domenica 22 giugno 2014

20 - Il Cuore di Maria specchio dei divini attributi


20 - Il Cuore di Maria specchio dei divini attributi

Tra le infinite lodi dello Spirito Santo alla sua Divina Sposa, una ne emerge: 
«Mulier amicta sole». Maria è rivestita del sole della divinità e delle divine 
perfezioni che la riveste, la circonda, la ricolma, la penetra, trasformandola 
in Sé stesso. 
«Maria è un compendio incomprensibile delle perfezioni di Dio» (S. Andrea Cret.).



Il Cuore benedetto di Maria è come un magnifico specchio nel quale l'ardente amore

di Gesù ha riflesso tutte le perfezioni della divina umanità in modo meraviglioso.



1) Esso è l'immagine viva della divina Unità; perché non ha avuto che un 

solo amore, Dio. Non ha avuto la molteplicità dei pensieri superflui, dei desideri 
inutili, delle vane affezioni che occupano d'ordinario il misero cuore dei figli 
d'Adamo; non ha avuto che un pensiero, un ideale, una volontà, un affetto, 
un'intenzione e un solo desiderio: piacere a Dio e fare in tutto e per tutto la sua volontà.



2) Il Cuore ammirabile di Maria ritrae anche la divina semplicità. 

La doppiezza, l'inganno, la menzogna, la curiosità, l'amor proprio e tutto 
ciò che è contrario alla santa semplicità non ha mai trovato posto nel Cuore 
di questa celeste colomba.

3) Esso partecipa in modo meraviglioso dell'infinità e della 
incomprensibilità di Dio
la dignità di Madre di Dio nobilita e sublima tutto ciò che è in Lei, 
particolarmente il suo Cuore. S. Bernardino da Siena dice che era necessario 
che Ella fosse elevata ad una dignità pressoché infinita da renderla simile a Dio, 
per essere degna Madre dello stesso Figlio di Dio.


4) Questo Cuore ammirevole porta pure in sé una partecipazione singolare

dell'Immensità di Dio. 

Dice S. Bonaventura: «O Maria, vedo in Te una grandezza, una
capacità più che immensa. 
In Te vedo tre specie di immensità

la prima è quella del tuo seno, che ha rinchiuso in sé colui che è tanto grande, 
infinito, da non poter essere contenuto dall'universo intero. 
La seconda è l'immensità del tuo spirito e del tuo Cuore, più vasto
ancora del tuo seno stesso. - 
La terza è l'immensità della tua grazia e della tua carità. Essa
non si estende solo in tutti i secoli ed in tutti i luoghi e su tutte le cose, ma è 
tanto grande da estendersi in una infinità di mondi, se ci fossero>>.


5) Il Cuor di Maria rappresenta ancora in sé la divina Stabilità ed 

Immutabilità.

E' sempre stato costante, fermo, invariabile nel suo perfetto amore verso 
Dio e in tutte le sante disposizioni che formano un cuore ad immagine di quello di Lui.
O mio Gesù, vi supplico per il costante amore che questo S. Cuore vi ha 
sempre portato e vi porterà eternamente, di confermare il nostro cuore 
nella vostra santa dilezione, così da poter dire anche noi con S. Paolo: 
«Chi ci separerà dall'amore di Gesù Cristo? La tribolazione, l'angoscia, la fame, 
la nudità, il pericolo, la persecuzione, la spada?
No, poiché noi riportiamo vittoria su tutte queste cose. io sono sicuro che né 
la morte, né la vita, né i Principati, né alcuna altra creatura ci potrà separare 
dalla carità di Dio che è in Cristo Gesù>>. (Rm 8, 35).


6) Il Cuore di Maria è un bel riflesso dell'Eternità di Dio. 

Infatti tutte le sue affezioni sono sempre state indipendenti dalle cose 
temporali e strettamente  congiunte alle eterne, per cui questo bel Cuore è 
stato riempito di spirito di  profezia in modo molto più perfetto di tutti i Profeti. 
Partecipazione dell'Eternità di Dio la quale fa sì che ogni cosa gli sia
presente sempre.


7) Il fortunato Cuore di Maria rivela in sé una perfetta imitazione 

della Pienezza e della Sufficienza di Dio; definito «Shaddai» sufficiente a sé 
stesso, perché non ha bisogno di nulla, essendo ricolmo di beni infiniti.

Il Cuore di Maria, non avendo amato che Dio, ed essendo sempre stato totalmente
vuoto di tutto ciò che non è Dio, è tutto di Dio.
Ne consegue quindi che non avendo mai desiderato né cercato, né goduto alcuna
compiacenza o soddisfazione all'infuori di Dio, ha sempre goduto riposo e 
pace perfetta, perché la sua capacità era continuamente ricolma della pienezza di Dio.


8) Il Cuor di Maria, immagine della divina purezza e santità

Purezza e santità sono una medesima cosa; poiché la santità è una purezza 
perfetta, come dice S. Dionigi l'Areopagita. Per questo è stata chiamata 
da S. Giovanni Damasceno: «Virtutum omnium domicilium». «La casa, 
la dimora di tutte le virtù». Era unicamente unito a Dio. 
Benché costretta a vivere in un mondo pieno d'inganni e di male, non ha mai 
contratto macchia alcuna, né s'è attaccato ad alcuna cosa creata, compresi i 
doni e le grazie di Dio.

La purissima santità e la santissima purità del suo Cuore supera 
incomparabilmente tutte le purità e tutte le santità delle creature tutte, meritando 
di essere la degnissima Riparatrice del mondo piombato nel più 
profondo abisso di perdizione (S. Anselmo).



"Gesù, vero cuore di Maria,
attira, prendi, rapisci i nostri cuori.
Fa' che amino, desiderino,
cerchino e gustino solo Te .
Fa' che aspirino e tendano senza posa verso di Te,
non trovino riposo né compiacimento se non in Te,
rimangano continuamente in Te:
si consumino nella fornace ardente del Tuo divin Cuore
e siano trasformati in esso, per sempre".
(di San Giovanni Eudes)



Omelia al Santuario di Knock (Irlanda)



Giovanni Paolo II, 1979 - Insegnamenti - Omelia al Santuario di Knock (Irlanda)

Omelia al Santuario di Knock (Irlanda)


Titolo: Qui raggiungo lo scopo del mio viaggio in Irlanda

Testo: Cari fratelli e sorelle in Cristo, figli fedeli e figlie di Maria.

