia di Adamo quale Ella era, l’ha resa Madre del suo Crea­tore, Signora del mondo, Regina del Cielo e Imperatrice di tutte le creature. 
Un prodigio nuovo è apparso nel mondo, con grande meraviglia del Cielo e della terra, un Dio Uomo, un Uomo-Dio; Dio rivestito dell’uomo e l’uomo unito a Dio. Prodigio dei prodigi, miracolo dei miracoli, dopo il quale non vi è nulla in terra, degno di essere ammirato!».

È  vero che tutte le meraviglie che sono state mai fatte sulla terra sono come nulla a paragone di questa. 

Noi ammiriamo il miracolo che Dio ha operato, quando ha fatto passare il suo popolo a piedi asciutti attraverso il mar Rosso; è poca cosa, ecco molto di più: ecco l’oceano immenso della Divinità racchiuso nel piccolo corpo di una Vergine. 

Noi ammiriamo un roveto che brucia senza consumarsi; è poca cosa: ecco una Vergine che partorisce re­stando sempre vergine. 

Noi ammiriamo il profeta Mosè racchiuso in una culletta: è poca cosa; ammiriamo piuttosto il Re del Cielo che giace in una mangiatoia. 

Noi ammiriamo una colonna di fuoco e una nube che conduce­vano il Popolo di Dio nel deserto: non è nulla; ammiriamo piuttosto il fuoco essenziale della Divinità, che è racchiuso in una piccola nube per condurre e governare tutto il mondo. 

Noi ammiriamo la manna che discende dal Cielo: è poca cosa; ammiriamo il Verbo del Padre che discende dal Cielo nel seno di una Vergine Madre. 

Noi ammiriamo il sole che si ferma alla voce di Gio­suè, e che ritorna indietro alla preghiera di Ezechia: non è gran cosa; ammi­riamo piuttosto un Dio che annienta se stesso. 

Noi ammiriamo il profeta Elia che risuscita un fanciullo morto: ciò è poca cosa; ammiriamo il Figlio di Dio, coeguale e coetemo al Padre suo, che essendo morto in Croce, si risu­scita da se stesso. Noi ammiriamo anche il profeta Elia che sale in Cielo: non è gran cosa; ammiriamo l’uomo che sale al trono della Divinità e che diviene Dio». 

È ciò che san Cipriano (S. Cipriano, Serm. de Nativ. Christi.) ammira, esclamando: 
«O Signore, il vostro Nome è ammirabile! Veramente siete un Dio che fa cose meraviglio­se. Io non ammiro più ora la fabbrica meravigliosa di questo mondo né la stabilità della terra né l’ordine e la disposizione dei giorni né il corso e la chiarezza del sole; ma ammiro un Dio fatto bambino nelle viscere di una Vergine; ammiro l’Onnipotente ridotto in una mangiatoia; ammiro il Verbo di Dio unito personalmente al corpo mortale e passibile dell’uomo».



«E' una cosa meravigliosa - dice il santo Cardinale Ugo di Santo Caro - che la donna sia stata fatta prima del solo uomo, ma è una cosa più ammirabile che un uomo sia stato fatto da una donna sola: “Novum Dominus fecit super terram: foemina circumdabit virum" ( Ger 31,22.). 


E' una cosa meravigliosa che Dio abbia fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma è una meraviglia ben più grande, che si sia fatto egli stesso ad immagine e somiglianza dell’uomo. 
E' una cosa meravigliosa che la verga di Aronne pur essendo secca, abbia prodotto fiori e frutti, ma è una meraviglia ben più grande che una Vergine abbia generato un Figlio, restando sempre Vergine. 

E' una cosa meravigliosa vedere che un serpente di rame attaccato ad un legno, guarisca tutti coloro che morsi dai serpenti, lo guardano. 
È una cosa meravigliosa che il profeta Elia resusciti il figlio di una vedova, che è morto, ma è una meraviglia ben più grande che Dio Padre ridoni la vita al Figlio suo che è morto in Croce. 

