martedì 10 gennaio 2012

FEDE, FIDUCIA E GRATITUDINE: le tre virtù di capitale importanza per fare del bene e glorificare il Padre mio



"Noi siamo sempre tenuti a perdonare le offese 
che sono rivolte a noi,
ma non quelle che colpiscono Dio o il prossimo."

(S. Tommaso d'Aquino)


Penso che NON CI POSSA ESSERE RIPARAZIONE autentica SENZA UNA PROFONDA GRATITUDINE,
perciò mi piace offrire la  seguente riflessione dettata da Gesù alla Serva di Dio Conchita Cabrera de Armida.
Che la Vergine Divina ci ottenga a tutti, soprattutto ai sacerdoti, il gusto della gratitudine.
                              
                              *


Gesù Santissimo prima di operare qualsiasi beneficio sulla terra, era solito sempre ringraziare il Padre Suo dal quale quel bene e tutti i beni sono dati al mondo e ai cuori. Non ha mai escluso il Padre Suo, nemmeno dai suoi atteggiamenti esteriori... 

"Cosa volevo insegnare con questo ai miei sacerdoti che mi avrebbero rappresentato sulla terra, che erano chiamati a trasformarsi in Me, a essere altri Me nel modo di trattare le anime, sollevandole nelle loro pene, curando le loro piaghe, consolandole e rialzandole sempre?

VOLEVO insegnare le tre virtù di capitale importanza per fare del bene e glorificare il Padre mio: la fede, la fiducia e la gratitudine. Queste tre disposizioni sono indispensabili per attirare su se stessi e sulle anime i favori del Cielo.

*I miei sacerdoti quindi, in forza del loro stato, sono obbligati a chiedere con fede viva, con quella fede che trasporta le montagne, con una fede che non vacilla, sicura e imperturbabile.

*Sono obbligati ad avere una fiducia cieca e sincera nella mia Divinità. La Divinità, ordinariamente, non opera mai in un'anima senza la cooperazione della fede e di una speranza amorosa. E quanto più profonda e forte è la fede, tanto più sicuro è il risultato, più s'impegnerà Dio stesso, che non nega mai nulla a chi lo prega con fede, a chi lo chiama con quella fiducia che nasce dall'amore.

*E la gratitudine deve, almeno all'inizio, precedere le fede e la fiducia, a mia imitazione. Se fai attenzione a ciò che si legge nel mio Vangelo, in molti passi, per non dire in tutti, la gratitudine verso il Padre mio risplende in Me, come faro luminoso che precede e condiziona le mie azioni. E come potrebbe essere altrimenti, se gli devo tanto, tutto ciò che Dio è? Come potrebbe il mio Cuore di Dio-Uomo non essere impastato, impregnato, saturato d'immensa, d'indelebile e d'infinita gratitudine?

Gli devo la vita divina , poiché mi ha generato "ab aeterno", e la vita umana per opera dello Spirito Santo, che è il suo Spirito. Per questo Io, sulla terra, non l'ho dimenticato neppure un istante; ...


Io sono stato sempre così delicato e squisito con il Padre mio celeste, che anzitutto gli dicevo la mia gratitudine; o per dire meglio, la mia gratitudine precedeva i suoi benefici. Per questo  molte volte innalzavo  i miei sguardi
al Cielo invocandoLo, pur sapendo che mi avrebbe ascoltato. Volevo infatti renderGli sempre il culto esteriore dell'adorazione che merita e che ogni uomo, soprattutto il sacerdote, è obbligato a darGli. E quando non lo facevo esteriormente, come uomo, sempre interiormente stavo al cospetto della Divinità, rendendo ad Essa il culto dovuto e anticipando il mio rendimento di gazie per tutto ciò che mi permetteva di fare per le anime.
Soprattutto nell'istituzione dell' Eucaristia che segna l'apice del mio amore, in quell'ora felice per l'umanità nella quale, attuando la transustanziazione, ho lasciato il mio Corpo e il mio Sangue sotto le apparenze del pane e del vino, in modo del tutto particolare ho voluto elevare lo sguardo al Padre e renderGli grazie anticipatamente per il mistero che si compiva: restare sulla terra nell'Eucaristia.


*Ho reso grazie prima di attuare quella singolare  unione con l'uomo, che discende dall'unità di Dio nel suo amore d'infinita predilezione, ho stabilito nella liturgia, come dovere per il sacerdote, che prima di consacrare, elevi gli occhi al Padre con quello sguardo puro e santo che ti ho spiegato, renda grazie con tutta l'anima sua, e manifesti al Padre tutta la sua gratitudine.


