Il
sacerdote assolve
dai peccati con la potestà da Cristo a lui trasmessa
III.
Se alcuno ben consideri che gran cosa è poter avvicinarsi a quella beata e
intatta natura, pur essendo uomo e ancora plasmato di carne e sangue, vedrà
allora bene di quanto onore la grazia dello Spirito abbia degnato i sacerdoti.
Per loro mezzo infatti queste cose si compiono, ed altre ancora per nulla
inferiori a queste, sia per dignità, sia in rapporto con la nostra salvezza;
quelli che dimorano in terra e sono posti in questa condizione, vengono
ordinati ad amministrare le cose celesti e hanno ricevuto una potestà che Dio
non ha conferito né agli angeli né agli arcangeli; poiché non fu detto a
questi: "Ogni cosa che legherete sulla terra sarà legata anche nel cielo;
e ogni cosa che scioglierete, sarà sciolta" (Mt. 18,18).
Anche i
dominatori sulla terra hanno il potere di legare, ma soltanto i corpi; invece
questo legame si applica all’anima stessa e trascende i cieli; onde, checché i
sacerdoti compiano quaggiù, questo conferma Dio in alto, e la deliberazione dei
servi viene sancita dal padrone. E che vuol dire ciò, se non che ha loro
conferito ogni potestà celeste? Dice infatti: "I peccati di coloro ai
quali li rimetterete, saranno rimessi; quelli di coloro a cui li riterrete,
saranno ritenuti" (Gv. 2,23). Qual potere maggiore di questo?
Il Padre ha
dato al Figlio ogni giudizio; or io vedo che essi ne furono fatti dal Figlio
pienamente depositari. Come se già fossero assunti nei cieli, trascesa l’umana
natura e sciolti dalle nostre miserie, così furono elevati a questa dignità.
Inoltre, se un re partecipasse a qualcuno dei suoi sudditi quest’onore di poter
gettare in prigione chiunque gli piacesse e nuovamente liberarlo, sarebbe
costui invidiato e celebrato da tutti; colui poi che da Dio ha ricevuto una
potestà tanto più grande quanto il cielo è più augusto della terra, e le anime
dei corpi, parrà mai ad alcuno aver egli ricevuto sì piccolo onore, da poter
anche solo pensare che altri abbia a mostrare disprezzo verso i depositari di
sì eccelse cose? Lungi tale insania!
È per vero insania palese, il guardar
dall’alto in basso una dignità senza la quale non è dato di ottenere né la
salvezza né i beni che ci furono annunziati. Ché se "nessuno può entrare
nel regno de’ cieli, se non venga rigenerato per acqua e Spirito, e colui che
non mangia la carne del Signore e non beve il suo sangue, viene escluso dalla
vita eterna" (Gv. 3,5), e tutte queste cose si compiono da nessun altro
fuorché da quelle sacre mani, dico del sacerdote, come potrà alcuno
indipendentemente da loro, sia fuggire il fuoco della geenna, sia ottenere le
corone riservate?
A loro infatti, a loro fu affidata la generazione spirituale,
e il partorire per mezzo del battesimo; per mezzo loro rivestiamo il Cristo, siamo
consepolti col Figlio di Dio, e fatti membri di quel beato capo. Pertanto
dovrebbero essere per noi giustamente più temibili che dominatori e re, non
solo, ma anche più venerandi che padri; questi invero ci hanno generati
"dal sangue e dalla volontà della carne" (Gv. 1,13), quelli invece ci
sono strumento della generazione di Dio, di quella beata rigenerazione, della
verace libertà e dell’adozione secondo la grazia.
Sacerdozio: San Giovanni Crisostomo
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