E' una cosa meravigliosa che Sansone, morendo, vinca e faccia perire i Filistei, ma è una meraviglia più grande che il nostro Salvatore, morendo, faccia morire la morte stessa e trionfi del demonio e dell’inferno. 

È una cosa meravigliosa che Giona esca dal grembo della balena che l’ha inghiottito, ma è una meraviglia ben più grande che Nostro Signore esca dal sepolcro e dall'inferno stesso. 

Ecco perché la Beata Vergine canta: “Fecit mihi magna qui potens est”» (Padre Eudes non dice in quale parte delle opere di Ugo di Saint-Cher si trovi que­sto testo; noi non siamo riusciti a rinvenirlo né nei suoi commentari sul Magnificat né nella sua spiegazione del versetto di Geremia da lui citato.).

Infine, Dio ha fatto cose sì grandi a questa Divina Vergine, da non po­tergliene fare di più grandi. Egli può, infatti, fare un mondo più grande di quello che ha fatto, un Cielo più esteso, un sole più splendente, ma non può fare - dice san Bonaventura - una Madre più grande e più nobile della Ma­dre di Dio. Se potesse, infatti, farne una più grande, bisognerebbe donarle un Figlio più eccellente. Ora, si può forse trovare un Figlio più degno del Figlio di Dio, di cui la Beata Vergine è Madre?

Che dirò di più? Vedo un gran Prelato pieno di scienza e di pietà, che è Rutilio Benzonio (1542-1613), vescovo di Loreto, che non teme affatto di dire che Dio ha elevato sì in alto questa Vergine incomparabile e le ha donato privilegi sì straordinari da poter dire che Ella abbia dato, se così si può dire, cose più grandi, in certo qual modo, alla Divina Maestà di quelle da Lei ricevute. Tutte le cose che Ella ha ricevuto, infatti, sono finite e limitate e non supera­no i limiti di una cosa creata, ma la Regina del Cielo, dando i natali al Figlio di Dio, ha veramente generato l’Uomo così come ha veramente generato Dio, Creatore e sovrano Signore, Salvatore e Redentore del mondo! 
Ella ha ricevuto da Dio il dono di essere sua creatura, di essergli gradita, di essere Piena di Grazia, di essere benedetta al di sopra di tutte le donne, ma Ella ha dato a Dio di essere nostro Emmanuele, ossia Dio con noi; di essere Dio e uomo; di essere Redentore degli uomini per il prezioso sangue che ha rice­vuto da Lei; di avere onnipotenza in Cielo e in terra, come uomo; di essere il Giudice universale di tutti, in qualità di uomo; di essere capo di tutta la Chiesa, come uomo; di essere il capo degli angeli, come uomo; di perdonare i peccati, in qualità di uomo.
Se il nostro Salvatore ha donato il potere ai suoi Apostoli di compiere miracoli più grandi di quelli che aveva compiuto Lui, secondo la testimo­nianza del Vangelo ( «Qui credit in me, opera quae ego facio, et ipse faciet, et majora horum faciet» Gv 14,12), non bisogna stupirsi se ha dato il potere alla sua San­tissima Madre di donargli cose più grandi di quelle che ha ricevuto da Lui. Questo potere, infatti, è una delle cose più grandi di cui Ella parla quando dice che «l’Onnipotente le ha fatto grandi cose».
*
Ascoltiamo ciò che il santo Cardinale de Bérulle, fondatore della Con­gregazione dell’Oratorio in Francia, ha scritto su questo argomento nel suo libro meraviglioso delle Grandezze di Gesù, approvato da un gran numero di prelati e di Dottori. 
Al discorso undicesimo, nell’articolo dodicesimo, lad­dove, dopo aver detto che la Beata Vergine dà la vita a Gesù, ecco come par­la. 
//«Diciamo, dunque, che in questo flusso e riflusso ammirabile di vita e d’amore che vi è tra Gesù e Maria, tra queste due persone sì nobili ed unite, e le più nobili ed unite dopo le Persone divine ed eterne, e congiunte divi­namente nello stato dell’umile e segreta nascita di Gesù nella Beata Vergine, questa stessa Vergine, come Madre dona la vita a Gesù, concependolo e ge­nerandolo, Gli dona una vita fondata nell’esistenza e nella sostanza increata, incomparabilmente più alta e più divina di quanto non fosse quella che Ella ricevette da Gesù stesso. 
Ella, infatti, cooperò all’unione della Divinità con l’umanità; Ella donava una vita umanamente divina a Gesù, donando una vi­ta nuova a Dio, facendo sì che Dio fosse uomo e che l’uomo fosse Dio; Ella generava un vivente, divinamente vivente e divinamente sussistente, che è Dio; Ella produsse al mondo la vita di un Uomo-Dio e dalla sua sostanza El­la concepisce, nutre, genera Dio in se stessa e nell’universo; e così la sua operazione termina con un Uomo-Dio, poiché Ella è Madre di Dio. 
Mentre Gesù vivente ed operante in Maria, le dona una vita altissima e sublimissima in verità, ma una vita di grazia, che è una qualità e non una sostanza, le dona una vita santa e santissima, ma pur sempre di una persona umana e non divi­na e increata come è il suo unico Figlio. E questa presenza e operazione di Gesù in Maria, si finalizza in Lei nel formare lo stato di Madre di Dio, che è uno stato ben inferiore e subordinato allo stato di Uomo-Dio, che la Beata Vergine, elevata per l’operazione dello Spirito Santo, stabilisce e forma at­traverso questa nascita. E di conseguenza Gesù dona a Maria una vita mino­re in grazia e in gloria, che non è questa vita grande e ammirabile che Maria ha prodotto, quando ha concepito, incarnato e generato il Figlio di Dio al mondo».//
*