1. Qui raggiungo lo scopo del mio viaggio in Irlanda: il santuario di Nostra Signora di Knock. Dal momento in cui ho saputo del centenario di questo Santuario, che si va celebrando in quest'anno, ho sentito un forte desiderio di venire qui, il desiderio di compiere ancora un altro pellegrinaggio al Santuario della Madre di Cristo, la Madre della Chiesa, la Regina della Pace. Non vi sorprenda questo mio desiderio. Cominciando dalla mia prima gioventù e nel mio Paese, è stato per me una pratica il fare pellegrinaggi ai santuari della Madonna. Ne ho compiuti anche mentre ero vescovo e cardinale. So molto bene che ogni popolo, ogni Paese, e anche ogni diocesi, ha i suoi luoghi santi in cui il cuore di tutto il popolo di Dio batte, si potrebbe dire, in modo più vivo: luoghi di un incontro speciale fra Dio e gli esseri umani; luoghi in cui Cristo abita in maniera speciale in mezzo a noi. Se questi luoghi sono tanto spesso consacrati a sua Madre, questo ci rivela in forma più completa la natura della sua Chiesa. Fin dal Concilio Vaticano II, che concluse la sua costituzione sulla Chiesa con il capitolo su "La Beata Vergine Maria, Madre di Dio, nel Mistero di Cristo e della Chiesa", questo fatto è oggi per noi più evidente che mai: si, per tutti noi, per tutti i cristiani. Non proclamiamo con tutti i nostri fratelli, anche con quelli con i quali non siamo ancora uniti in piena unità, che siamo un popolo pellegrino? Come una volta questo popolo pellegrino sotto la guida di Mosè così noi, il popolo di Dio della nuova alleanza, stiamo camminando come pellegrini sotto la guida di Cristo.

Sono qui come un pellegrino, un segno della Chiesa pellegrinante attraverso il mondo e partecipante, mediante la mia presenza come successore di Pietro, in un modo del tutto speciale alla celebrazione centenaria di questo Santuario. La liturgia della parola della Messa di oggi mi offre il modo di dare il mio saluto di pellegrino a Maria, mentre mi accosto avanti a lei nel Santuario mariano dell'Irlanda a Cnoc Mhuire, la collina di Maria.


2. "Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno" (Lc 1,42).

Queste sono le parole con cui Elisabetta, ripiena di Spirito Santo, saluto Maria, sua parente di Nazaret.

"Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno"! Questo è anche il mio saluto alla Muire Mathair Dé, Maria la Madre di Dio, Regina d'Irlanda, in questo Santuario di Knock. Con queste parole, io voglio esprimere l'immensa gioia e gratitudine che riempie oggi il mio cuore in questo posto. Non avrei potuto desiderare di fare altrimenti. I momenti più alti dei miei recenti viaggi pastorali sono stati le visite ai Santuari di Maria: alla Madonna di Guadalupe nel Messico, alla Madonna Nera di Jasna Gora nella mia patria e, tre settimane fa, alla Madonna di Loreto in Italia. Oggi vengo qui perché voglio che voi tutti sappiate che la mia devozione a Maria lega me al popolo d'Irlanda in maniera specialissima.


3. La vostra è un'antica tradizione spirituale di devozione alla Madonna. Maria può veramente dire dell'Irlanda quanto abbiamo appena sentito nella prima lettura: "Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso" (Si 24,12). La venerazione a Maria è così profondamente intessuta nella vostra fede che le sue origini si perdono nei primi secoli dell'evangelizzazione del vostro Paese. Mi è stato detto che nel gergo irlandese, i nomi di Dio, di Gesù e di Maria sono legati l'uno all'altro, e che raramente nella preghiera o nella benedizione si nomina il nome di Dio senza menzionare anche il nome di Maria. So pure che avete una poesia irlandese dell'VIII secolo che chiama Maria "Sole della nostra stirpe", e che una litania dello stesso periodo la onora come "Madre della Chiesa celeste e terrestre". Ma meglio di qualsiasi espressione letteraria è la costante e radicata devozione a Maria che giustifica il successo dell'evangelizzazione di san Patrizio, che vi porto la fede cattolica in tutta la sua pienezza.

E' conveniente allora, e questo mi dà grande felicità nel constatarlo, che il popolo irlandese mantenga questa devozione tradizionale alla Madre di Dio nelle sue famiglie e parrocchie, e in maniera particolare a questo Santuario di Cnoc Mhuire. Per un secolo intero voi avete santificato questo luogo di pellegrinaggio con le vostre preghiere, i vostri sacrifici, la vostra penitenza.

Tutti quelli che sono venuti qui hanno ricevuto la benedizione per mezzo dell'intercessione di Maria. Da quel giorno di grazia, il 21 agosto del 1879, fino a oggi gli ammalati e i sofferenti, gli handicappati nel corpo e nella mente, i turbati nella loro fede o nelle loro coscienze, tutti sono stati guariti, confortati e confermati nella loro fede perché hanno avuto fiducia che la Madre di Dio li avrebbe condotti al suo figlio Gesù. Ogni volta che un pellegrino viene in questo luogo che una volta era un oscuro villaggio paludoso nella Contea di Mayo, ogni volta che un uomo, una donna o un bambino s'incontra nella vecchia chiesa dell'apparizione o nel nuovo Santuario di Maria Regina d'Irlanda, è per rinnovare la sua fede nella salvezza che viene per mezzo di Gesù, il quale trasformo tutti noi in figli di Dio ed eredi del regno dei cieli.

Avendo fiducia in Maria, voi ricevete Cristo. In Maria "il Verbo si fece carne"; in lei il Figlio di Dio divenne uomo, così che tutti noi potessimo conoscere quanto è grande la nostra dignità umana. Stando in questo luogo consacrato, noi guardiamo in alto alla Madre di Dio e diciamo: "Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno".

Il tempo presente è un momento importante nella storia della Chiesa universale e, in particolare, della Chiesa in Irlanda. Tante cose sono cambiate.

Tanti nuovi e validi significati sono stati trovati in quello che si esprime nell'essere cristiani. Tanti nuovi problemi debbono essere affrontati dai fedeli, sia per il cresciuto ritmo di cambiamento nella società, sia per le nuove esigenze richieste al popolo di Dio, esigenze di vivere al massimo la missione dell'evangelizzazione. Il Concilio Vaticano II e il Sinodo dei Vescovi hanno portato una nuova vitalità pastorale in tutta la Chiesa. Il mio venerato predecessore Paolo VI formulò sagge direttive per il rinnovamento e offrì a tutto il popolo di Dio ispirazione ed entusiasmo per questo compito. 



