“Non c’è salvezza dell’economia
Senza economia
della Salvezza”
Economia della Salvezza /2
"OLTRE I SOLDI. Così in 15 minuti Benedetto XVI ha riassunto alcuni dei passi centrali del suo pontificato"
Ovvero: Articolo sul Foglio di martedì 7 ottobre 2008, in cui si espone un'anonima riflessione intorno alla Meditazione spirituale che il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto in apertura dei lavori della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dopo la lectio brevis durante la preghiera dell’Ora Terza, lunedì 6 ottobre 2008 :
E' vero. il Papa ha parlato del "crollo delle grandi banche", ha detto: "Questi soldi scompaiono, sono niente", ha ricordato che "chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia".
Fin qui però non ci sarebbe nulla di eccezionale. Chi frequenta le chiese è abituato a sentire prediche sulla vacuità delle ricchezze. Di solito funziona così: "Viviamo nella società dell'apparenza, siamo schiavi del successo", quindi "etica, morale" e un larvato invito a vivere un po' in disparte, come dire che è bene per l'uomo sottrarsi alla realtà.
Davanti ai vescovi radunati in Vaticano per il Sinodo, il Papa non ha seguito questa logica.
Ha parlato di "successo, carriera e soldi" per dire cosa?
Che "la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà".
Commentando il Salmo 118 con il suo modo semplice e piano parlando a braccio, stupendo un po' tutti, Benedetto XVI ha disegnato un discorso di quindici minuti in cui sono riecheggiate Ratisbona, le sue encicliche, il discorso al Colleges des Bernardins, il libro su Gesù.
Chiudono le banche, si sgretolano le certezze più solide e lui ammonisce: "Dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio... chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza".
E' l'opposto di un invito a fuggire la realtà. E' l'invito a capovolgere l'assioma cardine dell'Illuminismo e tornare a vivere veluti si Deus daretur. Perché "tutta la creazione è pensata per creare il luogo dell'incontro tra Dio e la sua creatura". E' la storia di questo rapporto che muove il mondo -dice il Papa- e in questo lega in un istante la storia del popolo ebraico e il cristianesimo: "Nel periodo ellenistico, il giudaismo ha sviluppato l'idea che la Torah avrebbe preceduto la creazione del mondo materiale. Questo mondo materiale sarebbe stato creato solo per dare luogo alla Torah, a questa Parola di Dio che crea la risposta e diventa storia d'amore".
Ma nel suo discorso Benedetto XVI è andato oltre. Ha affermato che è la ricerca di Dio a dare sicurezza alla vita dell'uomo.
Accennando a un tema che ha anche causato aspri dibattiti nella Chiesa, ha ricordato ai vescovi che "noi siamo sempre alla ricerca della Parola di Dio" e che per questo la lettura della Scrittura non è il semplice studio di un testo letterario, ma "È il movimento della mia esistenza. È muoversi verso la Parola di Dio".
Sono ritornate così alla mente le parole del suo Gesù di Nazaret dove dove scriveva che "oggi la Bibbia viene assoggettata da molti al criterio alla cosiddetta visione moderna del mondo, il cui dogma fondamentale è che Dio non può affatto agire nella storia... Allora la Bibbia non parla più di Dio, del Dio Vivente, ma parliamo solo noi stessi e decidiamo che cosa Dio può fare e che cosa dobbiamo o vogliamo fare noi".
Il Papa ha ricordato che l'uomo non può affidare le sue speranze a sistemi perfetti, ma solo all'amicizia di Dio. In questo sta il valore della Chiesa, fissato ben oltre i dibattiti che l'hanno afflitta dopo il Concilio Vaticano II. "Entrando nella comunione con la Parola di Dio, entriamo nella comunione della Chiesa che vive la Parola di Dio. Non entriamo in un piccolo gruppo, nella regola di un piccolo gruppo, ma usciamo dai nostri limiti".
Etichette: Benedictus benedicat, Oikonomia
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Che cosa fa bene, che cosa cambia in meglio un uomo?
Secondo me, come mi ha insegnato mia madre, confessarsi spesso. La confessione cambia e guarisce. E l’Eucaristia cambia ontologicamente una persona: il corpo di Cristo in noi ci cambia.
Nella quotidianità, nel fare magari apparentemente banale di tutti i giorni, che cosa fa bene?
L’aderire alla realtà. Mai sfuggirla, mai rifugiarsi nei propri pensieri, chiudersi nella propria stanza, isolarsi. Stare di fronte alla realtà che ci è data, affrontarla. Osservare molto. (…). Stare tenacemente nella realtà, che è la circostanza in cui Cristo ci si presenta in quel momento. (…) [cioè ... ubbidire e pregare sempre]
DEUS
MEUS ET OMNIA
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