Stemma di Benedetto XVI
Lo Stemma di Benedetto XVI è l'emblema che riassume graficamente gli elementi scelti da Papa Ratzinger per definire il suo Pontificato. Nello scudo che lo rappresenta sono evidenti i simboli della Baviera, sua terra natale, il grande amore per Sant'Agostino e il richiamo alla dimensione universale della Chiesa.
Descrizione
"Di rosso, cappato d'oro alla conchiglia dello stesso; la cappa destra alla testa di moro al naturale, vestita, labbrata, coronata di rosso; la cappa sinistra all'orso bruno al naturale, levato lampassato e caricato d'un basto di rosso, legato di nero. Accollato alle chiavi pontificie. Timbrato da una mitrad'argento, portante tre fasce d'oro collegate verticalmente dello stesso. Uscente dal margine inferiore della punta un pallio al naturale, con un'estremità visibile di nero, caricato di tre crocette patenti rosse".
Lo Stemma papale è la rielaborazione di quello episcopale e attinge nella forma all'araldica medioevale. Presenta tuttavia delle novità rispetto ai simboli scelti, il cui significato è tutto cristiano.
Lo scudo in primo piano è diviso in tre aree: la parte centrale riporta la conchiglia[1] che ricorda la leggenda intorno alla figura di Sant'Agostino. Si narra infatti che il santo, incontrando un bambino sulla spiaggia che tentava di mettere l'acqua del mare in un buco aiutandosi con una conchiglia capì che la sua ragione non poteva contenere il mistero di Dio.[2] La conchiglia appare anche nello stemma de lmonastero di Schotten, a Ratisbona, a cui il pontefice è molto legato.
Nelle due "cappe" laterali ci sono su sfondo dorato i due simboli dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga,[3]di cui Ratzinger è stato arcivescovo. A sinistra, la testa di un moro[4], mentre sull'altro lato appare un orso caricato di un fardello.
Secondo la tradizione, il primo vescovo di Frisinga, san Corbiniano mentre si recava a Roma fu assalito da un orso che lo privò del cavallo. Ammansito l'orso, il santo lo costrinse a portare la soma.[5]
Dietro lo scudo si trovano le chiavi, riferimento alla figura di San Pietro. Sopra, invece un elemento di novità rispetto agli stemmi dei suoi predecessori. La tiara è stata sostituita dalla mitria. Anche il "pallio" che chiude lo scudo nella parte inferiore è una novità e rappresenta la collegialità e l'unità tra il Papa e la Chiesa.
Simbologia
La conchiglia, simbolo del pellegrino è legata in particolare al Pellegrinaggio di Santiago di Compostela (è detta per questo anche conchiglia di San Giacomo) e vuole ricordare lo status di pellegrini sulla terra alla continua ricerca di Dio, pur con mezzi inadeguati, nonché il peregrinante popolo di Dio del quale Benedetto XVI si riconosce pastore.[6]
Il "moro"[7] è il tradizionale simbolo della Diocesi di Frisinga (Freising) risalente all' VIII secolo e adottato intorno al 1316 all'epoca dell'erezione del Principato Vescovile. Secondo la tradizione rappresenterebbe San Maurizio, il cui nome ha fatto ipotizzare una sua origine dalla Mauritania o dalla Numidia (l'attuale Sudan), che fu "Primicerio" (ufficiale maggiore) della Legione Tebea, quella formata da legionari cristiani. Durante la spedizione contro i Galli rifiutò con i suoi soldati di sacrificare agli dei per propiziare la vittoria: perciò l'imperatore Massimiano Erculeo li fece uccidere tutti presso Agaunum (l'odierna Saint Maurice, presso Martigny, nel Vallese) nel 287. La corona che il moro porta in testa è un antico simbolo di martirioper la fede.
La figura dell'orso "addomesticato" ha due significati:
La mitra d'argento, novità nello stemma del pontefice, riporta tre fasce d'oro, collegate da un braccio verticale così da farle assomigliare ad una crocepatriarcale. Questi elementi indicano che i tre poteri (Ordine Sacro, Giurisdizione, Magistero) sono collegati nelle stessa persona del papa.
Il pallio, indica la dignità pontificia[8]; È anche segno di dignità degli arcivescovi metropoliti: indica quindi la collegialità del ministero e della giurisdizione del papa con gli arcivescovi e, per mezzo di loro, con i vescovi suffraganei.
La forma del pallio è mutata nel corso del tempo: papa Ratzinger ne ha adottato uno che ricalca quello ritrovato nel sepolcro di San Martino di Tours, lungo 260 centimetri, largo 8, risalente all' XI secolo che è considerato l'esemplare più antico giunto fino a noi.
Particolarità
Nello stemma di Benedetto XVI manca il cartiglio con il motto Cooperatores Veritatis tratto dalla Terza lettera di Giovanni versetto 8, che invece compariva in quello episcopale. Una scelta questa che lo accomuna agli stemmi papali dell'ultimo secolo.
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