*Premettere sempre la gratitudine! Se lo facessero le anime, possedute dall'amore per il Padre mio, come lo era il mio Cuore!


E tutto questo Io non l'ho fatto per caso, ma come sempre con un fine di carità, con il santo fine d'insegnare ai miei sacerdoti, che sarebbero stati altri Me, la maniera concreta e, nello stesso tempo, divina e intima, di far piacere al Padre mio imitandomi.


I miei sacerdoti devono somigliare al mio Cuore nel loro modo di sentire, soprattutto nei riguardi del Padre mio celeste, che è una sola cosa con Me e con lo Spirito santo.


Assimilati a Me nella fede, nella fiducia e nella gratitudine, con queste tre virtù i miei sacerdoti otterranno dal Padre mio tutto ciò che Gli chiederanno.


Se sono altri Me, se sono trasformati in Me, nel mio Nome faranno cose maggiori di quelle che Io stesso ho fatto. Ma devono essere altri Me e far precedere sempre, sempre la gratitudine; perché ciò significa far precedere la fede, confermare la fede con una sicura speranza, con un'illimitata fiducia.


*Sapete perché Io ho fatto precedere la gratitudine, e perché voglio che i miei sacerdoti seguano questo bellissimo e divino modo di agire? Per espiare la poca gratitudine delle anime quando ricevono i miei benefici. COME sono pochi quelli che si ricordano di ringraziarMi!
Si possono contare coloro che custodiscono nella loro anima il ricordo dei miei favori! Quanto è difficile per tanti cuori egoisti serbare gratitudine a Dio cui tutto devono! 
 

Per espiare tale indifferenza glaciale per i miei benefici Io, per mezzo dei miei sacerdoti, rendo grazie al Padre tutti i giorni e in tutte le Messe che si celebrano sulla terra. Premetto sempre alle mie azioni i miei sentimenti di gratitudine verso la Maestà infinita, e per mezzo loro, elevo la mia anima e i miei occhi verso il Cielo in riparazione delle ingratitudini del mondo e, chi lo crederebbe? anche di coloro che si dicono Miei!


Infatti anche tra i miei sacerdoti ci sono degli ingrati: anzi, ci sono di quelli che non solo dimenticano i miei favori, ma che addirittura li rifiutano. E anche per loro ho ringraziato in anticipo il Padre mio per i benefici che avrebbero ricevuto in futuro, le indicibili delicatezze, i favori nascosti, le particolari attenzioni e i gesti di predilezione non corrisposti.


*Da qui si originano i miei costanti rendimenti di grazie nella celebrazione della Messa, che  è l'atto più solenne che si compie sulla terra: atto continuo di gratitudine, che non ho voluto tralasciare, per il merito infinito che contiene; per supplire, in primo luogo, all'ingratitudine dei miei sacerdoti e religiosi, e poi di tutte le anime che non danno il giusto valore ai benefici ricevuti da Dio né sanno ringraziare.


Io non ho fatto nulla sulla terra che non avesse una dimensione universale, un fine santo di carità a beneficio dell'umanità intera. Sono il Redentore, sono il Salvatore, sono la Vittima santa che volontariamente si immola per coprire le deficienze e supplire alle mancanze di gratitudine che si verificano sulla terra.


*Il far precedere l'azione di grazie non ha come scopo d'impegnare, per così dire, il Padre mio, affinché conceda il favore richiesto, ma è solo un modo per manifestarGli quella fede che crede nel Suo Potere, quella speranza o fiducia che ha già la certezza di ottenere dalla Sua Bontà infinita ciò che gli viene chiesto. E' amore, perché la gratitudine è amore, è riverenza, è adorazione e racchiude in sé molte altre virtù.


Perciò rendano grazie anticipatamente con fede viva, speranza certa, carità ardente, e poi sappiano attendere l'ora di Dio, che senza dubbio arriverà per mezzo di coloro che mi rappresentano, ossia dei Sacerdoti altri Me, trasformati in Me.


ECCO ciò che oggi chiedo: gratitudine, poiché, come ripeto, ne esiste ben poca nel mondo, ed essa è particolarmente necessaria ai miei sacerdoti, perché ci sia l'equilibrio della carità".


(da "Sacerdoti di Cristo" di Conchita Cabrera de Armida, Ed. Città Nuova, pag. 435).


                                 AVE MARIA! AMDG

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