In ogni cosa che egli disse e fece, Paolo VI insegnò alla Chiesa di essere aperta a ogni bisogno dell'umanità e nello stesso tempo di essere fedele senza debolezze al messaggio inalterabile di Cristo. Leale all'insegnamento del Collegio dei vescovi insieme con il Papa, la Chiesa d'Irlanda ha accettato con gratitudine le ricchezze del Concilio e dei Sinodi. Il cattolico popolo irlandese ha aderito fedelmente, alcune volte nonostante le pressioni contrarie, alle ricche espressioni di fede, alle ferventi pratiche sacramentali e alla dedizione alla carità, che sono state sempre un'impronta particolare della vostra Chiesa. Ma il compito del rinnovamento in Cristo non finisce mai. Ogni generazione, con la sua mentalità e caratteristiche proprie, è come un nuovo continente da conquistare a Cristo. 
La Chiesa deve costantemente cercare nuove strade che la rendano capace di capire più profondamente e portare avanti con rinnovato vigore la missione ricevuta dal suo Fondatore. In questo arduo compito, come tante altre volte in altri tempi quando la Chiesa si trovava davanti a una nuova sfida, noi ci rivolgiamo a Maria, la Madre di Dio e la Sede della Sapienza, avendo fiducia che lei ci indicherà la via verso il suo Figlio. 

Un'antichissima omelia irlandese per la festa dell'Epifania (dal "Leabhar Breac") dice che come i Magi trovarono Gesù sulle ginocchia di sua Madre, così noi oggi troviamo Cristo sulle ginocchia della Chiesa.


4. Maria fu veramente unita a Gesù. I Vangeli non ci hanno conservato molte delle sue parole, ma quelle che sono state ricordate ci riportano di nuovo a suo Figlio e alle parole di lui. A Cana di Galilea, ella tornando dal Figlio verso i servi disse: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Lo stesso messaggio ella rivolge a noi oggi.


5. "Fate quello che vi dirà". Ciò che Gesù ci dice - con la sua vita e con la sua parola - ci è stato conservato nei Vangeli, e nelle lettere degli Apostoli e di san Paolo, e ci è stato trasmesso dalla Chiesa. Dobbiamo renderci familiari con queste parole. E lo facciamo ascoltando le letture della Sacra Scrittura nella liturgia della parola che ci introduce al Sacrificio eucaristico; leggendo le Scritture da noi stessi; nella famiglia, o insieme con gli amici, riflettendo su quanto il Signore ci dice quando recitiamo il Rosario e uniamo la nostra devozione alla Madre di Dio con la preghiera meditata dei misteri della vita di suo Figlio.

Ogni volta che abbiamo problemi, che ci sentiamo appesantiti, che dobbiamo fare scelte imposteci dalla fede, la parola del Signore ci conforterà e ci guiderà.

Cristo non ha abbandonato i suoi seguaci senza guida nel compito di capire e vivere il Vangelo. Prima di ritornare al Padre, promise di inviare il suo Santo Spirito alla Chiesa: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" (Jn 14,26).

Questo stesso Spirito guida i successori degli Apostoli, i vostri Vescovi, uniti con il Vescovo di Roma, al quale fu affidato il compito di preservare la fede e di "predicare il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15).

Ascoltate le loro voci, perché esse vi portano la Parola del Signore.


6. "Fate tutto quello che vi dirà". Tante voci differenti assalgono il cristiano nel mondo di oggi così meraviglioso e così esigente. Tante false voci si ascoltano che sono in conflitto con la parola del Signore. Sono le voci che vi suggeriscono che la verità è meno importante del profitto personale; che il benessere, la salute e il piacere sono i veri scopi della vita; che il rifiuto di una nuova vita è migliore della generosità di spirito e della responsabilità dell'accoglienza; che la giustizia deve essere ottenuta ma senza un impegno personale del cristiano; che la violenza può essere un mezzo per ottenere un buon fine; che l'unità può essere costruita senza abbandonare l'odio.

E ora torniamo da Cana di Galilea al Santuario di Knock. Non sentiamo che la Madre di Cristo additandolo pure a noi qui e rivolgendoci le stesse parole che usò a Cana ci dice: "Fate tutto quello che vi dirà"? Ella lo sta dicendo a tutti noi. La sua voce è ascoltata più espressamente dai miei fratelli nell'Episcopato, i pastori della Chiesa in Irlanda, i quali, invitandomi qui mi hanno chiesto di rispondere a un invito che veniva dalla Madre della Chiesa. 

E così, venerabili fratelli, sto rispondendo, mentre col pensiero mi addentro nel passato del vostro Paese e mentre sento anche la forza del suo eloquente presente, così pieno di gioia, eppure, nello stesso tempo, così preoccupante e talvolta tanto doloroso. Sto rispondendo, come ho fatto a Guadalupe nel Messico e a Jasna Gora in Polonia. 

Nel mio nome e a favore di voi e nel nome di tutto il cattolico popolo d'Irlanda, pronuncio, alla fine di questa omelia, le seguenti parole di fiducia e di consacrazione: 
"Madre, in questo santuario tu accogli il popolo di Dio di tutta l'Irlanda e costantemente additi ad esso Cristo nell'Eucaristia e nella Chiesa. In questo momento solenne noi ascoltiamo con particolare attenzione le tue parole: "Fate tutto quello che il mio Figlio vi dirà". E noi desideriamo rispondere alle tue parole con tutto il cuore. Noi desideriamo fare quanto il tuo Figlio ci dice, quanto ci comanda, poiché egli ha parole di vita eterna. Noi desideriamo compiere e adempiere tutto ciò che viene da lui, tutto ciò che è contenuto nella Buona Novella, così come i nostri antenati fecero per molti secoli. La loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa e il loro eroico attaccamento alla Sede Apostolica, hanno in certo modo impresso in noi tutti un segno indelebile presente in tutti noi.

Questa fedeltà, lungo i secoli, ha fatto maturare frutti di eroismo cristiano e di virtuose tradizioni di vita in consonanza con la legge di Dio, specialmente in consonanza col più santo comandamento del Vangelo, quello dell'amore. Abbiamo ricevuto questa splendida eredità dalle loro mani agli inizi d'un'epoca nuova, poiché ci avviciniamo al compimento del secondo millennio da quando il Figlio di Dio fu generato da te, nostra "alma Mater", e noi intendiamo trasmettere questa eredità al futuro con la medesima fedeltà con la quale i nostri antichi padri resero ad essa testimonianza.

Oggi, perciò, in occasione della prima visita di un Papa in Irlanda, noi affidiamo e consacriamo a te, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, i nostri cuori, le nostre coscienze, i nostri lavori, affinché possano aiutarci a mantenere la fede che professiamo. Affidiamo e consacriamo a te tutti coloro che formano la comunità del popolo irlandese e la comunità del Popolo di Dio che vive in questo Paese. Noi affidiamo e consacriamo a te i vescovi dell'Irlanda, il clero, i religiosi e le religiose, i contemplativi monaci e suore, i seminaristi, i novizi.

