[101] Mentre predicava il Rosario nelle
vicinanze di Carcassona, a san Domenico, fu presentato un eretico albigese
posseduto dal demonio. Il Santo, davanti a una folla che si ritiene composta di
oltre dodicimila persone, lo esorcizzò, e i demoni che tenevano in dominio quel
miserabile, furono costretti, loro malgrado, a rispondere alle domande
dell'esorcista.
E confessarono 1) che nel corpo di costui erano in quindicimila
perché egli aveva osato combattere i quindici misteri del Rosario; 2) che san
Domenico col suo Rosario terrorizzava tutto l'inferno e che essi stessi odiavano
lui più di qualsiasi altra persona perché con questa devozione del Rosario
strappava loro le anime; 3) rivelarono inoltre parecchi altri
particolari.
San Domenico allora gettò la sua corona al
collo dell'ossesso e chiese ai demoni chi mai fra tutti i Santi del cielo essi
temessero di più e chi, a parere loro, meritasse più amore e onore da parte
degli uomini. A tale domanda gli spiriti infernali levarono alte grida sì che la
maggior parte dei presenti stramazzarono a terra per lo spavento. Poi quei
maligni, per non rispondere direttamente alla domanda, cominciarono a piangere e
a lamentarsi in modo così pietoso e commovente che parecchi fra gli astanti
furono presi da una naturale pietà. Per bocca dell'ossesso e con voce
piagnucolosa così dicevano: “Domenico, Domenico, abbi pietà di noi e
promettiamo di non nuocerti mai. Tu che tanta compassione hai per i peccatori e
per i miserabili, abbi pietà di noi meschini. Ahinoi!, soffriamo già tanto:
perché ti compiaci di aumentare le nostre pene? Contentati di quelle che ci
tormentano! Misericordia, misericordia misericordia!”.
[102] Impassibile davanti ai piagnistei di
quegli spiriti, il Santo rispose che non avrebbe desistito dal tormentarli se
prima non avessero essi stessi risposto alla sua domanda. Ed essi replicarono
che avrebbero dato, la risposta, ma in segreto, all'orecchio e non di fronte a
tutti. Domenico tenne duro e comandò che parlassero ad alta voce; ma ogni sua
insistenza fu inutile e i demoni si chiusero nel silenzio. Allora il Santo si
pose in ginocchio e pregò la Madonna: “Vergine potentissima, Maria, in virtù
del tuo Rosario comanda, a questi nemici del genere umano di rispondere alla mia
domanda”. Immediatamente dopo questa invocazione, una fiamma ardente uscì
dalle orecchie, dalle narici e dalla bocca dell'ossesso; i presenti tremarono
dalla paura ma nessuno ne subì danno. E si udirono le grida di quegli spiriti:
“Domenico, noi ti preghiamo per la passione di Cristo e per i meriti della
sua santa Madre e dei Santi: permettici di uscire da questo corpo senza dir
nulla. Gli Angeli, quando tu vorrai, te lo riveleranno. Del resto, perché vuoi
tu credere a noi? non siamo forse dei bugiardi? Non tormentarci oltre, abbi
pietà di noi ”.
“Disgraziati, siete indegni di
pietà!” riprese san Domenico, e sempre in ginocchio pregò di nuovo la
Vergine Santa: “O degnissima Madre della Sapienza, ti supplico per il popolo
qui presente che ha già appreso a recitare come si deve il Saluto angelico,
obbliga questi tuoi nemici a proclamare in pubblico la verità piena e chiara sul
Rosario”.
Finita la preghiera vide accanto a sé la
Vergine Maria, circondata da una moltitudine di angeli, che con una verga d'oro
colpiva l'ossesso e gli diceva: “Rispondi al mio servo Domenico conforme alla
sua richiesta”. Da notare che nessuno udiva né vedeva la Madonna all'infuori
di san Domenico.
[103] A tale comando i demoni presero a
urlare:
“O inimica nostra, o nostra damnatrix, o
nostra inimica, o nostra damnatrix, o confusio nostra, quare de coelo
descendisti ut nos hic ita torqueres? Per te quae infernum evacuas et pro
peccatoribus tanquam potens advocata exoras; o Via coeli certissima et
securissima, cogimur sine mora et intermissione ulla, nobis quamvis invitis, et
contra nitentibus, totam rei prolerre veritatem. Nunc declarandum nobis est
simulque publicandum ipsum medium et modus quo ipsimet conjundamur, unde vae et
maledíctio in aeternum nostris tenebrarum principibus.
Audite igitur vos, christiani. Haec
Christi Mater potentissima est in praeservandis suis servis quonimus praecipites
ruant in baratrum nostrum inferni. Illa est quae dissipat et enervat, ut sol,
tenebras omnium machinarum et astutiarum nostrarum, detegit omnes fallacias
nostras et ad nihilum redigit omnes nostras tentationes. Coactique fatemur
neminem nobiscum damnari qui ejus sancto cultui et pio obsequio devotus
perseverat. Unicum ipsius suspirium, ab ipsa et per ipsam sanctissimae
Trinitati oblatum, superat et excedit
omnium sanctoruin preces, atque pium et sanctum eorum votum et desiderium,
Magisque eum formidamus quam omnes paradisi sancios; nec contra fideles ejus
famulos quidquam praevalere possumus.
