11 Febbraio 2012 – Il Mio povero Vicario Santo, Papa Benedetto XVI, sarà estromesso dalla Santa Sede di Roma.
Mia cara figlia prediletta, le guerre stanno aumentando in tutto il mondo e ben presto la mano del Padre Mio interverrà per mettere fine a questo male.
Non temere poiché i piani per salvare l’umanità sono stati completati e non ci vorrà molto per la Mia Grande Misericordia che sarà data a ciascuno di voi.
Non temete mai per le opere dell’Anticristo poiché Voi, cari figli, avete il potere dentro di voi per allentare la sua morsatramite le vostre preghiere.
Altri leader mondiali saranno uccisi presto e il Mio povero Vicario Santo, Papa Benedetto XVI, sarà estromesso dalla Santa Sede a Roma.
L’anno scorso, figlia Mia, ti ho parlato del complotto dentro i corridoi del Vaticano.
Un piano per distruggere il Mio Vicario Santo è stato concepito in segreto il 17 marzo 2011 e ciò andrà a buon fine perché è stato predetto.
Diffondi la Mia Parola sacra in ogni angolo del mondo ora e organizza le versioni stampate dei Miei messaggi in modo da diffonderli in quanti più paesi possibili.
Stai per essere guidata in modo da dover fare ciò che è meglio. Chiedimi nella preghiera di aiutarti e sarà fatto.
Il vostro Gesù
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ECCO
DICHIARAZIONE
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Dal Vaticano, 10 febbraio 2013
BENEDICTUS PP XVI
© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana
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Fratres carissimi
Non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem magni momenti pro Ecclesiae vitae communicem. Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 29, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
Fratres carissimi, ex toto corde gratias ago vobis pro omni amore et labore, quo mecum pondus ministerii mei portastis et veniam peto pro omnibus defectibus meis. Nunc autem Sanctam Dei Ecclesiam curae Summi eius Pastoris, Domini nostri Iesu Christi confidimus sanctamque eius Matrem Mariam imploramus, ut patribus Cardinalibus in eligendo novo Summo Pontifice materna sua bonitate assistat. Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde servire velim.
Ex Aedibus Vaticanis, die 10 mensis februarii MMXIII
BENEDICTUS PP XVI
© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana
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febbraio 2013
di G.S.
12/02/2013
Sia stato il turbamento o sia stata la fretta, resta il disagio per le imperfezioni di un testo destinato a passare alla Storia. Il lapsus della 29.ma ora nel testo dell’11 Febbraio 2013 ha qualcosa di magico
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“Fratres carissimi Non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem magni momenti pro Ecclesiae vitae communicem. (…) Bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 29 (sic), sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse”. (Fonte Web) Scrive Luciano Canfora nel Corriere della Sera di oggi 12 Febbraio 2013 a pag. 17: (…) “Solide attestazioni di epoca classica, da Quintiliano a Plinio, sorreggono la frase più importante di tutto il testo: “declaro me ministerio renuntiare” (dichiaro di rinunciare al mio ruolo di Papa). Peccato però che, per una svista (…) proprio nella frase cruciale sia stata inferta una ferita alla sintassi latina, visto che al dativo “ministerio” viene collegato (ndr,: un rigo dopo) l’intollerabile accusativo “commissum” (“incombenza affidatami”). Avrebbe dovuto esserci, per necessaria concordanza, il dativo “commisso”. (…) Analogo incidente è avvenuto addirittura nella frase di apertura, dove il Pontefice dice ai cardinali che li ha convocati per comunicare una decisione di grande momento per la vita della Chiesa: ma vi si legge “pro Ecclesiae vitae” laddove avremmo desiderato “pro Ecclesiae vita”. Come appassionato del Tempo nella Storia umana, rifletto e filosofeggio nel giorno di questo stranomartedì del Carnevale cristiano 2013. Quando scoccherà l’ora fatale del ritiro o se volete delle dimissioni o abdicazione dal soglio pontificio da parte del nuovo Celestino V? Il testo latino online recita: “die 28 februarii MMXIII, hora 29 (sic)”. Chi ha battuto il testo latino, nell’emozione del momento epocale, ha toccato sulla tastiera il 9 anziché lo zero, là vicino. E così, mentre dalla traduzione italiana tutti hanno saputo che l’ora X scoccherà alle 20,00 del 28/02/2013, gli storici troveranno - nella fonte primaria della lingua ufficiale del Vaticano - l’indicazione di un’ora di Cicerone (la 29.mo) che è inesistente. Sulla 25.ma ora c’è un romanzo di David Benioff e Spike Lee nel 2002 ne ha tratto uno dei suoi migliori film ambientato a New York dopo la tragedia dell’11 Settembre 2001(il primo a mostrare Ground Zero). Il lapsus della 29.ma ora, nel testo papale dell’11 Febbraio 2013, ha qualcosa di magico che non ha nulla a che fare con la profezia di Nostradamus. P.S. Nell’edizione de “L’Osservatore Romano” di oggi, una mano gentile ha corretto l’< |
AVE MARIA PURISSIMA!
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