Affidiamo e consacriamo a te i padri e le madri, i giovani, i ragazzi. Affidiamo e consacriamo a te gli insegnanti, i catechisti, gli studenti, gli scrittori, i poeti, gli autori, gli artisti, i lavoratori e i loro capi, gli impiegati e i dirigenti, i professionisti, quelli che sono impegnati in politica e nella vita pubblica, coloro che formano la pubblica opinione. Affidiamo e consacriamo a te gli sposi e quelli che si preparano al matrimonio, quelli che sono chiamati a servire te e il prossimo nel celibato, gli infermi, gli anziani, i malati di mente, gli handicappati e tutti coloro che li assistono e si prendono cura di loro. Affidiamo e consacriamo a te i prigionieri e quanti si sentono reietti, gli esiliati, quanti sentono la lontananza della casa, e coloro che sono soli.

Affidiamo alla tua cura materna la terra d'Irlanda, dove sei stata e sei tanto amata. Aiuta questa terra a stare, sinceramente, sempre con te e col Figlio tuo. La prosperità non induca mai gli uomini e le donne d'Irlanda a dimenticare Dio o abbandonare la loro fede. Mantienili nella prosperità fedeli alla fede che non avrebbero mai abbandonato nella povertà e nella persecuzione. Tienili lontani dalla cupidigia, dall'invidia, dalla ricerca di interesse egoistico o particolaristico. Aiutali a lavorare insieme con un senso di ideale cristiano e per una comune meta cristiana, costruire cioè una società giusta, pacifica e fondata sull'amore, in cui i poveri non sono mai trascurati e i diritti di tutti, specialmente dei deboli, vengano rispettati. Regina dell'Irlanda, Maria madre della Chiesa celeste e terrestre, Mathair Dé, conserva l'Irlanda fedele alla sua tradizione spirituale e alla sua eredità cristiana. Aiutala a rispondere alla sua missione storica di portare la luce di Cristo alle nazioni e così, lavorando alla gloria di Dio, essere l'onore dell'Irlanda.

O Madre, possiamo rimanere silenziosi su ciò che troviamo di più penoso, che ci lascia molte volte tanto scoraggiati? In modo particolare affidiamo a te questa grande ferita che ora affligge il nostro popolo, nella speranza che le tue mani siano capaci di curarla e guarirla. Siamo tutti interessati a quelle giovani anime che sono state coinvolte in atti sanguinosi di vendetta e di odio. Madre, non abbandonare questi giovani cuori. Madre, sta' con loro nelle loro ore più oscure, quando non possiamo né consigliarli né assisterli. Madre, proteggi noi tutti e specialmente la gioventù irlandese dall'essere travolti dall'inimicizia e dall'odio. Insegnaci a distinguere chiaramente ciò che procede dall'amore per il nostro Paese da ciò che porta l'impronta della distruzione e il marchio di Caino.

Facci comprendere che i mezzi cattivi non possono mai portare a buon fine, che ogni vita umana è sacra, che l'assassinio è assassinio, poco importa quale ne sia il motivo o il fine. Salva gli altri, quelli che assistono a questi terribili avvenimenti, da un altro pericolo: quello di vivere una vita priva di ideali cristiani o in conflitto coi principi di moralità.

Possano le nostre orecchie ascoltare con tutta chiarezza la tua voce materna: "Fate tutto quello che il mio Figlio vi dirà". Aiutaci a perseverare con Cristo; aiutaci, o Madre della Chiesa, anche a costruire il suo Corpo Mistico, vivendo quella vita che egli solo può concederci dalla sua pienezza, e che è insieme divina e umana".

Data: 1979-09-30


CUORE IMMACOLATO DI MARIA
TU
la fiducia, la salvezza, la vittoria
e la gioia mia!
Dacci il Tuo Cuore Mamma
per amare Gesù come L'ami Tu!"

AMDG et BVM

Lo speciale Anno Santo è iniziato a gennaio 2013 e terminerà il 24 novembre 2014.

2014-1264 - 750 anni fa la bolla "Transiturus de hoc mundo" 

di papa Urbano IV


750 anni fa a Bolsena il miracolo che convinse il Papa a istituire il Corpus Domini. Un intreccio di prodigi

L’11 agosto 1264 Urbano IV pubblica la bolla che regala alla Chiesa una delle sue solennità più significative. A confermarlo nella sua decisione è proprio quel fatto straordinario avvenuto l’anno precedente nel piccolo centro del Viterbese


Articolo di Renzo Allegri tratto da Zenit.org – 750 anni fa di questi giorni si verificava a Bolsena, in provincia di Viterbo, un grande prodigio che viene ricordato con il nome di “miracolo eucaristico di Bolsena”. Un sacerdote, mentre celebrava la Messa, ebbe dei dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Ostia Consacrata e in quel momento l’Ostia cominciò a versare sangue, confermando prodigiosamente la presenza reale di Cristo nel pane eucaristico.

Il prossimo anno ricorreranno, invece, i 750 anni della bolla Transiturus de hoc mundo, scritta da Papa Urbano IV dopo aver constatato di persona la realtà del miracolo di Bolsena. Con quella bolla, il Papa istituiva per tutta la Chiesa la Solennità del Corpus Domini, festa liturgica che celebra la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. Infine, secondo un’antica tradizione, rifiutata da molti storici, ma ammessa da altri, i due eventi, miracolo e istituzione della Festa del Corpus Domini, sarebbero all’origine della costruzione del celeberrimo Duomo di Orvieto, uno dei massimi capolavori del gotico italiano, nel quale si conservano le reliquie del miracolo di Bolsena.

Come si vede, i tre eventi sono strettamente legati al Sacramento dell’Eucarestia. Per questo, Benedetto XVI, prima di ritirarsi, ha voluto che i tre eventi fossero ricordati con una particolare rilevanza in questo nostro tempo. E così, su mandato di papa Ratzinger, la Penitenzieria Apostolica, con un rescritto del 13 marzo 2012, ha autorizzato la celebrazione di un Giubileo Eucaristico straordinario a Bolsena e a Orvieto, cioè un “Anno Santo”, ma “speciale”, lungo non uno ma due anni, in modo da comprendere l’anniversario del Miracolo di Bolsena e quello della istituzione della solennità del Corpus Domini. Lo speciale Anno Santo è iniziato a gennaio 2013 e terminerà il 24 novembre 2014. Ha i suoi punti principali di riferimento a Bolsena e a Orvieto, dove si verificarono gli eventi che vengono ricordati e dove si conservano le reliquie di quegli eventi, ma in realtà riguarda tutto il popolo cristiano, perché quei fatti sono strettamente legati al Mistero dell’Eucaristica.

Il Mistero della reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati è una delle Verità fondamenta­li della Religione Cristiana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma esplicitamente che Gesù è presente nell’Eucaristia in modo, “vero”, “reale”, “sostanziale” con il suo Corpo, la sua Anima e la sua Divinità. Il Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, 11) definisce l’Eucariestia: “Fonte e apice di tutta la vita cristiana”.


