Avvertimenti generali per perfezione
138.
I. Mettere tutta la confidenza in Dio, ed avere una totale diffidenza di sé e de' suoi buoni propositi. Una forte risoluzione di vincersi e farsi forza nelle occasioni. Dice s. Teresa: Se 'l difetto non viene da noi, non abbiamo paura che resti da Dio il darci aiuto per farci santi132.
II. Guardarsi da ogni minimo difetto deliberato, cioè commesso ad occhi aperti. Da peccato deliberato (dice la stessa Santa)133 per molto piccolo che sia, Dio vi liberi. Poiché, soggiunge: Per mezzo di cose piccole il demonio va facendo buchi per dove entrano cose grandi134.
III. Non inquietarsi dopo i difetti commessi; umiliarsi subito e, ricorrendo a Dio con un breve atto di pentimento e proposito, mettersi in pace; e così far sempre, sebbene si cadesse cento volte il giorno. E, come avverte s. Teresa135, non comunicare le proprie tentazioni coll'anime imperfette, perché così si nuoce a sé ed a quelle.
IV. Procurare il distacco da ogni cosa, da' parenti, dalle robe, da' piaceri; altrimenti, dice s. Teresa: Non allontanandosi l'anima da' gusti del mondo, presto si tornerà ad allontanare dalla via del Signore136. Sfuggire la familiarità di persone di diverso sesso, sebbene siano divote, colle quali intromette spesso il demonio certi affettucci non puri, facendoli apparire spirituali. Vedasi ciò che si è notato al n. 85. Bisogna sopra tutto distaccarsi dalla stima propria e principalmente dalla propria volontà e fin anche dalle cose spirituali, come dall'orazione, dalla comunione e mortificazioni, quando l'ubbidienza non le permette. In somma bisogna cacciare dal cuore ogni cosa che non è Dio o non è secondo il maggior gusto di Dio.
V. Rallegrarsi collo spirito in vedersi disprezzata, derisa e tenuta per la peggiore di tutte. O che bella orazione fa un'anima che abbraccia i disprezzi! Specialmente nelle comunità questa è una delle virtù più necessarie. Con ciò bisogna fomentare un affetto speciale verso i nostri nemici e persecutori, con servirli, far loro bene, onorarli, almeno dirne bene e raccomandarli particolarmente a Dio, come han praticato i santi.
VI. Avere un gran desiderio di amare assai Dio e dagli gusto. Dice s. Teresa: Il Signore si compiace talmente dei desideri, come fossero eseguiti137. Senza questo desiderio l'anima non camminerà avanti nella perfezione, né Dio le farà grazie molto speciali. La stessa Santa dice: Ordinariamente Dio non fa molti segnalati favori, se non a chi ha molto desiderato il suo amore138. E col desiderio bisogna sempre unire la risoluzione di far quanto si può per dar gusto a Dio. S. Teresa: Il demonio ha gran paura d'anime risolute139. Ed altrove: Il Signore non suole più da noi che una risoluzione, per fare poi Egli tutto dal canto suo140. E con ciò bisogna anche nutrire un grande affetto all'orazione, ch'è la fornace dove s'accende l'amor divino. Tutti i santi, perché innamorati di Dio, sono stati anche innamorati dell'orazione. Bisogna anche avere un ardente desiderio del paradiso, poiché nel cielo l'anime amano Dio con tutte le forze, al che non si può giungere in terra, e perciò vuole Dio che noi abbiamo un gran desiderio di questo gran regno che Gesù Cristo ci ha acquistato col sangue suo.
VII. Avere una grande uniformità alla volontà di Dio in tutte le cose contrarie a' nostri appetiti e perciò offerirsi spesso tra 'l giorno a Dio. S. Teresa ciò praticava141 cinquanta volte il giorno: Non consiste il guadagno, dice la Santa, in procurare di godere più Dio, ma in fare la sua volontà142. Ed in altro luogo: La vera unione è unire la nostra volontà con quella di Dio143.
VIII. Osservare ubbidienza perfetta alle regole, a' superiori ed al padre spirituale. Diceva il v.p. Vincenzo Caraffa: L'ubbidienza è la regina di tutte le virtù, mentre all'ubbidienza tutte le virtù ubbidiscono144. E s. Teresa: Dio da un'anima che sia risoluta d'amarlo, non vuole altro che ubbidisca145. Il perfetto ubbidire sta poi nell'ubbidire subito, puntualmente, di buona voglia ed alla cieca, senza cercar ragioni, sempreché la cosa non sia certo peccato, come dicono s. Bernardo146, s. Francesco di Sales147, s. Ignazio di Loiola148 e tutti i maestri di spirito. E nelle cose dubbie eleggere ciò che si presume che ci direbbe l'ubbidienza: e quando questa presunzione non potesse aversi, eleggere quel ch'è più contrario al nostro genio. Questo è quel: Vince teipsum149, tanto raccomandato da s. Francesco Saverio150, e da s. Ignazio151 il quale diceva che fa più profitto un'anima mortificata in un quarto d'ora d'orazione, che altre non mortificate in più ore.