Dopo queste cose, chi non ammirerà le cose grandi e meravigliose che Dio ha operato nella gloriosa Vergine? E chi non riconoscerà che sia lo Spi­rito Santo a farle pronunciare queste parole: «Fecit mihi magna qui potens est»
Oh! Quanti prodigi e miracoli comprendono! 
Oh! È cosa grande essere Vergine e Madre insieme, Vergine e Madre di un Dio! 
Oh! È una cosa gran­de essere associata con l'Etemo Padre nella sua Divina Paternità, per essere Madre senza padre, nella pienezza dei tempi, dello stesso Figlio di cui egli è Padre senza madre nell’etemilà! 
Oh! Che cosa grande è l’essere rivestita della virtù dell’Altissimo, ed essere partecipe della sua adorabile fecondità per produrre un Dio che è consustanziale, coeguale e coetemo a Dio Padre! 
Oh! Che cosa grande è dare una nascita temporale nel suo seno verginale, a Colui che è nato prima di tutti i secoli nel seno del Padre delle misericordie! 
Oh! Che cosa grande è per una creatura mortale di donare la vita a Colui dal quale Ella l’ha ricevuta!
Oh! Che cosa grande è essere la Figlia e la Madre del Padre suo, del suo Creatore e del suo Dio! 
Oh! È cosa grande essere la degna Sposa dello Spirito Santo ed essere associata con Lui nella produzione del suo adorabile ca­polavoro, che è l'Uomo-Dio! 
Oh! Che cosa grande è racchiudere in sé Colui che i Cieli dei cieli non possono contenere! 
Oh! È cosa grande portare nelle proprie viscere e tra le proprie braccia Colui che porta ogni cosa con la sua Divina Parola!