Impossibile comprendere questa verità con la ragione. San Tommaso dice che si può comprendere “con la sola fede la quale si appoggia sulla autorità di Dio”. Per questo, lungo il corso dei secoli il Mistero Eucaristico fu spesso oggetto di dispute che, a volte, in varie forme, negavano le reale presenza di Cristo. Ma quando i dub­bi si diffondevano così numerosi da diventare un pericolo per la “Verità Eucaristica”, sono sempre accaduti fatti misteriosi, prodigiosi, che richiamavano con clamore l’at­tenzione dei credenti sulla “concretezza” di quella Presenza.
Il 1200 è stato forse il secolo che ha registrato il maggior nu­mero di miracoli eucaristici, almeno considerando quelli che la storia ci ha tramandato.

Secolo ricchissimo di fermenti spirituali. Ma questo anelito di spiritualità favoriva anche le iniziative erra­te, eretiche. Nel secolo XIII imperversarono le eresie dei Patarini, dei Valdesi, degli Apostolici, dei Catari o Albigesi e altre. Tutte deviazioni ideologiche che toccavano vari argomenti della Fede, ma che, alla fine, come sempre, ruotavano intorno alla perso­na di Gesù e quindi mettevano dubbi e idee errate sul Cristo che continua a vivere nell’Eucarestia.
Contro le eresie intervennero le autorità i Papi, I Concili ecu­menici, i santi con il loro esempio, i teologi con i loro libri, ma intervenne anche il soprannaturale, la Provvidenza, con quei “segni” misteriosi, che servivano a richiamare l’attenzio­ne soprattutto delle masse, sulla reale presenza di Cri­sto nell’Eucarestia.

Sono una quindicina i grandi miracoli eucaristici che si verificarono nel corso del tredicesimo secolo. Alcuni in Italia, altri in Germania, in Spagna, in Portogallo, in Francia.
Il più noto è quello di Bolsena, che si verificò, secondo gli storici, nella prima metà di agosto del 1263. Protagonista, Pietro da Praga, un sacerdote di origine boemo. Un ottimo sacerdote, esemplare in tutto, ma tormentato da dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia.


Quel sacerdote, per combattere i dubbi da cui era assalito ogni volta che celebrava la Messa, decise di andare in pellegrinaggio a Roma per poter pregare sulle tombe degli apostoli. Seguendo la via Francigena, fece tappa a Bolsena e volle celebrare la Messa nella chiesa dove si trova la tomba di Santa Cristina martire, della quale era molto devoto. E fu lì, in quella chiesa, che si verificò il prodigio.
Al momento della Consacrazione, mentre teneva l’Ostia sopra il calice, il sacerdote Pietro da Praga vide che l’Ostia sanguinava abbondantemente e il sangue cadeva sul corporale e sugli altri li­ni che coprivano l’altare. Si spaventò, prese il calice, l’Ostia consacrata, il cor­porale e gli altri oggetti che erano stati macchiati di sangue, tornò in sacrestia e nascose tutto nel sacrario. Ma, passato il primo sbigottimento, si rese conto che non poteva nascondere un fatto del genere, e dovette rivelare quanto era accaduto.

La voce del prodigio si sparse immediatamente. Raggiunse an­che Orvieto, che dista da Bolsena una ventina di chilometri, do­ve si trovava il Papa Urbano IV. Questi inviò immediatamente a Bolsena il vescovo Giacomo Maltraga, accompagnato da alcuni celebri teologi, perché facesse una immediata inchiesta e racco­gliesse tutte le testimonianze e la documentazione possibile.
Il fatto era così clamoroso da non ammettere dubbi. Per que­sto il ritorno a Orvieto della delegazione con le reliquie del prodigio si svolse in modo trionfale, con il clero di Bolsena e molta gente che seguiva in processione.

Il Papa stesso, informato della serietà del fatto, volle andare incontro alle sacre reliquie, insieme ai cardinali del suo seguito, ai chierici e ai religiosi di Orvieto. L’incontro avvenne sulle sponde del fiume Riochiaro e il Papa, in segno di profonda devozione, si inginocchiò piangendo per la commozione. Poi prese le reliquie nelle proprie mani e le portò nella cattedrale.

Papa Urbano IV era un grande sostenitore della Verità Eucaristica. Prima di essere eletto Pontefice, si chiamava Gia­como Pantaleon. Era figlio di un calzolaio di Troyes, in Francia, aveva studiato Teologia e Legge a Parigi. Dopo era stato nominato arcidiacono di Liegi e aveva conosciuto una suora di nome Giu­liana, superiora nel monastero di Mont-Cornillon vicino a Liegi.
Fin dal 1208, quella suora aveva apparizioni di Gesù che le chiedeva di istituire nella Chie­sa una festa che celebrasse il suo Corpo, il “Corpo del Signore”.
Suor Giuliana si era resa conto che Gesù le chiedeva l’im­possibile e per cinque anni continuò a pregarlo affinché la libe­rasse da quell’incarico, ma Gesù insisteva. Nel 1230, attraverso il proprio confessore, il canonico Jean de Lausanne, riuscì a guadagnare alla propria causa l’arcidiacono Pantaleon e gli confidò la missione che le era stata data da Gesù. Anche Giacomo Pantaleon capì che la richiesta della suora non sarebbe mai stata accolta dalla Chiesa. Però aveva anche constatato che quella suora era una persona seria e che le visioni di cui parlava erano autentiche. Per questo prese in considerazione la richiesta e ne parlava ovunque potesse farlo.
Grazie a lui, e al suo prestigio, la richiesta di Suor Giuliana fu discussa nel corso del Sinodo di Liegi del 1248, e venne accolta. Fu, così, istituita, per la sola diocesi di Liegi, una festa in onore del Santissimo Sacramento.
La festa però suscitò molte opposizioni. Suor Giuliana fu de­risa, offesa, perseguitata e costretta a fuggire dal suo convento e a rifugiarsi a Fosses, presso Namur, dove morì nel 1258.
Nel frattempo, Giacomo Pantaleon aveva fatto carriera. Era diventato vescovo di Verdun, aveva svolto diverse missioni deli­cate per incarico di Papa Innocenzo IV ed era stato poi nominato patriarca di Gerusa­lemme.
Nel 1261, tre anni dopo la morte di Giuliana, il cardinale Gia­como Pantaleon si trovava a Viterbo in cerca di aiuto per i cristia­ni oppressi di Oriente, quando Papa Alessandro IV, che aveva por­tato la Corte papale a Viterbo, morì. Pantaleon si fermò per il Conclave e venne eletto Papa. Prese il nome di Urbano IV.
Non aveva dimenticato suor Giuliana e le richieste che la mi­stica aveva ricevuto da Gesù. Ora che era Papa, poteva realizzarle.
In gran segreto, preparò la bolla Transiturus con la quale in­tendeva estendere la Festa del Corpus Domini a tutta la Chiesa, e nella quale affermava la tradizionale Verità della Chiesa sulla Eucaristia, e attendeva il momento opportuno per pubblicarla. L’evento di Bolsena fu per lui un “segno” e l’11 agosto 1264, un anno dopo tali fatti, rese pubblica la bolla estendendo la Festa a tutta la Chie­sa.
Il miracolo di Bolsena è molto famoso anche presso i non credenti, perché ha dato origine al Duomo di Orvieto, capolavoro di sovrumana bellezza architettonica, e al celeberrimo affresco di Raffaello, La Messa di Bolsena, che si trova nella Stanza di Eliodoro, una delle famose quattro stanze vaticane affrescate da Raffaello tra il 1508 e il 1520.
(La seconda parte di questo servizio, dedicata ai sorprendenti risultati delle analisi di laboratorio sulle reliquie del Miracolo di Bolsena, è on line nel sito di Zenit.org)

