«Ed ho aperto una mela e vi ho trovato in mezzo cinque piccoli scomparti che formavano una stella, e dentro vi si trovavano i semi.
Durante l'orazione, ho visto una bella mela, essa è diventata marcia sotto i miei occhi; e quando è stata completamente fradicia, i semi del cuore della mela, sono germinati: sono spuntati cinque alberi. Il chicco più basso ha prodotto l'albero più alto, il chicco che seguiva ha prodotto un albero un po' più piccolo e i tre chicchi più in alto hanno prodotto alberi ancora più piccoli.
Le cinque radici di questi alberi erano talmente unite ed intrecciate, da formare una sola radice, e così si sostenevano le une con le altre.
L' albero più alto portava frutti maturi, che si immergevano in acqua, e quest'acqua bagnava la radice che nutriva gli altri alberi; quest'albero più alto si chiama l'albero dell'amore.
Il secondo, un po' più piccolo, portava frutti che pendevano dalla parte della terra e pareva volesse offrirli; quest'albero è quello della carità.
Il terzo non sembrava che si appoggiasse a terra e le sue radici pareva che fossero nell'aria e si sarebbe detto che stesse per cadere: quest'albero è quello dell'abbandono.
Il quarto era tutto spoglio come gli alberi durante l'inverno ma, nello stesso tempo, era pieno di vita: quest'albero è quello della povertà.
Il quinto era verde e coperto di frutti ma questi frutti erano in basso e come nascosti e non si vedevano: quest'albero è quello dell'umiltà.
*
Ho visto in seguito altri cinque alberi.
Il primo portava un frutto corposo e solido al vedersi, ma marcio e come fosse pieno di fumo all'interno: questo è l'amore di sé e di tutto ciò che è sulla terra, il che indurisce talmente il frutto che finisce per imputridirsi.
Il secondo aveva i rami elevati e nessuno poteva raggiungerli per cogliere il frutto; questo frutto, del resto, era raro e macchiato per la malattia: è l'avarizia che ha paura di spogliarsi, se dona; il che fa sì che il frutto si guasti e cada.
Il terzo aveva le radici profondamente radicate; ed è l'attaccamento alle cose create.
Il quarto sembrava coperto di foglie e di frutti e molto bello: sono le ricchezze, frutti che marciscono alla minima nevicata, o al più piccolo freddo.
Il quinto portava molti frutti, tanto che essi nascondevano le foglie: è l'orgoglio, che appare ricchissimo agli occhi degli uomini ma il minimo soffio di vento, la più piccola contrarietà, fa cadere questo frutto e quelli che lo vogliono mangiare lo trovano amaro».
Recordare nostri, Domina,
et
non apprehendent nos mala
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