La bocca – il sorriso
Ci inseriamo oggi nella bellezza del canto e dell’armonia e contempliamo un’altra bellezza: quella del volto di Maria.
Anche oggi contempliamo il volto di Maria, anche oggi la bocca e guardiamo il suo meraviglioso sorriso.
Quando sorride Maria?
Il Vangelo di Luca ci riporta un brano intero del canto di Maria quando esprime la sua gioia: il Magnificat! Ma tutta la vita di Maria è stata un sorriso, perché aveva un grande segreto, suggeritole dall’angelo nell’annunciazione: il Signore è con te.
Con questo grande segreto Maria ha vissuto tutti i momenti della sua vita, anche i più difficili… pensiamo quali sono stati: prima della nascita di Gesù il viaggio molto faticoso verso Betlemme, la fatica di trovare un alloggio, dopo la nascita di Gesù la fuga in Egitto, quando Gesù ha 12 anni lo perdono quindi l’angoscia dello smarrimento, poi tutta la sofferenza dei Gesù e lo strazio per la morte, fino alla gioia della Resurrezione. Maria è riuscito a sorridere sempre.
Don Bosco ha fatto tesoro di questo sorriso di Maria e ai suoi ragazzi ha insegnato che la santità consiste nello stare molto allegri. Certo non si parla di una gioia superficiale, una gioia così e così, per una barzelletta raccontata o sentita è una gioia profonda, che affonda le sue radici nella certezza che il Signore è con noi. Dopo che Gesù è risorto non abbiamo più niente da temere, nessun motivo per non sorridere. Dicono che quando ci imbronciamo scomodiamo ben 95 muscoli del viso mentre per sorridere ne impieghiamo molti meno allora davvero conviene sorridere.
Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: 'Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!'. Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: 'Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite'.
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse: 'Guarda il bordo della strada'. 'Ma e bellissimo! Tutto pieno di fiori!' rispose l'anfora. 'Hai visto? E tutto questo solo grazie a te'disse il padrone. 'Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno'. La vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si senti morire di gioia.
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, possiamo fare meraviglie con le nostre imperfezioni..
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Possiamo sorridere anche se in apparenza non ci sono motivi. Il segreto è proprio riuscire a trovare qualcosa di positivo anche dove sembra non ci sia nulla.
Il film di Polyanna si intitola il segreto di Pollyanna e sapete qual è questo segreto? In ogni situazione anche le più difficili e impossibili si può trovare qualcosa di positivo… Per Natale aveva chiesto in dono una bambola e quando è arrivata un scatola grandissima aveva pensato ci fosse una bambola grandissima… invece aprendo c’erano dentro due stampelle… disperata prova a fare il gioco della felicità che le aveva insegnato suo padre: cosa c’è di positivo nell’aver ricevuto un paio di stampelle? Dopo averci pensato un po’ su ha trovato: c’è di positivo che non le devi usare!!!
Anche noi questa sera, prima di addormentarci facciamo così il nostro esame di coscienza: che cosa ho ricevuto oggi in dono dal Signore?
La seconda lettura della Messa di oggi, festa della Trinità dice proprio questo:
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
San Paolo invita ad essere gioiosi, a farci coraggio, sentire la grazia del Signore con noi.
Un giorno,il cavallo di un contadino,cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita,ma non poteva uscire da lì con le proprie forze. Per molte ore,l’animale nitrì fortemente,disperato,mentre il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare. Finalmente il contadino prese una decisione crudele:pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente,e anche il pozzo ormai era secco e aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera. Così non valeva la pena sprecare energie per tirar fuori il cavallo dal pozzo. Allora chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a interrare vivo il cavallo. Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della terra dentro il pozzo. Il cavallo non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo, e pianse disperatamente. Tuttavia, con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettato molte palate di terra, il cavallo si calmò. Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che ad ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena, il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra che cadeva ai suoi piedi. Così, in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice.
La vita ci getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra. Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle e salire sopra di essa. Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo uscire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l’alto!
Il cuore è tuo e può soffrire ma il viso è degli altri e deve sorridere.
O Maria madre della gioia aiutaci a sorridere come hai saputo sorridere tu, aiutaci a trovare in Gesù la finte della nostra gioia.