Fonte: Tempi, 11.8.2013

In inglese, cfr. Rorate caeli, 6/19/2014






sabato 21 giugno 2014

Corpus Christi, CORPUS DOMINI.




1324 L'Eucaristia è « fonte e culmine di tutta la vita cristiana ». 144 « Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua ». 145
1325 « La comunione della vita divina e l'unità del popolo di Dio, su cui si fonda la Chiesa, sono adeguatamente espresse e mirabilmente prodotte dall'Eucaristia. In essa abbiamo il culmine sia dell'azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono a Cristo e per lui al Padre nello Spirito Santo ». 146
1326 Infine, mediante la celebrazione eucaristica, ci uniamo già alla liturgia del cielo e anticipiamo la vita eterna, quando Dio sarà « tutto in tutti » (1 Cor 15,28).
1327 In breve, l'Eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede: « Il nostro modo di pensare è conforme all'Eucaristia, e l'Eucaristia, a sua volta, si accorda con il nostro modo di pensare ». 147


II. Come viene chiamato questo sacramento?

1328 L'insondabile ricchezza di questo sacramento si esprime attraverso i diversi nomi che gli si danno. Ciascuno di essi ne evoca aspetti particolari. Lo si chiama:
Eucaristia, perché è rendimento di grazie a Dio. I termini ,ÛP"D4FJ,< (Lc 22,19; 1 Cor 11,24) e,Û8@(,< (Mt 26,26; Mc 14,22) ricordano le benedizioni ebraiche che – soprattutto durante il pasto – proclamano le opere di Dio: la creazione, la redenzione e la santificazione.

1329 Cena del Signore, 148 perché si tratta della Cena che il Signore ha consumato con i suoi discepoli la vigilia della sua passione e dell'anticipazione della cena delle nozze dell'Agnello 149nella Gerusalemme celeste.
Frazione del pane, perché questo rito, tipico della cena ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e distribuiva il pane come capo della mensa, 150 soprattutto durante l'ultima Cena. 151Da questo gesto i discepoli lo riconosceranno dopo la sua risurrezione, 152 e con tale espressione i primi cristiani designeranno le loro assemblee eucaristiche. 153 In tal modo intendono significare che tutti coloro che mangiano dell'unico pane spezzato, Cristo, entrano in comunione con lui e formano in lui un solo corpo. 154
Assemblea eucaristica (Fb<">4H), in quanto l'Eucaristia viene celebrata nell'assemblea dei fedeli, espressione visibile della Chiesa. 155

1330 Memoriale della passione e della risurrezione del Signore.
Santo sacrificio, perché attualizza l'unico sacrificio di Cristo Salvatore e comprende anche l'offerta della Chiesa; o ancora santo sacrificio della Messa, « sacrificio di lode » (Eb 13,15), 156sacrificio spirituale, 157 sacrificio puro 158 e santo, poiché porta a compimento e supera tutti i sacrifici dell'Antica Alleanza.
Santa e divina liturgia, perché tutta la liturgia della Chiesa trova il suo centro e la sua più densa espressione nella celebrazione di questo sacramento; è nello stesso senso che lo si chiama pure celebrazione dei santi misteri. Si parla anche del Santissimo Sacramento, in quanto costituisce il sacramento dei sacramenti. Con questo nome si indicano le specie eucaristiche conservate nel tabernacolo.

1331 Comunione, perché, mediante questo sacramento, ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo; 159 viene inoltre chiamato lecose sante («  ž(4"; sancta ») 160 – è il significato originale dell'espressione « comunione dei santi » di cui parla il Simbolo degli Apostoli –, pane degli angeli, pane del cielo, farmaco d'immortalità,161 viatico...

1332 Santa Messa, perché la liturgia, nella quale si è compiuto il mistero della salvezza, si conclude con l'invio dei fedeli (« missio ») affinché compiano la volontà di Dio nella loro vita quotidiana.

L'apparizione di Knock

Difatti in questo mese di giugno è già riapparsa come predetto

*

Knock:
l'apparizione della Madonna, di San Giuseppe e San Giovanni in Irlanda

L'apparizione di Knock


Il contesto storico

In tutto il XIX secolo, l’Irlanda aveva attraversato numerose e dolorose vicissitudini che avevano prostrato il popolo irlandese. Ma già nei secoli precedenti gli irlandesi avevano dovuto subire il pesante giogo della dominazione inglese che aveva sottoposto i cattolici a leggi vessatorie e pesanti persecuzioni. Le persecuzioni religiose ebbero inizio durante il regno di Enrico VIII, che nel 1536 costrinse il Parlamento cattolico irlandese ad accettare la supremazia reale in materia religiosa. Come in Inghilterra, anche in Irlanda venne imposto il clero riformato, per cui tutte le cattedrali e le chiese parrocchiali furono tolte agli irlandesi. Essi vennero anche espropriati delle loro terre, che furono cedute ai coloni inglesi, eccetto quelle più povere e improduttive dell'ovest. Da allora il fervore cattolico irlandese divenne anche simbolo di quella identità nazionale e culturale a lungo negata dall'oppressore inglese. Le leggi penali contro i cattolici furono abolite nel 1828, anche se dal punto di vista sociale ed economico le cose rimasero praticamente allo stato di prima. Fu permessa una certa attività politica e i leader cattolici irlandesi di questo periodo ebbero tutti una spiccata devozione mariana.
Nel 1845 e nei tre anni seguenti un nuovo terribile flagello si abbatté sulla terra di Irlanda: un fungo attaccò i raccolti di patate, così che in quegli anni più della metà della produzione andò irrimediabilmente perduta. Il flagello si ripeté nuovamente a distanza di qualche decennio: anche nel 1879 e nei tre anni precedenti, vi fu un magro raccolto di patate che portò la fame in tutto il paese. Ma il cielo stava per mandare un raggio di speranza sui cattolici irlandesi che negli ultimi tre secoli avevano tanto sofferto.