IX. Attendere continuamente alla presenza di Dio. Dice s. Teresa: Tutto il danno ci viene dal non attendere che Dio ci sta presente152. Chi veramente ama, sempre si ricorda dell'amato. Per conservare poi la memoria di questa divina presenza, giova in pratica il porsi qualche segno speciale sulla persona, sul tavolino o nella stanza. E sopra tutto bisogna mantener questa presenza con fare spesso tra 'l giorno atti d'amore a Dio e domande del suo s. amore: per esempio: Gesù mio, mio amore, mio tutto. Io t'amo con tutto il cuore. Mi dò tutto a te. Fanne di me quel che vuoi. Io non voglio altro che te e la tua volontà. Dammi l'amore tuo e son contento. E simili. Avvertasi però a fare questi atti senza violenza e senza andarvi trovando consolazione sensibile, ma con soavità e volontà pura, solo per dar gusto a Dio. Dicea s. Teresa: Non abbiam paura, che Dio lasci senza premio un'alzata d'occhi con ricordarsi di lui153.
X. Dirigere l'intenzione di piacere a Dio in ogni azione che si fa, o sia spirituale o temporale, con dire: Signore, fo questo per darvi gusto. La buona intenzione si chiama l'alchimia spirituale, che fa diventare oro le azioni più materiali.
XI. Fare gli esercizi spirituali154, ogni anno di dieci o almeno di otto giorni, appartandosi allora, per quanto si può, da ogni conversazione ed impiego distrattivo, per trattare solamente con Dio. Fare un giorno di simil ritiro una volta il mese tra l'anno.
Far con divozione speciale le novene del s. Natale, dello Spirito Santo, delle sette feste di Maria, di s. Giuseppe, dell'Angelo custode e del santo avvocato155. In queste novene potrà usarsi la comunione ogni giorno, un'ora d'orazione, o mezz'almeno di più; alcune altre orazioni vocali, ma poche, poiché sarà più utile un determinato numero d'atti d'amore e simili.
XII. Conservare una divozione speciale a s. Giuseppe, al suo Angelo custode, al suo santo avvocato particolare ed a s. Michele, avvocato universale de' fedeli; ma sopra tutto a Maria ss. ch'è chiamata dalla Chiesa la nostra vita e la nostra speranza, poich'è moralmente impossibile che un'anima faccia molto avanzo nella perfezione senza una divozione particolare e tenera alla Madre di Dio.
Sia tutto ad onore di Gesù Cristo e di Maria Immacolata.
132. Camino de perfección, 16, in Obras, 3, p. 77.
133.Conceptos del amor de Dios, 2, in Obras, 4, p. 233.
134. Las fundaciones, 29, in Obras, 5, p. 283.
135. Avisos... para sus monjas, 67, in Obras, 6, p. 53.
136. Conceptos del amor de Dios, 2, in Obras, 4, pp. 233-234.
137. La Santa esprime pensiero analogo in Vida, 31, in Obras, 1, p. 257.
138. Conceptos del amor de Dios, 5, in Obras, 4, p. 254.
139. Vida, 13, in Obras, 1, pp. 93-94.
140. Las fundacioner, 28, in Obras, 5, p. 252.
141. Questo la Santa raccomandava alle sue monache: Avisos... para sus monjas, 30, in Obras, 6, p. 51.
142. Las fundaciones, 5, in Obras, 5, p. 42.
143. O. cit. 5, in Obras 5, p. 44.
144. P. Gisolfi, Vita del Ven. Carlo Carafa, cap. 31, init. (edit. Neap. 1858). (G. B.).
145. Las fundaciones, 5, in Obras, 5, p. 40.
146. Liber de praecepto et dispensatione, 21 (ML. 182, 873).
147. Introduction à la vie dévote, 1, 4.
148. Examen et Constitutiones Societatis Jesu, 3, 1, 23; 6, 1 et declarat. B, in Institutum Societatis Jesu, cit. 1, pp. 37 et 408.
149. Vinci te stesso.
150. D. Bartoli, Della vita e dell'istituto di s. Ignazio, 4, 12, in Opere, Torino, Marietti, 1825, 2, p. 47.
151. D. Bartoli, O. cit. l. cit. pp. 47-48.
152. Camino de perfección, 50, (Autografo del Escorial), in Obras, 3, P. 307.
153. Camino de perfección, 23, in Obras, 3, p. 110.
154. Ai fedeli che praticano gli esercizi spirituali per almeno tre giorni interi è concessa indulgenza plenaria; a chi partecipa al ritiro mensile, indulgenza parziale. Enchiridion, pp. 54 e 62, nn. 25 e 45.
155. Per le indulgenze accordate per le novene cfr. la nota 131 al n. 136. Quanto ai santi è concessa indulgenza parziale a chi nella festa d'un santo recita in onore di lui la orazione contenuta a suo onore nel Messale od altra, approvata dalla Autorità legittima. Enchiridion, p. 65, n. 54.
MEMENTO DOMINE
verbi tui servo tuo
Nessun commento:
Posta un commento