Oh! Che cosa grande è avere un potere e un’autorità di madre su Colui che è il sovrano Monarca dell’universo! 
Oh! Che cosa grande è essere la nu­trice, la custode e la governante di Colui che conserva e governa tutto il mondo con la sua immensa Provvidenza. 
Oh! Che cosa grande è essere la Madre di altrettanti figli quanti sono i cristiani che sono stati e che saranno in terra e in Cielo! 
Oh! Che cosa grande è essere la Regina degli Angeli, de­gli Arcangeli, dei Principati, delle Potestà, delle Virtù, delle Dominazioni, dei Troni, dei Cherubini, dei Serafini e di tutti i santi Patriarchi, Profeti, Apostoli, martiri, confessori, vergini e Beati che sono in Paradiso! 
Oh! Che cosa grande è per una figlia di Adamo, essere sì colma di santità, dal primo momento della sua vita fino all ultimo, che mai alcun peccato né originale né attuale, ha avuto parte in Lei! 
Oh! Che cosa grande è essere trasportata ed elevata in corpo e in anima nel più aito dei cieli, ed essere assisa alla destra del Re dei re! 
Oh! Che cosa grande è essere la Sovrana, l’Intendente e la Governante di tutti gli stati del sommo Monarca del Cielo e della terra! 
Oh! Che cosa grande è avere una potenza assoluta e suprema sul Cielo, sulla ter­ra, sull’inferno, sugli angeli, sugli uomini e su tutte le pure creature!
Oh! Queste due parole: «Gratia plena», uscite dal Cuore adorabile della Santissima Trinità, e pronunciate dalla bocca di un Dio che parla per bocca di un serafino, contengono ancora cose grandi e gloriose per Voi, santissima Madre del Salvatore! 
Oh! Che cosa grande è l’essere Piena di Grazia, che è la grazia di Madre di Dio, la quale comprende e sorpassa tutte le grazie, e che ne è persino la fonte, poiché essa vi è data per rendervi degna d’essere la Madre di Colui che è l’Autore di tutte le grazie!

O Piena di Grazia, che siete ripiena di tutte le grazie, di tutti i doni e di tutti i frutti dello Spirito Santo! O Piena di Grazia, che possedete perfetta­mente tutte le grazie delle virtù cristiane e delle beatitudini evangeliche! O piena di grazia, di cui tutte le facoltà, sia spirituali che corporali, sono ricol­me di grazie e di santità! O Piena di Grazia, nella quale tutte le grazie dei santi Patriarchi, dei santi Profeti, dei santi Apostoli, dei santi Martiri, dei santi Sacerdoti, dei santi Confessori, delle sante Vergini e di tutti gli altri santi si trovano nella loro ultima perfezione! O Piena di Grazia, che siete co­sì piena di gloria, di felicità, di potenza, di maestà e di tutte le grandezze che devono accompagnare l’altissima dignità di Madre di Dio!

Ecco molte cose grandi e meravigliose che Dio ha fatto alla Regina del Cielo; ma ecco il miracolo dei miracoli. Essendo Sì Grande, Santa ed Ammi­rabile come Voi siete, o Vergine Madre, vi siete sempre considerata, trattata e abbassata, come se foste stata la più piccola e l’ultima di tutte le creature.
«Magnum, quia Virgo; - dice san Bedamagnum, quia Mater; maius, quia utrumque; maximum, quia Deiparens; sed majus quia, cum tanta sit, putat se nihil esse : Che cosa grande è per la Regina degli angeli, Essere Vergine; che cosa grande è Essere Madre; è cosa più grande  Essere Madre e Ver­gine insieme; è una cosa grandissima Essere Vergine e Madre di Dio; ma ciò che supera tutto è che, essendo sì grande come Ella è, si considera come se fosse nulla».

E in più, Ella ha utilizzato tutti questi grandi poteri, tutti questi grandi privilegi, tutte queste grandi misericordie, per assistere i piccoli, i miserabili e persino i più perduti, se fanno ricorso a Lei con umiltà e fiducia. Ogni po­tere, dice il Cardinal Pier Damiani, vi è stato dato in Cielo e in Terra e nulla è impossibile a Colei che ha il potere di ristabilire i più disperati nella speran­za della loro salvezza (Serm. 1 de Nativ. B. V.) 

«Sì - dice san Bonaventura -, perché il Signore on­nipotente è potentemente con Voi, 
ragion per cui Voi siete potentissima con Lui, potentissima per Lui, potentissima presso               di Lui : <Dominus potentìssimus potentissime tecum est; ideo et tu potentissima es secum, 
potentissima es per ipsum, potentissima apud ipsum>» (In Spec. Virg., cap.8.).