L’apparizione

Il 21 agosto del 1879, la Beata Vergine Maria apparve all’esterno di una chiesetta irlandese nel villaggio di Knock, situato nella Contea di Mayo (nell'ovest dell'Irlanda). Ecco il resoconto dei fatti, come ci viene riferito da David M. Lindsey nel suo libro "The Woman and the Dragon: Apparitions of Mary":

La chiesa dove si verificò l'apparizione
"Era una notte tempestosa, Margaret Beirne stava chiudendo la chiesa quando notò una intensa luce provenire dal lato sud dell’edificio. Ad una prima occhiata le parve di vedere delle statue di Maria, di Giuseppe e di San Giovanni accanto ad un nuovo altare su cui si trovavano un agnello e una croce.
Margaret non vi prestò molta attenzione perché la piccola chiesa l’anno prima aveva perso due delle sue statue durante un temporale, per cui pensò che queste statue servissero come rimpiazzo per quelle andate perdute. Anche la governante dell’arcidiacono Cavanagh, Mary McLoughlin, le aveva notate ma, come Margaret, considerò che si trattasse delle nuove statue che il pastore aveva preso a Dublino. Entrambe comunque pensarono che fosse strano che il pastore le avesse lasciate fuori, sotto la pioggia.
Più tardi Mary McLoughlin se ne andò dalla chiesa e si recò a casa di Margaret Beirne. Quando Mary decise che era tempo di tornare a casa, Mary Beirne, la sorella maggiore di Margaret, si offrì di accompagnarla. Incamminatesi sotto una pioggia dirotta, le due donne passarono vicino alla chiesa e notarono che le statue si trovavano ancora là.
Allora Mary Beirne, la più curiosa delle due, decise di dare un’occhiata più da vicino. Ma mentre si avvicinava ebbe un sussulto di meraviglia: "Non sono statue. Si muovono. E’ la Madonna!", esclamò.
Subito Mary Beirne corse verso casa a chiamare la madre e il fratello che accorsero alla chiesa per vedere l’apparizione. Intanto, mentre loro erano ancora lì, la notizia dell’apparizione si era sparsa velocemente e almeno 22 persone vi assistettero quella notte. Ecco come si manifestò l’apparizione. L’intero muro posteriore della Chiesa era illuminato da una intensa luce che poteva essere vista da molto lontano, come testimoniò anche un contadino, Patrick Walsh. Le figure erano sospese a circa mezzo metro da terra.
L’altare con l’agnello e la croce era circondato di angeli che volteggiavano sopra di esso. Maria, la più grande delle figure, portava un mantello e una fascia bianchi, e un lungo velo sulla testa che le scendeva fino ai piedi. Sul capo coperto dal velo, aveva una corona d’oro. Fra la corona e il bordo del velo c’era una rosa d’oro.

Statua raffigurante Maria così come è stata vista dai veggenti
Le sue mani erano sollevate all’altezza delle spalle e il suo sguardo, assorto nella preghiera, era rivolto verso il cielo. San Giuseppe si trovava alla destra di Maria, aveva la testa reclinata in avanti e le mani giunte in preghiera. San Giovanni Evangelista aveva una mitra da vescovo e si trovava a sinistra di Maria, la mano destra era sollevata e il braccio sinistro teneva quella che pareva essere la Sacra Bibbia.
Le tre figure stavano in silenzio, a pochi passi dal muro della chiesa. Sebbene stesse piovendo e il vento soffiasse impetuoso, il terreno sotto le figure e il muro posteriore della chiesa rimasero completamente asciutti.
Uno dei veggenti, un adolescente che si chiamava Patrick Hill, si avvicinò alle figure per toccarle. Quando allungò la mano, esse si ritrassero, non permettendo che venissero toccate. Patrick, più tardi, testimoniò alle autorità che quelle erano persone vere, in tre dimensioni, non semplici proiezioni su un muro. Poteva distinguerne gli occhi, il colore dei capelli, la conformazione della pelle, ogni particolare. Anche le ali degli angeli si muovevano. Il libro sul braccio di San Giovanni era aperto e Patrick poteva intravedere ciò che vi era scritto.
Mentre la piccola folla si inginocchiava davanti all’apparizione in preghiera, i visitatori celesti continuavano a restare in silenzio. Non una parola veniva pronunciata. Solo dopo molte ore improvvisamente le figure scomparvero" [a].

Il riconoscimento della Chiesa



A sinistra; l’arcidiacono Cavanagh;
a destra: Mary Beirne (in O'Connell)
L’Arcivescovo di Tuam, Dr. John McHale, sei settimane più tardi istituì una Commissione di indagine incaricata di indagare i fatti di Knock.
Alcuni membri all’inizio erano scettici perché sospettavano che si trattasse di una messa in scena architettata dai protestanti. Inoltre Knock sotto molti aspetti era diversa da altre apparizioni approvate fino ad allora dalla Chiesa. La prima differenza sta nel numero di figure presenti nell’apparizione: di solito nelle altre apparizioni è solo Maria a manifestarsi. La seconda differenza è costituita dalla mancanza di messaggi verbali: nella maggior parte degli altri casi, Maria si presenta con richieste o avvertimenti. Un’altra differenza sta nel numero di persone che hanno assistito all’apparizione: tipicamente le apparizioni vengono viste da non più di 5-6 persone. Infine, quest’apparizione è di breve durata: ce ne è stata soltanto una durata appena due ore, mentre le apparizioni solitamente comprendono varie visitazioni che si dispiegano nell'arco di giorni o di mesi. Queste anomalie indussero molti a dubitare dell’autenticità degli eventi di Knock.
Così il capo della commissione, l’Arcivescovo McHale, preferì non fare alcuna dichiarazione ufficiale apertamente favorevole alla natura soprannaturale degli eventi. Tuttavia, ufficiosamente, l’Arcivescovo era dalla parte dell’arcidiacono Cavanagh, il quale credeva al racconto dei suoi parrocchiani.
Vi furono 15 testimoni ufficiali dell’apparizione, tra cui uomini, donne e bambini di diverse età:
1. Patrick Hill (11 anni)
2. Mary McLoughlin (45 anni)
3. Mary Beirne (29 anni)
4. Patrick Walsh (65 anni)
5. Patrick Beirne (16 anni)
6. Margaret Beirne (68 anni)
7. Dominick Beirne Junior (19 anni)
8. Hugh Flatley (44 anni)
9. Bridget Trench (75 anni)
10. Catherine Murray (8 anni)
11. John Curry (5 anni)
12. Judith Campbell (22 anni)
13. Margaret Beirne (21 anni)
14. Dominick Beirne Senior (36 anni)
15. John Durkan (24 anni)

Questi 15 testimoni vennero tutti sentiti dalla Commissione, e la loro versione dei fatti concordò su ogni particolare della vicenda. La Commissione alla fine concluse che la testimonianza di queste persone era attendibile e soddisfacente.
Poiché non ci fu alcun pronunciamento ufficiale sull'autenticità dell’apparizione di Knock, i fedeli vennero lasciati liberi di farsi guidare dalla loro coscienza. In quel periodo ci furono molti fedeli che sentivano una chiamata interiore a visitare Knock, per questa ragione negli anni seguenti furono numerosi i pellegrinaggi organizzati dagli arcivescovi irlandesi per venire incontro alle tante richieste.