Notum sit etiam vobis plurimos christianos
in hora mortis ipsam invocantes contra nostra jura salvari, et nisi Marietta
illa obstitisset nostrosque conatus repressisset, a longo iam tempore totam
Ecclesiam exterminassemus, nam saepissime universos Ecclesiae status et ordines
a fide deficere fecissemus. Imo planius et plenius vi et necessitate compulsi,
adhuc vobis dicimus, nullum in exercitio Rosarii sive psalterii eius
perseverantem aeternos inferni subire cruciatus. Ipsa enim devotis servis suis
veram impetrat contritionem qua fit ut peccata sua confiteantur, et eorum
indulgentiam a Deo consequantur”.
[104] “O nostra nemica, nostra rovina e
nostra confusione! perché sei tu scesa dal cielo apposta per farci tanto
soffrire? O avvocata dei peccatori che ritrai dall'inferno, o via sicurissima
del Paradiso, siamo noi proprio obbligati, a nostro dispetto, a dire tutta la
verità? Dobbiamo proprio confessare davanti a tutti ciò che ci coprirà di
vergogna e sarà causa della nostra rovina? Guai a noi! e maledizione eterna ai
nostri principi delle tenebre! Ebbene, udite voi cristiani: questa Madre di
Cristo è onnipotente e può impedire che i suoi servi cadano nell'inferno. E' lei
che, come un sole, dissipa le tenebre dei nostri intrighi e astuzie; è lei che
sventa le nostre mene, disfa i nostri tranelli e rende vani e inefficaci tutte
le nostre tentazioni.
Siamo costretti a confessarvi che nessuno
di quanti perseverano nel suo servizio è dannato con noi. Uno solo dei sospiri
ch'ella offra alla SS. Trinità vale più di tutte le preghiere, i voti, i
desideri dei Santi.
Noi la temiamo più di tutti i beati
insieme e nulla possiamo contro i suoi fedeli servitori. Anzi, avviene che molti
cristiani i quali secondo le leggi ordinarie andrebbero dannati, invocandola in
punto di morte riescono a salvarsi per l'intercessione di lei. Ah, se questa
Marietta ‑ così la chiamavano per rabbia ‑ non si fosse opposta ai nostri
progetti e ai nostri sforzi, già da molto tempo noi avremmo rovesciato e
distrutto la Chiesa e fatto cadere nell'errore e nell'infedeltà tutte le sue
gerarchie!
Proclamiamo, inoltre, costretti dalla violenza che ci viene usata,
che nessuno di quanti perseverano nella recita del Rosario, va dannato perché
ella ottiene ai suo fedeli servi una sincera contrizione dei loro peccati e
ricevono perdono e indulgenza”.
Ottenuta questa confessione san Domenico
fece recitare il Rosario dagli astanti, adagio e con devozione.Ed ecco la cosa
sorprendente: ad ogni Ave Maria recitata dal Santo e dal popolo usciva dal corpo
di quell'ossesso una moltitudine di demoni in forma di carboni ardenti.
Quando
l'infelice ne fu completamente libero, la Vergine Santa, sempre non vista,
benedisse il popolo e tutti avvertirono una sensibile e vivissima gioia. Questo
miracolo fu causa di conversione per molti eretici che entrarono perfino nella
confraternita del Rosario.
E confessarono 1) che nel corpo di costui erano in quindicimila perché egli aveva osato combattere i quindici misteri del Rosario; 2) che san Domenico col suo Rosario terrorizzava tutto l'inferno e che essi stessi odiavano lui più di qualsiasi altra persona perché con questa devozione del Rosario strappava loro le anime; 3) rivelarono inoltre parecchi altri particolari.
Domenico tenne duro e comandò che parlassero ad alta voce; ma ogni sua insistenza fu inutile e i demoni si chiusero nel silenzio. Allora il Santo si pose in ginocchio e pregò la Madonna: “Vergine potentissima, Maria, in virtù del tuo Rosario comanda, a questi nemici del genere umano di rispondere alla mia domanda”. Immediatamente dopo questa invocazione, una fiamma ardente uscì dalle orecchie, dalle narici e dalla bocca dell'ossesso; i presenti tremarono dalla paura ma nessuno ne subì danno.
E si udirono le grida di quegli spiriti: “Domenico, noi ti preghiamo per la passione di Cristo e per i meriti della sua santa Madre e dei Santi: permettici di uscire da questo corpo senza dir nulla. Gli Angeli, quando tu vorrai, te lo riveleranno. Del resto, perché vuoi tu credere a noi? non siamo forse dei bugiardi? Non tormentarci oltre, abbi pietà di noi ”.
Quando l'infelice ne fu completamente libero, la Vergine Santa, sempre non vista, benedisse il popolo e tutti avvertirono una sensibile e vivissima gioia. Questo miracolo fu causa di conversione per molti eretici che entrarono perfino nella confraternita del Rosario.