O Vergine potentissima e benignissima, è con tutto il mio cuore che rendo grazie infinite  
all' Onnipotente per avervi resa così grande, potente ed ammirabile. Ed è anche con tutto 
il mio cuore che mi dono, mi offro e mi abbandono interamente e irrevocabilmente alla 
grande potenza che Dio vi ha dato, supplicandovi umilissimamente di usarla su di me, per 
distruggervi to­talmente tutto ciò che a Lui e a Voi dispiace e per stabilirvi perfettamente il 
Regno della sua gloria e del suo amore.
(continua Sezione unica: Et sanctum nomen eius )

Sezione unica
Spiegazione delle ultime parole del quarto versetto:

" Et sanctum nomen eius "

La Beata Vergine, avendo detto che l'Onnipotente le ha fatto grandi co­se, aggiunge poi queste parole: «Et sanctum Nomen eius: E Santo è il suo Nome». 

Sono parole che contengono sei grandi misteri:

  Il primo consiste nel fatto che il mistero dell’Incarnazione, essendo un mistero d’amore, è attribuito allo Spirito Santo, che è l’Amore personale, come il capolavoro del suo amore e della sua bontà, conformemente a queste parole dell’Angelo: «Spiritus Sanctus supervieniet in te» (Lc 1,35).

Il secondo mistero indicato da queste parole: «Et sanctum nomen eius», consiste nel fatto che l’umanità santa del Divino Bambino, che la Beata Vergine ha concepito nelle sue viscere, è santificata dall’unione intimissima nella quale Ella è entrata con la Santità essenziale, che è la Divinità, come mostrano ancora le parole di san Gabriele: «Quod nascetur ex te sanctum vocabitur» (ivi).

Il terzo mistero consiste nel fatto che questo Dio Bambino è così santifi­cato e reso il Santo dei santi, al fine di santificare e di glorificare il Nome del tre volte Santo tanto quanto merita di esserlo, come pure al fine di farlo san­tificare e glorificare nella terra, in Cielo e in tutto l’universo, e compiere in tal modo ciò che è indicato da queste parole: «Sanctificetur Nomen tuum» (Mt 6,9)

Il quarto mistero contenuto in queste parole: «Et sanctum Nomen eius»,consiste nel fatto che il Salvatore del mondo, che la Santissima Vergine por­ta net suo sacro grembo è unto divinamente con l’unzione della Divinità, os­sia è santificato e consacrato in qualità di Salvatore, per esercitare l’ufficio di Emanuele, di Salvatore, e di santifìcatore di tutti gli uomini: a cominciare dal suo Precursore e dai suoi genitori san Zaccaria e sant’Elisabetta.

Il quinto mistero consiste nel fatto che lo Spirito Santo, manifestandosi in Maria per compiervi la più santa opera che fu né mai vi sarà, insieme a Gesù Cristo, che è il Santo dei santi, la Santità stessa, e la Fonte di ogni san­tità concepito in Lei, L’hanno riempita e colmata di un mare di grazie e di santità inconcepibile.

Il sesto mistero contenuto nelle parole: «Et sanctum Nomen eius» consi­ste nel fatto che il mistero ineffabile dell'Incamazione è una fonte inesauri­bile di tutte le grazie e santità che mai vi sono state, che sono e che saranno in Terra e in Cielo.

Vedete ed ammirate quante meraviglie sono contenute in queste poche parole, pronunciate dalla sacra bocca della Madre del Santo dei santi, affin­ché il suo Santo Nome sia lodato, santificato e glorificato eternamente. 
Di­ciamo a questo proposito con i serafini, con tutto il Paradiso e con tutta la Santa Chiesa: «Sanctus, sanctus, sanctus Dominus, Deus Sabaoth; pleni sunt coeli et terra maiestatis gloriae tuae».
San Giovanni Eudes

AVE MARIA GRATIA PLENA!

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