La basilica presso il santuario di Knock
Nel 1936 l’Arcivescovo Gilmartin istituì una nuova commissione per esaminare i tre testimoni dell’apparizione ancora viventi: Mary O'Connell (Mary Beirne), Patrick Beirne e John Curry. Tutti e tre confermarono la deposizione originaria del 1879. Mary O'Connell testimoniò sotto giuramento dal suo letto di morte, e alla fine della sua deposizione aggiunse: "Sono certa di tutto ciò che ho detto, e faccio questa dichiarazione sapendo che presto sarò davanti a Dio". Mary O'Connell morirà sei settimane più tardi.
Il verdetto della Commissione fu che la deposizione fatta dai testimoni era sincera e degna di fiducia; di Mary O'Connell in particolare venne detto che aveva fatto un’ottima impressione sui membri della Commissione.
L’arcivescovo Gilmartin autorizzò la pubblicazione di un libretto col quale si dava parere favorevole alla devozione nell’apparizione di Knock. Quando la notizia si diffuse, anche attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, molte migliaia di persone si recarono al Santuario di Knock per portarvi i loro ammalati. Molte guarigioni straordinarie vennero riferite dai giornali del tempo. Da allora la devozione della gente è continuata fino ai nostri giorni. Ogni anno, circa un milione e mezzo di persone si reca in pellegrinaggio a Knock.
Col tempo, Knock guadagnò gradualmente il sostegno ufficiale della Chiesa di Roma, che nel 1979 culminò nella visita di Papa Giovanni Paolo II al santuario, in occasione del centenario dell’apparizione. Qui Giovanni Paolo II celebrò la messa nella basilica di Knock.



Il messaggio di Knock


La cappella dell'apparizione
Scrive Don James, O.F.M., che studiò l’apparizione:
"[San Giovanni] teneva in mano un libro. Ma se si vuole scoprire il messaggio di Knock bisogna aprire il Libro dell’Apocalisse. [...] è il libro che contiene l’interpretazione della storia universale. Esso è permeato del grande tema della redenzione nelle sue tre fasi cosmiche. C’è in primo luogo il mistero dell’"Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo". Così San Giovanni descrive, nel capitolo tredicesimo, il piano eterno di redenzione, simboleggiato in maniera così semplice e toccante dall’agnello di 5 o 6 settimane che fu visto a Knock. In seconda istanza c’è il mistero della donna "vestita di sole" che viene vista in travaglio sulla terra, dove la mente del veggente di Patmos passa in maniera naturale dalla Madre-Vergine alla Chiesa sofferente sulla terra, di cui lei è il prototipo. C’è infine la Città di Dio che, viene detto, possiede la Gloria di Dio di cui l’Agnello è la lampada" [b].
Anche David M. Lindsey vede nell’apparizione di Knock un chiaro richiamo all’Apocalisse:
"L’apparizione a Knock rimase in silenzio e sembrò che non desse alcun messaggio, ma in realtà non fu così. Il silenzio talvolta è più eloquente delle parole. Bisogna analizzare con attenzione l’apparizione per scoprire il messaggio silenzioso che essa nasconde.
Maria apparve con il suo sposo terreno, San Giuseppe, e con il suo figlio adottivo, San Giovanni Evangelista, e portava la corona d’oro della Regina del Cielo; per cui non c’è dubbio su chi lei fosse o su chi fossero questi personaggi.
L’agnello sull’altare era, come è ovvio, Gesù Cristo, l’Agnello sacrificale senza macchia menzionato nell’Apocalisse. Giovanni, l’Apostolo prediletto, autore del Vangelo secondo Giovanni, delle tre Lettere di Giovanni e dell’Apocalisse, si mostra nell’apparizione con un libro aperto poggiato sul suo braccio sinistro.
Poiché noi ci troviamo ora nei giorni di cui ha parlato l’angelo dell’Apocalisse, la Bibbia di Giovanni era probabilmente aperta sul Libro dell’Apocalisse. La mano destra di Giovanni è alzata come nell’atto di fare un giuramento sulla verità di questo libro. Diciannove secoli fa Gesù apparve a Giovanni per attestare gli eventi contenuti nell’Apocalisse. Giovanni disse:
"Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro" (Ap 22, 18),
e
"Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino" (Ap 1, 3).
Così, l’apparizione di Giovanni a Knock con il Libro dell’Apocalisse sul braccio indica che in questo momento ci troviamo negli ultimi tempi.
Il piccolo e santo villaggio di Knock, perciò, ci ricorda l’invito di Cristo contenuto nell’Apocalisse [il verbo inglese "to knock" significa "bussare"; N.d.T.].
"Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3, 20),
e nel Vangelo di Luca
"Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto" (Luca 11, 9).
Anche se il nostro tempo sta giungendo a termine, Cristo sta ancora bussando alle porte dei nostri cuori, attendendo che lo facciamo entrare. Dove siamo in questo momento, in relazione alla sequenza cronologica di eventi rappresentati nell’Apocalisse, nessuno può dirlo.
Gli eventi nell’Apocalisse non è detto che si verifichino dall’oggi al domani: essi accadono nell’arco di anni, forse anche vari secoli o più. Ma dai "segni dei tempi" spirituali, dalla crescente frequenza ed intensità delle "doglie della terra", e dal numero senza precedenti di apparizioni mariane e di avvertimenti nel 20° secolo, la Chiesa Cattolica sa per certo che ci stiamo avvicinando sempre più al tempo stabilito" [a].

a) "The Woman and the Dragon: Apparitions of Mary", David Michael Lindsey, Pelican Publishing Company, 2000;
b) "The Story of Knock", articolo scritto da Don James, O.F.M., pubblicato nel 1950 su "Knock Shrine Annual" da "FNT-MAYO NEWS".(Riportato da: http://www.ewtn.com).
Altri spunti, notizie e immagini per la realizzazione di questa pagina sono tratti dai siti riportati nella pagina dei link (alla voce Knock).

Vedi anche qui.


A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Febbraio 2005